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Ambiente

Nel video amatoriale falco pescatore sorvola la spiaggia con un pesce di grossa taglia.

Nel video amatoriale falco pescatore sorvola la spiaggia con un pesce di grossa taglia. È diventato virale il video di Ashley White, del Tennessee che  ha filmato dal suo appartamento al 17 ° piano, un uccello che sorvolava la spiaggia di Myrtle Beach, nella Carolina del Sud, tenendo un enorme pesce con gli artigli. Identificato come falco pescatore, il rapace ha catturato un “grande sgombro spagnolo” che cerca di fuggire contorcendosi. La scena sorprendente, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ripresa il 22 giugno e pubblicata sui social network, ha stupito più di un utente. Ecco il video https://youtu.be/cu7osdyP6lI

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Consumatori

Richiamo per formaggio pecorino con escheria coli

Richiamo per formaggio pecorino con escheria coli. Il Ministero della Salute diffonde allerta per rischio grave. Lo “Sportello dei Diritti”: occhio al lotto

Arriva direttamente dal Ministero della Salute, la segnalazione nell’apposita sezione del proprio sito web, di un grave episodio di contaminazione alimentare. Questa volta si tratta di un richiamo di un lotto specifico che riguarda un formaggio pecorino a latte crudo semi stagionato dell’Azienda agricola di Carai Giuseppe &C ssa di Volterrra (Pistoia) contaminato dal pericolosissimo batterio escheria coli “verocitotossico” (STEC o VTEC). Con la nota ufficiale del dicastero è stato anche disposto che il formaggio sia immediatamente ritirato dal mercato. Il severo provvedimento di richiamo dal commercio si è reso necessario per tutelare la sicurezza dei consumatori in quanto, secondo l’ente il rischio per la salute è serio. La denominazione di vendita è Divino. Il problema riguarda la possibile presenza di E. Coli STEC in 25 gr (non rilevati sierogruppi 0157, 0111, 026, 0103, 0145, 0104: H4). Il lotto di produzione del formaggio Fratelli Carai è 080520 prodotto in forme da 1,5kg e la data di scadenza è il 26/09/2020. La sede dello stabilimento è Podere Rimini, Volterra (Pistoia), 37 località Montemiccioli. Naturalmente il consiglio è quello di non consumare il formaggio in questione e di riportarlo al punto vendita dove è stato effettuato l’acquisto. È noto, infatti, che le conseguenze per la salute possono essere anche assai serie con disturbi gastrointestinali, parzialmente febbrili, con possibile sanguinamento. Ciò può avvenire tra i 2 e i 7 giorni dal consumo del formaggio contaminato. Sono possibili gravi complicazioni renali, specialmente nei bambini con la sindrome emolitica-uremica (SEU), malattia che si caratterizza per una grave insufficienza renale acuta (spesso è necessario ricorrere alla dialisi), oltre che da anemia e piastrinopenia (ridotto numero di piastrine) e che in alcuni casi (circa il 20%)si rivela fatale.. Al verificarsi di tali sintomi in concomitanza del consumo del prodotto è opportuno l’immediato intervento medico rendendo noto il consumo dell’alimento in questione. Non è la prima volta, ricorda Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, che viene segnalata la presenza di questo pericoloso batterio in prodotti alimentari e quindi dannosi per la salute. Pertanto, si raccomanda ai consumatori, che hanno acquistato questo prodotto di far attenzione al marchio ed al lotto. Se corrisponde a quello evidenziato dal Ministero è indispensabile che non si consumi e che venga prontamente riconsegnato presso il punto d’acquisto, dove l’esercente o i suoi addetti dovranno adoperarsi per restituirne il prezzo. Va detto che l’autorità, in questo caso il Ministero della Salute, può anche stabilire la revoca del ritiro e del richiamo dei prodotti.

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Consumatori

Vongole veraci con escherichia coli: allerta RASFF per le nostre tavole

Vongole veraci con escherichia coli: allerta RASFF per le nostre tavole

Quando arriva l’estate, la voglia di pesce ed in particolare di molluschi, si fa sempre più grande. Che si tratti di acquistarli o di mangiarli al ristorante, si tratta infatti di un alimento particolarmente gradito, specie nelle zone di mare. Tra tutti, i molluschi le vongole sono uno dei più apprezzati, per via della loro versatilità e della famosa pasta con le vongole. È quindi importante sapere che il 1° luglio è stato fatto un richiamo proprio su questo prodotto. Delle vongole veraci provenienti dall’Italia sono infatti state classificate come molto pericolose. L’allarme riguarda l’Italia ma anche la Croazia ed altri paesi membri della UE. Attenzione al consumo di vongole veraci: possono contenere la temibile Escherichia Coli, batteri pericolosi per l’organismo umano. L’allerta è stato lanciato dal sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi Rasff dell’Unione Europea. Si tratta della rete informativa sanitaria che consente alle autorità di agire velocemente su numerose minacce per la sicurezza alimentare, prima che rischino di diventare dannose per i consumatori europei. Nella notifica 2020.2671 si lancia l’avviso riguardo ad alcune partite di molluschi prodotti in Italia e destinate al consumo interno ma anche quello in Croazia di vongole veraci (genere Venus Gallina). Secondo il report c’è un rischio di livello “serio” di contaminazione delle vongole con il micro-organismo patogeno Escherichia coli. Tuttavia non viene specificata l’area di produzione o i lotti interessati. L’Escherichia coli si presenta sotto diverse famiglie ed è in grado di produrre uno o più tipi di tossina (shiga-tossine) che possono danneggiare seriamente le mucose dell’apparato digerente e i reni: spesso causano diarrea con tracce di sangue e possono provocare insufficienza renale, soprattutto nei bambini piccoli o nei pazienti con il sistema immunitario compromesso. Tuutavia il sistema di allerta RASFF, non specifica quali lotti e quali partite di molluschi sono interessati dall’allarme. L’unico consiglio che può mettere al riparo da queste pericolose intossicazioni, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, oltre ad acquistare i molluschi esclusivamente attraverso “canali autorizzati all’interno di sacchetti con etichette che ne riportano la provenienza”, sta nella cottura delle vongole, sistema che inattiva le tossine e mette al riparo da qualunque patologia del genere.

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Consumatori

Allerta listeria nel formaggio italiano: gorgonzola contaminato, scatta il ritiro

Allerta listeria nel formaggio italiano: gorgonzola contaminato, scatta il ritiro. Nel prodotto italiano è stata rilevata la presenza di batteri del genere listeria

Allerta listeria nel formaggio italiano: l’Ufficio federale della sicurezza alimentare tedesco ha informato il RASFF che in un prodotto italiano durante un controllo interno, è stata rilevata la presenza di batteri patogeni del genere listeria. Immediato il ritiro dei prodotti dalla catena di supermercati: l’Ufficio federale della sicurezza alimentare raccomanda di non consumare il prodotto caseario. Il numero dell’articolo e la marca che non sono stati ancora comunicati, nel frattempo ritirato dagli scaffali, ha permesso di verificare che l’alimento è stato prodotto o confezionato in Italia. Le persone immunocompetenti, stando alla nota pubblicata mercoledì, rischiano al massimo una lieve infezione, in quelle immunodepresse possono invece svilupparsi sintomi gravi, a volte letali; durante la gravidanza la listeriosi può provocare aborto spontaneo, setticemia o meningite neonatale. L’allarme riguarda per adesso la Germania tuttavia il prodotto è importato dall’Italia, bisogna quindi verificarne la presenza nei supermercati del nostro paese. La segnalazione 2020.2672 del 1° luglio, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello  “Sportello dei Diritti”, è stata diffusa attraverso il sistema di allerta europeo RASFF, pertanto tutti i Paesi interessati si sono attivarti immediatamente per verificare che il produttore abbia ritirato il formaggio dagli scaffali di tutti i punti vendita, informando i consumatori.

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Turismo

Viaggi e COVID-19. Almeno quattro barche a vela partite dalle coste salentine con i relativi equipaggi e viaggiatori fermati dall’Autorità Portuale greca al largo di Merlera

Viaggi e COVID-19. Almeno quattro barche a vela partite dalle coste salentine con i relativi equipaggi e viaggiatori fermati dall’Autorità Portuale greca al largo di Merlera. Non concesso lo sbarco. Intervenga il Ministero degli Affari Esteri

Una notizia che lo “Sportello dei Diritti” ritiene doveroso dare in anteprima e che non avremmo mai voluto sentire dopo che da oggi, 1 luglio, dovrebbero essere state aperte tutte le frontiere dell’Area Schengen a seguito del progressivo allentamento delle misure antiCOVID-19: almeno quattro barche a vela con i relativi equipaggi e viaggiatori partiti dai porti della costa salentina sarebbero state fermate dall’Autorità Portuale greca al largo di Merlera, una delle prime isole che s’incontrano nell’Alto Jonio, dopo aver attraversato il Canale d’Otranto e che offrono un sicuro approdo per le tante imbarcazioni che ogni anno, specie nel periodo estivo si spostano dal Tacco d’Italia per un soggiorno nell’amena costa greca jonica.

Per comprendere bene il punto della questione che potrebbe riguardare migliaia di viaggiatori che scelgono di recarsi in Grecia con natanti privati, di seguito riportiamo le note pubblicate sul portale “Viaggiare Sicuri” del Ministero degli Affari Esteri che riportano ad una pagina all’uopo dedicata del Governo ellenico e dalle quali non si evincerebbe che possano essere prese misure così restrittive come il divieto di sbarco anche perché, purtroppo, regna ancora una grande incertezza in quanto non è rinvenibile alcuna ipotesi per questi viaggi:

1.7.2020

COVID-19: L’OMS ha classificato COVID-19 come “pandemia”, dallo scorso 11 marzo. Per contenerne la diffusione, a partire da gennaio 2020 sono state progressivamente adottate misure restrittive su scala globale (sospensione del traffico aereo, divieto di ingresso, respingimento in frontiera, quarantena obbligatoria, accertamenti sanitari).

In base all’art. 6 del DPCM 11 giugno 2020, gli spostamenti da/per gli Stati membri dell’UE, gli Stati parte dell’accordo Schengen, Regno Unito, Andorra, Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano non sono soggetti a limitazioni. Sono quindi consentiti spostamenti verso questi Paesi anche per turismo. È sempre necessario verificare, prima della partenza, eventuali restrizioni all’ingresso in vigore nel Paese in cui ci si vuole recare. Tali informazioni sono disponibili sulle Schede Paese di Viaggiare Sicuri e sui siti web delle Ambasciate e/o dei Consolati italiani dei Paesi di interesse. Il rientro in Italia dai Paesi elencati è consentito senza limitazioni, fatte salve eventuali misure restrittive disposte per specifiche aree del territorio nazionale.
Il Ministro della Salute, con apposita Ordinanza, ha disposto che dal 1 al 14 luglio 2020 è consentito l’ingresso nel territorio nazionale dai seguenti Stati e territori: Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Repubblica di Corea, Thailandia, Tunisia, Uruguay, tuttavia a chi rientri in Italia da questi Stati si applica l’obbligo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario con le modalità di cui agli articoli 4 e 5 del DPCM 11 giugno 2020. Per maggiori informazioni, cliccare qui o visitare l’approfondimento di questo sito web.

 

1.7.2020

COVID-19. Aggiornamento: A partire dal 1 luglio sono ripristinati i collegamenti diretti (aerei e marittimi) tra Italia e Grecia, per i quali il Governo greco ha introdotto specifiche procedure di ingresso. Si raccomanda di prendere attenta visione DI QUESTO LINK. (al momento non consultabile con i browser Edge e Internet Explorer, si consiglia di utilizzare browser alternativi).
Si precisa che la pagina in questione è gestita dalle Autorità greche e non dall’Ambasciata d’Italia ad Atene.

Allo stesso link, è reperibile il Passenger Locator Form (PLF), un questionario che richiede informazioni dettagliate sul viaggio (quali ad esempio il punto di partenza, i dati sul viaggio, l’indirizzo di recapito in Grecia), che è NECESSARIO compilare almeno 48 ore prima dell’ingresso nel Paese.

Per maggiori informazioni consultare la pagina del sito dell’Ambasciata d’Italia ad Atene  “Grecia e Coronavirus – Domande frequenti”

Una situazione che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se si procrastinasse oltre la necessità di ragionevoli controlli sanitari minimi, meriterebbe un intervento immediato della Farnesina per protestare contro misure come quella del divieto di sbarco non solo non indicata nell’apposita pagina dedicata indicata dallo stesso governo greco, ma che comunque non dovrebbero essere più applicate poiché l’emergenza, seppur non completamente cessata, si è notevolmente affievolita.

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Consumatori

VOLVO richiama 2,2 milioni di auto in tutto il mondo

VOLVO richiama 2,2 milioni di auto in tutto il mondo. È stato riscontrato un rischio di anomalia nel meccanismo di sicurezza delle cinture di sicurezza. Il più grande richiamo nella storia del produttore

 

Per la società, che appartiene alla casa automobilistica cinese Geely, è il più grande richiamo nella storia del produttore. La casa automobilistica Volvo Cars ha annunciato mercoledì 1 luglio il richiamo di quasi 2,2 milioni di auto costruite tra il 2006 e il 2019 in tutto il mondo. I motivi sono dovuti ad un potenziale problema di cavi collegati alle cinture di sicurezza dei sedili anteriori. Nel peggiore dei casi, “Il cavo può, in determinate circostanze rare e in base al comportamento dell’utente, soffrire di usura nel tempo. Ciò potrebbe eventualmente causare danni al cavo e ridurre la funzione di sicurezza delle cinture di sicurezza “. Tuttavia, non sono state  segnalate lesioni alle persone o incidenti a Volvo Cars. Secondo ka casa automobilistica, si tratta di modelli Sono interessati i modelli V60, V70 e XC60. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti”, ancora una volta, grazie al servizio che svolge monitorando tutti i richiami tecnici per l’eliminazione di difetti di produzione o di progettazione riguardanti la sicurezza che interessano i veicoli circolanti, anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate vengono tempestivamente informati. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello  “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai Concessionari VOLVO Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. Gli uomini della rinomata casa automobilistica dovranno apportare i dovuti correttivi e risolvere un problema non certo grave, ma destinato comunque a suscitare non poca preoccupazione per la difettosità segnalata.

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Consumatori

Negli USA insalate pronte in busta contaminate da ciclosporina

Negli USA insalate pronte in busta contaminate da ciclosporina. Centinaia i casi di ciclosporiasi finora accertati, avviata un’indagine per accertare le cause della contaminazione avvenuta in Illinois, Iowa, Kansas, Minnesota, Missouri, Nebraska, Dakota del Nord e nel Wisconsin

Insalate pronte in busta vendute nei negozi Walmart e nei negozi Aldi sotto accusa negli Stati Uniti: possono provocare ciclosporiasi, una infezione intestinale che causa dissenteria e malessere e può durare settimane. La partita di insalata contaminata con il parassita cyclospora cayetanensis ha causato fino ad oggi, dallo scorso maggio, in in Illinois, Iowa, Kansas, Minnesota, Missouri, Nebraska, Dakota del Nord e nel Wisconsin, duecento casi di ciclosporiasi, spiega il dipartimento di Salute pubblica dell’Illinois. “Le indagini iniziali indicano una connessione con il consumo di insalate Fresh Express a Streamwood, Illinois. I prodotti includono l’insalata di iceberg classica a marchio Marketside, che è stata venduta nei negozi Walmart con date di scadenza dal 19 maggio al 4 luglio e Garden Salad a marchio Little Salad Bar, che è stata venduta nei negozi Aldi con date di scadenza 1° maggio  fino al 29 giugno. Nella lista c’erano anche le insalate da giardino a marchio Jewel-Osco Signature Farms con data di scadenza dal 16 maggio al 4 luglio e l’insalata da giardino a marchio Hy-Vee con una data di scadenza. Anche il dipartimento della Salute dell’Iowa ha notato un incremento simile”. Il direttore dell’Idph, ha spiegato: “Se avete mangiato un’insalata da metà maggio e avete sviluppato diarrea e stanchezza, contattate un medico”. La trasmissione della ciclosporiasi avviene per via oro-fecale tramite cibi o bevande contaminate. Questa non è la prima epidemia negli Stati Uniti. Nel 1990 in Nord America sotto accusa erano finiti i lamponi importati dal Guatemala. Nell’estate del 2013 centinaia di persone di diversi stati Usa vennero contagiati, e la causa venne rilevata nelle insalate miste prelavate. Il sintomo principale della ciclosporiasi, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è la dissenteria acuta, con febbre, crampi addominali, nausea, inappetenza, malessere e perdita di peso. La malattia di norma si risolve spontaneamente ma può anche durare settimane.

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Consumatori

Acquisti online: per sbaglio acquista 28 Tesla

Acquisti online: attenzione a cliccare ripetutamente la conferma del pagamento on line. Potresti acquistare 28 Tesla per sbaglio. E’ accaduto in Germania. L’importo totale raggiunto dall’ordinazione dell’uomo è stato di 1,4 milioni di euro

Se durante la conferma del pagamento del tuo ordine si verifica un errore e non riesci a completare la prenotazione potrebbe essersi verificato un problema tecnico o informatico. Lo sa bene un uomo residente in Germania che ha accidentalmente acquistato online 28 esemplari della Tesla Model 3. L’importo che l’uomo avrebbe dovuto pagare ha raggiunto i 1,4 milioni di euro. “Avrebbe” poiché dopo una rapida telefonata d’emergenza l’uomo è riuscito a spiegare la situazione, e l’azienda di Elon Musk ha acconsentito all’annullamento degli ordini e al rimborso del deposito obbligatorio (di 100 € per macchina, perciò, in totale, 2’800 euro). Lo racconta il portale automobilistico Driving, basandosi sul racconto dell’esperienza dell’uomo, che ha condiviso il fatto online. Secondo quanto riferito, l’errore ha avuto luogo a causa di problema tecnico sul sito ufficiale dell’azienda. L’uomo si trovava infatti sullo shop online con l’intenzione di acquistare una Tesla Model 3. Tuttavia, dopo aver inserito i dati richiesti, compresi quelli della carta di credito, è sorto un problema. Quando ha cliccato su “invia” è apparso un messaggio di errore, che indicava che l’ordine non era stato effettuato a causa di un problema nelle modalità di pagamento. L’utente ha poi riprovato, continuando a cliccare su “conferma”, ma lo stesso errore è apparso, ripetute volte, per altre due ore, testando la pazienza dell’individuo. Il sito web ha infine risposto, facendo passare l’ordine per la Tesla desiderata dall’uomo, come però anche per gli altri 27 ordini che il protagonista della vicenda ha confermato con i clic effettuati. La conferma dell’ordine è arrivata così a un totale di 1,4 milioni di euro che, fortunatamente per lui, l’uomo non ha dovuto pagare. Per non incorrere in situazione del genere, Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, durante la conferma del pagamento del tuo ordine Ti consiglia di procedere come segue:

  • Controlla il tuo conto bancario per verificare se l’importo è stato scalato o meno.
  • Se il denaro è stato prelevato dal conto, controlla la tua casella email, anche nello SPAM, per verificare se ti sia arrivata la conferma del pagamento e dell’ordine con il link per la stampa delll’etichetta.
  • Se il pagamento è andato a buon fine, ma non ricevi la conferma via mail del pagamento, ti invitiamo a scrivere al Customer Service (Assistenza clienti) affinché possa verificare con l’Amministrazione che tipo di problematica si sia verificata.
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Cronaca

Covid-19, in Cina un vaccino viene già prodotto per i militari

Covid-19, in Cina un vaccino viene già prodotto per i militari. Il vaccino contro il Covid-19 sviluppato dalla società cinese di biotecnologie CanSino ha ricevuto l’autorizzazione per essere utilizzato esclusivamente dai militari cinesi, ha riferito l’azienda in un comunicato all’indirizzo degli investitori attraverso la Borsa di Hong Kong.

La società cinese di biotecnologie CanSino ha annunciato che il vaccino Ad5-nCoV sviluppato congiuntamente con l’Istituto di Bioingegneria dell’Accademia delle Scienze Mediche Militari ha ricevuto l’approvazione dal Dipartimento di supporto logistico dell’ufficio sanitario della Commissione militare centrale il 25 giugno per diventare un farmaco speciale per i militari, si afferma nella nota. Nel comunicato si aggiunge che la validità dell’autorizzazione è di un anno e si sottolinea che il vaccino deve essere utilizzato esclusivamente per l’esercito cinese e non poteva essere usato per un’ampia vaccinazione senza l’approvazione della Commissione militare centrale. Secondo il comunicato, l’11 giugno la società ha completato la seconda fase della sperimentazione clinica per il suo vaccino e i risultati sono risultati positivi per quanto riguarda la sicurezza e l’efficacia del vaccino. Con il bilancio delle vittime di Covid-19 che ha superato mezzo milione, diverse aziende biotecnologiche di vari Paesi si sono affrettate a perfezionare un vaccino efficace contro il nuovo virus mortale. Per la Cina essere i primi a offrire un vaccino contro Covid-19 sarebbe una vendetta, desiderosa di far dimenticare alla gente che la pandemia è iniziata a casa. Oltre a questo vaccino, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, Pechino ha approvato la sperimentazione clinica di altri tre vaccini sperimentali: uno lanciato dalla Scuola Militare di Scienze Mediche e dal gruppo biotecnologico CanSino; l’altro dall’Istituto di prodotti biologici e dall’Istituto di virologia di Wuhan, la città in cui è apparso il coronavirus; e uno finale del gruppo China Biotics, che ha iniziato 28 aprile le prove con 32 volontari.

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Ambiente

Soccorso capodoglio intrappolato nella rete, liberato dalla Guardia costiera

Soccorso capodoglio intrappolato nella rete, liberato dalla Guardia costiera. A dare l’allarme le biologhe del Centro recupero tartarughe di Filicudi che hanno allertato la Guardia Costiera di Lipari. A circa sei miglia a nord-est dell’isola di Salina, quattro biologhe che erano in navigazione verso l’isola di Stromboli, hanno avvistato in superficie un capodoglio maschio della lunghezza di circa dieci metri con la pinna codale completamente avvolta in una rete da pesca. La Guardia Costiera di Lipari ha così inviato in zona la motovedetta CP 322, che, verificate le condizioni critiche del cetaceo, ha attuato tutte le procedure utili a mettere in sicurezza il mammifero. Sul posto è poi giunta, a bordo di un battello della Guardia Costiera, una squadra di subacquei locali che dopo un’ora di duro lavoro a circa due metri di profondità, è riuscita a rimuovere totalmente la rete dalla pinna codale dell’animale lasciandolo libero di muoversi. Terminate le operazioni di liberazione del cetaceo, il capodoglio è stato monitorato dalla Guardia Costiera al fine di verificare eventuali comportamenti anomali e lasciato libero di ricongiungersi ad altri tre esemplari che per tutto il tempo lo avevano atteso a distanza. La rete da pesca recuperata a bordo dell’unità militare è stata confiscata perché usata illegalmente per la cattura di specie ittiche come tonno e pesce spada. Il capodoglio è stato monitorato in mare per un po’ e poi è stato lasciato libero di unirsi ad altri tre esemplari che lo avevano atteso a distanza. Nell’arcipelago delle isole Eolie, la stessa giornata è stata segnata da un’ulteriore importante attività di tutela ambientale e, in particolare, di contrato della pesca illegale. Grazie ad un’attività congiunta condotta con i propri mezzi aerei e navali, la Guardia Costiera ha intercettato a 12 miglia a Sud di Alicudi, un motopesca intento a recuperare 2500 metri di rete derivante illegale con un’apertura della maglia di 45 centimetri. Al comandante del peschereccio,  evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stata contestata una sanzione amministrativa di diverse migliaia di euro e la rete illegale rivenuta è stata sequestrata e trasbordata sulla motovedetta CP322, che alle prime luci dell’alba ha fatto rientro nel porto di Lipari. Il video del salvataggio: https://youtu.be/naoi-KG2LUE