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SCIENTOLOGY NETWORK: spazio ai film registi indipendenti su importanti questioni sociali

Sarà trasmesso sabato 7 marzo alle 20, su Scientology Network sottotitolato in italiano. [qui il trailer: scientology.tv/it/series/documentary-showcase/the-fantasy-makers/videos/trailer.html]

Creatori del genere fantasy, del regista Andrew Wallè un’affascinante avventura che ci porta nella vita di tre scrittori leggendari: George Mc Donald, J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis. Padri fondatori del genere fantasy, la loro opera influenza tuttora gli scrittori di questo genere letterario, da George R.R. Martin e J. K. Rowling.

Il film narra storie che s’intrecciano grazie a una combinazione di ricostruzioni storiche e interviste a famosi esperti. Tramite le visite a Oxford e Cambridge si vedrà dove Tolkien e Lewis svolsero la propria carriera accademica e la cittadina dell’Inghilterra meridionale che ispirò George Mac Donald a farsi pioniere di questo nuovo genere di narrativa.

È un film che appassionerà i fan del genere fantasy, mostrando come hobbit, armadi che creano mondi e magia hanno fatto la propria apparizione nella letteratura moderna.

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Nessuna rinuncia alle mimose

8 marzo, nessuna rinuncia alle mimose!

“Ruolo delle donne è fondamentale in agricoltura”

 

A Varese la presenza delle donne-imprenditrici in agricoltura è crescente: le “imprese in rosa”

hanno registrato i successi maggiori sui fronti di multifunzionalità,  innovazione e agri-didattica

                                                                                                                                                                                                                                 

VARESE – Non si ferma la tradizione della mimosa, irrinunciabile dono per la Festa della Donna: e l’8 marzo è un’ottima occasione per celebrare il ruolo sempre più fondamentale delle donne, non solo in quanto punti di riferimento per la tenuta delle famiglie, ma anche come figure cruciali nell’imprenditoria agricola.

Ciò è particolarmente evidente in provincia di Varese, “dove il ruolo delle donne nelle imprese agricole è sempre più fondamentale” come sottolinea il presidente Fernando Fiori“Negli ultimi anni, le titolari di impresa agricola hanno registrato numeri di crescita importanti, e sono proprio le “imprese in rosa” quelle a registrare i successi maggiori sul fronte della multifunzionalità e dell’innovazione: ed è evidente in diversi comparti, dall’agriturismo alle fattorie didattiche, alla presenza delle stesse “capitane d’impresa” presso gli AgriMercati che rappresentano il trait d’union più diretto e immediato tra la campagna e i consumatori”.

                                                                                                                                                                     

“Le nostre donne incontrano il pubblico e la società civile con impegno ed entusiasmo” dice Luana Tosarello, responsabile di Coldiretti Donne Impresa Varese. “Gli impegni e gli esempi di successo non mancano e tra questi merita certamente una menzione particolare i progetti didattici che ci hanno portato quest’anno a incontrare centinaia di ragazzi nelle scuole del Varesotto. Lo riprenderemo non appena i ragazzi potranno tornare in classe. Ancora le donne sono tra le protagoniste di un nuovo ruolo dell’agricoltura verso lo sviluppo di un’identità gastronomica territoriale: molto spesso sono le ultime depositarie di quelle ricette, valori e tecniche che le famiglie hanno tramandato da generazioni e divengono oggi preziosissime come punto di contatto di una cucina sempre più identitaria”.

Sempre a tutela del Made in Italy, proseguono inoltre presso tutti gli AgriMercati del territorio le campagne di sensibilizzazione #MangiaItaliano: la nuova mobilitazione social si affianca a #LaCampagnaNonSiFerma, altra iniziativa che la rete degli agricoltori di Coldiretti e Campagna Amica ha avviato per promuovere sul web, dove dilagano le fake news, la genuinità, la sicurezza e la bontà dell’agroalimentare italiano e la bellezza delle nostre aree rurali.

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GIUSEPPE ACOCELLA, riscoperta delle università telematiche

riceviamo e accogliamo volentieri l’intervento del rettore, in un momento in cui finalmente, ci sia accorge dell’importanza dello studio e della ricerca (coronavirus) derivante dalla grande opportunità di studiare on line.

ALLA RISCOPERTA DELLE UNIVERSITÀ TELEMATICHE

INTERVENTO DEL RETTORE DELL’UNIFORTUNATO GIUSEPPE ACOCELLA

 

L’emergenza Coronavirus – che minaccia il diritto allo studio all’interno del sistema universitario, consentendo con le dovute precauzioni solo lo svolgimento delle attività di verifica (esami di profitto e di laurea) – ha permesso però di riscoprire le virtù dell’insegnamento a distanza, capace di sostituire efficacemente in tutto la bontà quello frontale ed in presenza. 

La trasmissione del sapere, compito primario ed essenziale insieme alla ricerca dell’unico sistema universitario nazionale, che si esplica in una molteplicità di università ciascuna dotata di specifici saperi e vocazioni culturali, può, infatti, (come accade da anni del mondo anglosassone) giovarsi della strumentazione telematica, ora invocata in Italia anche nei decreti ministeriali come rimedio assolutamente efficace in caso di sospensione delle attività didattiche.

Non è però necessario né auspicabile che la bontà delle Università telematiche e dei loro metodi venga scoperta soltanto in occasione dell’emergenza, giacché ormai nei più accreditati sistemi di formazione ed istruzione universitaria di qualità lo strumento delle lezioni a distanza (e addirittura delle attività di monitoraggio e di verifica telematica) è divenuto non solo consueto, ma addirittura vanto di quelle esperienze all’estero e per qualche Ateneo anche in Italia. 

L’Università “Giustino Fortunato” ha introdotto a Benevento da un decennio queste modalità dell’avvenire, mantenendo uno standard di eccellenza, e mettendo da sempre a disposizione dell’alta formazione la qualità che essa assicura grazie all’esperienza acquisita e alla strumentazione di cui si è dotata.

Prof. Giuseppe Acocella 

Magnifico Rettore Università Giustino Fortunato 

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Divina Colomba, premiazione miglior colomba

La finale sarà a porte chiuse ma si potrà seguire sui social

“Divina Colomba” in diretta streaming su Facebook

Lunedì 9 marzo dalle ore 15:00 sulla pagina ufficiale del contest

A seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 marzo, cambia la modalità di svolgimento della finale di “Divina Colomba”, contest organizzato da Goloasi.it che, con lo scopo di valorizzare la produzione artigianale del dolce tipico pasquale, si propone di premiare la “Miglior Colomba Tradizionale” e la “Miglior Colomba Creativa” d’Italia. L’appuntamento è confermato per lunedì lunedì 9 marzo dalle ore 15:00, ma si svolgerà in diretta streaming sulla pagina Facebook ufficiale del contest.

A decretare i vincitori sarà la giuria tecnica composta da grandi professionisti del settore come il presidente di giuria Giambattista Montanari e Antonio Daloiso, Giuseppe Mancini, Giuseppe Russi e Eustachio Sapone, che si incontreranno presso la Casa delle Idee di Turi (Ba) per degustare le colombe in finale, mentre finalisti e pubblico potranno partecipare e interagire con domande, interviste, foto e commenti per tutto il corso della diretta attraverso il social.

“Preso atto del decreto governativo del 4 marzo, occorre reagire e riorganizzarsi, essere innovativi e garantire la trasparenza e la continuità di un concorso a cui teniamo e su cui abbiamo lavorato molto, dai pasticcieri ai giudici, dagli sponsor agli organizzatori. – comunica l’organizzazione – Innovare significa superare le difficoltà e usare la creatività per migliorare e andare avanti ed è questo lo spirito e la grinta che ci porta a concludere nel migliore dei modi questo importante evento con trasparenza, serietà e senso di responsabilità.”

Giunto alla seconda edizione, “Divina Colomba” vanta la partnership di numerosi sponsor leader internazionali, fra i quali Agrimontana, Bombonette, Il Granaio delle Idee, Molino Pasini, Dimarno Group, Archimede e Euro Vanille. 

Tutte le informazioni sull’evento sono sul sito www.goloasi.it e sulla pagina Facebook Divina Colomba.

Elenco finalisti

Categoria “Miglior Colomba Tradizionale”

– Angelo Digrottola – L’Arciere Rosso (Venosa – PZ)

– Damiano e Valentino Rizzo – Pasticceria San Francesco (Spezzano della Sila – CS)

– Alessandro Marigliano – Dolciaria Marigliano (San Giuseppe Vesuviano – NA)

– Michele Cappiello – Cappiello (Santa Maria Capua Vetere – CE)

– Tommaso Corazza – Il P(h)anificio del F.lli Corazza (Lugo – RA)

– Mattia Ricci – Fornai Ricci (Montaquila – IS)

– Federico Perrone – Giuri’ss (Salice Salentino – LE)

– Pietro Netti – Chantilly (Castellana Grotte – BA)

– Andrea Barile – Terzo Millennio (Foggia – FG)

– Antonio Caputo – Caputo Pasticceria (Altamura – BA)

– Fabio Colapinto – Covella Pasticceri (Gioia del Colle – BA)

– Maurizio Cossu – Pasticceria Tesi (Macomer – NU)

– Mario Arculeo – Panificio D’Angelo (Palermo – PA)

– Giovanni Saviozzi – Farina del mio sacco (Cascina – PI)

– Stefano Lorenzoni – Arte Dolce (Monte San Savino – AR)

– Enrico Mazzari – Pasticceria Mazzari (Padova – PD)

– Francesco Borioli – Infermentum (Stallavena – VR)

– Samuele Segala – Panificio Pasticceria Segala (Fumane – VR)

– Vanna Scattolini – Pasticceria Madamadorè (San Pietro in Cariano – VR)

– Daniele Frison – Il Giusto Impasto (Castronno – VA)

Categoria “Miglior Colomba Creativa”

– Paolo Caridi – Casa Mastroianni (Lamezia Terme – CZ)

– Pasquale Pesce – Pasticceria Pesce (Avella – AV)

– Mario Francesco Gigli – Pasticceria Gigli (San Giorgio a Cremano – NA)

– Vincenzo Mennella – Pasticceria Mennella (Torre del Greco – NA)

– Pasquale Montella – Pasticceria Mascolo (Visciano – NA)

– Miliam Cappuccio – Pasticceria Guarino (Mirabella Eclano – AV)

– Nicolò Vezzoli – In Croissanteria (Carobbio degli Angeli – BG)

– Enrico Raschetti – Dolce in Desco (Desco – SO)

– Andrea Bonizzoni – Panetteria Bonizzoni (Pianengo – CR)

– Gianfranco Nicolini – Pasticceria Romana (Porto Recanati – MC)

– Andrea e Michele Labbate – Cremeria LM (Agnone – IS)

– Davide Volpati – Pasticceria Volpati (Biandrate – NO)

– Giuseppe Di Punzio – Chantilly (Lizzano – TA)

– Gian Piero Loddo – La Dolce Vita (Ghilarza – OR)

– Paolo Piccione – Pasticceria Dolcemente Piccante (Avola – SR)

– Mario Arculeo – Panificio D’Angelo (Palermo – PA)

– Giovanni Inglima – Angelo Inglima sas di Inglima Giovanni (Canicattì – AG)

– Stefano Lorenzoni – Arte Dolce (Monte San Savino – AR)

– Anna Lafisca – Frollalà (Fanzolo di Vedelago – TV)

– Stefano De Cia – Arteliè (Limena – PD)

                                       

 

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Generazione X? No, generazione dark!

 

T’han detto cos’è bene / e t’han spiegato il Male / ‘Si sappia regolare / prima o poi c’è l’aldilà!’ / Guardare e non toccare / guardare ed ingoiare / e sei un po’ nervoso / ed un motivo ci sarà”. Così canta il cantautore Luciano Ligabue in una delle sue poesie più famose, ‘Vivo morto o X’. La Sociologia statunitense ci parla di generazione X, o anche generazione Zero (si può rimandare ad alcuni articoli di Federico Rampini per ‘La Repubblica’ per una spiegazione in lingua italiana) per coloro che si trovano schiacciati come topi tra la generazione dei baby boomers (nati tra il 1939-40 e il 1979-80) e i millennials, che sono tali solo per essere a tutti gli effetti “nativi digitali” (nati tra il 1999-2000 a questo preciso secondo). Da un lato, Internet è divenuto globale e mondiale nel 1999, dall’altro nel 2000 è iniziato un nuovo Millennio, e tanto per non farci mancare niente questo calendario è stato imposto dalla Globalizzazione una volta per tutte all’Orbe terraqueo (mancava l’Islam, degno di nota, che si trova attualmente nel 1440, in aggiunta, Guerra al Terrore permettendo vorrebbero mantenere la doppia circolazione) sfruttando indegnamente l’Informatica e il caso del Millennium Bug.

Gli zero assoluto, la croce X al posto della firma, i senza nome, i disperati sarebbero nati tra il 1979-80 e il 1999-2000. Per chi avesse voglia di dare un senso alle generazioni, i loro padri (e le loro madri) dissero la loro nel 1968 e soffrirono per il Vietnam. Queste sfigate (e questi sfigati) successivi dissero la loro nel 2011 e non soffrirono per niente visto che sono stati repressi in tutto il Mondo sino al 2019, quando il primo dei Millennials detiene la veneranda età di 20 anni e scende in strada al posto loro, che possono financo avere 40 anni come Tiziano Ferro (il poeta più apprezzato, a Roma, Firenze, Napoli e dintorni, mettiamoci anche Latina dalla dubbia storia fondatrice).

Sono stati scritti libri (‘Generazione Bim Bum Bam’) composte canzoni (‘Ma che ne sanno i Duemila’, Gabry Ponte) anche nel nostro Paese.

Difficile comprendere la difficoltà di questa generazione, nata in un mondo bipolare (e non Informatico ai più, benché ogni arte in questione fosse detenuta da alcuni a Hitler vivo e pure vincente) e piombata nelle guerre più feroci della storia. Mi riferisco alla Somalia, all’Afghanistan, all’Iraq. Guerre che parevano avere un senso compiuto nella loro criminalità, a differenza delle odierne (Bolivia, Kurdistan, Cile) che paiono uscite dal cilindro di un incrocio fra Cappellaio Matto Depp e Hannibal Lecter e che sembrano così assurde da non poter essere quasi contestate. All’epoca c’era da contestare: dalle Torri Gemelle in avanti (c’erano già state avvisaglie da un tale Bin Laden, compare di Bush e de facto combattente sino al giorno prima per gli USA) si vedeva un fiottio di sangue in televisione, immagini raccapriccianti per le quali saremmo tutti morti, e si voleva rispondere aizzando la fiamma. Nel 2011 si decise, da parte di milioni e milioni di questi ragazzi ormai cresciuti e sviluppati e (malgrado la natalità) esistenti su questo mondo che gli negava non solo il futuro (come ai padri) ma anche la pensione (del resto se non c’è futuro non vorrai ripetere i nostri errori e finire finanziere depresso, vedrai che la fame ti darà forza e linfa ragazza/o) e lo stato sociale più in generale, di rovesciare il Mondo.

Occorre tornare sempre indietro, come il Cinema ha insegnato a questi giovani. E capire che la Tecnologia diminuisce il tempo di una generazione storica. Se tra la generazione che ha inventato la ruota (fatto un ingegnere) e la generazione che ha inventato il flauto (un musicista) saranno passati trentamila anni la nostra (io sono classe 1986) sarebbe durata ben poco quanto a unicità. Sino al 1999 vivemmo nel tepore, ma poi ci rendemmo conto di essere come Leonida o altre “pazzie” del cinema statunitense, avremmo cenato nell’Ade.

Attualmente WhatsApp ha introdotto la modalità dark e sembra andare molto di moda. Il nero. Io parlerei, semmai, di Generazione Dark, comprendendo sotto questa élite categorica tutti i sottogruppi (i “nativi digitali” hanno solo i gruppi WhatsApp, ma campa di Netflix) e sarebbe più opportuno.

Le manifestazioni artistiche più rappresentative? La radice la si trova, ovviamente, nel Fantasy style degli anni Ottanta. Poi si sviluppa. Il cinema, horror o meno, di Zack Snyder; le performances artistiche di Christina Ricci, Johnny Depp e, giova dirlo, Riccardo Scamarcio (e non certo Elio Germano che porta avanti la linea dei “sessantottini”, né tanto meno Keira Knightley che guarda al futuro ed è incompresa, solo ora che si sta “mettendo in proprio” tanto in famiglia quanto come attrice, può davvero dire qualcosa). I libri di Chuck Palahniuk e quelli di Anne Rice. Le soluzioni esistenziali le si ritrovano nei classici, partendo dai romanzi di Colleen McCullough (e, ri-giova dirlo, Valerio Massimo Manfredi) pezzi da novanta del cinema euro-americano quali Druids (francofono), Attila l’Unno, Cleopatra del 1999, Alexander (l’unico sopravvissuto) e, ovviamente, Troy (“Mirmidoni, miei fratelli di spada. / Cinquanta di voi valgono più di un intero esercito. / Nessuno dimentichi mai la nostra forza: siamo leoni! / Sapete cosa c’è, ad aspettarvi, oltre quella spiaggia?! / L’Immortalità! / Andate, è vostra!”, recita il doppiaggio italiano con Brad Pitt, la generazione X ci aspira e intorno al 2011 – dal 2008 al 2013 – i vampiri andarono fortini). La vera interprete? Isabella Santacroce. Tutti, grandi, successi. Come il 2011. Che ora torna e si attende il successo in Cile dei “figli” di Camila Vallejo, il Cohen Bendit del Terzo Millennio. In cui chi di noi c’è arrivato vivo c’è ancora e chi c’è nato può finire ammazzato un pochino più forte, stando ai conflitti scaturiti dal risorgere delle violenze. Perfortuna, il Sessantotto se ben seguito limita il massacro e impone saggezza, chi l’avrebbe detto. In tutto ciò nessuno si ricorda che i Partigiani e i Guevaristi sono ancora vivi, per esempio a Cuba c’è ancora un Castro dispiaccia o meno.

Lorenzo Proia

Lorenzo Proia

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Torino, il critico Fabrizio Dividi incontrerà il novarese Paolo Beldì

Domenica 15 marzo il 19° Glocal Film Festival ospita in programma l’evento speciale Cinema & Tv con PAOLO BELDì.

Nei nuovi spazi del Museo della Radio e della Televisione di Via Verdi a Torino, il critico Fabrizio Dividi incontrerà il novarese Paolo Beldì, uno dei registi più innovativi e prolifici della nostra televisione, per ripercorrerne insieme la lunga carriera, andando a ricercarne influenze e connessioni con gli elementi della regia cinematografica.

 

Il 19a Glocal Film Festivaldal 12 al 16 marzo a Torino, ha per protagonista la cinematografia piemontese. Negli anni il festival ha dato visibilità al cinema “di casa nostra”, contribuendo a dare il giusto spazio a quei film che nel loro percorso hanno incrociato il Piemonte, grazie ai molti professionisti che operano nel dinamico panorama regionale, alle case di produzione sempre più attive e alle numerose e variegate location capaci di soddisfare esigenze artistiche e pratiche.

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Apre a Maggio Lindt home of chocolate

Nell’anno in cui riccorre il 175° anniversario della lindt, nota fabbrica del cioccolato, per questa occasione verrà inaugurata presso l’HEADQUARTER del GRUPPO a KILCHBERG (Svizzera), il 10 Maggio 2020, la Lindt home chocolate, il progetto finanziato e realizzato dalla fondazione filantropica Lindt chocolate competence foundation.

Con questo edificio multifunzionale si pone l’importante mission di continuare il lavoro la visione pioneristicadei due fondatori dell’azienda, Rodolphe Lindt e David Sprunngli. All’entrata del building ci sarà una fontana di vero cioccolato di oltre 9 metri che accoglierà i visitatori e poi potranno degustare e assaggiare l’ampia varietà di referenze Lindt create dai Mai tres Chocolatiers Lindt. Sempre nella struttura ci saranno un’esibizione multimediale ed interattiva, un impianto che mostrerà le fasi di produzione del cioccolato, il più grande Lindt Chocolate Shop al mondo e un Lindt Chocolate Café, un laboratorio di cioccolateria per offrire la possibilità a tutti i visitatori di seguire dei corsi per la preparazione del cioccolato: queste sono solo alcune delle sorprese della Home of Chocolate. Inoltre la Lindt Home of Chocolate, accoglierà il centro di ricerca Lindt che potrà ospitare altre strutture di ricerca.

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Il ricordo di Davide Astori a due anni dalla tragica scomparsa

Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso”La Famiglia Viola ricorderà per sempre il suo Capitano”  

Sembra ieri eppure sono passati due anni da quel maledetto 4 marzo 2018, quando Davide Astori venne trovato senza vita in una stanza d’albergo, mentre si trovava in ritiro con i propri compagni di squadra alla vigilia del match contro l’Udinese. Il mondo del calcio e l’Italia intera oggi non tanto sente il bisogno di ricordare il campione, ma sente più che mai l’esigenza di celebrare l’uomo.

È stato il capitano che tutti sognano di avere nella propria squadra, capace di guidare la propria squadra con il buon esempio, più che con le parole. È l’esempio lampante del leader silenzioso, quello capace di motivare un compagno con un semplice sguardo ed una pacca sulle spalle, più che con le critiche e gli improperî  nei confronti dei compagni, come spesso capita di vedere al giorno d’oggi. Davide oltre ad essere un grande difensore è stato un fedele compagno e uno straordinario padre, anche se un destino beffardo ha voluto che abbandonasse questa terra a soli 31 anni e non si sia potuto godere appieno la propria famiglia. Per questo motivo il primo pensiero va alla sua compagna Francesca Fioretti e a sua figlia, Vittoria, che il 17 febbraio ha compiuto 4 anni. Proprio ieri Francesca ha pubblicato un commovente post dedicato a Davide: “Il mio unico posto sicuro nel mondo , per sempre 

Rocco Commisso: “La Famiglia Viola ricorderà sempre il suo Capitano”

Stamane la Fiorentina, ultima squadra nella quale ha militato Astori, ha diffuso sui social il messaggio che il presidente Rocco Commisso ha voluto dedicare all’indimenticato capitano viola: “In questa giornata ricordiamo Davide Astori, il nostro Capitano. Non ho avuto la fortuna di conoscere questo ragazzo, ma tutti quelli che mi hanno parlato di lui hanno avuto sempre parole eccezionali nei suoi confronti. Oggi il mio pensiero va alla sua famiglia, ai suoi cari, ai suoi compagni di squadra, ai suoi amici, ai tifosi e a tutti coloro che hanno pianto e si sono commossi per la tragica scomparsa di Davide. La Famiglia Viola ricorderà per sempre il suo Capitano“. 

La carriera di Davide Astori

Davide muove i primi passi nelle giovanili del San Pellegrino Terme, comune in provincia di Bergamo dove è cresciuto, prima di spostarsi nel Ponte San Pietro, squadra satellite del Milan e dopo due anni entrò nel settore giovanile rossonero fino a raggiungere la squadra primavera. In seguito venne mandato per due anni a fare esperienza in Serie C, prima con la maglia del Pizzighettone e l’anno dopo con quella della Cremonese.

L’anno che sancì la vera e propria svolta nella carriera del difensore avviene nel 2008, quando venne comprato a titolo definitivo dal Cagliari. Con i rossoblu giocò per sei stagioni, diventando in meno di un anno una delle colonne portanti della difesa cagliaritana. Inoltre durante l’esperienza in terra sarda conquistò la prima convocazione in Nazionale: il suo esordio in maglia azzurra è datato 29 marzo 2011, nel match amichevole contro l’Ucraina a Kiev. L’unica nota negativa di quell’esordio fu la doppia ammonizione subita, con conseguente espulsione, che lo costrinse a lasciare il campo anzitempo.  Dopo Cagliari ci fu l’esperienza non molto fortunata alla Roma, che durò solamente una stagione e in seguito il passaggio alla Fiorentina, squadra con cui militò per quasi tre stagioni.

Il calcio ricorda Davide Astori

Tutte le società nelle quali ha militato Astori hanno tributato un ricordo attraverso alcuni post pubblicati sui social, alle quali si sono aggiunte la Lega Serie A, Hellas  Verona, Torino, Lecce, Benevento, Pescara e molte altre:

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Il 3 marzo si è celebrato il World Wildlife Day

 

 In occasione del World Wildlife Day, che si celebre il 3 marzo in tutto il mondo, il WWF valuta lo stato di salute di specie e habitat italiani più a rischio, elaborando i dati messi a disposizione dal nostro Paese alla Comunità Europea per il report quinquennale sulla Direttiva Habitat, la norma che a livello comunitario protegge le specie maggiormente minacciate d’estinzione. Purtroppo, sebbene le valutazioni siano ancora preliminari, il quadro per la natura italiana è tutt’altro che roseo.

I dati generali

Delle 570 specie italiane protette dalla Direttiva Habitat, solo 248 (43%) mostrano uno stato di conservazione favorevole. Purtroppo ben 206 (36%) presentano ancora uno stato di conservazione inadeguato e 93 (16%) addirittura sfavorevole. Del restante 5% non si hanno dati sufficienti per una valutazione secondo gli standard europei.

 I gruppi più a rischio

Tra i diversi gruppi di animali considerati (esclusi gli uccelli, tutelati da una specifica Direttiva), a passarsela peggio sono i pesci (a rischio estinzione specie quali storione cobice, barbo canino e trota macrostigma) con oltre l’80% delle specie considerate che presentano uno stato di conservazione non favorevole, il 39% addirittura cattivo e con trend di popolazione in diminuzione.

Seguono a ruota gli anfibi, con il 64% delle specie in cattivo o inadeguato stato di conservazione (fortemente minacciati ululone appenninico e salamandra di Aurora); ma anche i mammiferi (lince, foca monaca, orso marsicano ma anche i pipistrelli) non se la passano bene: in media, solo 4 specie su 10 tra quelle presenti in direttiva presentano uno stato di conservazione favorevole. 

La situazione appare lievemente migliore per i rettili (67% in buono stato) e gliartropodi (insetti, ragni, etc.; 53%). Anche per le piante, solo il 46% presenta uno stato di conservazione favorevole, che però scende al 21% per muschi e licheni. Tra le specie che rischiamo di perdere: l’abete dei Nebrodi e ribes di Sardegna

 Lo stato degli habitat

Anche la situazione a livello dei diversi ambienti naturali è tutt’altro che rosea. Appena il 10% di quelli in Direttiva (pari a 26 tipi di habitat) presenta infatti un buono stato di conservazione, che risulta invece inadeguato per 47% (124 habitat) e addirittura cattivo per il 39% di essi (102 habitat), per il restante 4% non ci sono dati sufficienti alla valutazione.

Tra gli habitat che presentano, in media, le peggiori condizioni troviamo quelli dunali, quelli di acqua dolce, torbiere e acquitrini, nessuno dei quali (0%) è in uno stato di conservazione favorevole. Per gli habitat dunali, in particolare, il 71% di quelli tutelati dalla Direttiva sono in cattivo stato e in regressione, così come il 47% di acqua dolce, il 39% delle praterie, il 28% di torbiere e acquitrini, ma anche il 21% delle foreste, che includono gli habitat tutelati dalla Direttiva più estesi d’Italia (oltre 17.000 km2).

Solo per lande e arbusteti temperati la maggioranza degli habitat (55%) è in uno stato di conservazione favorevole, percentuale che scende al 26% per gli habitat costieri e marini, 15% sia per quelli rocciosi sia per le macchie di sclerofille.

 Le cause

Tra le pressioni principali alla biodiversità del nostro Paese, troviamo al primo posto (in termini di numero di habitat impattati da ciascun fattore) l’agricoltura, che interessa oltre il 68% degli habitat protetti dalla Direttiva. Al secondo posto (con impatti negativi sul 58% degli habitat) troviamo invece le specie aliene, ovvero animali o piante trasportati volontariamente o involontariamente dall’uomo in aree geografiche diverse da quelle in cui si sono originate, creando squilibri ecologici agli ecosistemi locali. Segue a breve distanza, impattando quasi il 56% degli habitat, lo sviluppo delle infrastrutture ad uso industriale, commerciale, residenziale e ricreativo. Tra gli ulteriori fattori di minaccia troviamo infine attività forestali, modifiche ai regimi idrici legate alle attività umane e cambiamenti climatici, oltre a processi naturali che favoriscono l’espansione di alcuni habitat a discapito di altri.

 Carenza di dati

Una percentuale significativa di specie e habitat è caratterizzata da uno stato di conservazione incerto o del tutto indefinito: in molti casi regioni ed enti locali non hanno infatti provveduto ai monitoraggi indispensabili per valutare lo stato di conservazione della biodiversità, che vanno fatti con personale, competenze e risorse adeguate: da questo dipende l’efficacia delle misure di conservazione.

 La biodiversità è il nostro vero tesoro, la cui ricchezza non ha pari in Europa”, dichiara Marco Galaverni, Direttore Scientifico WWF Italia. “Come le opere d’arte che riempiono d’orgoglio il Bel Paese, anche la natura di casa nostra va tutelata al meglio. Purtroppo siamo ancora ben lontani dal riuscirci, per questo speriamo che il 2020 sia finalmente un anno di svolta in cui governi, regioni, comuni, aziende e singoli cittadini comprendano che senza natura non possiamo vivere e si attivino per conservarli con ambizione e coraggio. Non possiamo più rimandare”.

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All’Insubria diciottesima edizione del corso online per insegnare l’italiano agli stranieri

All’Insubria diciottesima edizione del corso online per insegnare l’italiano agli stranieri Varese e Como, 4 marzo 2020 – È tutto pronto all’Università dell’Insubria per la diciottesima edizione del corso Filis, che prepara ad essere formatori interculturali di lingua italiana per stranieri, ovvero figure professionali in grado di lavorare in contesti comunicativi aperti e multietnici. Il corso di alta formazione, con la direzione di Gianmarco Gaspari e il coordinamento didattico di Elisabetta Moneta Mazza, analizza forme e meccanismi dell’interazione tra persone appartenenti a realtà culturali diverse e approfondisce gli aspetti teorici della didattica delle lingue nella loro applicazione pratica, proponendo l’insegnamento dell’italiano come lingua straniera. Particolarità di Filis è che è interamente online, il che lo rende accessibile a tutti, anche a chi già lavora o studia a tempo pieno, grazie a lezioni videoregistrate, lettura di testi reperibili sul web, consegna elaborati e valutazioni settimanali online. È richiesta la presenza fisica solo per l’esame finale. Per accedere a uno dei sessanta posti disponibili bisogna avere un diploma di scuola superiore e iscriversi entro il 12 marzo effettuando un versamento di 240 euro. Il corso si tiene da marzo e maggio. Per altre informazioni: www.uninsubria.it/corso-filis, filis@uninsubria.it.