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LOMBARDIA

Giornata mondiale latte, Rolfi: Lombardia leader nazionale

Giornata mondiale latte, Rolfi: Lombardia leader nazionale, consumiamo prodotto locale per aiutare economia

Assessore: le fake news sul latte smontate, berlo fa bene
5.000 stalle in Lombardia. Prima Brescia, poi Mantova e Cremona

(LNews – Milano, 01 giu) “La Lombardia è la regina italiana del latte, con 5.000 stalle sulle 27.000 nazionali. Produciamo il 45% del latte italiano grazie alle oltre 500.000 vacche allevate sul nostro territorio regionale. Il settore sta affrontando una dura crisi causata dagli effetti del Covid sull’economia. Per aiutare i nostri allevatori e i nostri produttori è necessario consumare latticini del territorio”. Lo ha detto l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, in occasione del ‘World Milk Day’, la Giornata mondiale dedicata al latte.

FABIO ROLFI

Gli attacchi al settore lattiero caseario

“Il settore lattiero caseario – ha ricordato l’assessore – è stato vittima di un attacco mediatico senza precedenti, anche da parte di trasmissioni che vanno in onda in prima serata sulla Tv di Stato, e di bufale che girano sui social che hanno causato un calo di consumi”. “Le fake news – ha continuato – sono state smontate grazie al lavoro degli allevatori, all’innovazione delle nostre stalle e all’attenzione sempre crescente per il benessere animale. I nostri allevamenti sono i più controllati d’Europa”. “Bere latte – ha sottolineato – fa bene alla salute, sia per i bambini che per gli adulti”. “Il futuro – ha sostenuto – è sostenere con convinzione gli investimenti per innovare ancora di più e rendere le aziende sempre più competitive, produttive e sostenibili”.

Tracciabilità anche blockchain ed etichettatura di origine

“Tracciabilità anche con sistemi blockchain e etichettatura di origine – ha rimarcato l’assessore – sono poi due battaglie che dobbiamo sostenere per valorizzare la distintività del nostro latte e dei nostri modelli di produzione, altamente di qualità, al fine di garantire al consumatore la possibilità di scegliere con consapevolezza garantendo anche il reddito dei produttori”.

Costruire un vero patto di filiera

“Dobbiamo lavorare – ha concluso l’assessore Rolfi – per costruire un vero patto di filiera tra i vari attori, soluzione necessaria per essere più competitivi, per evitare pratiche sleali e per garantire la giusta remunerazione del latte agli agricoltori con un prezzo che non può essere inferiore ai costi di produzione”.

I numeri lombardi

Numero allevamenti di lattifere in Lombardia suddivisi per provincia:

Bergamo 697
Brescia 1.403
Como 130
Cremona 703
Lecco 85
Lodi 264
Mantova 893
Milano 263
Monza e Brianza 32
Pavia 94
Sondrio 291
Varese 78

Totale Lombardia 4.933

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LOMBARDIA

Cremona: ricoverato il Vescovo per il COVID-19

Cremona 14 Marzo 2020

NOTA UFFICIALE DI VATICANO-NEWS

Il vescovo di Cremona ricoverato per il Covid-19: ci stiamo riscoprendo più uniti

Intervista con monsignor Antonio Napolioni, ricoverato in Pneumologia nell’ospedale della città lombarda, dove nella notte è deceduto a causa del Covid-19 monsignor Vincenzo Rini, ex direttore del settimanale diocesano “La Vita Cattolica”. “Sono impressionato – dice il presule – dal ritmo di servizio del personale sanitario”
 

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Nonostante la dura prova della malattia, è una testimonianza rincuorante e ricca di speranza quella del vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, positivo al Covid-19 e ricoverato all’Ospedale cittadino. Le sue condizioni sono stabili e in miglioramento progressivo. Dal nosocomio, il presule esprime il proprio cordoglio per la morte di monsignor Vincenzo Rini, ex presidente dell’Angenzia Sir, morto a causa di una polmonite interstiziale causata dal Coronavirus. Dal letto del reparto di  pneumologia, il vescovo di Cremona ringrazia inoltre il personale medico e rivolge parole di incoraggiamento a quanti sono chiamati ad affrontare questa dura prova.

D. – Monsignor Napolioni, la disturbiamo per chiederle di lanciare in questa situazione così difficile un messaggio di speranza. Innanzitutto, quali sono le sue condizioni di salute?

R. – Le mie condizioni sono in miglioramento progressivo, quotidiano. Sono qui, da otto giorni, nel reparto di Pneumologia dell’Ospedale di Cremona ben diretto dal dottor Bosio. C’è una grande attenzione da parte di tutto il personale. Prosegue la terapia farmacologica e poi l’ossigeno e il monitoraggio continuo per tornare a una autonomia respiratoria. Penso, personalmente, di essere abbastanza vicino alla fine del tunnel, ma si avverte tutto il carico della comunità ospedaliera e del  territorio. Le richieste di aiuto non mancano ed è impressionante il ritmo di servizio a cui sono chiamati soprattutto i giovani del personale sanitario. Quindi il messaggio positivo è quello di vedere comunque una generazione di giovani medici e sanitari che si dedicano totalmente a questa emergenza.

In tutta Italia ci sono tante persone che stanno affrontando questa malattia. Cosa si sente di dire a chi sta attraversando questo tunnel?

R. – Prendiamo sul serio tutto quello che ci viene detto perché non ci sono dietrologie. C’è l’esperienza della nostra fragilità rispetto alla quale la prudenza non è mai troppa. Se la situazione ci costringe a fare un passo indietro rispetto all’attivismo, alla frenesia e al chiasso, questo ha una sua provvidenzialità. Quindi non dobbiamo aver paura. A me è capitato, probabilmente, di contrarre il virus in piena visita pastorale, nello slancio in mezzo alla gente. Dobbiamo, probabilmente, ricalibrare delle modalità relazionali che non ci impediscano di essere con la gente e tra la gente ma anche con tutta l’intelligenza e l’accuratezza che questo richiede.

Qual è il suo messaggio ai fedeli?

R.- Quello di riscoprire la presenza del Signore, molto più potente, fedele e capillare delle forme a cui noi siamo abituati. Certamente la domenica dovrebbe veder riunite le comunità. Il pensiero corre alla Settimana santa, alla Pasqua. Al di là delle forme della tradizione, c’è il mistero reale e presente del Cristo incarnato. È quindi, chi si prende cura dei fratelli è Cristo che si prende cura di Cristo. Questo è il vero nome di tutto ciò che accade. E questo conferisce senso all’attesa, alla pazienza ed anche al dolore.

Eccellenza, quali parole intende rivolgere ai medici e agli infermieri che in questo momento stanno affrontando questa pandemia e si prendono cura delle persone malate?

R. – Di grande gratitudine anche per il senso di unità che si percepisce nel Paese. Al di là delle diversità regionali, di sensibilità politica e di interpretazioni è veramente un momento di unità di cui avevamo assoluto bisogno per capire come continuare a costruire, nel tempo che ci è dato da vivere, le vie per il futuro delle nostre generazioni. Quindi ci sono gratitudine, stima e anche il serbatoio spirituale che non manca. Sapere quanta gente in preghiera e quanti sono gli uni per gli altri, riempie di consolazione e di pace.

Questo momento sta rinnovando l’Italia intera e anche il popolo di Dio?

R. – Se lo permettiamo, come tutto quello che sfida l’intelligenza degli uomini, è una grande opportunità di conversione. Non poteva capitarci una Quaresima più completa da certi punti di vista. Drammaticamente dura, ma proprio per questo perfetta.

È un cammino nel deserto aspettando il momento culminante del triduo Pasquale…

R. – Al di là del calendario e di quanto poi coinciderà, sicuramente la gioia dell’esperienza della liberazione non mancherà.

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Istituzioni

#CORONAVIRUS: EMANATE LE NUOVE MISURE PER LA LOMBARDIA IN VIGORE FINO 8 MARZO.

 Ecco cosa Prevedono :

?? Attività di asili e scuole sospese (di ogni ordine e grado). Nelle strutture possono entrare il personale e i docenti per garantire le lezioni a distanza (e-learning). Fermi anche corsi professionali, master e corsi di formazione.

?????‍♂chiusi cinema, teatri, palestre, piscine, centri sportivi, discoteche, terme, centri benessere, centri culturali, centri sociali e ricreativi.

⛔⚽vietate le manifestazioni sportive e di altro genere, salvo a porte chiuse. Consentiti gli allenamenti ma solo se funzionali a disputare competizioni sportive (es. partite, gare). Divieto di trasferta anche per i tifosi residenti in lombardia.

⛪ Sospese le cerimonie religiose ma apertura dei luoghi di culto adottando misure che consentano di tenere distanti le persone tra loro almeno di 1 metro.

? le attività commerciali potranno aprire solo evitando sovraffollamenti e con modalità idonee a far rispettare la distanza di almeno 1 metro tra i clienti. Aperti i mercati rionali.

? bar, pub e ristoranti aperti ma solo con servizio al tavolo e facendo rispettare la distanza di almeno 1 metro tra i clienti.

? musei e biblioteche aperti ma adottando modalità di accesso anti assembramento e garantendo distanza di almeno 1 metro tra le persone.

? visite in ospedali e residenze per anziani limitate.

??‍? lavoro, smart working esteso a tutta Italia e utilizzabile per sei mesi.

‼SOLO PER PROVINCE DI BERGAMO, LODI E CREMONA:

-sabato e domenica chiusi centri commerciali di medie e grandi dimensioni ad eccezione dei negozi di farmacia e alimentari

#forzalombardia

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Cronaca

Tensione alle stelle nelle carceri della Lombardia

Tensione alle stelle nelle carceri della Lombardia: 4 poliziotti aggrediti a Opera, donna tenta di introdurre droga a Cremona

Giornate di follia e violenza nelle carceri lombarde di Opera e Cremona, finite al centro delle cronache per due gravi eventi critici. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. Il fatto più grave è accaduto ieri, mercoledì, nel carcere milanese di Opera, dove quattro poliziotti penitenziari sono stati aggrediti e contusi. Ricostruiscono l’accaduto Donato Capece, segretario generale SAPPE, ed Alfonso Greco, segretario regionale lombardo del SAPPE: “Nel tardo pomeriggio di ieri, presso la Casa di reclusione milanese di Opera, due detenuti di etnia rom si sono barricati all’interno della propria cella. Nelle operazioni di ripristino dell’ordine e della sicurezza, quattro poliziotti sono rimasti contusi tanto da dover ricorrere alle cure del Pronto soccorso del  nosocomio cittadino. Il più grave è stato dimesso con una prognosi di 28 gg a seguito di una frattura alla mano. È sempre più difficile lavorare nei penitenziari lombardi senza mezzi con cui contrastare questi eventi e a rimetterci è sempre il personale di polizia Penitenziaria. Quel che è accaduto a Opera, con la violenta aggressione ai quattro poliziotti ai quali va tutta la nostra vicinanza e solidarietà, ha riportato alla ribalta le difficoltà della struttura detentiva e delle gravi condizioni operative nelle quali lavora ogni giorno il personale di Polizia Penitenziaria. Dove sono ora quelli che rivendicano ad ogni piè sospinto più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli Agenti di Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle Istituzioni?”. 

Altro episodio critico è accaduto martedì 4 febbraio nel carcere di Cremona, dove il personale di Polizia Penitenziaria si è insospettito da alcuni piccoli segnali di nervosismo di una donna ammessa a colloquio con il familiare detenuto: “La donna è stata dunque perquisita e colta nella flagranza di possesso di sostanza stupefacente destinata alla cessione al parente detenuto”, spiegano Capece e Greco. “Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri in servizio nel carcere di Cremona, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere.  Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri”, aggiungono.

Rispetto ai due gravi episodi accaduti a Opera e Cremona, il SAPPE“punta il dito” contro il sistema della vigilanza dinamica e del regime penitenziario ‘aperto’ a favore dei detenuti, che fa venire meno i controlli della Polizia Penitenziaria: “Con la vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto gli eventi critici sono aumentati. Rinnoviamo dunque la richiesta di un incontro con il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per affrontare eventuali interventi che possano essere messi in campo dalla politica. La realtà è che sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili.  Sarà anche l’occasione per evidenziare al Guardasigilli che la realtà detentiva italiana è più complessa e problematica di quello che lui immagina e che il SAPPE denuncia sistematicament