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Dl Maggio, Lorenzin (Confimi Industria) a Palazzo Chigi: “Agire con burocrazia zero e con investimenti concreti”

Roma, 6 maggio 2020 – “Se non sono possibili azioni di reale liquidità alle imprese, che il Governo accolga le proposte degli industriali piuttosto che continuare a emanare misure che prevedono ulteriore indebitamento delle aziende” ha spiegato Flavio Lorenzin vice presidente di Confimi Industria con delega alla semplificazione, Pa e fisco intervenendo al tavolo organizzato da Palazzo Chigi per fare il punto sulle misure in campo con il Dl Maggio.

“Confimi ha già presentato almeno tre proposte in merito: prevedere la cessione del credito da parte delle imprese a agenzie di factoring con costi calmierati da decreto; la creazione – attraverso la piattaforma che gestisce la fatturazione elettronica – di un sistema di compensazione dei pagamenti fra aziende di filiera che eviti, dove possibile, il ricorso al sistema bancario per la riscossione dei crediti; la compensazione dei crediti vantati nei confronti della PA con uno qualsiasi dei versamenti dovuti dall’impresa”.

“Nonostante gli sforzi del Governo” ha infatti ricordato Lorenzin “l’accesso al credito è ancora un miraggio”. Gli istituti di credito, ha fatto notare il vice presidente di Confimi Industria, stanno utilizzando gli strumenti messi a disposizione per rinegoziare gli affidamenti già in essere, soprattutto con quelle imprese dal rating incerto. Per non parlare dei tempi di erogazione.
“Ci aspettiamo che il nuovo decreto, per quel che riguarda finanziamento e liquidità si riferisca obbligatoriamente a nuova finanza e che preveda tempi di restituzione superiori agli attuali 6 anni, che sono un periodo decisamente troppo breve ma soprattutto ci attendiamo burocrazia zero e tempi certi nell’erogazione”.

“Per quanto riguarda poi il tema lavoro – ha spiegato Lorenzin – le norme del protocollo salute e sicurezza per quanto necessarie rallenteranno di certo i processi produttivi e, in un momento in cui le aziende sono già in sofferenza, ci auguriamo che l’ipotesi di ridurre l’orario di lavoro pur mantenendo la stessa retribuzione ai lavoratori, rimanga una voce di corridoio”. “Ci auguriamo invece venga confermato il prolungamento della cassa integrazione senza la necessità di consultazione sindacale, semplicemente per una questione di velocità di risposta”.
Tornando al confronto, il vice presidente del manifatturiero ha chiesto a gran voce che venga profondamente rivista la norma che prevede che una contaminazione da COVID 19 possa rientrare nella casistica di infortunio sul lavoro, con tutto quello che ne concerne. “La tutela, anche economica di un cittadino positivo a Covid non è in discussione. Tuttavia riteniamo inaccettabile che, per come è scritta attualmente la norma, un imprenditore possa, anche sono in linea teorica, dovere affrontare le conseguenze di infortunio in azienda per un fattore esogeno all’attività d’impresa”.

Ampio spazio da parte del vice presidente Lorenzin ai cantieri. “Fondamentale la ripartenza dei cantieri pubblici e la costruzione delle grandi opere ferme ormai da troppi anni”. Ma non solo.
È ora di parlare seriamente di bonus fiscali e dei crediti d’imposta per le ristrutturazioni, dell’eco bonus, del sisma bonus, estendendo il beneficio anche a singoli interventi.
Flavio Lorenzin ha chiuso il suo intervento con un messaggio di speranza: “questa epidemia sembra aver bloccato il pensiero stesso di investimento. E allora non si parli solo di facilitazioni per l’acquisto di beni strumentali targati industria 4.0, ma di un aiuto serio a investire nel paese”.

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Banca d’Italia – Credito e liquidità per famiglie e imprese: 1,6 milioni domande di moratoria sui prestiti e oltre 90.000 domande al Fondo di Garanzia per le PMI. Istruttorie per 12,5 miliardi con ‘Garanzia Italia’ di Sace

Salgono a 1,6 milioni le domande di adesione alle moratorie sui prestiti per 177 miliardi e superano quota 90.000 le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le Pmi.

Sono questi i principali risultati della rilevazione settimanale effettuata dalla task force costituita per promuovere l’attuazione delle misure a sostegno della liquidità adottate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid-19, di cui fanno parte Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dello Sviluppo Economico, Banca d’Italia, Associazione Bancaria Italiana, Mediocredito Centrale e Sace .

La Banca d’Italia ha avviato una rilevazione statistica presso le banche, riguardante sia le misure governative di cui ai decreti legge ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’, sia le iniziative volontarie. Sulla base di dati preliminari, al 24 aprile sono pervenute oltre 1,6 milioni di domande o comunicazioni di moratoria su prestiti per quasi 177 miliardi. Oltre il 43% delle domande provengono dalle imprese (a fronte di prestiti per 120 miliardi). Le quasi 900.000 domande delle famiglie riguardano prestiti per 54 miliardi di euro.

Poco più di 50.000 domande hanno riguardato la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa (accesso al cd. Fondo Gasparrini), per un importo medio di circa 89.000 euro.

Si può stimare che circa il 71% delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia già stato accolto dalle banche; l’1% circa è stato sinora rigettato; la parte restante è in corso di esame.

Il Ministero dello Sviluppo Economico e Mediocredito Centrale (MCC) segnalano che sono complessivamente 91.973 le domande arrivate al Fondo di Garanzia, dal 17 marzo ad al 5 maggio, per richiedere le garanzie ai finanziamenti in favore di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, per un importo complessivo pari a circa 5,6 miliardi. In particolare, le domande arrivate e relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia e ‘Liquidità’ sono 90.049, pari ad un importo di circa 5,4 miliardi di euro. Di queste, oltre 70.000 sono riferite a finanziamenti fino a 25.000 euro, con percentuale di copertura al 100%, per un importo finanziato di circa 1,5  miliardi, che, secondo quanto previsto dalla norma, possono essere erogati senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del Gestore.

È entrato in piena operatività anche ‘Garanzia Italia’, lo strumento di SACE per sostenere le imprese italiane colpite dall’emergenza Covid-19. Sono stati realizzati i primi tre interventi presentati da due banche diverse e sono attualmente in corso circa 170 istruttorie da parte delle banche per altrettante operazioni di finanziamento per un valore complessivo di circa 12,5 miliardi di euro. Una volta terminata l’attività di istruttoria, costruzione dei pool e conseguente delibera, le banche presenteranno le richieste a Sace che ha fornito le garanzie nell’arco di 48 ore dalla ricezione.

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Movimento Impresa, FASE 2 – Nuovo Carnevale di Rio? Nuovo Capodanno?: Maschera di un Fallimento Certo.

Riceviamo e Pubblichiamo il comunicato stampa a firma di Romana Dell’Erba imprenditrice titolare della “La Cucina di Altamura” e coordinatrice Centro Nord de Movimento Impresa www.movimentoimpresa.it che rappresenta bene la situazione che tanti esercizi commerciali, imprese dell’accoglienza e della ristorazione, piccole imprese stanno vivendo e della difficoltà di poter pensare che questa fase due è possa essere una soluzione.

Gentili Signori, certi di rendervi partecipi della preoccupazione del tessuto del piccolo e medio commercio riguardante le modalità di apertura della FASE 2 saremmo lieti se verrà concesso uno spazio nella vostra comunicazione istituzionale.

Ci hanno messo con le spalle al muro, schiavi dei nostri sogni, schiavi delle restrizioni, schiavi di una situazione economica che ci sta devastando.

Viviamo nell’incertezza, nella paura, nell’aspettativa che qualcosa arrivi e/o cambi. Invece la fase 2 ci ha regalato un pacchetto di promesse che si vanno a sommare alle promesse non rispettate della FASE 1. Inutile ribadire che ci sono migliaia di domande dei bonus alle partite IVA e cassa integrazione che non essendo arrivate stanno portando le persone alla fame.

Voglio mettere l’appunto sul pensiero di migliaia e migliaia di piccoli e medi imprenditori: non stiamo chiedendo una riapertura immediata. Sarebbe e lo sarà, fatto alle condizioni attuali, un suicidio.

La maggior parte dei nostri associati sta pensando di non riaprire.

Nessuna contrapposizione con chi può sostenere i costi di una riapertura al minimo delle proprie potenzialità (perché già proprietari dii immobili e non pagano l’affitto, perché aziende storiche alla terza generazione, perché meri investitori e non hanno il senso delle perdite).

Accettiamo e comprendiamo anche la volontà di piccoli commercianti che vedendo il proprio esercizio come unica fonte di sostentamento, sotto il ricatto della fame, aprono schiavi delle condizioni economiche che li porterà ad un fallimento certo entro la fine del 2020.

Pertanto in nessun modo possiamo dimenticare che per tutti e per tutte le categorie commerciali le restrizioni legate alla struttura occupazionale della propria attività, legate al rispetto del protocollo sanitario, sommate alla paura della gente apriranno dal 4 o dal 18 maggio con la possibilità di lavorare al 30% del potenziale con cui hanno aperto e del business plan fatto al primo anno di vita, con un peso di costi da supportare pari 100% (affitti arretrati e correnti da pagare, tasse da pagre, bollette da pagare, congelamento licenziamenti).

La soluzione prospettata alle imprese alla fase 2 è riaprire con una richiesta di indebitamento, con un potenziale ridotto al 30% al netto del 100% dei costi?

Quale risultato c’è da aspettarsi?

Il fallimento di almeno il 30% nei prossimi 3 mesi per arrivare al 60% di mortalità entro la fine dell’anno.

Via allego bolletta del mese di febbraio da pagare ad aprile. Da cui si evince il costo reale di energia ed i costi di gestione e tasse.

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Massacro alle Partite IVA – Chiara linea dell’ Agenzia delle Entrate

Cura Italia è stata cancellata dal maxi-emendamento

Partite IVA, i controlli a tappeto dell’Agenzia delle Entrate riprenderanno dal 1° giugno 2020, previsto l’invio di oltre 8 milioni di atti. L’annuncio arriva dal direttore delle Entrate Ruffini durante l’audizione in commissione Finanze alla Camera del 22 aprile 2020

Ripresa dell’attività di accertamento e non solo

L’intervento, iniziato come una sorta di discorso riassuntivo delle misure fiscali prese dal decreti Cura Italia e Liquidità, si è concluso con una novità che lascia di stucco.

Come mai ripartono i controlli fiscali in tempi così brevi, soprattutto vista la grave situazione economica del Paese? La risposta sta nella cancellazione della proroga di due anni per i termini di accertamento concessa dal decreto Cura Italia.Riffini precisa : i due anni di proroga dei termini di accertamento erano una norma pro-contribuente”.

Partite IVA, controlli fiscali a tappeto dal 1° giugno 2020

Brutte notizie in arrivo per imprese.

Il Fisco non solo riprenderà le attività di controllo, ma fa sapere che le intensificherà in quanto la proroga di due anni dei termini di accertamento prevista dal decreto Cura Italia è stata cancellata dal maxi-emendamento approvato in Senato nel corso della conversione in legge.

Nella relazione che Ernesto Maria Ruffini ha letto durante l’Audizione in Commissione Finanze e attività produttive della Camera svoltasi il 22 aprile 2020 c’è scritto:

Ad inizio giugno, anche l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà riprendere le attività. Si renderà innanzitutto necessario […] produrre e avviare al processo di notifica le cartelle di pagamento relative ai ruoli consegnati dagli enti creditori nei mesi di febbraio e marzo 2020 (circa 3 milioni). Analogamente andrà ripreso l’invio, attualmente sospeso fino al 31 maggio 2020, degli altri atti di riscossione, ovvero quelli necessari all’interruzione dei termini di prescrizione (circa 1,6 milioni di avvisi di intimazione) e quelli propriamente riferiti alle azioni di recupero, esecutive o cautelari (circa 875 mila atti). […] A questi volumi si aggiungeranno le cartelle di pagamento relative ai ruoli che gli Enti impositori consegneranno nel corso dei mesi di aprile e maggio (circa 2 milioni), nonché quelle dei mesi successivi.”

Insomma, entro fine 2020 tutti gli atti di accertamento saranno consegnati ai contribuenti interessati.

Al Fisco, insomma, non servono proroghe: sono pronti a inviare oltre 8 milioni di atti di notifica:

“Non è un termine di cui noi abbiamo bisogno per la nostra operatività.”

Il fatto, continua Ruffini, è che manca un provvedimento normativo che consenta di non pagare gli atti notificati prima dell’inizio di questo periodo di grave crisi.

Le partite IVA quindi dovranno prepararsi a un giugno di fuoco: non solo ripartiranno i versamenti (la proroga dei versamenti di aprile e maggio del decreto Liquidità ha spostato la scadenza al 30 giugno) ma saranno anche tartassate dagli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate.

Questo è il Governo Conte.

Fabio Sanfilippo

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Bcc, 10 milioni di euro di pronta liquidità a imprese, artigiani, commercianti e partite Iva

Fronteggiare tempestivamente il fabbisogno di liquidità delle imprese e collaborare a garantirne la continuità produttiva. Con questi due obiettivi primari, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate mette a disposizione un primo plafond di 10 milioni di euro per prestiti a tassi e condizioni agevolate per le aziende socie e clienti.
«E se ce ne sarà bisogno siamo pronti ad aumentare lo stanziamento, perché l’impatto del danno del Coronavirus sull’economia dipende strettamente dalla quantità  di soldi che verranno destinati per il sostegno dell’economia reale -dice Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate-. La crisi che stiamo vivendo ha colpito contemporaneamente sia la domanda sia l’offerta di beni e servizi: le nostre imprese soffrono e ormai tutti, anche le famiglie, hanno chiaro che stiamo vivendo una fase di emergenza economica. Il nostro ruolo di banca locale ci impone di attuare iniziative di concreto sostegno al territorio, oltre naturalmente a favorire tutte le procedure e le misure stabilite dai decreti del governo, come la moratoria sui mutui».

I finanziamenti a breve termine verranno erogati come mutui chirografarisenza spese di istruttoria, a tassi e condizioni agevolate, per un importo singolo massimo di 250mila euro, con una durata fino a 18 mesi (inclusi i primi 6, se richiesti, di pre ammortamento). 
«Per richiedere il prestito vanno presentate l’autocertificazione di aver subito danni derivanti dall’emergenza sanitaria e il prospetto delle spese da sostenere -spiega Carlo Crugnola, direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate-. Per i finanziamenti fino a 50mila euro abbiamo istituito un iter di delibera istantanea, mentre gli importi più alti dovranno prevedere spese giustificate per il 70% del totale richiesto. Inoltre, oltre alle spese di istruttoria sono state azzerate quelle di incasso della rata».
«Come sempre, e non solo nei momenti di difficoltà, abbiamo facilmente creato la rete nel nostro territorio per supportare la nostra azione di iniezione di liquidità -chiosa il presidente della Bcc, Roberto Scazzosi-. In particolare, per agevolare l’accesso al credito abbiamo raggiunto intese con i vari Confidi del territorio».

«Da questa crisi se ne esce solo facendo rete e cooperando, ognuno per il suo ruolo, per sostenere e far ripartire l’economia -commenta Andrea Bianchi, direttore di Confidi Systema!-. Per questo abbiamo deciso di supportare le misure adottate dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Per noi questo territorio è importante, nel 2019 abbiamo avuto una crescita del 20% dei finanziamenti garantiti, aiutando oltre 130 imprese, soprattutto Pmi, nel 94% dei casi con fatturato inferiore a 5 milioni di euro. Insieme vogliamo rivolgere il nostro supporto oggi proprio a queste realtà per garantire loro un nuovo futuro domani».