Categorie
Consumatori

Richiamato YOGURT GRECO Despar

Richiamato YOGURT GRECO Despar: nella confezione c’è un prodotto diverso con allergeni non dichiarati

 

Il ministero della Salute, oggi 5 luglio, ha pubblicato il richiamo del 3 luglio, di due lotti di YOGURT GRECO DESPAR FREE FROM per un problema di confezionamento: le confezioni, infatti, contengono lattosio, un allergene non dichiarato in etichetta. Nello specifico si tratta dello YOGURT GRECO SENZA GRASSI senza lattosio e dello YOGURT GRECO CON PEZZI DI FRAGOLA senza lattosio. I prodotti interessati sono venduti in confezioni da 150 grammi con lotto di produzione 26/07/2020  e con stesso termine minimo di conservazione. Gli YOGURT sono stati prodotti per DESPAR ITALIA CONSORZIO A R.L. da NEOGAL S.A. dal produttore DAIRY INDUSTRY OF DRAMA S.A.”NEOGAL” con sede dello stabilimento a Drama in Grecia. A scopo precauzionale, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda alle persone allergiche al lattosio di non consumare il prodotto segnalato e restituirlo al punto vendita d’acquisto. Gli YOGURT richiamati sono sicuri per i consumatori che non sono allergici al lattosio, pur non corrispondendo al prodotto indicato in etichetta.

Categorie
Cronaca

Taranto: tromba d’aria disperde polveri dell’Ilva.

Taranto: tromba d’aria disperde polveri dell’Ilva.Preoccupante fenomeno di una tempesta tossica video ripresa ieri a Taranto che ha fatto alzare le polveri di minerale e carbone stoccate all’Ilva di Taranto riversandosi sul quartiere Tamburi e su tutto il Salento. Su Facebook è apparso un video di un automobile che viaggia lungo la statale a pochi metri dall’impianto siderurgico Ilva, gestito da ArcelorMittal, mentre una colonna di carbone e minerale viene portata in aria da una violenta tromba d’aria. Non si tratta di un nuovo problema, tenendo conto dei venti caratteristici della zona, ma le nuove gigantesche coperture costruite sul parco minerario non sono state in grado di neutralizzare la dispersione di polveri che ha provocato il disastro ecologico e umano della città dei due mari. Non sappiamo se alla presenza di fumo corrisponda anche uno sforamento dei livelli di guardia   dell’inquinamento atmosferico ma esprimiamo comunque preoccupazione per uno “ spettacolo “ a dir poco sconcertante che ha investito tutto il Salento. Pertanto Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,  chiede che siano monitorati costantemente i livelli di sostanze nocive presenti nell’aria di Taranto e del Salento ed anche quindi nelle ore notturne. Respirare aria pulita è un diritto fondamentale per la salute e il benessere di tutti e soprattutto per i più piccoli per i gravi rischi per l’infanzia derivanti da una mal’aria. E’ il momento di passare dalla presa d’atto alle azioni possibili. Al ministro dell’Ambiente chiediamo di farsi garante della salute della popolazione e dei lavoratori tarantini facendo in modo che lo stabilimento dell’Ilva venga riautorizzato con prescrizioni che prevedano tempi certi e serrati per l’ammodernamento dell’impianto e per la riduzione delle emissioni a partire dagli inquinanti più pericolosi per la salute, come le diossine, i furani e gli Ipa. Ecco il video: https://www.youtube.com/watch?v=dK_fMyO7wSc

Categorie
Consumatori

Multe record, anzi scioccanti: multata perché andava a 703 km/h

Multe record, anzi scioccanti: multata perché andava a 703 km/h

Guidare a quasi 703 km / h con un’auto, vi sembra possibile? La battaglia di Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, contro le multe seriali ed a raffica utilizzate dagli enti allo scopo di “far cassa” prima che per la sicurezza stradale, utilizzando strumenti di rilevazione elettronica tipo autovelox, telelaser, tutor e photored oggi trova una conferma in un altro caso alquanto singolare che è stato portato all’attenzione su internet. Il fatto ancora una volta ad Osimo, in provincia di Ancona: un’auto Ford Focus è stata beccata dalla polizia di Osimo, alla velocità, udite udite di ben 703 km/h (ma di fatto ridotta a Km/h 598 considerando la decurtazione del 5% applicata). Non ci credevamo finché non abbiamo visto con i nostri occhi il verbale che è stato notificato alla proprietaria del mezzo, una cittadina di Jesi, che risulta chiaramente non essere un aeroplano ma bensì una piccola berlina. La polizia non sembra nemmeno essere stata allertata da queste immagini vertiginose poiché la velocità è stata addirittura corretta automaticamente a 598 km / h. Se l’autista ha ammesso di aver superato un po’ il limite dei 70 km / h previsti, non si aspettava però di dover andare davanti ai giudici per difendersi per tale eccesso di velocità. Una multa molto salata (142 comma 9bis del CdS), peraltro, visto che stiamo parlando di 863 euro (comprensivi di spese postali e notifica) oltre la decurtazione di 10 punti e la sospensione della patente di guida. La conducente, chiaramente, non ha alcuna intenzione di pagarla e perciò dovrà agire per vie legali, avviando una procedura con il suo avvocato per contestare l’errore della polizia. Le alternative sono due: un’istanza di annullamento al Comando di Polizia municipale o un ricorso al Giudice di Pace. La foto della sanzione è stata postata su Facebook  sulla pagina ” Comitato per il Rispetto del Codice della Strada”, dove è stata condivisa migliaia di volte e ha ricevuto migliaia di commenti. Ancora una volta appare sempre più evidente come questi strumenti elettronici e lo stesso sistema di gestione di questo tipo d’infrazioni faccia acqua da tutte le parti non consentendo la certezza fattuale, oltreché giuridica, di una sempre corretta rilevazione e contestazione delle infrazioni, poiché la necessità di rimpinguare i bilanci comunali, molto spesso spinge i comuni e gli alti enti locali a mettere al primo posto esigenze di cassa con conseguenti errori materiali, vizi di forma e violazioni della normativa e dei regolamenti per la contestazione delle infrazioni, piuttosto che la sicurezza stradale e la certezza delle verbalizzazioni ed il diritto alla difesa dei cittadini. Non ci resta che continuare a denunciare casi di errori simili, ormai decine per non dire centinaia non solo in tutta Italia ma anche all’estero e continuare a predisporre i ricorsi gratuitamente ai cittadini, sempre più  beffati dalle pubbliche amministrazioni accertatrici.

Categorie
Trasporti

Louisiana, aereo atterra sull’autostrada: la scena è incredibile

Un pilota è stato costretto per un problema meccanico a far atterrare il suo piccolo aereo sull’autostrada LA 3235 a Lafourche, in Louisiana. La manovra è avvenuta dopo avere superato un camion cisterna che trasportava carburante. Il pilota ha chiesto il permesso ai vigili del fuoco. L’autore del video ha commentato: “Sono rimasto piuttosto sorpreso, una scena del genere l’avevo vista solo nei film”. Fortunatamente, nessun veicolo, ha riportato danni e nessuno è rimasto ferito. Il traffico è stato fermato per meno di un’ora e gli equipaggi di emergenza hanno scortato l’aereo fuori dall’autostrada. Un episodio con un lieto epilogo. Tutto è bene quel che finisce bene, potremmo dire. Solitamente i piloti, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, effettuano tali manovre d’emergenza quando il volo è ‘possibile ma non consigliabile’ per ragioni diverse, come le pessime condizioni meteorologiche, perdita di carburante o avaria del motore. L’atterraggio in autostrada, comunque, ha scosso molti automobilisti. Alcuni hanno immortalato la scena coi loro smartphone, postando poi la foto sui social network. Un automobilista che ha assistito all’atterraggio dell’aereo in autostrada, ha postato il video su YouTube L’utente dice: ‘Sono in autostrada: un aereo ha appena atterrato davanti a me. Ecco il video: https://youtu.be/Z82HAQmZ7FU

Categorie
Turismo

Viaggi e COVID-19. Almeno quattro barche a vela partite dalle coste salentine con i relativi equipaggi e viaggiatori fermati dall’Autorità Portuale greca al largo di Merlera

Viaggi e COVID-19. Almeno quattro barche a vela partite dalle coste salentine con i relativi equipaggi e viaggiatori fermati dall’Autorità Portuale greca al largo di Merlera. Non concesso lo sbarco. Intervenga il Ministero degli Affari Esteri

Una notizia che lo “Sportello dei Diritti” ritiene doveroso dare in anteprima e che non avremmo mai voluto sentire dopo che da oggi, 1 luglio, dovrebbero essere state aperte tutte le frontiere dell’Area Schengen a seguito del progressivo allentamento delle misure antiCOVID-19: almeno quattro barche a vela con i relativi equipaggi e viaggiatori partiti dai porti della costa salentina sarebbero state fermate dall’Autorità Portuale greca al largo di Merlera, una delle prime isole che s’incontrano nell’Alto Jonio, dopo aver attraversato il Canale d’Otranto e che offrono un sicuro approdo per le tante imbarcazioni che ogni anno, specie nel periodo estivo si spostano dal Tacco d’Italia per un soggiorno nell’amena costa greca jonica.

Per comprendere bene il punto della questione che potrebbe riguardare migliaia di viaggiatori che scelgono di recarsi in Grecia con natanti privati, di seguito riportiamo le note pubblicate sul portale “Viaggiare Sicuri” del Ministero degli Affari Esteri che riportano ad una pagina all’uopo dedicata del Governo ellenico e dalle quali non si evincerebbe che possano essere prese misure così restrittive come il divieto di sbarco anche perché, purtroppo, regna ancora una grande incertezza in quanto non è rinvenibile alcuna ipotesi per questi viaggi:

1.7.2020

COVID-19: L’OMS ha classificato COVID-19 come “pandemia”, dallo scorso 11 marzo. Per contenerne la diffusione, a partire da gennaio 2020 sono state progressivamente adottate misure restrittive su scala globale (sospensione del traffico aereo, divieto di ingresso, respingimento in frontiera, quarantena obbligatoria, accertamenti sanitari).

In base all’art. 6 del DPCM 11 giugno 2020, gli spostamenti da/per gli Stati membri dell’UE, gli Stati parte dell’accordo Schengen, Regno Unito, Andorra, Principato di Monaco, San Marino e Città del Vaticano non sono soggetti a limitazioni. Sono quindi consentiti spostamenti verso questi Paesi anche per turismo. È sempre necessario verificare, prima della partenza, eventuali restrizioni all’ingresso in vigore nel Paese in cui ci si vuole recare. Tali informazioni sono disponibili sulle Schede Paese di Viaggiare Sicuri e sui siti web delle Ambasciate e/o dei Consolati italiani dei Paesi di interesse. Il rientro in Italia dai Paesi elencati è consentito senza limitazioni, fatte salve eventuali misure restrittive disposte per specifiche aree del territorio nazionale.
Il Ministro della Salute, con apposita Ordinanza, ha disposto che dal 1 al 14 luglio 2020 è consentito l’ingresso nel territorio nazionale dai seguenti Stati e territori: Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Repubblica di Corea, Thailandia, Tunisia, Uruguay, tuttavia a chi rientri in Italia da questi Stati si applica l’obbligo di sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario con le modalità di cui agli articoli 4 e 5 del DPCM 11 giugno 2020. Per maggiori informazioni, cliccare qui o visitare l’approfondimento di questo sito web.

 

1.7.2020

COVID-19. Aggiornamento: A partire dal 1 luglio sono ripristinati i collegamenti diretti (aerei e marittimi) tra Italia e Grecia, per i quali il Governo greco ha introdotto specifiche procedure di ingresso. Si raccomanda di prendere attenta visione DI QUESTO LINK. (al momento non consultabile con i browser Edge e Internet Explorer, si consiglia di utilizzare browser alternativi).
Si precisa che la pagina in questione è gestita dalle Autorità greche e non dall’Ambasciata d’Italia ad Atene.

Allo stesso link, è reperibile il Passenger Locator Form (PLF), un questionario che richiede informazioni dettagliate sul viaggio (quali ad esempio il punto di partenza, i dati sul viaggio, l’indirizzo di recapito in Grecia), che è NECESSARIO compilare almeno 48 ore prima dell’ingresso nel Paese.

Per maggiori informazioni consultare la pagina del sito dell’Ambasciata d’Italia ad Atene  “Grecia e Coronavirus – Domande frequenti”

Una situazione che per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se si procrastinasse oltre la necessità di ragionevoli controlli sanitari minimi, meriterebbe un intervento immediato della Farnesina per protestare contro misure come quella del divieto di sbarco non solo non indicata nell’apposita pagina dedicata indicata dallo stesso governo greco, ma che comunque non dovrebbero essere più applicate poiché l’emergenza, seppur non completamente cessata, si è notevolmente affievolita.

Categorie
Consumatori

“Rischio incidenti!” Rapex segnala un richiamo per la Mercedes Classe C

“Rischio incidenti!” Rapex segnala un richiamo per la Mercedes Classe C. Difetto di livello grave ai freni

                          

La Mercedes Classe C, è stato segnalata per un seria “allerta” dal Rapex – Rapid Alert System for non-food dangerous products, un organismo dell’unione europea impegnato nella vigilanza sul corretto funzionamento di tutti i prodotti in vendita nell’unione europea. L’avviso con “Livello di rischio serio” è inserito dalla Germania nel bollettino del 27 giugno 2020 al paese di origine, la Germania. Il richiamo che sta per essere attuato dalla casa tedesca riguarda le Mercedes Classe C prodotte tra il il 13 settembre 2018 e il 6 novembre 2019: Numero di omologazione: e1 * 2001/116 * 0431 * 49-53 Tipo: 204 Serie di modelli BR 205. La segnalazione con il codice di richiamo dell’azienda “4290201” numero A12 / 00902/20, nel bollettino Rapex pubblicato ieri riferisce che “I dischi del freno installati sull’asse anteriore potrebbero essere troppo piccoli (di diametro e spessore) e non starebbero simmetricamente nella pinza del freno. Di conseguenza, il rivestimento del freno può usurarsi e si può formare uno spazio tra il pistone e l’anello di tenuta, consentendo la fuoriuscita del liquido dei freni. Ciò comprometterà le prestazioni di frenata.” E il bollettino Rapex conclude sinteticamente ”non si possono escludere condizioni di guida non sicure”. Pur non essendoci stati incidenti – segnala Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” – è consigliabile che i proprietari di queste auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Mercedes Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. Volkswagen non ha indicato quanti modelli sono stati identificati in Italia. Segnalazione presentata dal Ministero dei trasporti di  Germania.d’agata

Categorie
Consumatori

“Presenza di Salmonella”: via dagli scaffali un lotto di salame nostrano dolce e con aglio a marchio MARIGA  

“Presenza di Salmonella”: via dagli scaffali un lotto di salame nostrano dolce e con aglio a marchio MARIGA  

                                                                 

Anche il Ministero della Salute, a causa della crisi mondiale da coronavirus che ha portato alla chiusura di ristoranti, bar e negozi, ha visto diminuire le proprie segnalazioni anche se tutte le attività di controllo sulla sicurezza alimentare proseguono. E’ di oggi l’avviso di “allerta salute” diramato dal dicastero su un lotto di prodotto alimentare richiamato dal mercato perché pericoloso per presenza di Salmonella. Con questa motivazione è stato richiamato dagli scaffali dei supermercati perché considerati potenzialmente pericolosi per la nostra salute. Nello specifico si tratta di un lotto di salame nostrano dolce e con aglio a marchio Mariga Giuseppe & C. sas. Il prodotto interessato è il lotto 170/2020 distribuito in singole unità da 700 gr. Il salame richiamato è stato prodotto da Mariga Giuseppe & C. sas nello stabilimento di Monticello Conte Otto (VI) in via Dell’Industria, 14/E. Secondo quanto riferito dal Ministero, il richiamo è stato reso necessario “per positività alla Salmonella” A scopo Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda ai clienti che hanno acquistato il lotto sopra indicato, di non consumare il salame del lotto segnalato e a consegnarlo al rivenditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale.

Categorie
Salute e benessere

Diserbante Roundup della Monsanto, Bayer patteggia e chiude 95mila cause con 10,5 miliardi di dollari.

Diserbante Roundup della Monsanto, Bayer patteggia e chiude 95mila cause con 10,5 miliardi di dollari.

Bayer ha raggiunto un patteggiamento da 10,5 miliardi di dollari per risolvere decine di migliaia di azioni legali negli Stati Uniti sul Roundup, il diserbante a base di glifosato di Monsanto accusato di causare il cancro. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti. Bayer ha “ereditato” il Roundup quando ha acquistato Monsanto nel 2018. Da anni il diserbante Roundup a base di glifosato è al centro di polemiche, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, poichè considerato sicuramente tossico da vari gruppi ambientalisti e probabilmente cancerogeno dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Pertanto il patteggiamento che riguarda circa 95.000 delle 120 mila azioni legali contro la Monsanto, “E’ come estinguere solo parte dell’incendio di una casa”, afferma Fletch Trammell, avvocato di uno studio legale che rappresenta 5.000 persone che non hanno aderito al patteggiamento.

Categorie
Trasporti

Taranto apre alle portacontainer della Cma Cgm: a luglio prima rotta per la Turchia

Taranto apre alle portacontainer della Cma Cgm: a luglio prima rotta per la Turchia

 

Dal 10 luglio le navi portacontainer di Cma Cgm scaleranno il porto di Taranto con il servizio Turmed. La rotta garantirà collegamenti tra la Turchia, l’Italia e la Tunisia attraverso il porto di Malta gestito dal gruppo. Con la toccata di Taranto l’Italia e la Turchia saranno collegate in tre giorni. I treni quotidiani in partenza dallo scalo pugliese garantiranno i collegamenti via terra con l’Italia centrale e con quella del Nord: Milano, Piacenza, Bologna, Jesi e Marcianise. Cma Cgm schiererà portacontaner da 1.100 teu., l’unità di misura di volume nel trasporto di container. Nello specifico, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, inizierà ufficialmente la ‘nuova vita’ del Molo Polisettoriale del porto di Taranto, che l’AdSP del Mar Ionio ha dato in concessione per 49 anni alla San Cataldo Container Terminal (SCCT), società del gruppo Yilport. Lo ha annunciato CMA CGM, liner francese di cui il gruppo dell’imprenditore turco Robert Yildirim ha una partecipazione azionaria pari al 24% tramite la Yildirim Holding: a partire da quella data infatti prenderà il via la nuova connessione con la Turchia attraverso il servizio container TURMED, che metterà in relazione i due Paesi con un transit time di 3 giorni e scali previsti anche nei porti di Aliaga, Gemlik, Izmit, Istanbul (Ambarli), Malta, Bizerte, Algiers, Sfax e Malta con 4 navi da 1100 TEUs. “Partenze ferroviarie giornaliere dal porto di Taranto forniranno inoltre una rapida ed efficace connessione intermodale verso il Centro e Nord Italia, in particolare alle città di Milano, Piacenza, Bologna, Jesi e Marcianise” informa una nota della compagnia transalpina, che mette in evidenza l’importanza dello scalo a Malta, “hub marittimo del gruppo in grado di fornire accesso alla rete globale dei servizi offerti, raggiungendo oltre 420 porti in tutto il mondo”. Inizierà così l’operatività del San Cataldo Container Terminal, che nei piani di Yilport dovrà arrivare a movimentare 2 milioni di TEUs all’anno nel volgere di 10 anni.

Categorie
Cronaca

Incredibile esperienza nel mare del Salento. Santa Maria Di Leuca, faccia a faccia con la tartaruga gigante

Incredibile esperienza nel mare del Salento. Santa Maria Di Leuca, faccia a faccia con la tartaruga gigante: l’incontro del campione del mondo di apnea Michele Giurgola. VIDEO Più volte noi dello “Sportello dei Diritti” abbiamo segnalato particolari esperienze vissute nei Nostri Mari. Jonio e Adriatico che nonostante lo sfruttamento umano si dimostrano ancora generosi. Così come è generoso, l’incontro a sorpresa con una gigantesca tartaruga caretta caretta. Il pluricampione del mondo di apnea, Michele Giurgola che nuotava al largo delle coste di Santa Maria Di Leuca si è trovato faccia a faccia con un’enorme tartaruga marina. La testuggine che era posata sul fondale a 25 metri di profondità si è fatta accarezzare dolcemente la testa dall’apneista. Di gran lunga la tartaruga più grande che abbia mai visto. Credo sia più lunga di un metro e mezzo. “Decisamente più grande di me. Ricordo solo che la sua testa era più grande di un pallone da calcio. Era molto docile e la mia presenza l’ha lasciata impassibile.” ha raccontato Michele Giurgola. Immagini quelle del video, se non inedite, quantomeno rare per i mari nostrani, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”che c’inducono a pensare che poco oltre le rive delle nostre coste nuotino ancora indisturbati animali da rispettare e preservare. Ecco il video: https://youtu.be/MtCxR_PomY0