TURCHIA, Lancini (Lega): “L’UE fermi l’ondata dei migranti e si schieri senza indugi contro le mire di Erdogan” Bruxelles, 2 Mar – «L’ennesimo ricatto del sultano Erdogan si sta concretizzando ora dopo ora ai confini dell’Europa con l’aumento della pressione migratoria alle frontiere della Grecia (sia nelle isole che nella zona di Edirne). In questa situazione, l’Unione Europea ha il dovere di prendersi le proprie responsabilità, approntando nei prossimi vertici misure concrete e definitive: non è sufficiente una reazione con dichiarazioni ufficiali di condanna ed un aumento del personale Frontex nei centri di smistamento dei migranti in Grecia. Serve innanzitutto un forte sostegno al blocco dei flussi in Grecia e sulle varie direttrici mediterranee (Balcani Occidentali, Italia, Spagna) per disinnescare la “bomba migratoria”. In secondo luogo serve una nuova strategia di lungo periodo nei confronti delle minacce crescenti della Turchia che fermi la destabilizzazione e blocchi l’espansionismo verso la Siria e nella Zona Economica Esclusiva di Cipro, che minaccia direttamente gli interessi legittimi di numerose imprese europee. Dopo che ben 6 miliardi di fondi europei sono infruttuosamente andati alla Turchia – non solo per la gestione dei profughi siriani ma anche per sostenere riforme interne in senso democratico che non si sono viste per niente – l’Unione Europea chiuda una volta per tutte i rubinetti ad Erdogan, dichiari definitivamente respinta e non solo sospesa la procedura di adesione della Turchia e cominci a prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di comminare sanzioni economiche.» Lo dichiara in una nota l’europarlamentare della Lega Danilo Oscar Lancini.
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Abbiamo volutamente evitato di citare l’ente cui fanno capo le scuole aperte per non creare inutili allarmismi da parte degli allievi e dei genitori degli allievi e per permettere alle competenti autorità i necessari e doverosi accertamenti con la massima chiarezza.
A tutti è noto quanto è successo l’8 settembre del 1943. Badoglio, Capo del Governo dopo la caduta di Mussolini, fece alla radio quello sciagurato proclama che includeva il passaggio decisamente ambiguo: “[…] Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza […]”.
In questo modo a nessuno fu chiaro che cosa si dovesse fare, non sparare più agli alleati? Iniziare a sparare sui tedeschi? Il proclama era volutamente poco chiaro, i soldati i primi a farne le spese. Con questo ordine di reagire solo se attaccati ci si illudeva che gli americani si facessero loro promotori di un attacco contro i tedeschi al nostro posto, cosa che naturalmente non avvenne, così dopo, oltre ai soldati, anche tutti gli altri pagarono duramente. Ora come allora L’Italia è paese di poca chiarezza.
Comprensibile quindi lo sconcerto di quei docenti che la sera di domenica, primo marzo, apprendono via mail di dover tornare a scuola, dopo aver appreso sia dai media che dalla propria direzione la proroga delle limitazioni della scorsa settimana, in cui alla fine di molte incertezze risultò chiaro che le scuole dovevano essere chiuse e, in base a quanto previsto dal Codice Civile i docenti non dovessero essere considerati in recupero giorni o ferie. La normativa di riferimento è l’art. 1256 del Codice civile:“L’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore (nel nostro caso dipendente della scuola), la prestazione diventa impossibile. Se l’impossibilità è solo temporanea, il debitore, finché essa perdura, non è responsabile del ritardo dell’adempimento”.
I giorni di chiusura per causa di forza maggiore devono quindi essere assimilati a servizio effettivamente e regolarmente prestato, in quanto il dipendente non può prestare la propria attività per cause esterne, predisposte da Sindaci o Prefetti, questo è infatti avvenuto a causa del coronavirus. Inoltre il mancato rispetto delle misure di contenimento è punito ai sensi dell’articolo 650 del Codice Penale, ed è previsto che il Prefetto, informando preventivamente il Ministro dell’Interno, assicuri l’esecuzione delle misure avvalendosi delle forze di polizia. Ci si chiede se questi risvolti penali valgano anche per il personale richiamato in servizio tramite mail serale e per i docenti, che non potendo svolgere attività didattica, se non quella a distanza, entrino negli istituti scolastici dove, presumiamo, le uniche attività ammesse dovrebbero essere quelle legate alla sanificazione. Tra il rinnovo con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1 marzo 2020 di quanto stabilito nella settimana precedente e una mail da parte di una Direzione Generale Scolastica che invita il personale a rientrare in servizio e che le assenze devono essere giustificate con recuperi, ferie e permessi come è dato capire, è comprensibile come il personale scolastico si senta sconcertato della poca chiarezza dimostrata nella “chiusura dei servizi educativi per l’infanzia […] e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle istituzioni di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione, Artistica Musicale e Coreutica, ferma la possibilità di svolgimento di attività formativa a distanza (attività formativa a distanza pare non essere mai stata fatta dai docenti delle scuole in questione). Dicano Conte e Fontana, dato che stiamo parlando di Varese, Provincia della Lombardia, e di scuole varesine come interpretare la sospensione delle attività, oppure si pronuncino sulla correttezza o meno, di una Direzione Generale Scolastica di prendere le decisioni prese., si presume in piena autonomia. Forse maggior precisione avrebbe dovuto averla anche il Vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala, nelle sue anticipazioni, raccolte tra l’altro da un giornale locale, dove, facendo degli “esempi” dice che è prevista la sospensione delle attività della scuola ma non la loro chiusura e che sarà permesso l’ingresso del personale per la sanificazione e ai docenti per attivare l’e-learning e l’ingresso del personale amministrativo. Esempi che evidentemente si sono prestati a più ampie interpretazioni e forse qualcuno ha pensato bene di estendere gli “esempi” di Sala a tutto il personale docenti e no, e-learning o no. Sparare contro gli alleati o contro i tedeschi ? Debellare il coronavirus o sperare che sia lui a risolvere i problemi che ci crea? Mi sa tanto che, in ogni caso, a farne le spese sono, come i soldati dell’8 settembre 1943, i docenti del 2020 e se poi toccasse agli altri? Siamo cosi sicuri di quello che si fa? O forse sarebbe meglio pensare a quanto dicono gli esperti, cioè che non abbiamo sufficiente assistenza (posti letto) nel caso di incontrollato sviluppo del virus e che molto probabilmente il virus era già in Italia prima della dichiarazione dello stato di emergenza (inizio di Gennaio). Si parla nel decreto di sanificazione per la riapertura delle scuole, vale solo per gli allievi o anche per il personale amministrativo, docente e dei servizi?
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Castiglione Olona, Sabato 29 Febbraio 2020, incidente in piazza della Repubblica con ribaltamento di un camion con piattaforma. E’ successo nel pomeriggio di ieri alle ore 15.30 circa, sono intervenuti sul posto i Vigili del Fuoco di Varese.
Sarebbe potuto andare decisamente peggio per gli operai a bordo di braccio meccanico di una piattaforma aerea. Il mezzo che reggeva la strutttura si è ribaltato: gli operai a bordo della piattaforma, per loro fortuna, sono rimasti illesi ma la paura è stata grande.
L’incidente è successo nel pomeriggio di ieri intorno alle 15.30 a Castiglione Olona in Piazza della Repubblica. Sarebbero ancora da chiarire le cause del ribaltamento dello stesso mezzo, che in quel momento stava compiendo dei lavori. Improvvisamente il mezzo si è inclinato, e si e’ ribaltata la piattaforma.
Intervenuti sul posto i Vigili del Fuoco di Varese con un’autopompa: a loro il compito di mettere in sicurezza il veicolo e far partire le operazioni di recupero dello stesso mezzo. Illesi, come già scritto sopra, gli operai a bordo del veicolo. A.L.
di Giuseppe Criseo
Oscar Dalvit, Presidente Migastone ci ha inviato in anteprima la sua app sul coronavirus. Vediamo come spiega il lavoro fatto:
DOBBIAMO FARE QUALCOSA! Ognuno di noi deve fare mente locale e pensare a COME può contribuire a combattere questa situazione. Stare in balia degli eventi senza fare nulla non è la strategia migliore.
Con questo spirito, ho deciso di mettere a disposizione i miei sviluppatori, per creare una funzione fondamentale per il tracciamento dell’infezione Corona Virus, una funzione che sarà probabilmente tra le prime al mondo nel suo genere. Utile anche per il tracciamento di qualsiasi altro tipo di epidemia.
Proprio per questo, è con piacere che ti annuncio che tu Giuseppe, sei stato selezionato per poter partecipare al beta testing di CORONA VIRUS APP ITALIA.
Spett.li Liquidatori,
in qualità di Segretari Nazionali delle OO.SS. comparativamente più rappresentative nel comparto nonché firmatarie dei contratti collettivi applicati dalla Compagnia Air Italy, siamo a richiedere un incontro urgente al fine di esaminare e discutere del piano di liquidazione della Compagnia, annunciato dal Presidente uscente Roberto Spada ai lavoratori in data 11.2.2020 e non comunicato preventivamente alle scriventi nonché delle ricadute sul personale in forza.
Riteniamo doveroso acquisire al più presto le informazioni prescritte dalla legge e necessarie alla predisposizione delle azioni opportune a difesa dei lavoratori, anche in considerazione dell’ampio mandato che risulta a Voi affidato dal verbale di assemblea straordinaria dell’11.2.2020 (Rep. 9252), di “gestione interinale dell’azienda anche in relazione alla continuazione dei servizi di volo” che, ad oggi, risultano invece sospesi.
Rimaniamo in attesa di urgente riscontro e di doverosa convocazione.
Segreterie Nazionali
FILT CGIL FIT-CISL UILTRASPORTI UGL-TA
F. Cuscito M.Mascia I. Viglietti F. Alfonsi
Sapevamo che prima o poi sarebbe successo anche da noi,
l’allarme è stato lanciato da Emanuele Monti: la persona è un anziano di 74 anni a BUSTO, l’uomo si è recato al Pronto Soccorso.
Niente di grave ma i sanitari stanno cercando di ricostruire i suoi movimenti.
Monti ha ringraziato i sanitari per il loro impegno costante e incessante e aggiungiamo noi, anche per il loro coraggio quotidiano nell’affrontare mille emergenze.