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Coronavirus, meno presenze in agriturismo

Coronavirus, meno presenze in agriturismo Coldiretti: luoghi sicuri dove scoprire territorio Grignani, Terranostra Varese: “Le nostre strutture sono in campagna, con ampi spazi tali da evitare assembramenti. Siamo tutti impegnati nell’osservanza delle normative regionali, ma senza allarmismi” VARESE – Gli agriturismi sono situati in campagna, anche in zone isolate, in strutture familiari e lontano dagli affollamenti, con spazi adeguati per i posti letto e a tavola: per questo sono forse il luogo più sicuro in Italia per difendersi dal contagio, fuori dalle mura domestiche, scoprendo al tempo stesso le bellezze e le tradizioni enogastronomiche del territorio. È quanto afferma Coldiretti Varese, in base a un monitoraggio di Terranostra, nel sottolineare che la paura irrazionale sul coronavirus sta provocando nelle strutture agrituristiche un calo delle presenze per pranzi, cene e pernottamenti. Nelle oltre 1600 aziende agrituristiche attive in Lombardia, l’allarme generato dalla diffusione del Coronavirus sta colpendo le prenotazioni di italiani e stranieri, con le disdette che arrivano anche da parte di chi aveva già deciso di recarsi in una delle strutture. I timori legati al coronavirus stanno coinvolgendo un settore che a livello lombardo conta oltre mezzo milione di presenze all’anno, con una rete di più di 14 mila posti letto e 40 mila coperti per il ristoro, e una capacità di rispondere alla nuova domanda green degli ospiti, dal trekking ai percorsi culturali a quelli benessere, dagli spostamenti in bicicletta all’accoglienza dei camperisti fino ai matrimoni, con la capacità di mantenere inalterate le tradizioni enogastronomiche nel tempo, che è fra le qualità più apprezzate, con piatti della tradizione preparati dai cuochi contadini. “Con grande senso di responsabilità, le imprese agrituristiche sono impegnate nell’osservanza delle ordinanze regionali e comunali – commenta Massimo Grignani, Presidente di Terranostra Lombardia e Terranostra Varese – garantendo l’apertura delle strutture laddove consentito. I comportamenti di precauzione sono necessari, soprattutto al fine di garantire la continuità dei servizi: la nostra forza è avere strutture in campagna, con spazi tali da evitare assembramenti. Chi offre servizio di pernottamento, ad esempio, spesso ha camere in alloggi indipendenti o con ingressi che non costringono ad attraversare spazi comuni”. “Come Terranostra – conclude Massimo Grignani – ci stiamo confrontando con l’assessorato regionale all’Agricoltura per affrontare questa situazione che rischia di provocare gravi ripercussioni sulle nostre attività. Abbiamo, infine, invitato tutte le imprese agrituristiche a informare correttamente i propri ospiti secondo le disposizioni di igiene divulgate dal Ministero della Salute”.

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Messa in sicurezza del versante della statale 34 del lago Maggiore

 La convenzione approvata dalla Regione è al Ministero delle Infrastrutture. Si aspetta l’ok. Sarà il Comune di Verbania a gestire gli appalti dei 25 milioni di euro per gli interventi previsti

In questi giorni la regione Piemonte ha approvato, con atto di Giunta il 21 febbraio, la Convenzione che formalizza gli impegni del Ministero delle Infrastrutture, per il finanziamento di 25 milioni di euro per la messa in sicurezza della statale 34 del lago Maggiore. La convenzione, una volta approvata dal Ministero, consentirà poi alla Regione Piemonte di rendere il Comune di Verbania, sub attuatore degli interventi, attraverso la firma di un successivo accordo di programma.

Afferma il Sindaco di Verbania Silvia Marchionini: “nei mesi scorsi ci siamo detti disponibili a Regione e Anas, una volta avuto l’ok da tutti i Comuni interessati, a seguire direttamente i lavori con i nostri uffici. Una scelta per velocizzare, per quanto possibile, i tempi d’intervento. Ora è stato fatto il primo passo formale della Regione verso il Ministero, a cui seguirà la firma dell’accordo tra Verbania e la Regione e poi il via alla procedura degli appalti e alla realizzazione delle opere seguite dal nostro comune”.

Nella convenzione sono individuati e ripartiti i ben venti interventi previsti sui comuni di Verbania, Ghiffa, Oggebbio, Cannero Riviera e Cannobio.

Quelli principali come da convezione sono:

– il consolidamento dei versanti con difese attive e passive, la pulizia e il taglio selettivo di alberi in località Carmine e Puncetta a Cannobio dal costo previsto di di 4,8 milioni di euro;

– la realizzazione della galleria para massi a sbalzo in località Formine, a Cannobio, dal costo di 2,5 milioni di euro;

– il consolidamento dei versanti con difese attive e passive, la pulizia e il taglio selettivo di alberi nelle frazioni Donego e Oggiogno a Cannero Riviera dal costo di 1,4 milioni di euro;

– il consolidamento dei versanti con difese attive e passive, la pulizia e il taglio selettivo di alberi in località Molinetto a Cannero Riviera dal costo di 1,7 milioni di euro;

– il consolidamento dei versanti con difese attive e passive, la pulizia e il taglio selettivo di alberi in località Piancassone e Cheggio a Cannero Riviera, dal costo di 4,5 milioni di euro;

– il consolidamento dei versanti con difese attive e passive, la pulizia e il taglio selettivo di alberi in località Ronco a Ghiffa dal costo di 2,2 milioni di euro;

– il consolidamento dei versanti con difese attive e passive, la pulizia e il taglio selettivo di alberi nel comune di Ghiffa al confine con Oggebbio dal costo di 1,3 milioni di euro;

– il consolidamento dei versanti con difese attive e passive, la pulizia e il taglio selettivo di alberi in frazione Novaglio a Oggebbio dal costo di 3 milioni di euro.

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Contagio da SARS-Cov-2

In presenza di caso sospetto, non recarti al pronto soccorso: chiama il tuo medico di base. Se, invece, pensi di essere stato contagiato: chiama il 112.

Per informazioni e aggiornamenti apri https://www.iss.it/ oppure telefona al 1500.

Contagio da SARS-Cov-2

Analisi e alcune indicazioni per un Piano di Difesa Sanitaria Nazionale

ed essere pronti a circoscrivere epidemie, pandemie e bioterrorismi.

È un’illusione che il virus sparisca da solo e la sua diffusione possa essere contenuta dai cambi di rotta tipo: l’attivare il prelievo di tamponi per individuare tutti gli infettati e poi decidere di effettuarli solo in presenza di effetti chiaramente attribuibili al virus. Oppure il decidere che i decessi devono essere ora certificati dall’Istituto Superiore della Sanità invece che dai tecnici sul campo.

Ovviamente speriamo di sbagliarci ma la tipologia di questo virus, sempre che non muti in peggio, ha una larga e subdola diffusione e quanto accaduto in Cina lo dimostra perché, nonostante i rapidi e numerosi interventi delle autorità competenti, che hanno messo in quarantena oltre 60 milioni di abitanti, il contagio ha raggiunto ugualmente decine di nazioni.

Questo documento è la sintesi, per rappresentare a chi abbiamo eletto ad amministrare il Paese, analisi e indicazioni per varare il Piano di Difesa Sanitaria Nazionale e, mantenendolo sempre aggiornato, essere sempre pronti a circoscrivere i danni di presenti e future epidemie, pandemie e bioterrorismi.

Il virus SARS-Cov-2

COVID-19 è l’acronimo di Co (corona); Vi (virus); D (‘disease’, malattia) e 19 (l’anno di identificazione del virus).

In ritardo sia la Cina ha informare sul contagio sia l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarare l’emergenza sanitaria globale

Riguardo al vaccino contro il CoVid-19, servono sperimentazioni cliniche quindi, considerando i tempi necessari, nel migliore dei casi, non potrebbe essere immesso sul mercato prima del 2021.

È possibile che detto virus possa mutare, anche in peggio.

Il virus ha un’incubazione lunga e il portatore può essere anche asintomatico, e non è da escludere l’ipotesi che il virus si «annidi» nell’organismo senza generare sintomi. Ciò equivale a dire che, al momento, anche una persona senza le manifestazioni dell’infezione potrebbe veicolarlo in modo esponenziale.

Riguardo alla quarantena, si è passati da 7 a 9 giorni, poi a 14 giorni e infine c’è un caso positivo dopo 27 giorni. Qualcuno parla di una piccola percentuale, ma parla senza essere in possesso dei dati complessivi e, anche qualora fosse una piccola percentuale, sarebbero nuovi portatori che infetterebbero sempre in modo esponenziale altre persone. Pertanto, in via precauzionale, la quarantena dovrebbe corrispondere al sistema usato da secoli e cioè di 40 giorni.

Evidenziano che esiste la possibilità di recidiva sia i casi di recidiva segnalati dalla Cina sia il caso di Osaka dove una guida turistica di 40 anni ha contratto il virus alla fine di gennaio e, dopo un mese di cure in ospedale e un periodo di recupero, è stata dimessa il primo febbraio, quindi, il 26 febbraio, accusando mal di gola e dolori al petto è  stata di nuovo ricoverata e il giorno successivo risultava di nuovo positiva.

 

Il 27 febbraio 2020 è stato isolato, da ricercatori dell’ospedale Sacco di Milano, il ceppo italiano del coronavirus. Sono riusciti a isolare virus autoctoni, molto simili tra loro ma con le differenze legate allo sviluppo in ogni singolo paziente. Si tratta di una scoperta che consentirà ai ricercatori di seguire le sequenze molecolari e tracciare ogni singolo virus per capire cos’è successo, come ha fatto a circolare e in quanto tempo. Il passo successivo sarà quello di studiare lo sviluppo di anticorpi e quindi di vaccini e di cure da parte dei laboratori farmaceutici.

Tre considerazioni su temi dibattutissimi e controversi:

  1. In assenza di anticorpi il COVID-19 si propaga molto più velocemente dell’influenza stagionale, pertanto va contenuto in modo sistematico perché ogni giorno perso significa lutti e danni economici enormi.
  2. Mortalità del COVID-19. Ai primi di febbraio era intorno al 2% (calcolata dal rapporto decessi/infettati) ma può superare ampiamente il 3% (2.715 decessi e 80.000 infettati, pari a quasi il 3,4%). Tali valori, però, devono essere considerati solo come “valori minimi”, infatti la percentuale sta puntando verso il 4%.
  3. Confronto COVID-19 e influenza stagionale. Chi ritiene che siano all’incirca equivalenti, non sa fare i conti, poiché vengono confrontati i decessi verificatisi fino al 25 febbraio 2020 (Italia, 11 morti e 300 infettati) con gli 8.000 decessi conseguenti all’influenza stagionale dell’anno scorso. Siccome gli esperti affermano che la mortalità dell’influenza è stata dello 0,1% (quindi circa 34 volte minore di quella del Covid-19), si deduce che l’anno scorso ben 8 milioni di italiani l’abbiano presa; e come dato, francamente, appare eccessivo. Inoltre, una proiezione basata sul fatto che la mortalità dell’influenza è stata dello 0,1%, in caso di epidemia nazionale da Covid-19 estesa su tutto il territorio italiano, darebbe un risultato di oltre 200.000 decessi.

ADUC – Associazione Diritti Utenti e Consumatori   – comunicati@aduc.it

28 febbraio 2020 – Il cane di una donna infetta da Coronavirus è stato messo in quarantena a Hong Kong, dopo che alcuni campioni prelevati dall’animale sono risultati positivi al virus. Lo hanno annunciato le Autorità, secondo cui non c’è rischio di contagio da parte dell’animale. Il cane non ha sintomi della malattia, ha affermato il ministero competente. Ma “i campioni prelevati dalle cavità nasali e orali sono stati trovati positivi per il virus Covid-19”, ha detto un portavoce. Il cane è stato prelevato a casa della sua proprietaria mercoledì, una donna di 60 anni ricoverata in isolamento. Non ci sono prove che animali come gatti o cani possano trasmettere il virus all’uomo, ma il ministero ha stimato che gli animali domestici di persone infette dovrebbero stare in quarantena per 14 giorni. Saranno condotti ulteriori test sul cane, che rimarrà in isolamento fino a quando non risulterà negativo. Hong Kong conta 93 casi di Coronavirus, tra cui due morti. https://time.com/5792150/coronavirus-dog/ .

LA PREVENZIONE

Prima hanno detto che il virus si trasmetteva solo da una persona infetta a un’altra attraverso la saliva, la tosse, lo starnuto, i contatti diretti personali oppure toccando con le mani contaminate bocca, naso o occhi. Poi, invece, in Cina, al personale medico e paramedico non sono bastate le mascherine, copricapi e guanti per evitare di essere infettati.

Inoltre, nella nave da crociera Diamond Princess, messa in quarantena, nonostante i passeggeri fossero relegati nelle cabine con obbligo di non incontrarsi, si sono verificati più di 600 infettati.

Essendo ovvio che il virus si sposta nell’aria, depositandosi sui vestiti e/o sulla pelle, è dovere delle autorità attivare il contenimento dove si accertano infettati e respingere e/o mettere in quarantena chi arriva da nazioni non in grado di monitorare come in Italia i decessi e la loro causa e/o non attivano azioni efficaci di contenimento nei territori dove rilevano degli infettati.

Proteggere sé stessi

Lavarsi spesso le mani (dopo aver tossito/starnutito, dopo aver assistito un malato, prima durante e dopo la preparazione di cibo, prima di mangiare, dopo essere andati in bagno, dopo aver toccato animali o le loro deiezioni o più in generale quando le mani sono sporche in qualunque modo).

Proteggere gli altri

Se hai una qualsiasi infezione respiratoria copri naso e bocca con una mascherina consigliata dal medico curante.

In assenza di mascherina, coprirsi con un fazzoletto prima di tossire e/o starnutire, quindi gettalo via e lavarsi le mani.

OSPEDALI DI ECCELLENZA PER LA RICERCA E ASSISTENZA

Grazie al lavoro dei giornalisti i cittadini scoprono, aprendo https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/ospedali-come-marchio-eccellenza-irccs-puo-ingannare-paziente-mappa/5e8a0186-57ec-11ea-a2d7-f1bec9902bd3-va.shtml?refresh_ce-cp, che in Italia il Ministero della Salute ha assegnato nel tempo il riconoscimento Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) a 51 ospedali tra pubblici e privati ma in detto articolo si evidenzia anche che abbiamo disperso milioni di euro, visto che: almeno 17 hanno una produttività scientifica irrilevante e un’attività clinica scarsa, altrettanti non ricevono nessun finanziamento Ue e 4 non hanno pazienti reclutati in sperimentazioni cliniche. Pertanto, poiché la lotta contro le epidemie, pandemie e bioterrorismo ha come baluardo strategico proprio gli ospedali di eccellenza per la ricerca e l’assistenza, il Governo deve intervenire tempestivamente per stabilire gli standard minimi e dirottare i finanziamenti alle strutture veramente operative tipo lo Spallanzani di Roma, i cui ricercatori sono riusciti a isolare il Coronavirus.

AZIONE STRATEGICA

È essenziale che il Governo attivi e renda pubblico un “gabinetto di guerra” che sia operativo in modo che i cittadini si sentano veramente rassicurati e partecipi, limitando così gli effetti nocivi di una psicosi collettiva che può turbare l’Ordine e la Sicurezza Pubblica dell’intera Nazione.

Per valutare tutti gli aspetti inerenti al tempestivo intervento, facendo sì che le spese connesse siano un investimento e non un costo, occorre che il Governo intervenga il prima possibile per:

  • varare una legge che preveda la nomina di uno staff preordinato e operativo H24 che, di concerto con il Presidente del Consiglio in carica, possa assumere tempestivamente il comando centrale e abbia l’autorità di ordinare e coordinare tutti i settori, compresi quelli militari e civili, e che sia dotato di adeguate risorse finanziarie;
  • nominare i componenti a supporto di detto staff e l’assunzione del relativo personale affinché sia operativo H24;
  • obbligare Comuni, Regioni, attività economiche pubbliche e private, associazioni, a inviare in via informatica a detto staff, ogni 10 giorni, tutte le informazioni inerenti al personale, le attività, il territorio. In via prioritaria, essendo facile, far partire con le anagrafi comunali e con i dipendenti pubblici suddivisi per categorie. Obbligo essenziale perché, quale esempio, a oggi non ci è dato conoscere il numero complessivo degli appartenenti alle Polizie Locali/Municipali.

UNIONE EUROPEA e ITALIA

È inderogabile che il nostro Governo solleciti i membri dell’Unione Europea a predisporre rapidamente un Piano di Difesa Sanitaria Europeo che affronti:

  • il tema sanitario,
  • l’organizzazione della sicurezza pubblica,
  • il varo di nuove regole per le imposte e tasse per sostenere chi produce beni e servizi,
  • lo sviluppo dell’inscatolamento delle derrate alimentari in modo che possano durare per anni e il loro stoccaggio strategico al fine di consentire l’alimentazione minima garantita ai cittadini che in quarantena non possono acquistare prodotti freschi.

Inoltre, ricordando la celebre frase “Whatever it takes” (frase pronunciata da Mario Draghi, nel 2012, quando era governatore della Banca Centrale Europea, davanti ad una platea di investitori. Draghi affermò che la BCE era pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro, avviando un programma di acquisto del debito dei Paesi in difficoltà che fermò la speculazione finanziaria), oggi, con l’epidemia da Coronavirus in corso, occorrerebbe un “Whatever it takes” e dovrebbero affermarla i governi nazionali che siedono nel Consiglio Europeo perché la Commissione europea ha stanziato solo 230 milioni di euro per aiutare la lotta contro la diffusione del Coronavirus mentre gli Usa hanno stanziato 7,7 miliardi di euro per affrontare l’emergenza da Coronavirus.

In attesa dell’attivazione del Piano di Difesa Sanitaria Europeo, è dovere del Governo attivare tempestivamente un Piano di Difesa Sanitaria Nazionale, conferendo l’autorità di ordinare e coordinare tutti i settori, compresi quelli militari, il Dipartimento Protezione Civile e dotandolo di adeguate risorse finanziarie.

PIANO DI DIFESA SANITARIA NAZIONALE

Il Piano deve servire per:

  • fornire ai cittadini l’indicazione per creare un Baule di Sicurezza Alimentare. Si tratterebbe di generi alimentari in scatola e/o sottovuoto (non congelati, perché si deteriorerebbero in mancanza di energia elettrica; non liofilizzati, perché potrebbe non esserci l’acqua per diluirli) da tenere di scorta per ciascun individuo per essere autonomo per la durata di 15 giorni. In tal modo, prima delle scadenze di detti generi alimentari, il cittadino potrebbe utilmente consumarli, ripristinando il Baule di Sicurezza Alimentare. In sintesi, come succede, evitare l’assalto ai supermercati che, mettendo in crisi l’arrivo dei rifornimenti, alimenta nei cittadini l’ansia e l’angoscia;
  • individuare tutti gli accessi al nostro paese e il personale necessario per presidiarli;
  • creare un elenco aggiornato degli appartenenti ai corpi delle Forze di Polizia compresa la Polizia Locale e/o Municipale nonché delle guardie giurate e le loro società di appartenenza;
  • prevedere l’assunzione straordinaria in tutte le Forze Armate, visto che sono composte solo di 321.660 unità;
  • formare e assumere in numero adeguato medici-infermieri-tecnici-agenti per la sicurezza da inviare in tutti i punti di accesso al paese;
  • far produrre in numero adeguato gli indumenti completi per detti operatori affinché non vengano infettati;
  • creare un elenco delle apparecchiature utili da installare agli accessi al paese per rilevare e contenere in sicurezza eventuali contagiati;
  • individuare e predisporre molti luoghi idonei per le quarantene e validi per il trattamento sanitario e la sicurezza tesa a evitare fughe, intrusioni o altro;
  • censire i centri di raccolta delle derrate alimentari, prevedendo un eventuale razionamento affinché tutti possano essere riforniti per almeno un pasto al giorno;
  • allestire centri di distribuzione viveri in base al numero della popolazione residente in un’area nonché prevedere il personale da inserirvi per la gestione e sicurezza.

SUPPORTO ALLE FORZE DELL’ORDINE E DELLA DIFESA

Le criticità inerenti al contagio possono essere fronteggiate in maniera efficace dalle Forze dell’Ordine e della Difesa, dotando tutti i reparti d’idonei accessori di protezione e informazioni per contrastare e prevenire il contagio.

Il Governo deve tempestivamente stanziare i fondi necessari affinché siano garantite urgentemente tutte le misure di prevenzione e protezione idonee a tutelare la salute del personale e dei loro famigliari che, insieme al personale sanitario e a tutte le componenti della sicurezza nazionale, si trovano a combattere in prima linea un’ardua battaglia nell’interesse dell’intera collettività. In pratica serve:

  • organizzare dei seminari con medici congiuntamente a personale esperto in tecniche operative di primo intervento, immobilizzazione e messa in sicurezza dei fermati potenzialmente contagiati;
  • stabilire un luogo ove accompagnare i soggetti potenzialmente contagiati responsabili di reati o inottemperanti all’ordine impartito dalle Autorità;
  • interessare il Ministero della Giustizia allo scopo di ricevere disposizioni in caso di adozione di provvedimenti restrittivi sia di natura cautelare sia precautelare nei riguardi di soggetti potenzialmente contagiati;
  • indicare i luoghi ove verranno sanificate le autovetture di servizio che hanno trasportato soggetti a rischio, le uniformi indossate dal personale e le attrezzature utilizzate contaminate da materiale biologico individuando i luoghi di distruzione e smaltimento del materiale monouso o inutilizzabile;
  • predisporre una visita sanitaria preliminare al personale da impiegare nelle zone a rischio;
  • evitare l’impiego del personale che abbia superato i 50 anni di età e, soprattutto, di coloro che non godendo di ottima salute fisica potrebbero avere indebolite le difese immunitarie;
  • disporre il divieto di far rientro presso i reparti di appartenenza o presso le proprie famiglie a tutto il personale che ha operato nelle zone ad alto rischio contagio se non prima del periodo stabilito dal Ministero della Salute connesso con l’incubazione del virus;
  • evitare di inviare in missione il personale, perché se qualcuno venisse contagiato e sfuggisse al controllo, la diffusione del virus si estenderebbe in molte regioni d’Italia divenendo incontrollabile con riflessi di responsabilità anche sull’Amministrazione;
  • impedire a tutto il personale che al momento si trova presso i reparti d’istruzione di fruire di permessi/licenze nei luoghi ad alto rischio contagio.

Per affrontare un’epidemia e/o pandemia è indispensabile tutelare chi ci tutela.

Utile il comunicato https://infodifesa.it/coronavirus-se-un-poliziotto-venisse-trovato-positivo-al-tampone-saremmo-costretti-a-chiudere-intere-questure-o-commissariati/ dal quale estraiamo alcuni righi. In Veneto chiuse scuole, attività sportive e manifestazioni. Ma oggi negli uffici amministrativi delle questure e commissariati, sono a lavorare in centinaia che riceveranno migliaia di utenti presso gli uffici immigrazioni, passaporti e licenze. Mauro Armelao, Segretario generale regionale del sindacato FSP Polizia di Stato Veneto prosegue …. Nessun allarmismo ma si abbia il coraggio di sospendere le attività fino al 1° marzo anche per questi uffici pubblici, continuando a garantire ovviamente il soccorso pubblico. In attesa di conoscere il livello di contagio nella nostra regione, senza voler creare inutile allarmismo, ma per senso di responsabilità e di tutela verso gli operatori della Polizia di Stato impegnati a svolgere il proprio lavoro a contatto diretto con l’utenza, escludendo per ovvie ragioni gli uffici operativi e di soccorso pubblico, compresa la vigilanza agli uffici, quello che preme far presente e sottolineare è che i poliziotti non sono dei robot, quindi immuni a contagi da virus, ma sono persone in carne ed ossa che devono essere salvaguardate il più possibile per garantire così il massimo della presenza in caso di necessità.

CONSENTIRE LA RAPIDA CIRCOLAZIONE STRADALE

Per consentire il rapido intervento nelle emergenze è inderogabile garantire la circolazione stradale, in particolare per la rapida distribuzione delle merci.

Questo è possibile se gli enti proprietari e/o gestori delle strade hanno ottemperato al rispetto della legge come ricordato anche nella lettera prot. U.0007553 del 28 ottobre 2019 inviata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali e il personale – Direzione generale per la sicurezza stradale – Divisione II che recita: Il comma 6 dell’art. 13 del Codice della Strada stabilisce che gli enti proprietari delle strade sono obbligati ad istituire e tenere aggiornati la cartografia, il catasto delle strade e le loro pertinenze e che nel catasto devono essere compresi anche gli impianti e i servizi permanenti connessi alle esigenze della circolazione stradale. Tra gli impianti e i servizi permanenti è quindi compresa anche la segnaletica stradale in quanto strettamente funzionale alla circolazione stradale. Poiché tra i primari compiti degli enti proprietari e/o gestori delle strade vi è quello della apposizione e manutenzione della segnaletica, ne deriva che per la corretta gestione è necessario che gli stessi Enti si dotino dello strumento indispensabile del catasto stradale, strettamente correlato all’esigenza di garantire la sicurezza e fluidità della circolazione stradale, provvedendo al censimento della segnaletica esistente, propedeutico ad una valutazione della sua adeguatezza e di conseguenza programmando gli interventi di manutenzione e/o sostituzione degli impianti esistenti, anche valutando la possibilità della rimozione degli impianti superflui o non più necessari.

Poiché, nella quasi totalità dei casi, la nostra esperienza ha evidenziato che non sono state rispettate dette norme previste dal Codice della Strada, il Governo ha il compito di emanare tempestivamente una norma diretta agli enti proprietari e/o gestori delle strade che:

  • preveda congrue sanzioni amministrative per coloro che non hanno rispettato le norme già esistenti e ricordate dal Ministero;
  • imponga, prevedendo congrue sanzioni amministrative:
  • l’informatizzazione del Catasto delle Strade e della relativa segnaletica stradale;
  • l’inserimento dello stesso nel loro sito Internet;
  • l’invio immediato della prima banca dati sia al Dipartimento di Protezione Civile sia al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali e il personale – Direzione generale per la sicurezza stradale;
  • l’invio giornaliero delle variazioni sia al Dipartimento di Protezione Civile sia al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali e il personale – Direzione generale per la sicurezza stradale.

 

L’INFORMAZIONE

Varo di un Decreto Legge che nei casi di emergenze consenta agli organi d’informazione radio e televisivi di trattare l’argomento, vietando che dall’inizio alla fine, vi siano interruzioni pubblicitarie. Ciò per evitare il facile sensazionalismo che fa vendere pubblicità ma alimenta nei cittadini l’ansia e l’angoscia.

Da evitare: Non crea sicurezza vedere in televisione il Presidente del Consiglio che si scontra con alcuni Presidenti di Regioni, perché evidenzia al cittadino che non esiste un Comando Unico e che le decisioni sono tardive e derivino da informazioni limitate riguardo al territorio, alle attività, al numero e tipologia dei cittadini e via dicendo.

IL VIAGGIARE

Visto che i fatti si evolvono giorno per giorno e ora per ora, il consiglio base è di informarsi prima di prendere qualunque decisione aprendo sia http://www.viaggiaresicuri.it/ sia i siti delle autorità nazionali e locali dove ci si deve recare.

Occorre porre attenzione ai problemi relativi ai diritti dei consumatori per annullamenti di viaggi ed eventi di vario tipo.

Cosa succede per i diritti dei consumatori, per esempio, se uno spettacolo viene annullato, se un treno non parte o non ferma a una stazione, se un volo aereo viene annullato? Lo possiamo scoprire aprendo https://www.aduc.it e leggendo i comunicati e gli approfondimenti dell’Associazione Difesa Utenti e Consumatori.

L’INVITO

Se affrontiamo i problemi in modo pragmatico, riusciremo a mettere in sicurezza noi stessi e gli altri concittadini, evitando così che, in assenza di rifornimenti, si scatenino micidiali rivolte alla ricerca di cibo e medicinali.

È diritto/dovere di tutti attivarsi e far attivare chi abbiamo eletto a governare il paese, fornendo per primi tutta la propria disponibilità.

Sempre il pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà.

A leggervi, Pier Luigi Ciolli

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Tra Roma, Livorno (e Washington) si gioca il futuro di un nuovo Partito

 

Generalmente i quotidiani italiani registrano con una tutt’altro che velata nota di fastidio, con una stizza spocchiosa e irriverente che si palesa nelle parole, la nascita del “solito, ultimo, ennesimo” ‘partitino di Sinistra’. Vorrei elencare quali e quanti sono i Partiti, solo tra quelli che si candidano alle elezioni politiche – per le quali, giova ricordarlo, occorre comunque presentare un certo numero cospicuo di firme raccolte tra i cittadini, al fine di entrare in lizza e poter essere votati – che “ancora” si rifanno al Comunismo: Potere al Popolo!, Partito Comunista, Partito Comunista Italiano, Partito Comunista dei Lavoratori e Partito della Rifondazione Comunista, quest’ultimo il più antico e l’unico direttamente erede del glorioso e originale PCI, l’altra gamba di quella tradizione sarebbe il “classico” Partito Democratico ( PD) oggi egemonizzato dai Socialisti, che purtuttavia si comportano in maniera liberista su un’infinita di questioni, in particolare Estere. A questi si aggiungono una infinita (tra i 30 e i 40) gruppi politici che non si candidano alle elezioni, solo tra quelli che si proclamano Comunisti, e tutti di aspirazione nazionale. Questo senza contare – in parte è improprio, ma non del tutto – il vasto mondo anarchico, radicato nelle città e nei quartieri, a partire dall’universo storico, secolare, della piccola e anticlericale Carrara e dal “nuovo” (si fa per dire) “mondo faberiano” che fa capo a Genova. E senza contare nemmeno le poche, ma riconosciute da tutto l’universo “rosso”, creature ibride, sviluppatesi in diversi quartieri di Roma (in particolare San Lorenzo, Testaccio e Acilia-Ostia Lido). Tutte creature nazionali. E, infine, le correnti federaliste dalla Sardegna.

A Roma, alle elezioni suppletive per la carica in Parlamento prima ricoperta dal “conte” Paolo Gentiloni che ora è volato in Europa e deve essere sostituito, Potere al Popolo! (PAP!), organizzazione che ha chiarito un anno e mezzo fa essere dichiaratamente Comunista, candida la Ginecologa dell’Ospedale G.B. Grassi Elisabetta Canitano, “contro” il Socialista Gualtieri, Ministro dell’Economia del Governo in carica. A Livorno, invece, è particolarmente sviluppato il Fronte della Gioventù Comunista, ovvero la giovanile del Partito Comunista di Marco Rizzo. Questi due movimenti, sono gli unici che vanno in TV. Un appoggio indiretto a questo Governo era venuto solo da Rifondazione Comunista, da cui direttamente o indirettamente tutti costoro escono fuori (i primi a uscire furono il Partito dei Comunisti Italiani di Cossutta, che ci ha lasciati, e del Ministro Diliberto, che si è estinto, come del resto il Partito stesso del “glorioso” come si dice in gergo Armando Cossutta, che ci ha lasciati): il Segretario Maurizio Acerbo si era dimostrato favorevole, subito rimbrottato dal Segretario del Partito Comunista dei Lavoratori Marco Ferrando sino a quando l’intera “Sinistra Radicale” non si è ricompattata nel “no” a questo Governo.

In realtà sarebbe opportuno segnalare come Rifondazione Comunista si sia alleata a Sinistra Italiana, alle scorse europee, nella medesima lista, e che quest’ultima Sinistra sia al Governo, assieme ad Articolo 1, con Ministri e Sottosegretari. Ovviamente per la gente comune tutti costoro (sino ad Articolo 1, che pure è nell’orbita “PD”) passano ancora per Comunisti. Il PD si è tolto questa nomea col Renzismo e non sembrerebbe intenzionato a tornare sui suoi passi, ma, allo stesso tempo, si pensa di tornare al Socialismo. Ovvero?

In vista di una simile ipotesi che ancora non si realizza per assenza di senso compiuto, sarebbe opportuno chiarire dei punti. Tutta l’orbita a Sinistra del PD (da Articolo 1 sino alla Sinistra più totale) si rifà al “Socialismo del XXI Secolo”, agli incontri di “Porto Alegre”, al “martirio” di Carlo Giuliani, perché no. A un mondo che si è dato una sua struttura tra 2000 e 2001 in risposta alla cosiddetta “Guerra del Kossovo” del 1999 nella quale un Occidente (Unione Europea trainata da Gran Bretagna di Tony Blair e Stati Uniti di Bill Clinton) che vedeva forze Socialdemocratiche al potere di fatto “ovunque” ridisegnò la mappa USA del 1945 allargandola all’Est post-sovietico, stando comunque alle famose “regole del gioco” tanto sbandierate da Matteo Renzi recentemente, vale a dire ai principi di Libertà, Eguaglianza e Democrazia più o meno sostanziale. E questo dopo svariati decenni al ribasso a partire dal 1979 (Controrivoluzione iraniana ed elezione del “papa polacco” Giovanni Paolo II, vero artefice della cosiddetta “caduta del Comunismo”) e, naturalmente, del 1989, con la Caduta del Muro di Berlino, ma anche del 1999. Tre “9” in cui il pugile del Socialismo le prese di santa ragione. Ma poi, reagì, come si ricorda chiunque abbia tra i 30 e i 40 anni.

Ma, dovunque questo sistema, in questa gara tra i Socialdemocratici (cosiddetto Centrosinistra) e i Socialisti del XXI Secolo (cosiddetta Sinistra Radicale) avrebbe potuto portare, non si può prescindere dal rammentare che immediatamente subito dopo, l’11 settembre (data emblematica) del 2001 il mondo è stato travolto dalla cosiddetta “Guerra al Terrore” e in tutt’altre faccende affaccendato, ahimé. Si è fatto così largo una diversa narrazione che ha portato sino Trump, Salvini e Bolsonaro (e giù discendendo) e vedremo a cosa condurrà nel Mondo, una narrazione a mio avviso nefasta che mette in discussione l’ordine del 1945 non per mutarlo, ma per abbatterlo (questo, sempre a mio modesto avviso) ma che sta già risultando perdente in Italia (in realtà, caso a dir poco isolato nel Globo occidentale) .

La verità è che questo caso di Resistenza è talmente isolato – tutti lo sanno, e nessuno lo scrive – che una evoluzione “socialista” del PD, come e quanto un contenitore “unico” della Sinistra Radicale, se non esperimenti ancora più futuristici, non potranno mai vedere la luce in Italia senza una vittoria di Bernie Sanders a Washington e, soprattutto, a New York. Un altro pianeta.

Lorenzo Proia

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Il CAVALLO non e’ un PORTATORE del Coronavirus!!

Gent.mo Sig. Sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricole con delega all’Ippica,On. Giuseppe L’Abbate;

 
<Come portavoce del Comitato padovano contro il doping e la macellazione dei Cavalli da corsa,in questo periodo drammatico per tutta l’Italia,a causa della psicosi del “Coronavirus” che ha sconvolto il nostro vivere quotidiano,ritengo che l’unica nota “positiva”(se cosi’ vogliamo chiamarla…)di quanto sta’ accadendo attorno a noi;sia la riscoperta dello spirito di comunita’,di socializzare,del “prendersi” per mano,che avevamo “smarrito” a causa dell’avvento dei vari social e tornare a capire,quanto ancora siano importanti e fondamentali i rapporti umani non “virtuali”!
Considerata la chiusura “forzata” degli Ippodromi Italiani,La inviterei a lanciare degli spot televisi,ecc.,per “sfatare” le varie “FAKE NEWS”,che stanno creando solo dello squallido ed insensato “terrorismo”;precisando che i Cavalli NON sono portatori di alcun genere di VIRUS(come del resto tutti gli altri animali,anzi sono loro a rischio contagio per causa di noi umani:vedi il caso del morbo della cosidetta “Mucca pazza”,causato dalle schifezze con le quali l’umano,costringeva ad alimentarsi le povere mucche!),ma anzi chi li frequenta,puo’ solo trovare del beneficio per la sua salute e negli equilibri psico/fisici,considerato che i Cavalli,sono da sempre una formidabile “medicina” naturale per noi umani!
I Cavalli ti fanno scoprire il valore del silenzio,ti fanno capire che molte parole non servono a nulla(quante ne “sprechiamo” ogni giorno noi umani!),sanno conservare dei valori che noi umani abbiamo “dimenticato” nel tempo e per stare meglio con noi stessi,sarebbe sufficiente un affettuoso abbraccio quotidiano con il nostro adorato Cavallo,che ci “parla” con i suoi occhi e se solo fossimo piu’ umili nel riuscire a seguirne l’esempio,sicuramente vivremo in un mondo migliore!
Concludo con questa frase:”Senza di me,un Cavallo rimane tale,nobile e fiero. Ma io,senza il mio Cavallo,sono semplicemente un uomo”>.
 
La ringrazio per l’attenzione che mi ha dedicato ed in attesa di un Suo positivo riscontro,l’occasione mi e’ gradita per inviarLe i miei piu’ distinti saluti e sinceri auguri per il Suo lavoro Istituzionale.
 
In fede:
Celin Sergio
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Codici: rimborso pieno per le famiglie sulle gite scolastiche

 

Non c’è bisogno di un ulteriore intervento da parte del Governo, basta il Codice del Turismo, che sulla questione è chiaro e netto. È quanto sottolinea l’associazione Codici in merito ai rimborsi sulle gite scolastiche cancellate a causa dell’emergenza Coronavirus.

In questo clima di forte preoccupazione – dichiara l’avvocato Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – è bene fare chiarezza, anche per evitare confusione. Dopo l’intervento sui viaggi, questa volta vogliamo puntare l’attenzione sulle gite scolastiche. Abbiamo chiesto ai tour operator di evitare le penali per chi annulla una partenza per l’emergenza Coronavirus, ora li invitiamo ad attenersi al Codice del Turismo rimborsando le famiglie che hanno pagato le quote per mandare i figli in gita”.

L’articolo 41 del Codice del Turismo – afferma l’avvocato Stefano Gallotta, Responsabile del Settore Trasporti e Turismo di Codici – parla chiaro: il contratto di viaggio deve ritenersi risolto per impossibilità sopravvenuta, con obbligo di restituzione integrale di quanto pagato dalle famiglie. I tour operator, quindi, devono rimborsare tutto alle scuole, che a loro volta devono riconsegnare ai genitori le somme pagate. È importante ribadirlo, perché non vorremmo che in questo clima di grande caos dovuto all’emergenza Coronavirus ci si dimentichi dei diritti dei consumatori, adottando decisioni scorrette ed ingiuste”.

Il Codici è pronto a prestare assistenza alle famiglie che hanno problemi con il rimborso sulle gite scolastiche. Per informazioni e chiarimenti è possibile contattare l’associazione scrivendo un messaggio al numero WhatsApp 338.48.04.415, telefonando al numero 06.55.71.996 oppure scrivendo un’email all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

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Lino Ricchiuti, differimento dei termini di versamento della rata

“Le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio riguardo l’emergenza Coronavirus e una responsabile e propositiva collaborazione vanno raccolte e questo in particolare alla luce delle ricadute economiche. Per questa ragione Fratelli d’Italia chiede al ministro Gualtieri di disporre con un atto urgente un congruo differimento dei termini di versamento della rata, con scadenza 28 febbraio, per tutti quei contribuenti che abbiano aderito alla ‘rottamazione ter’ e che risiedano nei Comuni interessati dalle misure straordinarie disposte dal governo. E questo in attesa dei successivi provvedimenti che lo stesso ministro vorra’ prendere per tutelare gli operatori economici, ai quali e’ stata imposta la chiusura della propria attivita’. Si tratta di una misura importante, quella del differimento, visto che nel caso di mancato o tardivo versamento, anche di una sola rata, non sara’ possibile per i contribuenti accedere alle agevolazioni previste dalla ‘rottamazione ter’, rendendo cosi’ impossibile il rateizzo del debito”. Lo dichiara il viceresponsabile del dipartimento Attivita’ produttive di FdI con delega alle Partite Iva, Lino Ricchiuti. (AGI)

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Coronavirus: prevenzione anche per i  nostri ospiti della casa di riposo comunale

Coronavirus: prevenzione anche per i  nostri ospiti della casa di riposo comunale

Comunicato stampa del 23 febbraio 2020 – Sempre in un’ottica di prevenzione e limitazione del contagio da coronavirus, l’Amministrazione comunale rende note le misure prese dal Direttore Sanitario dr. Fabrizio Borsani in merito alle visite di familiari presso la casa di riposo comunale. Inoltre, sono state disposte misure cautelative del personale della struttura come da disposizioni ministeriali.

“Per tutelare maggiormente la salute dei nostri ospiti in questa situazione in continua evoluzione  -dichiara il Sindaco Raffaele Cucchi- condividiamo sera del  Direttore Sanitario della casa di riposo comunale, di vietare le visite presso la struttura, salvo casi strettamente necessari e autorizzati dalla direzione sanitaria. Ringrazio il dr.Borsani per l’attenzione alla salute dei nostri anziani che sono sicuramente più facilmente vulnerabili in queste circostanze.”

 
 
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Coronavirus:“Un Governo responsabile deve assumere Infermieri Medici e personale sanitario”

In poche ore si sta delineando una escalation da contatti positivi da Coronavirus sul territorio nazionale che ha già provocato purtroppo il decesso di due persone. Un Governo responsabile dovrebbe immediatamente prevedere le possibili complicanze legate alla diffusione virale e decretare d’urgenza assunzioni di nuovo personale sanitario.

La Sanità italiana dopo anni di tagli di posti letto e personale non è pronta a fronteggiare una possibile epidemia sul suolo nazionale con focolai su più fronti. Dai dati delle maggiori Federazioni professionali mancherebbero negli ospedali più di 60 mila Infermieri e circa 17 mila medici. I saldi negativi della carenza di personale già non permettono di garantire il diritto quotidiano alla salute dei cittadini, se a ciò si dovessero sommare le richieste di assistenza per ulteriori casi positivi da Coronavirus il sistema collasserebbe.

Chiediamo al Governo di concerto con il Ministro della Salute Speranza di non perdere tempo prezioso e procedere a colmare immediatamente la carenza di personale sanitario, anche prevedendo lo sforamento del deficit a causa dell’emergenza. Le polemiche politiche su responsabilità pregresse e attuali non interessano ai cittadini e al personale sanitario, per questo riteniamo che sia prioritario in questo momento potenziare la Sanità del paese attingendo alle graduatorie aperte di concorsi, alle mobilità, alle stabilizzazioni e all’indizione di concorsi straordinari per riuscire a fronteggiare una possibile catastrofe sanitaria.

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Adottate e non comprate gli animali

Adottate sempre e non comprate perché gli animali non sono oggetti, ma soggetti di diritto, esseri senzienti la cui vita va assolutamente rispettata. Siamo soddisfatti relativamente all’ottenimento di sanzioni più severe per chi commercia cani e gatti, ma rifiutiamo categoricamente ogni forma di business (legale e illegale) che ruota attorno ai nostri fratelli animali. Il termine commercio non può essere accostato a nessun essere vivente!” così esordisce Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani, in merito alla decisione del Parlamento Europeo che ha chiesto un sistema comunitario obbligatorio per la registrazione di cani e gatti, una definizione Ue degli impianti di allevamento commerciale su larga scala, noti come ‘fabbriche per cuccioli’ e una migliore applicazione della normativa esistente con sanzioni maggiormente stringenti.

Conclude Riccardo Manca, Vice Presidente degli Animalisti italiani: “Sicuramente è un passo in avanti. Ma siamo ben lontani dalla sacrosanta considerazione degli animali come esseri senzienti a 360 gradi e quindi degni di piena considerazione anche a livello giuridico. Il commercio di animali non dovrebbe proprio esistere. Non solo quello illegale. La vita non si compra e Animalisti Italiani di questo hashtag ne ha fatto anche una campagna nazionale. Il riconoscimento del pieno stato di soggetti senzienti anche a livello normativo avrebbe una cascata di ricadute positive in tutti i settori. Da quello delle pene per chi li maltratta o li uccide a tutti gli ambiti in cui vengono sfruttati, torturati, derisi e umiliati. Non sarebbero più vite di serie B  e questo assunto si configurerebbe come un enorme volano per l’abbattimento dello specismo e dell’antropocentrismo”.

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