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SAPPE “il carcere così come è strutturato oggi in Italia va cambiato.

“Come già ha fatto qualche giorno fa il Capo dello Stato Sergio Mattarella, anche il Santo Padre Francesco è tornato ad occuparsi della situazione penitenziaria oggi all’Angelus, recitato per la quarta domenica consecutiva dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico. Auspico che il suo autorevole richiamo e le sue preoccupazioni – “carceri sovraffollate che potrebbero diventare una tragedia” – non restino inascoltate dalla classe politica del Paese. Al Santo Padre rinnoviamo il nostro ringraziamento, anche per l’impegno al fine di migliorare le condizioni del personale della Polizia penitenziaria che lavora con impegno e sacrificio”.

Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commentando le parole di Papa Francesco oggi all’Angelus, nella quinta domenica di Quaresima.

Per il SAPPE “il carcere così come è strutturato oggi in Italia va cambiato. Noi crediamo che sia davvero giunta l’ora di affidare al Corpo di Polizia Penitenziaria gli uomini ed i mezzi necessari per assicurare il controllo dei soggetti detenuti ammessi a misure alternative, area penale esterna, permessi premio: parliamo, complessivamente, di più di 11omila persone coinvolte nell’esecuzione della pena in Italia”.

Per Capece “è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna -, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria, La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono gli Agenti di Polizia Penitenziaria”.

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Emergenza COVID-19. Tamponi mirati a operatore sanitari, forze dell’ordine, cittadini dichiarati rientrati dal Nord

NOTA INVIATA DA FSI-USAE SICILIA
(Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione sindacati Autonomi Europei)

Anticipata via fax /email Pec
Segue Raccomanda A.R.

Prot. N. 4821/03/2020 FSI-USAE Sicilia
Palermo 28 marzo 2020

Presidente della Regione Siciliana
On. Nello Musumeci
Palazzo d’Orleans
Indipendenza, 21
Palermo

Assessore regionale della Salute
Avv. Ruggero Razza
Piazza Ottavio Ziino, 24
Palermo

 

Oggetto: Emergenza COVID-19. Tamponi mirati a operatore sanitari, forze dell’ordine, cittadini dichiarati rientrati dal Nord, lavoratori autorizzati a sostegno dell’economia regionale

Facendo seguito a precedenti note inviate dalla scrivente Organizzazione Sindacale, mostrando senso di responsabilità e grande spirito di collaborazione, riteniamo che la situazione Emergenza COVID-19 ri-chieda una nuova fase, bisogna agire, senza aspettare il “respiratore” ed adottare nuovi accorgimenti fon-damentali per evitare il collasso del sistema sanitario regionale, già messo a dura prova. Per un paziente in-tubato e collegato settimane a un respiratore, in particolare con un quadro clinico già compromesso, la possibilità d’intervento è ridotta. Il respiratore deve essere l’ultimo supporto. E’ stato ripetuto più volte di rimanere a casa in presenza di febbre e tosse per limitare l’afflusso di persone in ospedale, perché non ci sono abbastanza letti ma ciò non è sufficiente per fermare il virus. E’ necessario l’impiego dei tamponi se-condo una strategia mirata, testando gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, considerati i casi di conta-gio che già si sono verificati in tali settori, le persone dichiarate ufficialmente rientrate dal Nord e le per-sone che lavorano autorizzate dal decreto “Cura Italia” in quei settori vitali per l’economia della regio-ne. Dedicare unità mobili per raggiungere i succitati cittadini presso le proprie abitazioni ed effettuare i tamponi domiciliari per diagnosticare l’eventuale positività al Covid-19 con personale dedicato, ricorrendo ad assunzioni e nell’immediato con prestazioni aggiuntive al personale del SSR. Altrimenti il crollo socio-economico regionale è dietro l’angolo. In attesa di gradito riscontro, porgiamo cordiali saluti.

I componenti della Segreteria Regionale
Renzo Spada
Salvatore Ballacchino
Pier Paolo Di Marco
Maurizio Cirignotta
Salvatore Bracchitta
Il Segretario Regionale
F.to Coniglio Calogero

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Covid19, Fsp Polizia: “Sicurezza interna a rischio per l’emergenza,

Covid19, Fsp Polizia: “Sicurezza interna a rischio per l’emergenza, subito contromisure economiche forti. La gente non sia strumento della criminalità”

 

“I primi fatti di cronaca che si stanno verificando in Italia e che sono collegati agli effetti delle restrizioni per il contenimento del contagio da Covid 19 confermano, anche prima del previsto, le preoccupazioni delineabili in tema di sicurezza interna. Non c’è modo di eludere questioni di una concretezza e di una semplicità estreme, la storia lo insegna: un popolo affamato, impaurito, esasperato è sempre presupposto di rivolte, assalti, problemi di ordine pubblico. Quando non è la malafede di chi vuole approfittarne, sono la disperazione e la mancanza di lucidità che stanno alla base di comportamenti antisociali. Ma, soprattutto, un popolo disperato è facile preda delle strumentalizzazioni della criminalità organizzata”.

Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale dell’Fsp Polizia di Stato, dopo i primi episodi di assalti, rapine e proteste registrate in diverse regioni a causa delle difficoltà economiche e sociali legate all’emergenza coronavirus. “Le forze dell’ordine – aggiunge – sono chiamate adesso a uno sforzo ulteriore per prevenire e gestire il disagio sociale, e donne e uomini della Polizia di Stato sono pronti come sempre. Ma serve uno sforzo comune: alleviare il senso di panico e sostenere i più deboli, infondere con determinazione il senso della concreta presenza dello Stato a tutti i livelli, fare appello al senso di responsabilità della gente che non deve rendersi strumento in mano ai delinquenti. Le Istituzioni devono prevenire il peggio, urgono misure economiche forti, è necessario mettere in campo tutto, fare anche l’impossibile per contenere non solo il virus, ma anche la disperazione e i disordini”.

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Sappe, misure alternative alla detenzione

CARCERI, SAPPE: “RIPARTIRE DA PAROLE CAPO DELLO STATO MATTARELLA. AFFIDARE IN VIA ESCLUSIVA A POLIZIA PENITENZIARIA IL CONTROLLO DI TUTTA L’AREA PENALE ESTERNA”

“Il Capo dello Stato Sergio Mattarella è tornato ad occuparsi della situazione penitenziaria con un richiamo che mi auguro non resti inascoltato da parte della classe politica del Paese. A lui va il nostro ringraziamento per l’impegno al fine di migliorare le condizioni del personale della Polizia penitenziaria che lavora con impegno e sacrificio”.

Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPA, commentando la lettera del Presidente della Repubblica pubblicata oggi da il quotidiano “Il Gazzettino” in risposta all’appello rivoltogli dai detenuti nelle carceri del Nord Est.

Per il SAPPE “il carcere così come è strutturato oggi in Italia va cambiato. Io credo che sia davvero giunta l’ora di affidare al Corpo di Polizia Penitenziaria gli uomini ed i mezzi necessari per assicurare il controllo dei soggetti detenuti ammessi a misure alternative, area penale esterna, permessi premio: parliamo, complessivamente, di più di 11omila persone coinvolte nell’esecuzione della pena in Italia”.

Capece torna a sostenere l’opportunità “predisporre al Ministero della Giustizia un urgente“tavolo tecnico” di tutti gli attori in causa, Magistratura, Autorità penitenziarie, Polizia Penitenziaria per mettere in campo, con la competenza e il contributo di tutti, una strategia comune, capace di rispondere in maniera più incisiva alle esigenze di sicurezza delle strutture e anche del territorio, dal momento che taluni detenuti che non rientrano ad esempio dal permesso, di sicuro rientrano nel loro territorio a delinquere!! E questo, per una società civile, non è ammissibile, tollerabile!”.

Per il SAPPE “è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna -, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria, La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono gli Agenti di Polizia Penitenziaria”.

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Coronavirus, si prepara lo sciopero di Cgil,Cisl, Uil contro il Governo

Cgil Cisl e Uil invitano e sostengono le proprie categorie e le Rsu, appartenenti ai settori aggiunti nello schema del decreto che non rispondono alle caratteristiche di attività essenziali e, in ogni caso, in tutti quei luoghi di lavoro ove non ricorrano le condizioni di sicurezza definite nel Protocollo condiviso del 14 marzo 2020, a mettere in campo tutte le iniziative di lotta e di mobilitazione fino alla proclamazione dello sciopero.

Chiedono, inoltre, un incontro urgente al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell’economia e delle finanze finalizzato a modificare l’elenco di codici Ateco contenuti nell’allegato 1 al DPCM del 22 marzo 2020. Nei giorni scorsi Cgil Cisl e Uil hanno sollecitato un incontro urgente al Presidente del Consiglio per verificare gli effetti applicativi del “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Codid-19 negli ambienti di lavoro” e per chiedere misure più rigorose di sospensione delle attività non essenziali alla luce della consistente progressione dei contagi. Nell’incontro in video conferenza, tenutosi nel tardo pomeriggio di ieri, è stato proposto dal Governo uno primo schema di attività da considerare non essenziali sulla base dei codici Ateco. Unitariamente abbiamo continuato a sostenere la necessità di un intervento urgente che sospendesse tutte le attività lavorative non indispensabili. Il Dpcm e lo schema allegato firmato oggi, 22 marzo, dal Presidente del Consiglio e dal Ministro della Salute non tiene conto se non in modo molto parziale delle istanze e delle necessità che abbiamo posto all’attenzione dell’Esecutivo, prevedendo una serie molto consistente di attività industriali e commerciali aggiuntive rispetto allo schema iniziale presentato dal Governo, per gran parte delle quali riteniamo non sussistere la caratteristica di attività indispensabile o essenziale.

 

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Tamponi coronavirus, il Ministero rivede la propria posizione:prima i sanitari

ROMA 22 MARZO – Adamo Bonazzi, Fsi-Usae: I gesti valgono più di mille parole, prendiamo atto che ora si sono ristabilite le giuste priorità”.

 

Il Ministero della Salute con una nuova circolare, diffusa ieri, annulla e sostituisce la precedente circolare, emanata solo il 19 marzo scorso, che dava priorità nell’effettuazione dei tamponi al personale militare coinvolto nella gestione dell’emergenza e che era stata uno dei tasselli alla base delle nostre critiche ai provvedimenti contenuti nel D.L. “Cura Italia” portandoci a far girare il volantino con cui dichiaravamo la nausea per tali comportamenti governativi.

La  nuova circolare del prevede che “nelle attività di rintraccio dei contatti in ambito di sorveglianza sanitaria, sulla base  di  valutazioni caso per caso effettuate dall’operatore di Sanità Pubblica nella propria concreta attività, appare necessario identificare tutti gli individui che sono stati o possono essere stati a contatto con un caso confermato o probabile di COVID-19, focalizzando la  ricerca degli stessi con particolare attenzione alle 48   ore   precedenti   l’insorgenza   dei   sintomi   fino   al   momento   della   diagnosi   e dell’isolamento del caso” (…)  “Si rappresenta,  inoltre,  che, nei laboratori autorizzati per le analisi dei tamponi, la presentazione di campioni afferenti a personale sanitario dovrà ottenere priorità assoluta e la comunicazione del risultato dovrà avvenire in un arco di tempo massimo di 36 ore”.  

Insomma una inversione della direzione di 180 gradi che, ora, dopo le pesanti critiche di questa Organizzazione Sindacale, riconosce le giuste priorità.

Adamo Bonazzi, Segretario Generale Fsi-Usae  ha così commentato la circolare: “Poiché i gesti valgono più di mille parole, prendiamo atto di questa inversione di direzione e del fatto che ora si sono ristabilite le giuste priorità. Non ci fa esultare ma un riconoscimento del personale, anche se piccolo ed indiretto, non può che farci piacere”.

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Coronavirus.Carenza dispositivi di protezione in Sicilia per i sanitari

PALERMO – Il sindacato Fsi-Usae Sicilia (Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione sindacati Autonomi Europei) ha presentato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica di Catania sulla grave carenza di dispositivi di protezione negli ospedali siciliani, in particolare di mascherine. “Considerato che la fornitura, l’organizzazione, la logistica e compresa la distribuzione di mascherine chirurgiche, Ffp2 e Ffp3 e materiale di protezione, occhiali e tute per preservare il personale sanitario, spettano al governo, per tramite la Protezione civile, quest’ultima è tenuta a procurare questo materiale a tutta l’Italia“, denuncia Calogero Coniglio, segretario regionale della Fsi-Usae. Il sindacato Fsi-Usae della Sicilia ha deciso così di rivolgersi alla magistratura affinchè la Protezione Civile provveda a fornire i Dpi per la tutela della salute degli operatori sanitari siciliani. Proprio ieri il sindacato aveva chiesto il controllo del personale sanitario in prima linea negli ospedali e nel territorio, con l‘esecuzione dei tamponi ogni 5 giorni. L’Art. 34 comma 3 del D.L. del 2/3/2020 n. 9 “Disposizioni finalizzate a facilitare l’acquisizione di dispositivi di protezione e medicali e e l’ art. 7 del D.L. del 9/3/2020 n. 14 recita: “1. Il Dipartimento della protezione civile e i soggetti attuatori individuati dal Capo del dipartimento della protezione civile fra quelli di cui all’ordinanza del medesimo in data 3 febbraio 2020 n. 630, sono autorizzati, nell’ambito delle risorse disponibili per la gestione dell’emergenza, fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, ad acquisire dispositivi di protezione individuali (DPI) come individuati dalla circolare del Ministero della salute n. 4373 del 12 febbraio 2020 e altri dispositivi medicali, nonché’ a disporre pagamenti anticipati dell’intera fornitura, in deroga al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50”. L’esposto è stato presentato a tutela della salute degli operatori sanitari, i frequenti contagi tra operatori sanitari rischiano di svuotare gli ospedali di personale, e ancor peggio diffondere il contagio tra gli operatori sanitari, i cittadini e i pazienti all’interno degli ospedali. Abbiamo chiesto all’Autorità giudiziaria di intervenire per porre ordine ed individuare eventuali responsabilità dello Stato centrale, responsabile come dice il decreto della fornitura, del materiale di protezione. “Siamo indignati per quanto sta succedendo negli ospedali siciliani, il personale ha paura. La Fsi-Usae si fa interprete delle fortissime preoccupazioni di medici, Infermieri, Ostetriche,Tecnici, Oss, sino all’ultimo dei dipendenti della sanità pubblica e privata siciliana, denunciando la carenza di tutte quelle attrezzature utili a limitare e contenere i contagi a danno del personale, e con i propri legali ha messo tutto nero su bianco per verificare inadempienze e omissioni per prendere gli opportuni provvedimenti che il caso richiede”, conclude Coniglio. 

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ROMA, Covit i dipendenti pubblici minacciano la serrata

Sono diversi giorni che la FIP Federazione lavori Pubblici e Pubbliche Funzioni alza la voce col Governo per tutelare la sicurezza dei lavoratori, inascoltata oggi minaccia la chiusura degli Uffici Pubblici

Il comportamento irresponsabile di molti dirigenti delle Amministrazioni sta creando situazioni di grande pericolosità sociale e sanitaria. In queste ore abbiamo notizia di numerosi casi di contagio che interessano intere sedi delle  Amministrazioni centrali come la Presidenza del Consiglio, l’Agenzia delle Entrate, il ministero della Giustizia, il ministero delle Politiche Agricole, il ministero dell’Ambiente, il Dipartimento delle Finanze e altre, mentre sui territori sono ormai centinaia gli Uffici delle Amministrazioni centrali in cui si contano casi di dipendenti pubblici contagiati“. Così in una nota Marco CARLOMAGNO, segretario  generale Flp-Cse, Federazione dei Lavoratori Pubblici.

 ‘‘Nonostante ormai la vigilanza sanitaria si estenda in tutto il Paese con interventi sempre più restrittivi c’è ancora chi non capisce, o fa finta di non capire. -prosegue –
Eppure, le ultime misure previste nel Decreto Legge approvato nel Consiglio dei ministri di ieri e la Direttiva emanata a fine settimana dalla Ministra della Pa Fabiana Dadone, non si prestano a equivoci.
Bisogna tutelare la sicurezza del personale, ridurre la presenza all’interno degli Uffici, impedire al massimo gli spostamenti casa-lavoro, limitare al minimo le attività dipresenza solo ai servizi indifferibili” denuncia CARLOMAGNO.
 “La Flp, al fine di fronteggiare l’espandersi dell’epidemia e di tutelare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori, ha chiesto in data odierna al Governo la chiusura di tutti quegli Uffici che non sono in grado di garantire il rispetto di questi elementari presidi di
 sicurezza sanitaria” conclude CARLOMAGNO.
       
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Sindacato Europeo Lavoratori, lacune nella tutela degli operatori del comparto sicurezza pubblica e privata

Emergenza Nazionale Comparto Sicurezza Pubblica e Privata

 

A Sua Eccellenza Sig. Ministro dell’Interno,

con la presente visto la pandemia Codiv 19 che ha colpito la nostra Nazione, in qualità di consulente tecnico del Sindacato Europeo Lavoratori, per la Federazione Operatori di Polizia e Guardie Giurate, senza voler approfondire l’argomento Codiv19, visto il protocollo internazionale Homeland Security, vogliamo sensibilizzare i suoi uffici sulla necessità di attenzionare forse come non mai, le lacune nella tutela degli operatori del comparto sicurezza pubblica e privata, riguardo i DPI, intesi come maschere ffp3, guanti, occhiali e sovratute, per tutti; altresì per le guardie giurate, visto le difficoltà in occasioni dei rinnovi dei titoli di polizia, date dalla chiusura dei TSN e dalla sospensione delle visite medico legali, riteniamo indispensabile il congelamento a mezzo DM urgente delle intrinseche procedure, considerando i già numerosi casi di contagio tra gli operatori anzidetti e ritenendo che il sistema di sicurezza pubblica coadiuvato dalla sicurezza sussidiaria e complementare, non possa collassare, essendo indispensabile per il supporto tecnico operativo di garanzia nel funzionamento del sistema sanitario nazionale, concorrendo indi alla sicurezza nazionale.

Un’altra particolare attenzione vogliamo focalizzarla sui servizi di scorta eseguiti dagli operatori, i quali non potendosi proteggere con la distanza interpersonale, come anche per gli operatori delle pattuglie, chiediamo la valutazione di obbligare gli stessi dei DPI durante tutto il turno, oppure con ogni altra misura ritenuta utile, in ossequio proprio dei principi di tenuta anzidetti.

Nell’auspicio di aver fatto cosa gradita con questa nostra riflessione, intenta a contribuire con spirito di nazione, alla sicurezza della Repubblica, restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento o necessità, cogliendo l’occasione per porgere distinti saluti

SEL
Sindacato Europeo Lavoratori
Federazione Operatori di Polizia e Guardie Giurate
—————————————-
Per
Redazione VaresePress@ Roma
Rubrica Sicurezza Nazionale@

EP
Security Specialist S.M.
Security Consultant H.S.
International Risk & S.E.
Terrorism Expert
Intelligence Analyst
CTU & CTP
Member of the Security Committee M.I
Expert Labor Law Expert – Scholar and Legal Researcher

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Lettera aperta al personale di Polizia Penitenziaria

Non so neanche come iniziare il testo di questa lettera….sono troppe e tristi le cose che vorrei raccontare…oramai le chat, i social e i mass media hanno raccontato tutto…peccato che come al solito si sono dimenticati di raccontare di NOI, degli uomini e delle donne della POLIZIA PENITENZIARIA.

L’assalto alla notizia è stato piu’ importante rispetto a chi ne ha fatto parte o, per meglio dire, è emersa solo la componente relativa alle persone ristrette e tralasciata chi è intervenuto a salvaguardare l’istituzione. E’ proprio vero…siamo un paese fatto all’incontrario…. Non voglio entrare nel merito della questione politica perché non è mio compito, ma e’ mio dovere difendere i miei colleghi della Polizia Penitenziaria, ogni qualvolta vengono bistrattati, ignorati proprio da chi dovrebbe tutelarne l’immagine e la professionalità.

In questi giorni ho assistito ad eventi giornalistici e dell’Amministrazione Penitenziaria dove a farla da padrona è stata la popolazione detenuta, ove la problematica del sistema penitenziario è da imputare principalmente al sovraffollamento, alle carenze strutturali dei penitenziari italiani ecc. e, magari in parte, hanno anche ragione queste persone che parlano di carcere pur non conoscendone realmente il contesto. Come in tutte le cose, se non ci si ha a che fare direttamente, non si possono comprendere fino in fondo ed è presunzione pensare di esserne il protagonista. Il problema maggiore è che qui in molti ancora non hanno capito proprio nulla!!!! L’unica cosa che è emersa in questi giorni di difficoltà, sia per la gestione del Covid-19, che per il contenimento delle rivolte negli istituti penitenziari Lombardi e di tutta Italia, è che gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria hanno un senso di responsabilità e uno spirito di Corpo che va ben oltre ai compiti a loro deputati.

Basti pensare a come il personale di Polizia Penitenziaria del Carcere di Cremona, di Opera, Pavia e San Vittore, del Nucleo Provinciale di Milano, solo per citarne alcuni, hanno gestito e, stanno gestendo gli eventi di questi giorni, lavorando senza sosta e privi di mezzi appropriati per governare la situazione. Ci definiscono come un Corpo “POVERO”, di secondo ordine, addirittura piu’ di qualcuno ci chiama ancora “SECONDINI” e “GUARDIE CARCERARIE”, ma è proprio vero tra poveri ci si aiuta di piu’ e la dimostrazione di cio’ che è accaduto in questi giorni ne è la prova tangente. Anche le altre Forze dell’ordine che sono intervenute in ausilio si sono rese conto di come senza uomini e mezzi siamo in grado di operare e la loro riconoscenza è emersa in molti post nei social come molti hanno visualizzato. Siamo ancora figli di un Dio minore, ma abbiamo dimostrato e stiamo dimostrando come si opera all’interno degli istituti penitenziari con forza, spirito, legalità e tanta abnegazione. Grazie a tutto il personale della Polizia Penitenziaria degli istituti penitenziari della Lombardia e di tutta Italia. TUTTO ANDRA’ BENE….