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Cronaca

Video shock pubblicato su Facebook: la polizia blocca il collo con un ginocchio e muore soffocato

Video shock pubblicato su Facebook: la polizia blocca il collo con un ginocchio e muore soffocato Sono le ultime drammatiche immagini quelle postate su Facebook, di un afroamericano ucciso a Minneapolis da un agente di polizia che ha soffocato l’uomo bloccandolo a terra e premendogli il collo con un ginocchio. Un episodio che ricorda un altro caso simile e tristemente noto, quello del newyorchese Eric Garner nel 2014. Questa volta teatro della tragedia è Minneapolis, in Minnesota, e l’intera sequenza è stata filmata da una passante in un video shock, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che adesso scuote gli Usa. Secondo le prime ricostruzioni, alcuni agenti sono stati allertati sulla presenza di un uomo sospetto seduto in un’auto e che sembrava sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. I poliziotti giunti sul posto gli hanno intimato di scendere ma l’uomo ha cominciato ad opporre resistenza. Gli agenti lo hanno così bloccato a terra e, mentre cercavano di ammanettarlo, uno di loro gli ha tenuto premuto il collo con un ginocchio. «Per favore non riesco a respirare» «Lasciatemi, non riesco a respirare….». si sente nel video. L’uomo implora più volte gli agenti ma invano, anche se visibilmente in sofferenza. Poi arriva un’ambulanza ma è troppo tardi. Morirà poco dopo. «Quello che ho visto è terribile. Quell’uomo non avrebbe dovuto morire. Essere un nero in America non dovrebbe essere una sentenza di morte», è stata la reazione di rabbia del sindaco di Minneapolis Jacob Frey. La polizia ha avviato un’indagine e gli agenti sono stati sospesi. Anche loro indossavano body-cam. Ecco il video: https://youtu.be/C-QJcyVTrqw

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Coronavirus, tutti senza soldi-video

la crisi da coronavirus colpisce tutti, ma in maniera diversa e qualcuno ci ha girato un video (Thunder Top Team)

 

La crisi avanza e qualcuno ci scherza , altri sono depressi, giocano coi bimbi, bisticciano con le mogli, alcuni si sono dati al giardinaggio, coloro che hanno un pezzo di terra, altri a youtube, social, ecc.

speriamo che me la cavo

Qualcuno pensa “speriamo che me la cavo” come il film del 1992 diretto da Lina Wertmüller e interpretato da Paolo Villaggio. Il film è tratto dall’omonimo libro di Marcello D’Orta.

la pellicola non è ambientata ad Arzano, per ragioni di diritti d’autore, ma nell’immaginario paesino di Corzano. Inizialmente, la scelta dell’ambientazione del film era caduta sulla città di Napoli ma, non appena la troupe giunse nel capoluogo campano, fu avvicinata da alcuni personaggi vicini agli ambienti della malavita che pretesero il 10% del budget del film per permetterle di svolgervi le riprese[1], cosa che spinse dunque la regista a spostare la location da Napoli a Taranto, più precisamente nel suo Borgo Antico, e, per alcune riprese, nei comuni baresi di Altamura e Corato, oltreché in quello romano di Tivoli e quello napoletano di San Giorgio a Cremano; Paolo Villaggio, infatti, nel film si affaccia sul panorama di una Taranto vecchia (nella sequenza d’apertura del film viene pure ripresa da corso Vittorio Emanuele II la fabbrica dell’ILVA), pur essendo, dal punto di vista narrativo, ancora ambientato in Campania. (wikipedia)

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Ambiente

Video shock: due condor osservano minacciosamente tre barboncini dietro la finestra di un appartamento.

Video shock: due condor osservano minacciosamente tre barboncini dietro la finestra di un appartamento. Il lockdown spiega i suoi effetti anche sulla natura

Una donna cilena, Gabriela Leonardi, proprietaria di tre barboncini francesi, ha pubblicato un video a dir poco scioccante su TikTok prima che fosse ampiamente condiviso dai media spagnoli. Nella ripresa di circa un minuto è possibile vedere una coppia di condor, il noto rapace andino dalle grandi dimensioni, atterrare sulle ringhiere del balcone di un attico dopo aver individuato tre barboncini che, tutt’altro che spaventati, abbaiano eccitati mentre i giganteschi uccelli li tagliano fuori dalla finestra. Uno dei rapaci si muove lungo le ringhiere per avvicinarsi ai cagnolini ma la finestra di vetro continua a separare il predatore dalla preda. Il condor inizia a beccare la finestra nel tentativo di raggiungere uno dei cani. La donna autrice della ripresa è, tuttavia, convinta che gli uccelli siano innocui e vogliano solo giocare con i suoi animali domestici. Ha detto: “I condor continuano a venire qui parecchie volte negli ultimi tempi, il video di loro che giocano con i cani di cui tutti parlano è di un mese fa, ma soprattutto dal momento del lockdown sono stati sicuramente qui più frequentemente.” Gabriela ha detto che circa due anni fa il più grande degli uccelli, un maschio, è stato avvistato fuori da casa sua, ma che in seguito era stato raggiunto da una femmina e poi anche un terzo uccello aveva iniziato a presentarsi. Ha ammesso che la loro presenza si è fatta più frequente dal momento del “blocco” dovuto all’emergenza “Coronavirus” e ha persino dato loro dell’acqua da bere. La proprietaria dei barboncini sta anche dando loro degli scarti dal suo barbecue. I condor, presenti da tempo anche nei centri abitati del Cile, sono sempre più affamati a causa dell’assenza di persone dalle strade locali determinate dal lockdown del coronavirus e dalla minore presenza di rifiuti per le vie. In natura, i condor preferiscono mangiare carogne, mentre i condor andini sono soliti cacciare anche piccoli animali vivi come uccelli, conigli e roditori. Secondo i media locali, i rapaci stanno lottando per sopravvivere in città mentre le persone rimangono a casa durante la pandemia. Gli effetti del lockdown sugli animali selvatici però si stanno verificando in ogni parte del globo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“. Da più parti giungono immagini di diverse specie che si sono avventurati sempre più nelle strade che sono state abbandonate a causa del virus. Nel Regno Unito, i cervi hanno conquistato le vie deserte di East London. Negli Stati Uniti, più utenti di Twitter hanno notato coyote che vagano per le strade di San Francisco durante il blocco di tre settimane. A Benidorm, una colonia di gabbiani si è lanciata su un anziano che portava in mano la busta della spesa. La gente del posto ha affermato che gli uccelli sono divenuti aggressivi ed hanno iniziato ad attaccare le persone nei brevi tragitti che gli separano dal supermercato alle loro dimore. E sostengono che la loro normale fonte di cibo sia svanita dopo la chiusura di bar e ristoranti. Ecco il video: https://youtu.be/_I251Wz5iM0

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Salute e benessere

L’ecatombe del coronavirus. Il video shock: decine e decine di defunti accatastati in un ospedale del Nord Italia

L’ecatombe del coronavirus. Il video shock: decine e decine di defunti accatastati in un ospedale del Nord Italia. Dopo l’immagine dei camion militari sui social si condivide una scena raccapricciante che vale più di un monito: restiamo a casa In questi giorni ne abbiamo viste di tutti i colori, ma quello dominante è il nero. Come quello dei sacchi in cui decine e decine di defunti sono stati deposti e ammassati in un ospedale del Nord Italia, in video che sta circolando sui social e che pubblichiamo: https://youtu.be/zOed22CDaxQ. Una vera e propria ecatombe in queste immagini, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che vale più di tutti i moniti sinora lanciati. È l’invito più duro e tragico a restare a casa.