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Gallarate

Gallarate, diversi incidenti in giornata

Gallarate, diversi incidenti in giornata a causa del “fuori tutti” e della bella giornata, in tanti si sono riversati sulle strade e qualche disattenzione ha provocato l’intervento dei sanitari:

04:29 GALLARATE  via madonna in campagna 39
Coinvolta 1 persona: UOMO DI ANNI 26.

18:18 GALLARATE in  via arconti vittorio 41
 CADUTA DA BICI. Coinvolta 1 persona: RAGAZZA DI ANNI 12.
Enti allertati: CARABINIERI GALLARATE

 

20:21 GALLARATE (VA) – STRADA – viale mornera
INC STRADALE: CADUTA DA BICI. Coinvolta 1 persona: UOMO DI ANNI 55.
Enti allertati: Vigili Urbani di  GALLARATE

 

21:01 GALLARATE (VA) – STRADA – piazza risorgimento 14
INCINDENTE STRADALE: INVESTIMENTO PEDONE. Coinvolta 1 persona: UOMO DI ANNI 37.
Enti allertati: CARABINIERI GALLARATE

 

21:09 GALLARATE (VA) – STRADA – piazza lorenzo san
INCIDENTE STRADALE: INVESTIMENTO CICLIST. Coinvolta 1 persona: UOMO DI ANNI 64.
Enti allertati: CARABINIERI GALLARATE, COMMISSARIATO GALLARATE

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Cardano al Campo

Forza Cardano/Melato : “Un progetto per il turismo in provincia di Varese”

UNA CABINA DI REGIA PER LA RIPRESA DEL TURISMO IN PROVINCIA DI VARESE: LA PROPONE IL DIPARTIMENTO TURISMO DI FORZA ITALIA

“Un progetto per il turismo in provincia di Varese”: lo propone e lo chiede Milena Melato Commissario di Forza Italia a Cardano al Campo e neo-responsabile Provinciale del Dipartimento Turismo del partito azzurro. “Si tratta di un settore strategico per il nostro territorio, che va sostenuto con misure urgenti in vista dell’avvicinarsi della stagione estiva – spiega Milena Melato – visto che dal governo nazionale ci si limita a mettere in campo azioni di dubbio successo come il bonus vacanze, sul territorio non ci resta che rimboccarci le maniche e provare a lanciare idee e iniziative che possano supportare la ripresa e la ripartenza del turismo in provincia di Varese. Il progetto presentato al Coordinamento Provinciale di Forza Italia fa appello all’Amministrazione provinciale di Varese come soggetto promotore di una cabina di regia interistituzionale che metta attorno ad un tavolo, possibilmente in tempi rapidi, gli enti locali a vocazione turistica, la Camera di commercio di Varese, le associazioni di categoria del settore ricettivo (alberghi e bed&breakfast) e del commercio, per elaborare un piano straordinario di sostegno e di marketing per il settore turistico della provincia di Varese. “Oggi più che mai la nostra provincia avrebbe bisogno dell’Agenzia del turismo, frettolosamente dismessa dall’amministrazione provinciale di centro-sinistra negli scorsi anni, per poter immaginare azioni concrete per la promozione del territorio in vista di un’estate in cui presumibilmente molti italiani sceglieranno mete nazionali per le proprie vacanze – sostiene Milena Melato, Commissario di FI a Cardano al Campo e responsabile del Dipartimento turismo di FI in provincia di Varese – credo che le Istituzioni debbano mettersi in gioco per dare una mano ai nostri operatori turistici a risollevare un’annata che rischia di essere drammatica”. Tra le possibili iniziative da portare a questo tavolo, la creazione di un portale che possa raggruppare le offerte degli operatori turistici nel Varesotto facilitando la prenotazione online e l’utilizzo del bonus vacanze anche stringendo accordi con gli istituti di credito al fine di anticipare le risorse necessarie a sostenere gli sconti nelle fatture dei clienti a carico degli operatori, così come l’opportunità di mettere in rete il settore e le istituzioni locali comuni e provincia per promuovere una campagna promozionale sui social e sul web per attrarre turisti sul nostro territorio e intercettare quella parte di domanda turistica nazionale che possa rimpiazzare il prevedibile calo della turismo del nord Europa, che in particolare sul Lago Maggiore rappresenta un asset fondamentale”.

                                                                                           Milena  Melato

                                                                          COMMISSARIO FORZA ITALIA CARDANO

                                                                                  

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Consumatori

Nuova frode informatica. Si chiama “Vishing”

Nuova frode informatica. Si chiama “Vishing”. La Polizia Postale: attenzione alle telefonate da parte di finti operatori di società emittenti carte di credito. Lo “Sportello dei Diritti”: non comunicare a nessuno i nostri dati sensibili o bancari

Non passa giorno che il crimine informatico non ne inventi una. E proprio in questo periodo che è segnalato l’incremento di un nuovo tipo di frode informatica che è stata denominata “Vishing” perchè cambia poco dal phishing o dallo smishing se non nel metodo utilizzato per carpire nostri dati personali o quelli del conto corrente o della carta di credito. Questa volta è tramite una chiamata ricevuta sul telefono che si realizza la frode ma, come andiamo ripetendo da tempo noi dello “Sportello dei Diritti” è sempre e solo uno il motivo per cui veniamo presi “in castagna”: la nostra disattenzione. A lanciare nuovamente l’allarme è la Polizia Postale che con l’ennesimo ma efficace post sulla pagina Facebook “Commissariato di PS On Line – Italia” che rimanda ad un articolo sul sito istituzionale Commissariato di Ps fa il punto su questa nuova modalità criminale.

“La Polizia Postale e delle Comunicazioni informa che, nell’ultimo periodo, sono in aumento le denunce da parte di cittadini in relazione ad addebiti non autorizzati sulle proprie carte di credito, in conseguenza di raggiri via telefono noti alla polizia postale con il termine di “Vishing” (dall’inglese voice-phishing o phishing vocale).

La vittima di tali frodi viene contattata telefonicamente da finti operatori bancari o di società emittenti carte di credito, i quali riferendo di presunte “anomalie” nella gestione della carta di credito o del conto corrente, avvisano la persona che, nel suo stesso interesse, è necessario attivare fantomatiche “procedure di sicurezza”.

I truffatori richiedono quindi alla vittima di leggere a voce alta il “codice di conferma” che, proprio in quel momento, appare via messaggio sul display del telefono.

Tale codice, tuttavia, altro non è che il codice autorizzativo di una transazione che in quel momento i truffatori stanno tentando di effettuare via web ai danni dell’ignara vittima.

I cyber-criminali infatti, entrati precedentemente in possesso dei dati della carta di credito (numero di carta, data di scadenza e CVV), necessitano di conoscere tale codice di sicurezza per completare una transazione in corso, e sottrarre così il denaro della vittima.

Questa, credendo in buona fede di aver agito correttamente per mettere in sicurezza il proprio conto o la propria carta di pagamento, si accorge solo successivamente (spesso, al momento della ricezione dell’estratto-conto) che vi sono in realtà movimentazioni in uscita non autorizzate, pari anche a diverse migliaia di euro, per l’acquisto di beni e servizi mai richiesti su piattaforme online.

Si sottolinea ancora una volta l’importanza di non rivelare mai a nessuno, via telefono come via social o via email, i nostri dati più sensibili, le nostre password dispositive, i PIN o i nostri codici di accesso comunque denominati.

È opportuno diffidare sempre di fronte a soggetti che richiedono tali dati, presentandosi come operatori di istituzioni pubbliche, importanti aziende o istituti bancari. Utile invece procedere a semplici ed attente verifiche, contattando l’ente coinvolto che potrà confermare i nostri sospetti.

Al più presto, in caso di bisogno, è bene rivolgersi alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, a disposizione dei cittadini per ricevere denunce e per fornire ogni supporto e chiarimento, attraverso i propri uffici ed i propri canali virtuali (www.commissariatodips.it).”

Cambia il metodo ma non lo scopo, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.  Il modo migliore per difendersi, è quello di seguire le indicazioni della Polizia Postale. Nel dubbio, bisogna consultare direttamente i siti degli istituti bancari presso cui siamo clienti digitando l’esatta indicazione nel browser o di accedere direttamente dalle app ufficiali. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Istituzioni

La LIBERA RAPPRESENTANZA DEI MILITARI scrive alle Istituzioni

riceviamo e pubblichiamo

Signor Presidente del Consiglio

Signor Presidente della Repubblica italiana – pro tempore –
Signor Presidente del Senato – pro tempore –
Signor Presidente della Camera – pro tempore –
Signor Presidente della Corte costituzionale;
A tutti i parlamentari della Repubblica italiana;
A tutti i presidenti e i segretari delle organizzazioni sindacali dei Militari e non solo;
A tutti gli organi di stampa;
A tutti i dirigenti delle associazioni nazionali dei Partigiani;
A tutti i costituzionalisti e giuristi d’Italia;
A tutti i servitori dello Stato;
A tutto il popolo italiano;
“Lettera aperta no alla proposta di legge sul Sindacato di tipo Corporativo dei Militari che ricorda i Sindacati Corporativi dell’epoca fascista”.
Nell’aprile dello scorso anno la Corte costituzionale, con la sentenza n. 120/2018, ha finalmente cancellato l’anacronistico divieto di sindacalizzazione delle Forze Armate. Questo significa che i militari hanno vissuto, per settant’anni, in una condizione di incostituzionalità di fatto.
Un riconoscimento epocale che ci mette in linea con tutti i colleghi europei che godono dei diritti sindacali.
Attraverso questa lettera e nostro intendimento è quello di segnalare il testo emanato sulla legge dei diritti sindacali elaborato dalla “Quarta Commissione Difesa della Camera” a firma dell’On. Emanuela Corda ed altri membri della medesima commissione.
Noi del Sindacato L.R.M. reputiamo non idoneo democraticamente a tutela dei diritti delle lavoratrici e lavoratori dei Militari che in alcuni passaggi sembrano similari se non simili alla confederazione dei sindacati fascisti e corporativi del 1926.
Siamo preoccupati non solo per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori militari ma del pericoloso precedente storico che se questa proposta venga trasformata in legge calpesterebbe la nostra carta dei diritti.
Non si può accettare che la competenza sulle controversie in materia di comportamento antisindacale sia stata devoluta al giudice amministrativo e non al naturale giudice del lavoro.
Troviamo singolare il tentativo di individuare normativamente delle Commissioni Centrali e periferiche di conciliazione per la definizione bonaria delle controversie, istituendole in seno al Ministero della Difesa con nomina da parte del Ministro “un passaggio pericoloso che rievoca il giudice del lavoro nelle modalità imposte all’epoca ai sindacati corporativi di ventennale memoria.
E ‘improponibile che l’amministrazione che decide per l’amministrazione e in TAR del Lazio con i suoi biblici tempi e tutele ‘a singhiozzò.
Addirittura, sempre nella proposta leggiamo che vengono posti incredibilmente limiti anche alla democratica scelta dei militari iscritti che non potranno scegliere liberamente i propri rappresentanti.
Una modello di Sindacato che assomiglia a quelli dell’epoca ventennale memoria, altro che legge epocale in tempi di democrazia moderna.
Il Parlamento ponga rimedio a questo scempio e non macchi la legislatura con un’onta che ricadrebbe in tutta la comunità militare sia nazionale che europea”.
La storia ci insegna che nel 1926 fu costituita la “Confederazione generale fascista dell’industria italiana” ai sensi della legge 3 aprile 1926, n. 563.
Aveva sede in Roma e inquadrava sotto di sé le Federazioni nazionali di categoria, che rappresentavano i datori di lavoro di un ciascun settore (industrie estrattive, fibre tessili, legno, ecc.) e sul territorio si articolava in unioni provinciali.
Nel 1934 fu denominata “Confederazione fascista degli industriali”.
Con questa legge del 1926 venne, tra l’altro, realizzata l’istituzionalizzazione dei sindacati fascisti e legalizzato il loro monopolio per la rappresentanza dei lavoratori.
Ciò andava a significare che le Corporazioni divennero organi controllati dall’amministrazione statale, con “funzioni di conciliazione, di coordinamento ed organizzazione della produzione e di riconciliazione attraverso i tribunali del lavoro in caso di controversie tra il datore e il lavoratore”.
Quindi leggendo il testo sulla legge dei sindacati militari ci vengono in mente gli spettri del fascismo e delle sue corporazioni.
Noi del sindacato L.R.M. faremo tutto il nostro possibile per bloccare questa pericolosa legge sul sindacato “corporativo” dei Militari, e la nostra amarezza più profonda e verso coloro che hanno scritto il testo dimostrando una certa superficialità e leggerezza nei riguardi della nostra Costituzione e della nostra storia della repubblica italiana.
Dedichiamo a tutti i promotori e firmatari della proposta di legge sui diritti sindacali della Quarta Commissione Difesa uno stralcio del discorso del Professor il giurista Piero Calamandrei del suo intervento sulla costituzione all’università di Milano il 26 gennaio del 1955
“La costituzione è un pezzo di carta: la lasciò cadere e non si muove.
Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.
Per questo una delle offese che si fanno alla costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è -non qui, per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghe categorie di giovani- una malattia dei giovani.
” La politica è una brutta cosa”, “che me ne importa della politica”: quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà, di quei due emigranti, due contadini, che traversavano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime e il piroscafo oscillava: E allora questo contadino impaurito domanda a un marinaio: “Ma siamo in pericolo?”, e questo dice: “Se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda”. Allora lui corre nella stiva svegliare il compagno e dice: “Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare, il bastimento fra mezz’ora affonda!”. Quello dice:” Che me ne importa, non è mica mio!”. Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo: la libertà c’è.
Si vive in regime di libertà, c’è altre cose da fare che interessarsi alla politica.
E lo so anch’io!
Il mondo è così bello, ci sono tante cose belle da vedere, da godere, oltre che occuparsi di politica.
La politica non è una piacevole cosa.
Però la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai, e vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica. La costituzione, vedete, è l’affermazione scritta in questi articoli, che dal punto di vista letterario non sono belli, ma è l’affermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune, che se va a fondo, va a fondo per tutti questo bastimento.
È la carta della propria libertà, la carta per ciascuno di noi della propria dignità di uomo. Io mi ricordo le prime elezioni dopo la caduta del fascismo, il 2 giugno 1946, questo popolo che da venticinque anni non aveva goduto le libertà civili e politiche, la prima volta che andò a votare dopo un periodo di orrori- il caos, la guerra civile, le lotte le guerre, gli incendi. Ricordo- io ero a Firenze, lo stesso è capitato qui- queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni, disciplinata e lieta perché avevano la sensazione di aver ritrovato la propria dignità, questo dare il voto, questo portare la propria opinione per contribuire a creare questa opinione della comunità, questo essere padroni di noi, del proprio paese, del nostro paese, della nostra patria, della nostra terra, disporre noi delle nostre sorti, delle sorti del nostro paese.
Quindi, voi giovani alla costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto- questa è una delle gioie della vita- rendersi conto che ognuno di noi nel mondo non è solo, che siamo in più, che siamo parte di un tutto, nei limiti dell’Italia e nel mondo.
Tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie son tutti sfociati in questi articoli. E a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane.
dell’art. 52, io leggo, a proposito delle forze armate,” l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica” esercito di popolo, ma questo è Garibaldi
Quanto sangue e quanto dolore per arrivare a questa costituzione!
Dietro a ogni articolo di questa costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.
Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”.
Ci sentiamo dunque calpestati nella dignità non solo di servitori dello stato ma anche da cittadini della Repubblica italiana, bastavano delle piccole limitazioni legittime come “il divieto di scioperare e il trattare argomenti attinenti al servizio”, per il resto si poteva estendere a tutti i militari una legge equa a quella dei colleghi della Polizia di Stato in tema di diritti sindacali.
Difenderemo con ogni mezzo consentito dalla legge i nostri diritti ma soprattutto i principi della nostra costituzione rinnegando una proposta di legge sindacale di tipo corporativo similare a quella dei sindacati “fascisti”.

Evviva l’Italia!
Evviva la Repubblica!
Evviva la Costituzione!
Evviva l’Esercito!

Associazione Sindacale
LIBERA RAPPRESENTANZA DEI MILITARI
sindacatolrm@gmail.com

Palermo
30/05/2020

I Cofondatori

Sig. Girolamo Foti
Cav. Sandro Frattalemi
Dott. Marco Votano

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Comunicati

L’associazione “Teranga AIP” plaude la rete di solidarietà nata a Lecce dall’emergenza COVID19

L’associazione “Teranga AIP” plaude la rete di solidarietà nata a Lecce dall’emergenza COVID19. Mascherine prodotte, spese e pasti distribuiti agli invisibili e ad tanti che rimangono fuori dai circuiti istituzionali della “crisi”.

L’emergenza ed il blocco di ogni attività poteva generare ancor più difficoltà di quante non ne  abbiamo affrontate e ne stiamo affrontando in questo momento. Perchè in tanti, tantissimi tra gli “invisibili”, tra coloro che hanno pochissime protezioni sociali, o non ne hanno proprio potevano rimanere completamente nell’ombra e cadere ancor più nella disperazione. Un’ombra che significa ancor più fame e lacrime se nella città di Lecce e nella provincia, in poco tempo e con i gap determinati dalle difficoltà del “lockdown” non si fossero attivate delle reti di solidarietà tra persone comuni e associazioni. Ecco perchè, per il tramite dell’associazione “Sportello dei Diritti” – da anni sempre attenta a dar voce ad iniziative che incoraggiano l’intercultura e la solidarietà – Ablaye Seye, senegalese, ma residente da anni a Lecce, vicepresidente dell’associazione Teranga A.I.P., vuole manifestare la gratitudine per quanto accaduto e far conoscere alla cittadinanza tutta, ciò che si è realizzato durante il periodo clou dell’emergenza e sperare che tutto ciò che è stato fatto possa costituire le basi per una grande rete di solidarietà ed integrazione permanente anche per il futuro. Attraverso una serie di partenariati che hanno visto come capofila la stessa Teranga A.I.P. e il Lions Club Santa Croce di Lecce e collaborazioni con la “Rete volontari Martano”, il fattivo e costante sostegno dell’associazione Migrantes assieme ai Giovani per la Pace (della Comunità di Sant’Egidio) e all’associazione Laici Comboniani, l’associazione Popoli e Culture, si sono realizzate una serie di diverse iniziative che meritano di essere rese note. Basti pensare che per affrontare l’emergenza alimentare dal 22 marzo dal centro diocesano Migrantes di Via Tasselli partivano le “spese” che hanno raggiunto oltre duecento famiglie residenti nel comune di Lecce, non tutte leccesi, ma anche albanesi, colombiane, montenegrine, keniane, eritree, filippine, srilankesi, marocchine, ecuadoregne e senegalesi ed altre minoranze che vivono in città. Nel momento di massima difficoltà le donazioni ricevute hanno consentito di aiutare con oltre 750 spese le famiglie in difficoltà che riuscivano a contattare gli operatori attraverso Caritas parrocchiali o con il solo passa parola. Un impegno notevole che ha richiesto l’aiuto di una quarantina di volontari per poter garantire ogni giorno l’acquisto, la preparazione e la distribuzione delle spese. Ma anche il mercoledì e il venerdì la distribuzione di pasti ai senza fissa dimora e ad alcune famiglie segnalate all’ultimo , prima di poter consegnare la vera e propria spesa.

I numeri fanno capire quant’impegno è stato profuso: 750 spese distribuite, 70 pasti preparati 70 per due volte a settimana il mercoledì e la domenica e distribuiti ai senza fissa dimora e alle famiglie in difficoltà segnalate durante le giornate.

E poi, un ringraziamento speciale alla “Rete volontari Martano” che hanno realizzato il progetto della produzione di mascherine di prima emergenza “Covid”. In un secondo momento il progetto è stato portato avanti dalla laboriosità e volontà d’animo delle operatrici e sarte che hanno raggiunto una produzione di ben 22000 mascherine in doppio strato tnt 100g idrorepellente con filtro in cellulosa intercambiabile sanificate e imbustate distribuite gratuitamente anche alle associazioni di stranieri e che si occupano d’intercultura presenti sul territorio. Tra queste: Associazione Donne Senegalesi “La Linguere”, Associazione cubana Josè Marti, Africulture,  Associazione La diaspora,  Associazione Etiopia Eritrea Somalia, Associazione Noi Salento,  Associazione Senegalese Guiguy, Associazione Teranga/A.I.P

Non va dimenticata, infine, la numerosa serie di attività svolte durante la quarantena con la partnership creata tra  Associazione Teranga/A.I.P, Associazione Senegalese Guiguy con il sostegno di Migrantes e il Lions Club Santa Croce di Lecce:

– informazione e aggiornamento sulle normative e decreto relativi all’emergenza del covid 19;

– compilazioni delle domande per il bonus 600 euro;

– assistenza per l’accesso al call center Inps;

– distribuzione di alimentari e altri prodotti  igienici di prima necessità;

– supporto all’identificazione e la distribuzione di buoni spesa;

– mediazione e sensibilizzazione presso l’ambasciata senegalese per un sostegno ai cittadini senegalesi presenti nella regione Puglia;

– informazioni, aggiornamento e compilazione delle domande di sostegno per i cittadini senegalese presso l’ambasciata del Senegal a Roma.

Insomma, una serie d’iniziative che manifestano un grande impegno e spirito di comunità che per Ablaye Seye di Teranga AIP e Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, si augura possa avere creato legami, conoscenze tra i volontari e le famiglie e che serva a costruire una realtà cittadina migliore perché attenta alle necessità di tutti soprattutto a chi ha lasciato il proprio paese per cercare una vita migliore nel nostro.

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Sesto Calende

Sesto Calende, Patrik Panza, appello dei commercianti

 

Dal Presidente del Gruppo Commercianti, Artigiani e Terziario Avanzato di Sesto Calende nasce un appello, alla ragione, rivolto ai tanti utenti che in queste sere di inizio Estate affollano i Pubblici Esercizi della Città.

patrick

Un invito alla responsabilità dal quale vengono esentati i titolari dei locali (sui quali, già duramente colpiti dalla quarantena da Covid-19, sappiamo già di contare). Consci della voglia di un ritorno alla normalità si sensibilizza al rispetto delle regole elementari distanziamento sociale in primis. Abbiamo lavorato (ed il risultati sono sotto gli occhi di tutti) per creare spazi fruibili dagli utenti estendendo (o in alcuni casi creandone di nuovi) i plateatici proprio per offrire la migliore esperienza alla Clientela affezionata alla nostra Città. In queste sere saranno attive anche delle pattuglie composte da Carabinieri, Polizia Locale e Protezione Civile che avranno per lo più il compito di ricordare e sensibilizzare al rispetto di queste semplice regole. Sesto Riparte (anche con il buon senso di tutti)

 

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In evidenza

Regolarizzazione di un lavoratore straniero con istanza online

Questura di Varese — Ufficio Immigrazione – Modalità presentazione istanze Regolarizzazione (c.d. Sanatoria)

Con Decreto Interministeriale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale di ieri, sono state determinate le modalità di presentazione delle istanze per l’emersione dei rapporti di lavoro, possibilità introdotta con l’art. 103 del Decreto Legge 19 maggio n. 34 (c.d. Decreto Rilancio).

Non ci si deve presentare né in Ouestura né in Prefettura.

I datori di lavoro che intendono regolarizzare un lavoratore o che intendono assumere un lavoratore straniero, anche se irregolare sul territorio nazionale, devono presentare istanza online, tramite l’applicativo disponibile all’indirizzo https://mil1aostalavoio.dlci.ii e no.i2t/. Si ricorda che gli ambiti di lavoro ammessi sono: agricoltura, allevamento e zootecnia, pesca e acquacoltura e attività connesse; assistenza alla persona per sé stessi o per componenti della propria famiglia, anche non conviventi, affetti da patologie o handicap che ne limitino l’autosufficienza; lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare. Soltanto una volta verificata la sussistenza di tutti i presupposti di legge, il datore di lavoro e lo straniero si dovranno presentare in Prefettura per la firma del contratto di soggiorno.

Gli stranieri irregolari sul territorio nazionale — con permesso di soggiorno scaduto dopo il 31 ottobre 2019 e che prima di tale data abbiano lavorato (in maniera comprovata) in uno degli ambiti sopra citati – che vogliono richiedere il permesso di soggiorno temporaneo di 6 mesi, dovranno presentare l’istanza tramite gli sportelli delle Poste. In quella sede sarà comunicata la data per l’appuntamento in Questura. Entrambe le tipologie di istanze, possono essere presentate dall’ l giugno al 15 luglio, non è previsto un esaurimento dei posti; non vi è quindi necessità di presentare subito l’istanza. In considerazione dell’attuale fase di emergenza sanitaria derivata dalla diffusione del contagio da Covid-19, per i primi 8 giorni lavorativi, gli accessi agli uffici postali “sportello amico” per le richieste di permesso di  soggiorno sarà possibile rispettando la seguente ripartizione per cognome:

1 GIUGNO lunedì dalla A alla B 3 GIUGNO mercoledì lettera C

4 GIUGNO giovedì dalla D alla E 5 GIUGNO venerdì dalla F alla H

6 GIUGNO (lnattina) sabato dalla I alla L 8 GIUGNO lunedì dalla M alla O

9 GIUGNO martedì dalla P alla S

10 GIUGNO mercoledì dalla T alla Z

Successivamente al 10 giugno il servizio sarà erogato senza alcuna ripartizione alfabetica.

Si ricorda che per l’accesso alle procedure è necessario che lo straniero abbia fatto ingresso in Italia, in maniera comprovata, prima dell’8 marzo, senza esserne successivamente uscito. Inoltre, non sono ammessi alle procedure gli stranieri rientranti in una delle seguenti categorie: già espulsi in quanto considerati pericolosi; da ritenersi pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica; segnalati ai fini della non ammissione in Italia; condannati anche in via non definitiva per i seguenti reati: contro la libertà personale, inerenti agli stupefacenti, favoreggiamento immigrazione clandestina o di cui all’art.380c.p.p. Dettagliate informazioni sono disponibili al seguente link: https://www.interno.nov.it/it/notizie/emersione-dei-rap0oi ti-lavoro-pubbllcato-decreto-interministeriale

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Consumatori

La Regione Piemonte per le Piccole Imprese “Non Bancabili”.

E’ stata approvata oggi 30 maggio dalla Giunta Regionale una delibera a favore delle Piccole Imprese “Non Bancabili” ovvero quelle realtà che non riescono a dare alle Banche quelle garanzie che richiedono per concedere il prestito.

Il finanziamento massimo ottenibile è di 25 mila euro e il minimo di 3 mila euro e sarà garantito per l‘80% dal Fondo di Garanzia a costo zero.

Gli Istituti di Credito non potranno richiere ulteriori garanzie in quanto il Fondo opera come garanzia sostitutiva.

La durata del finanziamento, rimborsabile in rate mensili, è di 48 mesi per i finanziamenti fino a 10 mila euro e fino a 72 mesi per finanziamenti oltre i 10 mila euro.

La dotazione del Fondo è di 3,2 milioni di euro.

Un ringraziamento agli Assessori Regionali al Lavoro Elena Chiorino e alle Attività Produttive Andrea Tronzano che si sono molto impegnati su questo fronte.

Franco Simonetti

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ITALIA

Forze dell’Ordine. 900 aggressioni in 4 mesi, allarme di Maccari

900 aggressioni in 4 mesi alle Forze dell’Ordine. Maccari (Fsp): «Servono tutele a chi opera in strada. Dotateci di taser»

«Nei primi quattro mesi del 2020, oltre 900 aggressioni nei confronti delle Forze dell’Ordine, il 30% in più rispetto allo stesso periodo nel 2019, nonostante le restrizioni anti covid e le meno persone per strada. Siamo in balia dei balordi».

Lo dichiara Franco Maccari, V. Presidente Nazionale del Sindacato di Polizia (Fsp), commentando i dati dell’osservatorio “Sbirri Pikkiati”, pubblicati dall’ASAPS.

«Chi difende i difensori? Abbiamo bisogno di maggiori tutele, tra cui il taser e le telecamere sulle divise, affinché poi non si dica che i poliziotti sono violenti con gli inermi. Le telecamere – spiega Maccari – non prestano il fianco a chi, in maniera strumentale e per alimentare una ideologia perversa, vuole a tutti i costi vederci alla sbarra. La migliore risposta agli haters è la verità, quella che un video registrato da una bodycam, può restituire. Spiace constatare che queste aggressioni siano aumentate in maniera esponenziale durante i controlli anti covid. Questa – conclude – è la dimostrazione che i decreti varati dal Presidente Conte, hanno lasciato spazio a diverse interpretazioni, tra cui quella che la Polizia volesse esercitare un’attività di repressione. Risultato? Quasi 200 colleghi in più finiti in ospedale rispetto ai primi 4 mesi dello scorso anno!».c

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Eventi

Busto Arsizio, Mototerapia intervista al campione Vanni Oddera e Andrea Pisani

All’interno della storica azienda tessile di Busto Arsizio Antonio Aspesi srl si è tenuta la Mototerapia Take Away con il campione mondiale di motocross free style Vanni Oddera e il suo Team.

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L’evento è stato organizzato in collaborazione con la Onlus Mai Paura, grazie alla Presidente Dottoressa Emanuela Bossi che ha voluto riprendere le iniziative per permettere ai ragazzi con disabilità e ai pazienti oncologici di vivere entusiasmanti emozioni.

Nel weekend parteciperanno alla terapia 60 ragazzi e ragazze del Territorio.

Vi proponiamo l’intervista al campione Vanni Oddera e Andrea Pisani consigliere comunale di Cassano Magnago.