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Notifiche Immuni nei cellulari, privacy e rischi dal bluetooh

 

Da diversi giorni girano allarmi sulla privacy a proposito dell’app Immuni.

Vediamo di cosa di tratta

Immuni è la soluzione di notifica dell’esposizione del governo italiano, realizzata dal Commissario speciale per l’emergenza COVID-19 (Presidenza del Consiglio dei Ministri), in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Utilizza solo infrastrutture pubbliche situate all’interno dei confini nazionali. È gestito esclusivamente dalla società pubblica Sogei SpA Il codice sorgente è stato sviluppato per la presidenza del Consiglio dei ministri da Bending Spoons SpA ed è rilasciato sotto licenza GNU Affero General Public License versione 3. (https://github.com/immuni-app/immuni-documentation)

Come funziona?

  • La progettazione e lo sviluppo di Immuni si basano su sei principi principali: utilità, accessibilità, accuratezza, privacy, scalabilità e trasparenza.
  • È dotato di un sistema di notifica dell’esposizione che sfrutta Bluetooth Low Energy:
    • Quando due utenti si avvicinano sufficientemente l’uno all’altro per un tempo sufficiente, i loro dispositivi registrano reciprocamente l’ identificatore di prossimità mobile nella memoria locale. Gli identificatori di prossimità a rotazione sono generati da chiavi di esposizione temporanee e cambiano più volte ogni ora. Le chiavi di esposizione temporanee vengono generate in modo casuale e cambiano una volta al giorno.
    • Quando un utente risulta positivo per SARS-CoV-2, il virus che causa COVID-19, ha la possibilità di caricare su un server le sue recenti chiavi di esposizione temporanea. Questa operazione può avvenire solo con la convalida di un operatore sanitario.
    • L’app scarica periodicamente le nuove chiavi di esposizione temporanea e le utilizza per ricavare gli identificatori di prossimità a rotazione degli utenti infetti per il passato recente. Quindi abbina gli identificatori a quelli memorizzati nella memoria del dispositivo e avvisa l’utente se si è verificata un’esposizione rischiosa.
    • Il sistema non utilizza alcun dato di geolocalizzazione , compresi i dati GPS. Pertanto, l’app non è in grado di dire dove ha avuto luogo il contatto con un utente potenzialmente contagioso, né le identità delle persone coinvolte.
    • L’UTILIZZO DELLA TECNOLOGIA BLUETOOTH ESPONE I CELLULARI A RISCHIO: esistono dei dispositivi particolari (scanner e sniffer) che sono in grado di trovare un dispositivo Bluetooth anche se è impostato come “non visibile”. Questi non solo permettono ad un malintenzionato di trovare il dispositivo, ma nelle mani sbagliate potrebbero anche permettere intrusioni non autorizzate( https://www.tuttoandroid.net/curiosita/disattivate-bluetooth-non-lo-usate-ne-vale-la-sicurezza-del-dispositivo-387821/)

In realtà non c’è per nulla chiarezza tanto per cambiare:

  • Chi può sapere se è ammalato oppure no senza precisi esami che per ora non ci sono, viste defaillance di tamponi tanto per parlare del migliore per ora!
  • Se una persona si avvicina ad un’altra ammalata e quest’ultima non ha attivato il bluethoot a cosa serve l’app?
  • Serve a fini statistici e allora si facciano esami a tutta la popolazione e si trovi una soluzione seria dal punto di vista sanitario ma anche economico per dare tempo e risorse nel mezzo delle cure, non promesse di cassa integrazione e bonus che non arrivano, la gente non vive d’aria.
  • Senza la geolocalizzazione come si fa a sapere se un’area è a rischio?
  • Questioni tecniche per evitare che i dati vengano manipolati ma.
  • “I dati caricati nel servizio Analytics devono essere convalidati utilizzando un metodo che garantisce che i dati vengano inviati da un dispositivo reale, senza identificare né il dispositivo né il proprietario. Per soddisfare questi requisiti, sfruttiamo il framework DeviceCheck di Apple. Per i dispositivi Android, non abbiamo ancora identificato una tecnologia valida che soddisfi i requisiti con sufficienti garanzie. Per questo motivo, solo i dispositivi iOS possono caricare Analytics. Questa strategia è un compromesso accettabile tra visibilità del sistema e privacy degli utenti.
  • Se come dichiarato non ci sono garanzie, tutto il progetto deve essere accantonato.
  • Resta comunque oscuro come sia possibile che su un dispositivo privato si possa predisporre la notifiche che deve essere scaricata, ma se si parla di volontarietà non si può poi spingere android a predisporre i dispositivi senza che gli utenti lo sappiano e diamo l’assenso.
  • Il GOVERNO CONTINUA NELLE ILLEGALITA’, NELLO SPREGIO DELLE NORME COSTITUZIONALI.
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Cronaca

Il coronavirus può invadere il sistema nervoso centrale

Provocando infiammazioni al cervello, lo studio del professor Luca Steardo, dell’Unifortunato

Il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 potrebbe penetrare nel sistema nervoso centrale (S.N.C.) creando una  condizione di severa neuroinfiammazione, in grado di causare o aggravare il decorso di malattie, come Alzheimer, epilessia,  Parkinson disturbi come psicosi, disturbi da stress post-traumatico, autismo e depressioni maggiori: è l’ipotesi avanzata da un gruppo di neuropsichiatri e fisiologi guidati dal professor Luca Steardo, dell’università Giustino Fortunato di Benevento e dell’università Sapienza di Roma, secondo il quale gli aspetti neurologici e psichiatrici dell’attacco virale dovrebbero essere presi in considerazione nella progettazione delle strategie terapeutiche riabilitative rivolte a chi si è ammalato di Covid-19. L’ipotesi è descritta nell’editoriale pubblicato dalla prestigiosa rivista Acta Physiologica, della Federazione delle Società Europee di Fisiologia dal prof. Steardo e dai colleghi professori Luca Steardo jr, dell’Università Magna Graecia, di Catanzaro, Robert Zorec, dell’Università slovena di Lubiana, e da Alexei Verkhratsky, dell’Università britannica di Manchester.

Dinanzi alla gravità del fenomeno del Covid-19, con un numero così alto di ricoveri e decessi, ci siamo chiesti se la severità della sintomatologia potesse dipendere da una invasione del virus che non si limitasse solo al livello polmonare ma anche a livello del sistema nervoso centrale” rileva il prof. Steardo.  “Le prime osservazioni dei clinici – aggiunge – indicavano che la patologia potesse iniziare con una sintomatologia di tipo influenzale, con rari casi di diarrea, complicata poi da crisi respiratorie per l’invasione dei polmoni, da parte del virus, ma più attente osservazioni successive hanno fatto capire che ci potevano essere manifestazioni neurologiche, per esempio mal di testa, delirio, perdita di olfatto e gusto, come una sintomatologia di esordio”. Questi ultimi due sintomi, osserva il neuropsichiatra, “certamente potrebbero essere anche spiegati dall’effetto dell’invasione del virus delle cavità nasali con distruzione del tessuto endoteliale e delle terminazioni nervose”. Però, considerando tutto l’insieme, gli esperti si sono chiesti se non ci potesse essere invasione del virus anche a livello cerebrale, dal momento che alcuni virus suoi ‘cugini’ lo fanno. Il virus Sars Cov 2 appartiene infatti alla famiglia dei coronavirus del sottotipo beta ai quali appartengono anche i virus della Sars (Sindrome respiratoria acuta grave) e della Mers (Sindrome respiratoria mediorientale), rispettivamente Sars-CoV e Mers-CoV, che “non limitano la loro presenza al tratto respiratorio e spesso invadono il sistema nervoso centrale”. Un’altra considerazione alla base dell’ipotesi è che il virus penetra nell’organismo umano agganciandosi alla proteina Ace2 che è sulla membrana delle cellule umane. Questa proteina, spiega il prof. Steardo, “è particolarmente presente nel tessuto alveolare polmonare e intestinale ma anche in alcune aree del sistema nervoso centrale, come l’area degli Organi Circumventricolari”. E proprio da queste aree il virus potrebbe penetrare e diffondersi nel SNC. Una ulteriore via di accesso del virus al sistema nervoso centrale, secondo gli esperti, potrebbe essere il nervo dell’olfatto tramite il quale il virus salirebbe per via retrograda al cervello dalla cavità nasale.

Questa ipotesi sta trovando conferma in alcuni studi condotti in Cina e negli Usa su alcune vittime del Covid-19, i quali dimostrano in alcuni casi ampie lesioni neuropatologiche nel tronco dell’encefalo e in un caso la presenza del virus nel liquor cerebrospinale, il liquido incolore che avvolge il sistema nervoso centrale. “Se nei malati Covid è vero che il virus invade il tronco encefalico – osserva il prof. Steardo – questo potrebbe spiegare, in una certa quota, la gravità dei problemi respiratori che presentano questi pazienti perché il tronco encefalico è l’area del cervello dove risiedono i centri che regolano il ritmo della respirazione”.

Gli esperti hanno voluto cogliere anche un altro aspetto della malattia: “quando c’è infiammazione periferica in un organismo si liberano sostanze, le citochine, che se sono in così grande quantità, come nel caso del Covid-19, rompono la barriera ematoencefalica che protegge il cervello, entrano nell’organo e attivano le cellule gliali, avviando una neuroinfiammazione in maniera piuttosto subdola, tale che le persone non avvertono disturbi”.

La neuroinfiammazione è una condizione alla base di molte malattie neurologiche e psichiatriche, come l’Alzheimer, il Parkinson, epilessia, disturbi come schizofrenia e depressioni maggiori.  Inoltre, un’altra condizione che innesca e aggrava la neuroinfiammazione è l’ipossia, cioè la scarsa ossigenazione che si può avere nel corso della malattia polmonare da Covid-19, durante la quale il sistema nervoso rimane scarsamente ossigenato. In questo modo, conclude il professore, “abbiamo voluto allargare la nostra prospettiva su Covid-19 come stanno facendo anche i cardiologi, che hanno individuato miocarditi da questo virus, e i nefrologi, che hanno individuato danni renali, mostrando che le persone che superano la malattia potrebbero avere conseguenze su altri organi e richiamiamo quindi l’attenzione dei medici a seguire eventuali effetti su altri organi, nel nostro caso sul sistema nervoso”.

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Profilo

L’Università Giustino Fortunato (www.unifortunato.eu), riconosciuta dal Miur e promossa dall’Anvur, è stata istituita con D.M. 13 aprile 2006 (G.U. del 6 maggio 2006, n.104) e oggi, con tre aree di attività – didattica, ricerca e terza missione – è tra le più qualificate e autorevoli università telematiche italiane.

Con sette corsi di laurea e curricula specifici triennali e specialistiche – da Economia aziendale a Giurisprudenza, Psicologia, Scienze dell’educazione e Scienze e tecnologie del trasporto – l’UniFortunato guarda al futuro, coniugando i saperi tradizionali con le più avanzate tecnologie e-learning, che permettono di studiare in modo flessibile e personalizzato con il materiale didattico disponibile online h24/7, grazie anche alla professionalità del corpo docente e degli e-tutor.

I percorsi formativi sono analoghi a quelli delle università tradizionali e i titoli di studio hanno il medesimo valore legale. Tre le sedi di esame: Benevento, Milano e Roma.

 

 

 

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Salute e benessere

150 marinai positivi al Covid-19 sulla nave da guerra Uss Theordore Roosevelt

150 marinai positivi al Covid-19 sulla nave da guerra Uss Theordore Roosevelt. Il Pentagono respinge la richiesta del Comandante della portaerei statunitense d’evacuare l’equipaggio per il focolaio di coronavirus a bordo Il segretario alla Difesa degli USA, Mark Esper, ha dichiarato che è troppo presto per evacuare la portaerei in cui 150 marinai sono infettati dal coronavirus, nonostante la richiesta del Comandante della nave da guerra di mettere in quarantena tutto l’equipaggio a terra. Lo ha rivelato il canale televisivo RT. «Non credo che siamo a questo punto», ha dichiarato Esper in un’intervista rilasciata al programma di notizie televisive CBS News, negli Stati Uniti, sul possibile sbarco dei circa 4000 marinai della USS Theordore Roosevelt, la prima nave da guerra statunitense in servizio che ha un focolaio di COVID-19 a bordo. Il capo del Pentagono ha informato che attualmente si sta approvvigionando di una grande quantità di rifornimenti e assistenza medica la portaerei, che si trova ancorata all’Isola di Guam, nel Pacifico Occidentale. Il funzionario ha aggiunto che nessuno dei membri dell’equipaggio è grave. La USS Theordore Roosevelt è stata ritirata dal servizio la settimana scorsa dopo che varie decine di uomini dell’equipaggio si sono ammalati di COVID-19, obbligando la nave a deviare dalla sua missione nel mare della Cina Meridionale e ad attraccare a Guam, dove tutto il personale a bordo è stato sottoposto alle prove di positività del SARS-Cov-2. Al meno 150 sono risultati positivi. Il focolaio ha spinto il Comandante della nave, Brett Crozier, a scrivere una lettera al Dipartimento di Difesa, chiedendo che tutto il personale potesse sbarcare e mettersi a terra in quarantena. «È necessaria un’azione decisiva ora per prevenire eventi tragici», ha scritto l’ufficiale sostenendo che invece delle prove addizionali per il virus la messa a fuoco ora deve stare nella quarantena e l’isolamento. Durante l’intervista, Esper ha ammesso che, anche se non aveva letto la lettera di Crozier in profondità, ha evitato di fare commenti diretti sulla richiesta del Capitano, oltre a non considerare la necessità d’una evacuazione.«Non ho avuto l’opportunità di leggere questa lettera nei dettagli. Mi affido alla catena di comando della Marina per valutare la situazione e assicurano che si offrono al Capitano e all’equipaggio tutto l’appoggio che necessitano per far sì che i marinai siano sani e la nave torni al mare», ha sostenuto il segretario della Difesa. Intanto, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sono stati riportati altri tre focolai minori a bordo di navi da guerra della Marina statunitense: la USS Boxer, la USS Colorado e la USS Ralph Johnson, tutte ancorate nella costa a ovest del nordamerica.

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Salute e benessere

Nuovo Coronavirus: bomba vitaminica contro COVID-19? Ecco come funziona la vitamina C contro il virus

Nuovo Coronavirus: bomba vitaminica contro COVID-19? Ecco come funziona la vitamina C contro il virus Le vitamine sono nutrienti essenziali la cui assunzione è indispensabile per il nostro organismo, questo è chiaro. Ma aiutano anche contro il coronavirus? La tesi che la vitamina C aiuta contro Sars-CoV-2 sta facendo il giro sui social network. Ecco cosa ne pensano gli scienziati qui. Secondo gli esperti, non ci sono prove che la vitamina C uccida il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 “in modo molto efficace”. Il coronavirus paralizza il mondo, finora sono stati registrati oltre 387.000 casi e il virus ha causato oltre 16.700 vittime. Finora non esiste un vaccino e nessun farmaco affidabile in grado di combattere il coronavirus. Tuttavia, le teorie su presunte cure miracolose che dovrebbero funzionare contro Sars-CoV-2 si stanno diffondendo rapidamente man mano che il virus si diffonde . Ciò include la tesi secondo cui la vitamina C aiuta contro il virus. Ma è vero ? La vitamina C aiuta davvero contro il coronavirus? I social media stanno attualmente postando sempre più che la vitamina C è virucida, quindi uccide il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 “in modo molto efficace”. Questa tesi non è confermata dalla comunità scientifica? Secondo gli esperti, non esiste alcuna prova di un tale effetto della vitamina C. Tuttavia, alcuni ricercatori ritengono che la vitamina sia un mezzo per supportare la terapia di gravi processi infiammatori. La vitamina C come arma segreta contro il coronavirus? Gli scienziati sono scettici. Un portavoce del Federal Institute for Drugs and Medical Devices non è stato in grado di confermare i presunti effetti virucidi della vitamina C su richiesta dell’agenzia di stampa tedesca. Non era a conoscenza di un tale effetto. Anche il virologo Stephan Günther del Bernhard Nocht Institute è scettico: non aveva prove che la vitamina C potesse uccidere il virus della corona. La vitamina C può aiutare i pazienti in terapia intensiva. Tuttavia, secondo almeno alcuni studi, la vitamina C a dosi molto elevate potrebbe aiutare a migliorare le condizioni dei pazienti in terapia intensiva, ad esempio in caso di avvelenamento del sangue. Tali pazienti a volte hanno un fabbisogno molto elevato di vitamina C. Tuttavia, i ricercatori non sono stati in grado di dimostrare questo effetto in altri studi. Studio clinico sull’efficacia della vitamina C contro la polmonite. Nella città cinese di Wuhan, che è stata particolarmente colpita da Covid-19, , evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è attualmente in corso uno studio clinico sull’uso di vitamina C a dosi estremamente elevate nella polmonite. Ai pazienti gravemente malati vengono iniettati 12 grammi di vitamina C due volte al giorno, in un dosaggio che è circa 240 volte la quantità giornaliera raccomandata. Tuttavia, ci vorrà del tempo prima che i risultati siano disponibili.

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EUROPA & MONDO

Paesi in cui è assente il coronavirus – Covid 19

Il Covid-19 è presente in ben 22 Stati del mondo. La pandemia data dal Sars-CoV-2 sembra non aver ancora raggiunto alcuni paesi, o non è ancora stato rilevato alcun caso.

Una lista di 22 Stati in cui non si sono registrati contagi come descritto da Adnkronos.

Nessun contagio incrociando i dati di Wikipedia, che ordina le Nazioni per popolazione, con gli aggiornamenti forniti dalla Johns Hopkins University, sulla mappa interattiva in tempo reale.

I Paesi ad oggi esclusi dalla pandemia sono: Yemen, Corea del Nord, Malawi, Burundi, Sud Sudan, Tagikistan, Sierra Leone, Turkmenistan, Botswana, Lesotho, Comore, Isole Salomone, Vanuatu, São Tomé e Príncipe, Samoa, Kiribati, Stati federati di Micronesia, Tonga, Isole Marshall, Palau, Tuvalu, Nauru – A questi si aggiungono 19 territori esterni e 6 Paesi il cui riconoscimento da parte della comunità internazionale non è ancora completato.

Ancora non è chiaro come si diffonda esattamente la pandemia, ma è stato ipotizzato che la sua propagazione sia facilitata o ostacolata anche dalle condizioni climatiche, preferendo quella che viene chiamata “cintura del coronavirus” ossia una zona in cui esso si diffonde più facilmente, compresa tra il 30° e il 50° parallelo.

 

In alcuni casi è possibile che il virus si sia propagato ma la mancanza di strutture sanitarie adeguate o l’impossibilità di eseguire i test potrebbe fare si che le fonti ufficiali non siano a conoscenza di un possibile focolaio in alcune zone, tra cui quelle rurali dell’Asia e dell’Africa.

 

Fabio Sanfilippo

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ITALIA

ovid-19, CTS: “Unica diagnosi validaCovid-19, CTS: “Unica diagnosi validaresta il tampone rino-faringeo

Covid-19, CTS: “Unica diagnosi validaCovid-19, CTS: “Unica diagnosi validaresta il tampone rino-faringeo”

Comunicato del 19/03/2020″Il CTS ritiene doveroso ribadire che, a oggi, l’approccio diagnostico standard rimane quello basato sulla ricerca dell’RNA nel tampone rino-faringeo.

Inoltre, si conferma che non esiste alcun test basato sull’identificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che IgG) diretti verso SARS-CoV-2 validato per la diagnosi rapida di contagio virale o di COVID-19″.

Lo rende noto il Comitato Tecnico – Scientifico in una nota stampa.”L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta attualmente valutando circa 200 nuovi test rapidi basati su differenti approcci e che sono stati portati alla sua attenzione; i risultati relativi a quest’attività screening saranno disponibili nelle prossime settimane. Nel suggerire cautela nell’impiego di test non validati, il CTS è disponibile a fornire opinioni e suggerimenti alle Regioni che lo dovessero richiedere”, conclude la nota

.COMITATO TECNICO SCIENTIFICOAi sensi dell’OCDPC Nr. 630 del 3 febbraio 2020

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Salute e benessere

Covid 19. Secondo i ricercatori statunitensi, il virus può essere rilevato su plastica e acciaio per un massimo di tre giorni.

Covid 19. Secondo i ricercatori statunitensi, il virus può essere rilevato su plastica e acciaio per un massimo di tre giorni. Tuttavia, il numero di virus si riduce molto rapidamente nel tempo, finora nessun caso in cui è stato dimostrato che le persone vengono infettate dal contatto con oggetti contaminati. Secondo uno studio, il nuovo Coronavirus può essere trovato sulle superfici anche dopo ore. I virus vitali potrebbero essere rilevati su rame per test fino a quattro ore, su cartone fino a 24 ore e su plastica e acciaio inossidabile per un massimo di tre giorni, hanno detto i ricercatori, tra gli altri, dall’Università di Princeton e dall’Università della California a Los Angeles. Tuttavia, la cosiddetta dose di infezione su tutte le superfici è diminuita significativamente in questi periodi, secondo lo studio di laboratorio pubblicato sul “New England Journal of Medicine”. Anche l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi (BfR) fa riferimento a questo lavoro. Il BfR continua: “In generale, i virus del Covid 19 non sono particolarmente stabili su superfici asciutte. L’inattivazione allo stato secco di solito avviene entro poche ore o qualche giorno.” Finora, non ci sono stati casi in cui le persone hanno dimostrato di essere infettate dal contatto con oggetti contaminati. In questo primo piccolo studio, i ricercatori statunitensi hanno confrontato l’agente patogeno SARS-CoV-2, che causa Covid-19, con l’agente patogeno SARS-CoV-1, che innesca la malattia infettiva SARS, osservata per la prima volta nel 2002. Hanno scoperto che entrambi i tipi di virus sono allo stesso modo stabili. La stabilità quindi, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,non spiega perché, a differenza di SARS-CoV-1, SARS-CoV-2 ha portato a una pandemia, scrivono i ricercatori.

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Salute e benessere

Contagio da SARS-Cov-2, serve chiarezza e semplicità normativa

Contagio da SARS-Cov-2

SERVE SEMPLICITÀ E CHIAREZZA NELLA EMANAZIONE DELLE NORME

ANALISI e SOLUZIONI

L’emergenza epidemiologica e gli ultimi interventi del Governo hanno costretto tutti i cittadini italiani a stravolgere comportamenti, abitudini e stili di vita.

Un cambiamento di questa portata dev’essere anzitutto reso noto ai milioni di cittadini con modalità semplici, chiare ed esaustive, facilmente comprensibili dai cittadini della scuola dell’obbligo perché sono norme cui ognuno di noi deve attenersi e, a maggior ragione, se la loro violazione comporta delle denunce penali.

Purtroppo, semplicità e chiarezza non hanno fino a oggi contraddistinto le norme per la gestione di questa emergenza.

Sia chiaro: non si tratta di una critica sterile e fine a sé stessa bensì, in un momento così delicato per il Paese, di uno stimolo per migliorare l’azione governativa evidenziando le difficoltà per i cittadini. In detto spirito a seguire le analisi e l’esempio concreto di come stilare un decreto per renderlo subito comprensibile ai cittadini della scuola dell’obbligo.

Questo documento è trasmesso al Governo e ai parlamentari, confidando nel positivo cambiamento.

La difficile lettura e comprensione dei testi normativi.

In primo luogo, manca la semplicità di consultazione e la chiarezza degli atti normativi. Infatti, anziché prevedere un unico articolato che il cittadino può consultare facilmente, il governo è andato avanti a colpi di decreti (Decreti Legge e Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) che hanno disorientato e disorientano il cittadino perché ogni provvedimento rimanda alla lettura di precedenti norme. Ecco un esempio di come perdersi anche leggendo pochi righi:

Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 ha previsto una serie di disposizioni attuative del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6 fra le quali misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e in 14 province (articolo 1), misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus (articolo 2) e misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale (articolo 3). L’articolo 5, poi, prevede che le disposizioni del decreto si applichino alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione. Poi, con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020 si è esteso le misure di cui all’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 all’intero territorio nazionale. Inoltre, si è previsto sul territorio nazionale il divieto di ogni forma di assembramento e si è sostituita la lettera d) dell’articolo 1 del decreto dell’8 marzo 2020. Infine, all’articolo 2 del nuovo decreto, si è previsto la cessazione degli effetti delle misure di cui agli articoli 2 e 3 del precedente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 ove incompatibili con la disposizione dell’articolo 1 del nuovo decreto. Restano quindi efficaci le misure dell’art. 5 (l’applicazione del dPCm 8 marzo alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione). Con ulteriore decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020 sono state dettate ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica sull’intero territorio nazionale. All’articolo 2 di tale decreto si prevede che cessino di produrre effetti, ove incompatibili con le disposizioni del nuovo decreto, le misure di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020. All’articolo 3, inoltre, è specificato che le disposizioni del nuovo decreto si applichino alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

Orbene, c’è la solita difficoltà a orientarsi per comprendere le disposizioni emanate da chi amministra il bene pubblico. In particolare, il rinvio fra decreti non agevola la lettura, specie se un decreto modifica l’altro, costringendo il cittadino a leggere contemporaneamente due o tre testi, dovendo eliminare le disposizioni superate e integrare quelle nuove: Un lavoro da giuristi e non da cittadini della scuola media dell’obbligo.

La difficoltà maggiore sta nella delicata operazione ermeneutica consistente nel valutare la compatibilità o l’incompatibilità tra gli articoli 2 e 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 e l’articolo 1 del decreto Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020 nonché la compatibilità / incompatibilità tra le misure previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020 da un lato e le misure di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 e 9 marzo 2020.

Un ulteriore problema nel problema è dato dall’applicazione delle misure previste nei decreti alle Regioni a statuto speciale e Province autonome di Trento e di Bolzano e dalla loro compatibilità/incompatibilità con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

Ne risulta un complesso coacervo di atti amministrativi. Un sistema farraginoso, contraddistinto da un’azione amministrativa urgente frammentata nel quale il cittadino “si perde” restando in balia delle fonti non ufficiali che possono fornire informazioni inesatte, parziali o incomplete.

È più semplice e di più agevole lettura e comprensione per il cittadino il predisporre, di volta in volta, un unico testo comprendente le misure di attuazione del decreto legge n. 6/2020 che non contenesse né rinvii né valutazioni di compatibilità con altre disposizioni. In altri termini un nuovo decreto integralmente sostitutivo dei precedenti.

Ecco una soluzione: un’esempio concreto di un DPCM che unifica i testi dei precedenti

con i vari allegati modificati

Precisiamo che si tratta della rielaborazione eseguita da alcuni nostri consulenti giuridici che unisce gli ultimi 3 decreti e vari allegati, tra cui il modello di autodichiarazione del Ministero dell’Interno. Inoltre, sono state apportate piccole modifiche e aggiunte. Ovviamente un testo (schema) migliorabile alla luce di suggerimenti utili a rendere più omogenei gli accorpamenti delle varie disposizioni.

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 11 marzo 2020

Disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

  • Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400;
  • Visto il decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19» e, in particolare, l’articolo 3;
  • Considerato che l’Organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da COVID-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale e il successivo 11 marzo 2020 ha dichiarato il COVID-19 una pandemia;
  • Vista la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale è stato dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;
  • Considerati l’evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e l’incremento dei casi sul territorio nazionale;
  • Considerato, inoltre, che le dimensioni sovranazionali del fenomeno epidemico e l’interessamento di più ambiti sul territorio nazionale rendono necessarie misure volte a garantire uniformità nell’attuazione dei programmi di profilassi elaborati in sede internazionale ed europea;
  • Tenuto conto delle indicazioni formulate dal Comitato tecnico scientifico di cui all’art. 2 dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile in data 3 febbraio 2020, n. 630, nelle sedute del 7 marzo 2020;

Su proposta del Ministro della salute, sentiti i Ministri dell’interno, della difesa, dell’economia e delle finanze, nonché i Ministri dell’istruzione, della giustizia, delle infrastrutture e dei trasporti, dell’università e della ricerca, delle politiche agricole alimentari e forestali, dei beni e delle attività culturali e del turismo, del lavoro e delle politiche sociali, per la pubblica amministrazione, per gli affari regionali e le autonomie, nonché sentito il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle regioni;

Decreta:

 

Art. 1

Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale.

  1. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sull’intero territorio nazionale sono adottate le seguenti misure:

1) evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita e all’interno del territorio nazionale, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. L’onere di dimostrare la sussistenza delle situazioni che consentono la possibilità di spostamento incombe sull’interessato e potrà essere assolto producendo un’autodichiarazione ai sensi degli artt. 46 e 4 7 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, che potrà essere resa anche seduta stante attraverso la compilazione dei moduli appositamente predisposti in dotazione agli operatori delle Forze di polizia e della Forza pubblica di cui allegato 1;

2b) è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. 2.  ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante; 

  1. divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus;

4.  sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Gli impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato  olimpico  nazionale italiano (CONI) e dalle rispettive federazioni, in vista  della  loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali; resta consentito esclusivamente lo svolgimento degli eventi e delle competizioni sportive organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi  utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di  pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano; lo sport e le attività motorie svolti all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro; 

  1. si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie;
  1. fermo restando quanto disposto dal numero precedente e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni, assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza;

7.  in ordine alle attività produttive e alle attività professionali si raccomanda che:1) sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;2) siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;3) siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione;4) assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale;5) siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali; 8.  per le sole attività produttive si raccomanda altresì che siano limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni; 9.  in relazione a quanto disposto nell’ambito dei numeri 7) e 8) si favoriscono, limitatamente alle attività produttive, intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.10. Per tutte le attività non sospese si invita al massimo utilizzo delle modalità di lavoro agile. 

  1. sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici;
  1. sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di  carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se  svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività;
  1. sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza ad esclusione dei corsi per i  medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale, nonché delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie. Al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa. Sono sospese le riunioni degli organi collegiali in presenza. Gli enti gestori provvedono ad assicurare la pulizia degli ambienti e gli adempimenti amministrativi e contabili concernenti i servizi educativi per l’infanzia richiamati, non facenti parte di circoli didattici o istituti comprensivi;
  1. i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità;
  1. nelle Università e nelle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, per tutta la durata della sospensione, le attività didattiche o curriculari possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni, successivamente al ripristino dell’ordinaria funzionalità, assicurano, laddove ritenuto necessario ed in ogni caso individuandone le relative  modalità, il recupero delle attività formative nonché di quelle curriculari ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico;
  1. a beneficio degli studenti ai quali non è consentita, per le esigenze connesse all’emergenza sanitaria di cui al presente decreto, la partecipazione alle attività didattiche o curriculari delle Università e delle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, tali attività possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni assicurano, laddove ritenuto necessario e in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative, nonché di quelle curriculari, ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico; le assenze maturate dagli studenti di cui al presente numero non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni;
  1. l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro di cui all’allegato 2 lettera d). Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri;
  1. sono chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’art. 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
  1. sono sospese le procedure concorsuali pubbliche e private ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica; sono inoltre esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile, i quali devono svolgersi preferibilmente con modalità a distanza o, in caso contrario, garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato 2 lettera d);
  1. sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale;
  1. sono adottate, in tutti i casi possibili, nello svolgimento di riunioni, modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza COVID-19, comunque garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato 2 lettera d), ed evitando assembramenti;
  1. sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi;
  1. sono sospesi gli esami di idoneità di cui all’articolo 121 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, da espletarsi presso gli uffici periferici della motorizzazione civile aventi sede nei territori di cui al presente articolo; con apposito provvedimento dirigenziale è disposta, in favore dei candidati che non hanno potuto sostenere le prove d’esame in ragione della sospensione, la proroga dei termini previsti dagli articoli 121 e 122 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
  1. Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 3, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie. Deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.

25. Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto. Restano, altresì, aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.26. Sono sospese le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti) diverse da quelle individuate nell’allegato 4.27. Restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi.28. Il Presidente della Regione con ordinanza di cui all’art. 3, comma 2, del decreto-legge 23 febbraio 2020 n. 6, può disporre la programmazione del servizio erogato dalle Aziende del Trasporto pubblico locale, anche non di linea, finalizzata alla riduzione e alla soppressione dei servizi in relazione agli interventi sanitari necessari per contenere l’emergenza coronavirus sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro della salute, può disporre, al fine di contenere l’emergenza sanitaria da coronavirus, la programmazione con riduzione e soppressione dei servizi automobilistici interregionali e di trasporto ferroviario, aereo e marittimo, sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali.29. La modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all’art. 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via  telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro;30. è fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto;31. l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione; 32. tenuto conto delle indicazioni fornite dal Ministero della salute, d’intesa con il coordinatore degli interventi per il superamento dell’emergenza coronavirus, le articolazioni territoriali del Servizio sanitario nazionale assicurano al Ministero della giustizia idoneo supporto per il contenimento della diffusione del contagio del COVID-19, anche mediante adeguati presidi idonei a garantire, secondo i protocolli sanitari elaborati dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, i nuovi ingressi negli istituti penitenziari e negli istituti penali per minorenni. I casi sintomatici dei nuovi ingressi sono posti in condizione di isolamento dagli altri detenuti, raccomandando di valutare la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare. I colloqui visivi si svolgono in modalità telefonica o video, anche in deroga alla durata attualmente prevista dalle disposizioni vigenti. In casi eccezionali può essere autorizzato il colloquio personale, a condizione che si garantisca in modo assoluto una distanza pari a due metri. Si raccomanda di limitare i permessi e la libertà vigilata o di modificare i relativi regimi in modo da evitare l’uscita e il rientro dalle carceri, valutando la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare;

Art. 2

Misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale

1.  Sull’intero territorio nazionale si applicano altresì le seguenti misure:

  1. il personale sanitario si attiene alle appropriate misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria previste dall’Organizzazione mondiale della sanità e applica le indicazioni per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti previste dal Ministero della salute;
  2. nei servizi educativi per l’infanzia di cui al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, negli uffici delle restanti pubbliche amministrazioni, sono esposte presso gli ambienti aperti al pubblico, ovvero di maggiore affollamento e transito, le informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie di cui all’allegato 2;
  3. i sindaci e le associazioni di categoria promuovono la diffusione delle informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie di cui all’allegato 1 anche presso gli esercizi commerciali;
  4. nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario, nonché in tutti i locali aperti al pubblico, in conformità alle disposizioni di cui alla direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione 25 febbraio 2020, n. 1, sono messe a disposizione degli addetti, nonché degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani;
  5. le aziende di trasporto pubblico anche a lunga percorrenza adottano interventi straordinari di sanificazione dei mezzi;
  6. chiunque, a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data di pubblicazione del presente decreto, abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità, deve comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio nonché al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta. Le modalità di trasmissione dei dati ai servizi di sanità pubblica sono definite dalle regioni con apposito provvedimento, che indica i riferimenti dei nominativi e dei contatti dei medici di sanità pubblica; ove contattati tramite il numero unico dell’emergenza 112 o il numero verde appositamente istituito dalla regione, gli operatori delle centrali comunicano generalità e recapiti per la trasmissione ai servizi di sanità pubblica territorialmente competenti.

2. L’operatore di sanità pubblica e i servizi di sanità pubblica territorialmente competenti provvedono, sulla base delle comunicazioni di cui al comma 1, lettera f), alla prescrizione della permanenza domiciliare, secondo le modalità di seguito indicate:

  1. contattano telefonicamente e assumono informazioni, il più possibile dettagliate e documentate, sulle zone di soggiorno e sul percorso del viaggio effettuato nei quattordici giorni precedenti, ai fini di una adeguata valutazione del rischio di esposizione;
  2. accertata la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, informano dettagliatamente l’interessato sulle misure da adottare, illustrandone le modalità e le finalità al fine di assicurare la massima adesione;
  3. accertata la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, l’operatore di sanità pubblica informa inoltre il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta da cui il soggetto è assistito anche ai fini dell’eventuale certificazione ai fini INPS (circolare INPS HERMES 25 febbraio 2020 0000716 del 25 febbraio 2020);
  4. in caso di necessità di certificazione ai fini INPS per l’assenza dal lavoro, si procede a rilasciare una dichiarazione indirizzata all’INPS, al datore di lavoro e al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta in cui si dichiara che per motivi di sanità pubblica è stato posto in quarantena, specificandone la data di inizio e fine.

3. L’operatore di sanità pubblica deve inoltre:

  1. accertare l’assenza di febbre o altra sintomatologia del soggetto da porre in isolamento, nonché degli altri eventuali conviventi;
  2. informare la persona circa i sintomi, le caratteristiche di contagiosità, le modalità di trasmissione della malattia, le misure da attuare per proteggere gli eventuali conviventi in caso di comparsa di sintomi;
  3. informare la persona circa la necessità di misurare la temperatura corporea due volte al giorno (la mattina e la sera).

4. Allo scopo di massimizzare l’efficacia della procedura sanitaria è indispensabile informare sul significato, le modalità e le finalità dell’isolamento domiciliare al fine di assicurare la massima adesione e l’applicazione delle seguenti misure:

  1. mantenimento dello stato di isolamento per quattordici giorni dall’ultima esposizione;
  2. divieto di contatti sociali;
  3. divieto di spostamenti e viaggi;
  4. obbligo di rimanere raggiungibile per le attività di sorveglianza.

5. In caso di comparsa di sintomi la persona in sorveglianza deve:

  1. avvertire immediatamente il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta e l’operatore di Sanità Pubblica;
  2. indossare la mascherina chirurgica fornita all’avvio della procedura sanitaria e allontanarsi dagli altri conviventi;
  3. rimanere nella propria stanza con la porta chiusa garantendo un’adeguata ventilazione naturale, in attesa del trasferimento in ospedale, ove necessario.

6. L’operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza. In caso di comparsa di sintomatologia, dopo aver consultato il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta, il medico di sanità pubblica procede secondo quanto previsto dalla circolare n. 5443 del Ministero della salute del 22 febbraio 2020, e successive modificazioni e integrazioni.

7. Su tutto il territorio nazionale è raccomandata l’applicazione delle misure di prevenzione igienico sanitaria di cui all’allegato 1.

Art. 3

Monitoraggio delle misure

1. Il prefetto territorialmente competente, informando preventivamente il Ministro dell’interno, assicura l’esecuzione delle misure di cui all’articolo 1, nonché monitora l’attuazione delle restanti misure da parte delle amministrazioni competenti. Il prefetto, ove occorra, si avvale delle forze di polizia, con il possibile concorso del corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché delle forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali, dandone comunicazione al Presidente della regione e della provincia autonoma interessata.

2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il mancato rispetto degli obblighi di cui al presente decreto è punito ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, come previsto dall’art. 3, comma 4, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6.

Art. 4

Disposizioni finali

1. Le disposizioni del presente decreto producono effetto dalla data del 11 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020, salvo quelle di cui all’art. 1 n. 6, 7, 8, 9, 10, 24, 25, 26, 27 e 28 che restano efficaci fino al 25 marzo 2020.

2. Dalla data di efficacia delle disposizioni del presente decreto cessano i precedenti decreti del Presidente del Consiglio dei ministri attuativi decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6.

3. Resta salvo il potere di ordinanza delle Regioni, di cui all’art. 3, comma 2, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6.

Roma, 11 marzo 2020

Il Presidente del Consiglio dei ministri

Il Ministro della salute – Speranza

Allegato 1

Il sottoscritto ……………………………………………………… nato il ……………………………………………………… residente in ……………………………………………………… via ……………………………………………………… identificato a mezzo ……………………………………………………… nr. ……………………………………………………… utenza telefonica ………………………………………………………, consapevole delle conseguenze penali previste in caso di dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale (art 495 c.p.)

DICHIARA SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITÀ

➢ Di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio di cui all’art. 1, comma 1, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 11 marzo 2020 concernenti lo spostamento delle persone fisiche all’interno di tutto il territorio nazionale, nonché delle sanzioni previste dall’art. 3 del medesimo Decreto in caso di inottemperanza (art. 650 C.P. salvo che il fatto non costituisca più grave reato);

➢ Che lo spostamento è determinato da:

o    comprovate esigenze lavorative

o    situazioni di necessità;

o    motivi di salute;

o    rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

A questo riguardo, dichiara che:

(LAVORO PRESSO…, STO RIENTRANDO AL MIO DOMICILIO SITO IN  ….., D

EVO EFFETTUARE UNA VISITA MEDICA… ALTRI MOTIVI PARTICOLARI. .ETC…)

Data, ora e luogo del controllo

Firme         del dichiarante             dell’Operatore di Polizia

Allegato 2

Misure igienico-sanitarie:

  1. lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
  2. evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
  3. evitare abbracci e strette di mano;
  4. mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
  5. igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
  6. evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;
  7. non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
  8. coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
  9. non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
  10. pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
  11. usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.
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Cronaca

Austria e Spagna applicano diverse misure da intraprendere per combattere l’espandersi dell’epidemia

Austria e Spagna applicano diverse misure da intraprendere per combattere l’espandersi dell’epidemia. Vienna chiude i confini con l’Italia mentre la Spagna vieta tutti i voli diretti dall’Italia.

Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha annunciato lo stop totale degli ingressi dall’Italia. La chiusura del confine tra Italia e Austria al Brennero era già stata annunciata stamane dal governatore tirolese Guenther Platter. «Gli austriaci che si trovano in Italia verranno riportati in Austria, ma dovranno restare per due settimane in autoisolamento» ha detto Kurz, secondo il quotidiano Der Standard. Mentre in un primo momento il provvedimento pareva essere stato concordato con l’Italia, secondo fonti dall’agenzia Ansa la chiusura delle frontiere è stata notificata all’ambasciatore italiano a Vienna a decisione già presa. «Con l’estensione della zona protetta su tutta l’Italia, possiamo dire che saranno chiusi i confini al Brennero, ad eccezione del traffico di rientro» aveva invece confermato il governatore tirolese stamane, definendo la situazione in italia «drammatica». I controlli riguarderanno anche passo Resia e Prato alla Drava. La Spagna, inoltre, vieta tutti i voli diretti in provenienza dall’Italia fino almeno al 25 di marzo. Seguendo quanto già deciso in precedenza dall’Austria, anche la Spagna ha vietato tutti i voli in arrivo dall’Italia a causa dell’emergenza coronavirus che, da oggi, interessa tutto il Paese. «Questa misura è in linea con l’obiettivo stabilito dal Comitato di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità d’interrompere la propagazione del virus», si legge nel provvedimento pubblicato sul Bollettino ufficiale e riportato da El País. La misura interessa «tutti i voli diretti dalla Repubblica Italiana al Regno di Spagna». Per quanto riguarda gli altri Paesi europei, il Ministro della cultura francese Franck Riester è risultato positivo domenica al coronavirus, e da allora si trova in isolamento a casa propria. Solo lunedì, In Francia sono stati registrati 286 nuovi casi, portando il computo totale a 1’412. Il Presidente del Robert Koch Institut (l’istituto responsabile per la gestione dell’emergenza, al fianco delle istituzioni) nel frattempo, ha dichiarato che la situazione in Germania è molto seria: «chiedo a tutti i sindaci, ai Länder, e agli ospedali di attivare i piani di crisi e di iniziare ad adeguare le strutture per contenere l’epidemia». Il bollettino del ministero della Salute tedesco ha registrato oggi 1’139 casi a livello federale e due vittime. Nella lotta contro un’ulteriore diffusione del virus, la Repubblica Ceca sta chiudendo tutte le scuole e vietando gli eventi con più di 100 partecipanti. L’annuncio arriva dal primo ministro Andrej Babis. Anche la Slovacchia ha preso delle decisioni atte a contenere il virus, vietando tutti gli eventi culturali e sportivi nel paese per 14 giorni a partire da martedì. Contemporaneamente il governo ha annunciato una quarantena obbligatoria per tutte le persone che entrano nel Paese dall’Italia, dalla Cina, dalla Corea del Sud o dall’Iran. La Polonia ha deciso di cancellare tutti gli eventi pubblici, inclusa la campagna elettorale per le elezioni presidenziali di maggio. Lo ha annunciato il premier Mateusz Morawiecki, secondo quanto riportato dalla Bbc. In Polonia ci sono al momento 17 casi, alcuni di questi sono gravi. Il governo polacco ha anche annunciato controlli alle frontiere con Germania e Repubblica Ceca. In Italia, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si contano a ieri, oltre 9mila contagi da SARS-CoV-2, almeno 463 morti e 724 guariti.

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Salute e benessere

Il coronavirus sta mutando con un secondo ceppo identificato dagli scienziati

Il coronavirus sta mutando con un secondo ceppo identificato dagli scienziati

Il coronavirus sta mutando quando gli scienziati hanno identificato un secondo ceppo, che è più aggressivo e contagioso. Mentre i funzionari sanitari lottano per frenare lo scoppio del coronavirus, un team di ricercatori cinesi afferma che un nuovo studio mostra che COVID-19 sta mutando, con almeno due tipi di virus che circolano oggi nei paesi. La varietà più aggressiva ha infettato circa il 70% delle persone testate, mentre la varietà meno aggressiva è legata al resto dei casi. I ricercatori hanno chiamato la varietà aggressiva “tipo L” e il tipo meno aggressivo “tipo S”. Il tipo L è stato visto più spesso nei pazienti di Wuhan, in Cina, dove il virus è emerso per la prima volta alla fine di dicembre 2019. D’altra parte, il tipo S è quello attualmente diffuso in altri paesi. La varietà di tipo L da allora è diminuita costantemente da gennaio. “Questi risultati supportano fortemente la necessità urgente di ulteriori studi immediati e completi che combinano dati genomici, dati epidemiologici e record grafici dei sintomi clinici dei pazienti con malattia di coronavirus 2019 (COVID-19)”, hanno scritto nel documento pubblicato nel National Science Review , il giornale dell’Accademia cinese delle scienze. Nello studio, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i ricercatori hanno identificato 149 mutazioni nelle 103 sequenze del genoma del nuovo coronavirus. Gli esperti sanitari hanno ritenuto che queste mutazioni si siano verificate di recente, mentre 83 delle mutazioni sono non sinonime, il che significa che può influenzare e alterare la sequenza aminoacidica di una proteina, determinando un cambiamento biologico nell’organismo. “I nostri risultati suggeriscono che lo sviluppo di nuove variazioni nei siti funzionali nel dominio legante il recettore (RBD) del picco osservato in SARS-CoV-2 e virus da SARSr-CoV di pangolina sono probabilmente causati da mutazioni e selezione naturale oltre alla ricombinazione, “i ricercatori hanno scritto nello studio. Sono necessari ulteriori studi: il team della School of Life Sciences dell’Università di Pechino e l’Institut Pasteur di Shanghai, parte dell’Accademia cinese delle scienze, ha aggiunto che l’intervento umano potrebbe aver esercitato una pressione selettiva più grave sul tipo L del virus, che può diventare più aggressivo e diffondersi rapidamente. Nel frattempo, l’altro tipo potrebbe essere aumentato in frequenza relativa a causa di una pressione selettiva più debole. In sintesi, le nostre analisi di 103 genomi SARS-CoV-2 sequenziati suggeriscono che il tipo L è più aggressivo del tipo S e che l’interferenza umana potrebbe aver spostato l’abbondanza relativa di tipo L e S subito dopo l’epidemia di SARS-CoV-2 . Gli scienziati hanno avvertito che la base di dati dello studio è minima. Come notato in precedenza, i dati esaminati in questo studio sono ancora molto limitati e sono necessarie analisi di follow-up di una serie più ampia di dati per comprendere meglio l’evoluzione e l’epidemiologia della SARS-CoV-2. Vi è una urgente necessità di studi immediati e completi che combinino dati genomici, registri delle carte e informazioni epidemiologiche sui sintomi clinici dei pazienti infetti dal coronavirus.I casi di coronavirus sono aumentati nel corso delle ultime settimane, con la Corea del Sud, l’Italia e l’Iran che hanno guadagnato i riflettori sulla rapida diffusione del virus. Il virus si è diffuso in oltre 60 paesi, infettando quasi 98.000 persone e uccidendo 3.348 persone, la maggior parte delle quali originarie della città di Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) riferisce una fornitura in calo di dispositivi di protezione individuale (DPI) per gli operatori sanitari. Esorta i fornitori e i produttori ad approvvigionare di fischi per aiutare i medici e gli infermieri che stanno lavorando in prima linea nella crisi sanitaria. Italia e Iran hanno riportato un’improvvisa ondata di decessi correlati a COVID-19. L’Italia ha 4636 casi e 197 morti, mentre l’Iran ha l’incredibile cifra di 3.513 casi e 107 morti. La Corea del Sud ha il maggior numero di casi al di fuori della Cina continentale con oltre 7.041 casi confermati e 44 decessi. Altri paesi europei hanno segnalato i loro primi casi di coronavirus, suggerendo una vasta diffusione del virus. L’OMS non ha ancora dichiarato l’epidemia di coronavirus una pandemia, sebbene abbia affermato che l’aumento della trasmissione e delle infezioni è allarmante.

fonti:

Organizzazione mondiale della sanità (OMS). (2020). Rapporto sulla situazione della malattia di Coronavirus 2019 (COVID-19) – 44. https://www.who.int/docs/default-source/coronaviruse/situation-reports/20200304-sitrep-44-covid-19.pdf?sfvrsn=783b4c9d_2

Coronavirus COVID-19 Global Cases di Johns Hopkins CSSE – https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/bda7594740fd40299423467b48e9ecf6

Riferimento dell’articolo:

Xiaolu Tang, Changcheng Wu, Xiang Li, Yuhe Song, Xinmin Yao, Xinkai Wu, Yuange Duan, Hong Zhang, Yirong Wang, Zhaohui Qian, Jie Cui, Jian Lu, sull’origine e la continua evoluzione di SARS-CoV-2, National Science Review, nwaa036, https://doi.org/10.1093/nsr/nwaa036