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Cronaca

Lombardia, Reati condominiali

EDITORIALE Avv. Gianni Dell’Aiuto Quali sono i limiti ai comportamenti da tenere in un condominio? Dove può scattare addirittura il penale e, anche, conseguentemente, il risarcimento del danno? In una vicenda di cui si è dovuta occupare addirittura la Corte di Cassazione ha visto confermare la condanna di un uomo che, in maniera reiterata, creava disturbo ai propri vicini con comportamenti che andavano oltre il lecito. Tra gli altri comportamenti l’imputato ascoltava lo stereo di casa ad alto volume, colpiva con pugni le pareti confinanti, suonava ripetutamente e ingiustificatamente il clacson della propria auto nell'attraversare il vialetto condominiale, anche nelle prime ore del mattino e teneva acceso il motore dell'auto sotto le abitazioni dei condomini e provocando, in tal modo, immissioni di gas di scarico all'interno delle stesse, oltre a proferire frasi a contenuto ingiurioso e oltraggioso rivolte ai vicini. Violava inoltre la privacy dei vicini scattando fotografie per riprendere l'esterno delle abitazioni. A nulla sono valse le giustificazioni addotte dall’imputato, vale a dire che vi fosse una situazione di reciprocità. Il comportamento dell’imputato è stato definito biasimevole. In punto di diritto è stato posto in evidenza come, anche in un procedimento penale, quando ci troviamo di fronte a posizioni apparentemente conflittuali, debba essere rigorosamente rispettato il principio dell’onere della prova. Inutile quindi cercare di convincere il giudice semplicemente con la propria parola, in quanto ogni affermazione deve essere debitamente suffragata da altri elementi di fatto. Da qui la condanna del condomino molesto, che a sua volta sosteneva di essere vittima. Curioso come i giudici abbiano rilevato l’inutilità dell’uso del clacson nel vialetto condominiale, dove le regole e la diligenza nella guida li rendono praticamente inutili, salvo comprovate esigenze particolari.

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Lombardia, Licenziamento legittimo per chi molesta i colleghi di lavoro

EDITORIALE

Avv. Gianni Dell’Aiuto

Attenzione sui luoghi di lavoro a comportamenti non ortodossi.

La corte di cassazione ha confermato il licenziamento per giusta causa inflitto al dipendente; ergo cessazione immediata del rapporto di lavoro e, immaginiamo, una brutta macchia sul curriculum di chi dovrà poi cercare un nuovo lavoro. Nulla conta, in queste ipotesi, se con il o la collega molestata, vi fosse stata una relazione.

La giusta causa è stata ravvisata nella circostanza che il lavoratore in questione aveva reiteratamente, addirittura per alcuni anni, molestato anche con minacce, una collega con cui aveva avuto una relazione sentimentale, procurandole preoccupazione per l’incolumità propria e del marito nonché malessere psico-fisico tali da indurla a modificare le proprie abitudini di vita e da interferire sull’organizzazione dell’attività lavorativa, con riflesso sull’intollerabilità della prosecuzione del rapporto di lavoro. Esattamente, non dimentichiamolo, i comportamenti previsti e puniti anche dalla norma penale che punisce gli stalker.

Già la Corte d’appello aveva ritenuto provata la condotta contestata sulla base del procedimento penale di primo grado cui era stato sottoposto il lavoratore e delle attività istruttorie direttamente acquisite nel giudizio civile, anche in riferimento ai successivi comportamenti, ravvisando la proporzione tra gli addebiti contestati e la sanzione estrema del licenziamento comminata dalla società datrice, per la gravità del comportamento extralavorativo lesivo del vincolo fiduciario tra le parti.
La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza sancendo che la legittimità del licenziamento.

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Lombardia, Cosa prevale tra la privacy e il diritto ad aprire una nuova finestra?

EDITORIALE

Avv. Gianni Dell’Aiuto

 

 

Il Tribunale di Roma è stato chiamato a decidere sulla richiesta di una signora che lamentava come la propria vicina, costruendo un balcone e aprendovi una porta finestra, oltre a violare le norme in materia di distanze condominiali, violasse la propria privacy, potendo “spiarla” tramite la nuova veduta all’interno della propria abitazione e, in particolare, nel bagno. La parte accusata si difendeva sostenendo come, viceversa, il balcone si trovasse in quella posizione da ben oltre vent’anni, al punto di chiedere la declaratoria di una servitù di veduta per usucapione.

Il tribunale, preliminarmente ha rilevato come nel caso, non si potesse parlare di veduta, bensì di finestra. La fondamentale differenza è che mentre la finestra permette la visione solo frontale, una veduta si configura soltanto nel caso in cui l’apertura realizzata, oltre che di vedere e guardare frontalmente, permette ad una persona di media altezza anche di affacciarsi e quindi di guardare in maniera laterale ed obliqua sul fondo altrui. Oltretutto, nel caso in esame, il nuovo manufatto serviva solo a dare maggiore aria e luce all’appartamento, ma non a mettere la testa fuori.

Da questa osservazione è stata operato un’attenta analisi ai fini del bilanciamento tra la privacy e il diritto a poter ampliare l’apertura della porta-finestra per avere più aria e luce. Il Tribunale ha concluso che debba prevalere il diritto ad utilizzare il bene comune per dare maggior luce, specialmente in considerazione dell’apposizione di una grata che impediva un eccessivo affaccio verso le finestre altrui.

Si tratta di una pronuncia che dovrà verosimilmente passare da altri gradi di giudizio ma, in casi analoghi, si dovrà tenere presente come la privacy debba in ogni caso essere tutelata e rispettata.

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Milano, #emoticons: il nuovo confine della diffamazione

EDITORIALE

a cura dell’ Avv. Gianni Dell’Aiuto

Il Tribunale di Verona è stato chiamato, addirittura con procedura di urgenza se l’utilizzo di un emoticon, le faccette che spopolano su tutti i device che abbiamo in tasca e di cui sembra non possiamo più fare a meno, possa configurare addirittura ipotesi di diffamazione, un reato punito nella sua forma “basic” con la reclusione fino a un anno.

Un utente di internet si è rivolto alla giustizia per ottenere la rimozione da un post di una faccetta che riteneva lesiva nei propri confronti. Il Tribunale ha accolto il ricorso e ordinato la rimozione e, inoltre, ha previsto una sanzione di € 1150,00 al giorno in caso di ritardo nel fare quel click

Dal provvedimento del Tribunale non è dato comprendere di quale emoticon si trattasse né quale fosse il tenore da intendersi o inteso nel commento, ma il Giudice ha sancito un importante principio che sicuramente troverà conferma anche in futuro.

Gli emoticon sono ormai, del resto, parte del nostro quotidiano e come tali del linguaggio. Come tali, ritiene il Tribunale, possono essere altamente lesivi della dignità e diffamatori, ovviamente, nel contesto in cui vengono utilizzati e chi ne è il destinatario. Nella fattispecie si è ritenuto che l’apposizione di un emoticon sia andata ben oltre l’esercizio del diritto di critica che potrebbe giungere anche ad essere pungente. Ma quando si superano determinati limiti, ecco che si può incorrere nelle conseguenze del codice penale.

Il provvedimento dovrà essere eventualmente confermato nel merito, ma è un ulteriore segno di come la tecnologi, ormai, non lasci più immune nessun settore della nostra vita.

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EDITORIALI

Milano, #iorestoacasa e disinformazione legale

Editoriale

a cura dell’ Avv. Gianni Dell’Aiuto

Circolano in rete alcuni audio in cui, anche qualcuno che si definisce avvocato, consiglia di non pagare l’ammenda che, da quanto viene riferito dalle voci, sembrerebbe possa essere irrogata sul momento da parte delle forze dell’ordine a chi viene trovato in giro, contravvenendo alle disposizioni del Decreto “Tutti a Casa”. Addirittura si “informano” i destinatari che, pagando l’ammenda, si diventerebbe pregiudicati e, in almeno uno di questi audio si fa presente che l’ammenda è una pena come l’arresto e l’ammenda, e non come la “contravvenzione” al codice della strada.

Evitiamo commenti, specialmente se questi audio, diffusi random, senza un minimo di accortezza e controllo, venissero davvero da avvocati, e proviamo a fare chiarezza.

PRIMO. A chi venisse fermato e non avesse un valido motivo per uscire di casa, le forze dell’ordine NON POSSONO IRROGARE AMMENDA, ma possono solo denunciarlo alla competente Procura della Repubblica per quanto di competenza.

SECONDO: Quanto sopra perché l’ammenda (così come la reclusione, l’arresto e la multa), sono pene che possono essere emesse solo da un Giudice penale al termine di un processo.

TERZO: A chi venisse fermato da Carabinieri, Polizia, Vigili Urbani, ben difficilmente verrà chiesta sul momento l’elezione di domicilio; gli operanti raccoglieranno le dichiarazioni e, successivamente, trasmetteranno gli atti alla Procura della Repubblica che svolgerà le attività necessarie ivi compresa, l’eventuale elezione di domicilio.

QUARTO: In quegli audio in cui si dice di non pagare l’ammenda (che non può essere emessa), si dice che verrà emesso un decreto penale di condanna. Non è detto che ciò accada, perché il procedimento potrebbe essere anche archiviato o il Pubblico Ministero potrebbe anche decidere di procedere con il rinvio a giudizio. Al Decreto penale ci si può opporre.

QUINTO: Chi ha lanciato questi audio sostiene che pagando l’ammenda si diventa pregiudicati. Già premesso che per l’emissione dell’ammenda occorre un processo (ordinario o mediante decreto penale), lancia segnali allarmistici decisamente eccessivi e dimostra di non prendere in considerazione, ad esempio, la sospensione condizionale della pena.

Non è questa la sede per fare una lezione di diritto penale, e ricordare agli autori degli audio che quelle al codice della strada cui sembra vogliano fare riferimento per cui è elevata immediatamente la sanzione non sono contravvenzioni ma violazioni amministrative (come ad esempio la guida con il cellulare).

Inoltre il professore Giovanni Maria Flick, già presidente della Corte Costituzionale, ha avanzato dubbi sulla costituzionalità della procedura che porterebbe ad un possibile arresto, ricordando che la falsità riguarda le dichiarazioni su generalità, stato civile e così via. Un provvedimento, almeno sul punto, e un’interpretazione che possono anche portare danno, tanto quanto un audio Whatsapp completamente sballato.

Si invita anche noi quindi tutti a fare attenzione ad audio e messaggi che arrivano sui vostri cellulari. Attenzione alla fonte e, se proprio volete avere certezze, chiamate un vostro avvocato di fiducia.

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Curiosità

Milano, “O mia bela Madunina che te dominet Milan”

 “O mia bela Madunina che te dominet Milan” con le parole di una famosa canzone scritta nel 1934 da Giovanni D’Anzi, l’Arciivescovo di Milano Mons. Mario Delpini si è recato privatamente tra le guglie del Duomo di Milano per un vis a vis con la Madonnina simbolo di Milano,  per una preghiera di intercessione per i Milanesi e tutta la Diocesi ambrosiana:  “una preghiera a Maria ai piedi della Madonnina nei giorni tribolati di questo coronavirus” chiedendo di confortare ” coloro che più soffrono nei nostri ospedali e nelle nostre case“, e di sostenere  “la fatica dei tuoi figli impegnati nella cura dei malati”; “infondi sapienza nelle decisioni”; “aiutaci a rifiutare le immagini di un Dio lontano,indifferente, vendicativo”; “non permettere che noi ci dimentichiamo di coloro che soffrono vicino e lontano per l’assurdità della guerra,l’ingiustizia della miseria”.

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CULTURA

SCUOLA, i 20 anni della legge 62

Legge 10 Marzo 2000, n. 62

” Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione

Compie oggi vent’anni la legge sulla parità scolastica e diritto allo strudio, e succede oggi in piena epidemia coronavirus, evento che ha messo in evidenza le criticità di un sistema non omogenio in termini di offerta sul territorio.

Le eccellenze hanno garantito la continuità delle lezioni, piattaforme per collegamenti in remoto efficali collegamenti internet, ma di fianco a queste eccellenze ci sono le scuole in difficoltà, scuole isolate, delle periferie, del profondo sud, non in grado di organizzare in tempi record piattaforme e collegamenti in e-learnig

Il Decreto del Presidente del Consiglio che ha esteso a tutta Italia la chiusura di tutte le  scuole, ed è lapalissiano come in tempo di crisi vengano colpite maggiormente le fasce più deboli, e anche il capitolo che riguarda scuole e formaione non fa alcuna eccezione.

Come sempre i periodi di crisi servono anche per riflessioni più profonte, e allora ci si chiede: ma non è che si sono persi 20 anni di buone occasioni e di opportunità di crescita?

RG

 

 

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Cronaca

Coronavirus : tutta la penisola è zona rossa

Video conferenza in questo momento del Premier Conte.

Stasera verrà firmato un nuovo decreto che andrà stasera stessa in Gazzetta Ufficiale ed esecutivo da domani mattina

Tutta Italia è zona rossa : #ioreatoa casa fino alla data del 03 aprile.  

Sospese a 3 aprile anche le chiusure di scuole e università

Ancora valide le stesse motivazioni ad oggi e l’autocertificazione, potranno circolare le merci e le persone potranno comunque andare a lavorare. La volontà è di non creare alcun blocco economico

Sono al vaglio anche richieste per sussidi economici. 

A breve la nomina di un supercommissario

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Cronaca

Italia, niente Festa della Donna 2020

Questo 8 marzo sarà gravemente ridimensionato in Italia per l’emergenza coronavirus e il decreto del 4 marzo.

La celebrazione più importante di ogni anno è la festa al Quirinale, ma anche questa cerimonia è stata bloccato su indicazione della commissione di garanzia dei sindacati così come lo  sciopero femminista del 9 marzo lanciato dal movimento Non Una di Meno al quale avevano anche aderito anche sigle sindacali. Lo Slai Cobas ha invece confermato la manifestazione.

Lo strumento dello sciopero ci viene sottratto ma, nonostante l’impossibilità di astensione dal lavoro salariato, non rinunceremo affatto a occupare le strade e le piazze in tutte le forme che saranno possibili, con tutta la fantasia e la moltiplicazione di pratiche e linguaggi di cui siamo capaci”, hanno risposto dal movimento. Saltano i cortei ma si scelgono “altre forme di visibilità, azioni diffuse, comunicazioni social, flash mob, campagne di protesta in streaming” dice all’ANSA per il movimento Giulia Siviero. In queste ore si stanno prendendo decisioni definitive, vista la situazione in fieri e il Dpcm di sole 24 ore fa, ma si va verso annullamenti ovunque dei cortei, “prima di tutto per senso di responsabilità”, per evitare di stare insieme in situazioni di sovraffollamento pur se all’aria aperta, anche se si ricorda, la stessa responsabilità non si è assunta davanti alla violenza “strutturale” che si esercita quotidianamente contro le donne.

E’ invece confermato il flashmob “Lo Sfruttatore sei Tu” a mezzogiorno in Piazza di Spagna perchè, dicono “non rinunciamo a occupare le piazze e a portare nelle strade la nostra rabbia, anche se in modo molto creativo”.

Una riflessione invece su questo momenti di crisi in cui le difficoltà del lavoro, la sospensione di asili e scuole ricade sempre sulle donne lavoratrici. restano sempre quindi di estrema attualità, i temi che portano in piazza le donne : femminicidi dalla conta infinita  – 14 morti dall’inizio dell’anno, 75 nel 2019, più le centinaia di casi di violenza – al gender gap economico senza dimenticare gli attacchi alle conquiste delle donne a cominciare dalla legge per l’interruzione di gravidanza

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Cronaca

Italia, niente Festa della Donna 2020

Non sarà un 8 marzo come gli altri quest’anno. La Giornata internazionale dei diritti della donna che da anni coincide con un giorno di ‘attenzione’ generale, allegra per la festa, mimose donate, cene fuori all’insegna della sorellanza, persino ultimamente collezioni di moda a tema giallo, rabbiosa per i cortei femministi, è pesantemente ridimensionata in Italia per l’emergenza coronavirus e per le misure di contenimento varate nel Dpcm del 4 marzo.

Il Quirinale ha dovuto annullare la cerimonia dell’8 marzo per la Festa della Donna. Ed è stato bloccato su indicazione della commissione di garanzia dei sindacati anche lo sciopero femminista del 9 marzo lanciato dal movimento Non Una di Meno al quale avevano anche aderito anche sigle sindacali. Lo Slai Cobas ha invece confermato la manifestazione.

“Lo strumento dello sciopero ci viene sottratto ma, nonostante l’impossibilità di astensione dal lavoro salariato, non rinunceremo affatto a occupare le strade e le piazze in tutte le forme che saranno possibili, con tutta la fantasia e la moltiplicazione di pratiche e linguaggi di cui siamo capaci”, hanno risposto dal movimento. Saltano i cortei ma si scelgono “altre forme di visibilità, azioni diffuse, comunicazioni social, flash mob, campagne di protesta in streaming” dice all’ANSA per il movimento Giulia Siviero. In queste ore si stanno prendendo decisioni definitive, vista la situazione in fieri e il Dpcm di sole 24 ore fa, ma si va verso annullamenti ovunque dei cortei, “prima di tutto per senso di responsabilità”, per evitare di stare insieme in situazioni di sovraffollamento pur se all’aria aperta, anche se si ricorda, la stessa responsabilità non si è assunta davanti alla violenza “strutturale” che si esercita quotidianamente contro le donne.

A Roma cancellato il presidio alla Regione Lazio, è confermato il flashmob “Lo Sfruttatore sei Tu” a mezzogiorno in Piazza di Spagna perchè, dicono “non rinunciamo a occupare le piazze e a portare nelle strade la nostra rabbia, anche se in modo molto creativo”. E il costo dell’emergenza ricade, è facile constatarlo in questi giorni, soprattutto sulle donne lavoratrici. Ma i temi che hanno portato in piazza le donne in questi anni, ultimamente sull’onda internazionale del #Metoo, restano di enorme attualità e al centro del senso dell’8 marzo: dalla conta infinita dei femminicidi – 14 morti dall’inizio dell’anno, 75 nel 2019, più le centinaia di casi di violenza – al gender gap economico senza dimenticare gli attacchi alle conquiste delle donne a cominciare dalla legge per l’interruzione di gravidanza