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CULTURA

TORNA IN LIBRERIA LA SILLOGE POETICA DI STEFANO LABBIA – “GLI ORARI DEL CUORE”.

TORNA IN LIBRERIA LA SILLOGE POETICA DI STEFANO LABBIA – “GLI ORARI DEL CUORE”.

La seconda edizione del libro che ha lanciato nel panorama poetico italiano il giovane autore romano Stefano Labbia, “Gli Orari del Cuore”, torna a grande richiesta con una seconda ristampa.

Prima raccolta di liriche del giovane scrittore, classe 1984, di origine brasiliana ma nato nella Capitale d’Italia, contiene poesie da lui composte tra l’adolescenza e la maturità.

Amore, satira politica, vita e città che hanno avuto un’importanza nella crescita dell’autore, si intrecciano in maniera perfetta e vengon da lui così soavemente descritte da risultare profonde e vivide agli occhi di chi legge.

Dicono di lui: “Con le sue composizioni, Stefano Labbia rende il sentimento del suo oscuro sentire – attorno a cui si affastellano brani di memoria, considerazioni e interrogativi continui – così

tangibile, da donare ogni volta parte di sé nelle sue liriche. Tutto tra apparizioni di luoghi, persone, natura incontaminata e paradisiaca, emozioni ritrovate o perdute per sempre, evitando qualunque forma di retorica, caratteristica dei poeti del millennio in cui viviamo.”.

La prefazione è a firma del poeta Alessandro Ebuli. La postfazione è firmata dalla Dott.ssa Sonia Luzi, Psicologa.

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Musica

Corso di Laurea in Musica d’Autore, uno spunto…

Il 25 gennaio del 1821 Charles Baudelaire pubblicò i suoi ‘Les Fleurs du mal’ (su carta) e nel 1914 Gabriele D’Annunzio realizzò ‘Cabiria’ (su pellicola). Tra questi due mondi si collocò, a partire dalla produzione di George Brassens, un ponte – che mancava -, quello dei cosiddetti “Cantautori” d’Italia e di Francia, un universo chiuso a queste due Repubbliche e a coloro che ne parlano gli idiomi e i dialetti vari. In Italia dal 1992 la Musica d’Autore è stata inserita, a partire dalle versioni più nobili stando alla Critica, nei testi scolastici (elementari; medie; superiori). A partire dal 2014, in via sperimentale, De André e gli altri sono stati inseriti nei manuali d’Italia di Letteratura Contemporanea.

Io credo sarebbe opportuno sviluppare la Ricerca accademica nella comprensione di questo fenomeno. Vorrei proporre una chiave di Lettura e/o di Ricerca del tutto spassionata: qual è il collegamento “ipertestuale” tra il Metal e Fabrizio De André? Dovrà pur esistere, si pensa da parte di tutti i fruitori, se i maggiori appassionati dell’uno o dell’altro genere si contaminano così spudoratamente nell’ascolto al tempo di Internet.

Presto detto: Rammstein, ‘Moskau’, featuring Tatu in particolare, con la visione del video originale (magari su YouTube), ancor più congeniale alla comprensione. E, con l’ascolto speculare di ‘Avrai ragione tu’ del Caparezza si potrà comprendere, per dirla coi suoi versi quanto: “Ogni cosa giusta rivela il suo contrario / e se non sei d’accordo / mi dispiace / per te”.

Tutto ebbe inizio con la Giovanna cantata da Cohen, e specularmente (come sopra) da Gaetano. Nel Medio Evo furono inventate, in Francia, metodologie di gestione “comunista” (meramente socio-economiche) di un Regno. Il Delfino e la Pulzella, per chi conosce la Storia. Affinità elettive d’amorosi sensi, assolutamente casti eppur non privi di erotismo. Da allora si svilupparono dei canti, tutti ripresi (i migliori extra-discografia) da “Faber”, da “Leonard” (Cohen) e appunto da George, Brassens. Mentre la musica d’Autore è l’incontro del mondo dei Poeti Maledetti con questi canti di strumenti a corda, il “Metallo” è l’incontro tra la decadenza della musica lirica politica e la più assoluta vivacità del Rock. Lo si può intuire da “Moskau”. Ma chi raggiunge la “purezza” nei versi e nel suono? Soltanto i Mägo de Oz, sconosciuti fuori dalla Penisola Iberica, non a caso la regione più vivace quanto a gioventù impegnata sia dell’Europa, che del Mediterraneo, che dell’Emisfero occidentale.

Lorenzo Proia

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CULTURA

I “Dracula”, i Borgia, i Tudor e le origini europee

La Modernità si fa solitamente coincidere con lo sbarco del genovese Cristoforo Colombo nei Caraibi, avvenuto nell’ottobre del 1492, una data significativa che nella logica dei calendari, delle date, ha pieno significato. Logica delle date in cui noi occidentali siamo maestri, partendo da un qualcosa di così “esoterico” quale il nostro attuale ’20 dei nuovi Anni Venti, il Venti di un nuovo Millennio che si basa su calcoli la cui stessa Chiesa Cattolica ha già ammesso (ufficialmente, e da tempo) sia essere errati nell’anno (due in più) rispetto alla sua verità, in cui è ammesso e riconosciuto dalla Tradizione cattolica essersi ripresi nel giorno della nascita di Jesus ai Saturnali romani (il Cristo sarebbe stato un Pesci), come chiunque ormai sa e, dulcis in fundo, al principio di questo Millennio un certo Luigi Cascioli, un “pazzo scatenato”, auto pubblicò la sua “Favola di Cristo” in cui dimostrò, niente di meno, che la non esistenza di Gesù di Nazareth quale personaggio storico su questa Terra, includendo questa dimostrazione nella la tesi che l’intero prodotto biblico sia stato scritto a più riprese “a tavolino” – libro al principio del Duemila fortemente pubblicizzato sui giornali italiani e oggi distribuito dalla figlia.

Certamente Mitra, Zoroastro, Eracle, Deucalione, Pirra, Prometeo, Baal, l’Ercole latino e le stesse figure di Alessandro e poi di Giulio Cesare (e, perché no, di Cleopatra ed Antonio e discendenze dirette e indirette) rientrano in una logica curiosamente affine ai messaggi biblico-evangelici. Stessi miti, stesse forme, stesse storie descritte dai cronisti, diverse però le conclusioni. Si parla poi spesso di un Cristo andato in India e lì morto anziano, e non a 33 anni come Alessandro Magno… certo… in India come Eracle, come Dioniso, come appunto il Macedone o, semmai, come il sangue dell’afghana (e rossa) Roxane, di Seleuco, di Chandragupta, della bionda (metà greco-macedone, metà araba, ovvero della Penisola) Cleopatra e di Cesare (e Antonio) che sarebbe proseguito in eredi del sub-continente a sud dell’Afghanistan himalayano che per decenni e secoli si diedero questi titoli, di Cesare, di Alessandro, anche molti secoli dopo, in India, con imperi vastissimi e assai occidentali.

Quando la Storia fallisce (le Idi di Marzo), nasce la leggenda frustrata. La favoletta sempre attuale della Maddalena è proseguita sino al famoso “Codice da Vinci” (è buona per tutte le stagioni) poi va detto s’è arenata una volta per tutte. La storia invece era quella di Cesare: il titolo di “Cesare” non lo portavano solo (indegnamente) i tiranni di Roma, fu in voga in India (ne ho già parlato), a Istanbul (tutti i sovrani ottomani sin da Mahmet II, Maometto II), a Mosca, a Vienna, a Berlino… in epoche diverse, con un’escalation nel mondo “bianco e cristiano” sino a quando dopo il Congresso di Berlino ciò che rimaneva del Cesarismo non si suicidò in Africa – il nostro ‘bel suol d’Amore’ dell’11 – trascinandosi a spron battuto, gioco-forza per l’Economia, l’Industria e la Finanza – i loro ‘bund tedeschi’ – nel massacro del Primo conflitto mondiale del ’15-18 alla prima buona scusa da accampare, il bravo anarchico di turno. E da allora direi che a dar retta a quel messaggio, dall’11-18, stiamo vivendo l’Apocalisse raccontata nella “Favola” di cui ci narra Cascioli. Sempre da allora, diciamo dal ’18-21, si cercano soluzioni, nel mondo cristiano, in particolare quello cattolico e quello ortodosso, i più legati ai Miti reali già elencati, per non finire come il Titanic, o magari salvare almeno equipaggio e passeggeri (stando agli Scienziati a cui si dà retta solo per una 16-17enne handicappata che neppure si è diplomata abbiamo 30 anni di vita davanti a noi ben che ci vada).

Dopo la grande era cristiana del Cristianesimo “in quarantena” e “innocuo” ma della società “rozza e primitiva” venne il tempo di replicare alla Civiltà, all’Islam. Ma a partire dalla Terza Crociata (capitanata da Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto) quell’embrione di Europa unita – non suddita di un Re a capo di una sola etnia, come con Carlo Magno (poi ci riprovarono Napoleone e Hitler) bensì francamente (termine non casuale, of course) federata – si rese conto di essere sbagliata, imperfetta, incompleta (nonché perdente). Allora Salad ad-Din costrinse gli eredi di Roma e di Atene a una totale rivisitazione di ciò che poteva essere una “radice”.

Noi chiamiamo tutto ciò Umanesimo e poi Rinascimento. Poi, fallito quel sogno-processo con la Restaurazione, lo abbiamo ri-chiamato vagamente Risorgimento e “Anni Venti”, qualcosa di circoscritto – anche geograficamente – attorno a Gabriele D’Annunzio. Il principio è il medesimo. Si devono studiare le famiglie, le grandi famiglie dell’epoca d’oro: la famiglia Tépes, la famiglia Borgia, la figlia Tudor, che meritano tanta attenzione cinematografica dal colto e accademico mondo della Gran Bretagna e degli Stati Uniti d’America.

L’importante è intendersi: Modernità significa rovesciamento della logica Gesuitica. Questo lo si era sempre detto sino alla post-modernità. Sino ad Auschwitz, sino a Hiroshima, sino a Nagasaki, sino alla Rivoluzione di Teheran, sino al Muro di Berlino e sino alle Torri Gemelle.

E oggi? Cosa significa post-modernità? Chiaro il “post”, meno la modernità che si presuppone rimanere, mutata, se il lessico significa qualcosa. Cosa è oggi, moderno? Concesso che quel che sia contemporaneo, rivoluzionario dunque (giacobino, volendo), ce lo dicono milioni e milioni di giornali online. Per me la modernità si esprime nella ricerca della spiritualità attraverso la Natura. È indubbio che San Francesco (e siamo giunti sino a un Papa) avesse una linea a riguardo. Io preferisco il mito scottiano di Robin Hood e dello scomunicato Riccardo Cuor di Leone, che morì da eretico. Non si può tuttavia sviluppare a lungo un confronto fra queste due linee, semplicemente perché tanto San Francesco quanto Papa Francesco, sono “eretici” se il Cristianesimo ha un senso. E Salvini lo sa. Bravo Matteo.

Questa è la mia risposta (democratica, con rispetto e amore) al libro di Bergoglio su Satana, il Populismo e la Democrazia.

Lorenzo Proia
Ricercatore, Giornalista e Storico

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CULTURA

“Psicologia delle Folle” da Gustave Le Bon a Giuseppe Conte

Nel 1895 Gustave Le Bon nel libro “Psicologia delle Folle” scriveva: «L’annullamento della personalità cosciente, predominio della personalità inconscia, orientamento determinato dalla suggestione e dal contagio, dei sentimenti e delle idee in un unico senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite, tali sono i principali caratteri dell’individuo in una folla. Egli non è più sé stesso, ma un automa diventato impotente a guidare la propria volontà».

E’ forse il fenomeno a cui stiamo assistendo in questi giorni? Questo fenomeno riguarda più la pandemia da virus? la pandemia da impellente crisi economica?

Non è che stiamo “trasformando in atti le idee suggerite” ? Non siamo “vittime dell’annullamento della personalità cosciente” ?

Sicuramente siamo chiamati una prova importante, la nostra generazione non è stata abituata a gestire emergenze di questo genere. Ma principalmente non è in grado di gestirla la nostra classe dirigente. Occorre sicuramente prestare attenzione sul diffondersi di questa epidemia, ma basta trattati medici qualunquistici se si tratta di un’influenza o della peste, basta doversi preoccupare del calcio, basta riscoprirci tutti fautori del Made in Italy, dell’orario di chiusura di bar o dei musei quando fuori dagli ufficio immigrazione delle questure stanziano accalcati per ore uomini e donne non curanti di adottare alcun sistema di prevenzione, basta nascondersi dietro al virus, preoccuparsi di marginalità rispetto al vero problema: se arriviamo oltre il numero critico di pazienti le strutture ospedaliere non saranno in grado di curarli.

E mi rifaccio ancora a le Bond che scriveva : “Lfolla è un gregge che non può fare a meno di un padrone”

Chi è alla guida del nostro paese, dopo più di quindici giorni dall’inizio di questa epidemia, ha deciso di fare un drammatico discorso alla nazione in diretta facebook, per dare dati agghiaccianti, per autocelebrare i provvedimenti presi, invitando ad unirsi come è accaduto dopo la tragedia del ponte Morandi. Dimenticando di ringraziare il personale medico e paramedico, che oltre ad essere obbligati a turni massacranti sono anche la categoria che ad oggi conta il maggior numero di contagi.

E allora occorre lascia perdere ogni valutazione politica, occorre che tutti ci si impegni verso l’obiettivo comune, occorre un forte senso di responsabilità comune che forse è mancato, occorre perseguire l’obiettivo più importante che il contenimento dell’epidemia, che per fortuna (?) ha colpito Regioni come Lombardia e Veneto che hanno da subito dimostrato capacità di gestione della crisi. I conti si faranno dopo. “Tutti insieme ce la potremo fare”

#tuttiinsiemecelapotremofare

 

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Musica

Incontro internazionale delle bande musicali in vaticano

Il prossimo mese di Aprile, Sabato 18 e Domenica 19 2020,  si terrà a Roma nella Città del Vaticano un un’incontro internazionale delle bande musicali.  L’evento organizzato dall’associazione ANBIMA NAZIONALE e dal VATICANO, prevede due giornate molto intense per tutte le bande che parteciperanno a questo maxi raduno internazionale. 

Sabato 18 Aprile 2020  dalle ore 15.00 sfilata delle bande musicali in Via della Concordia

Dalle ore 18.00 alle ore 19.00 concerto delle bande musicali in Piazza San Pietro.

Domenica 19 Aprile 2020 (Domenica della Divina Misericordia)

Ore 10.30 Santa Messa in Piazza San Pietro presieduta da PAPA FRANCESCO con la partecipazione delle bande musicali presenti.

Un grande evento musicale e culturale. La musica unisce! A.L.

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CULTURA

Muore il poeta nicaraguense Ernesto Cardenal

Il prete è morto a 95 anni di arresto respiratorio, in un ospedale di Managua.

Il poeta e sacerdote nicaraguense Ernesto Cardenal è morto questa domenica (02.03.2020) a causa di un arresto cardiaco, dopo essere stato ricoverato in ospedale per problemi respiratori derivanti da una diffusa scompenso, ha detto il suo assistente. Aveva 95 anni.

Il cardinale è morto alle 15:10 ora locale (22:10 CET), ha riferito Luz Acosta, il suo assistente personale per 40 anni. “Il nostro amato poeta ha intrapreso il suo processo di integrazione nell’universo, con la più grande intimità con Dio”, ha detto.

“È morto oggi, siamo partiti in assoluta pace, non ha sofferto dolore”, ha aggiunto.

Bosco Centeno, un caro amico del poeta e membro della comunità dell’isola di Solentiname, nel sud del paese, ha dichiarato che l’autore di “Salmi” e “Epigrammi” è stato ammesso un paio di giorni fa in un ospedale nella capitale a causa di un problema cuore.

Dopo un servizio religioso nella Cattedrale di Managua, la capitale del paese, i funerali del Cardenal si terranno a Solentiname, isola del Grande Lago del Nicaragua, dove lo scrittore, teologo e scultore fondarono una comunità di contadini, pittori e poeti, nel Anni ’70, che supportava i guerriglieri del Fronte sandinista. Il cardinale è nato nella città di Granada nel 1925 e si è distinto come uno dei più grandi intellettuali del Nicaragua. Promotore della Teologia della liberazione, ha scritto poesie famose come “Zero Hour”, “Prayer for Marilyn Monroe” e, più recentemente, “Cosmic Canticle”, “New Heaven and New Earth” e “This World and Another”.

Per il suo sostegno alla rivoluzione sandinista (1979-1990), durante la quale fu Ministro della Cultura, fu sanzionato da Papa Giovanni Paolo II, insieme ad altri tre sacerdoti che sostenevano quel movimento. Tuttavia, lo scorso febbraio Papa Francesco ha sospeso la sanzione, consentendogli di riorganizzare l’Eucaristia.

Da parte sua, il governo del Nicaragua ha rilasciato una dichiarazione in cui ha annunciato tre giorni di lutto nazionale per la morte del poeta. Negli ultimi anni, il cardinale ha accusato pubblicamente il presidente, Daniel Ortega, di aver trasformato il Nicaragua in una “dittatura”.

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CULTURA

Coronavirus, il nostro nemico è il panico?

Coronavirus, il nostro nemico è il panico qualcos’altro?
 
di Roberto Malini

 

Molti politici e personaggi pubblici affermano che il panico sta producendo più danni del virus. Si riferiscono all’economia e non comprendono come anch’essa sia legata alla reale situazione socio-sanitaria del paese. Sinceramente quando parlo con la gente non noto panico, ma coraggio e solidarietà. Il vero nemico non è la preoccupazione della gente, ma il coronavirus, che richiede serie misure di contenimento e precauzioni da parte di tutti, visto che è altamente contagioso. Il nostro paese ha peccato di presunzione e non ha adottato le procedure idonee a ridurre il numero dei contagi, così ci troviamo ad avere oltre 1500 malati e un numero di vittime impressionante: 34 persone. Ora è tempo di lavorare per la salute della cittadinanza, senza diffondere ottimismo a tutti i costi, perché sottovalutare la patologia, paragonarla a un raffreddore significa indurre la popolazione a comportamenti imprudenti. Bisogna essere informati e comportarsi con le necessarie cautele sanitarie, perché far finta che il virus non ci sia non ne riduce i drammatici effetti. Tutti noi dobbiamo essere attenti e forti. Ridurre i rischi di contagio e rallentarne la diffusione, augurandoci che istituzioni e autorità non commettano più errori e che sia sviluppata una cura o, più probabilmente, un vaccino accessibile a tutti. Pare che Israele sia molto avanti, in questo senso, ma ovviamente dobbiamo attendere un po’ di tempo prima che il vaccino sia nelle farmacie. Quindi abbiamo il dovere di restare uniti, solidali e responsabili, in attesa della fine di questa minaccia.


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CULTURA

Diocesi di Novara, si aprono le celebrazioni di Quaresima dopo lo stop per il coronavirus

Nella Diocesi di Novara, da questa Domenica 1 Marzo 2020, sono riprese le celebrazioni di Quaresima con la presenza dei fedeli, seppur restando ad alcune regole per la prevenzione contro il coronavirus: non c’è il gesto dello scambio di pace, la Comunione si può ricevere solo sulle mani, e le acquasantiere vuote.

Questa sera ho partecipato alla Celebrazione Eucaristica nella Parrocchia di Sant’Antonio Abate di Castelletto Ticino (NO), la chiesa era colma di fedeli, molti provenienti dal confine Lombardo, infatti la Celebrazione Eucaristica presieduta dal vicario parrocchiale don Alberto Brentegani è stata concelebrata da don Giorgio Longo vicario parrocchiale di Sesto Calende.

Nell’omelia don Alberto ha parlato di questi giorni recenti, avevamo la necessità di riavvicinarci a Dio in quanto il virus può essere debellato con la preghiera e con lo stare insieme, Dio unisce, la presenza significativa di molti fedeli è il risultato che l’ansia di questi giorni sta finendo. Troppo spesso siamo tentati da fatti che esistono, ma nello stesso tempo non sono così catatstrofici, la Parola di Dio di questa Domenica ci pone davanti a un Dio che viene tentato, anche noi Cristiani siamo stati tenti in questo periodo, tentati nel correre a spese folli ed inutili nei grandi centri commerciali. Tentazioni che devono essere superate nel saper stare insieme e lo stare insieme ci rafforza, rafforza lo Spirito di fraternità.

Sotto riporto il comunicato ufficiale di Sua Eccellenza Mons.Franco Giulio Brambilla, Vescovo della Diocesi di Novara. A.L.

 «Questo tempo sia il tempo per rimettere in ordine la nostra vita. Le nostre relazioni, le nostre priorità, il nostro rapporto con Dio. Vi invito a pensare a tre punti, tre cose che giudichiamo veramente importanti». Quasi un esercizio, un compito di introspezione e discernimento. E’ la proposta che ha fatto il vescovo Franco Giulio questa mattina nella messa della prima domenica di Quaresima, e prima celebrazione dopo la sospensione durata una settimana per i provvedimenti contro il diffondersi del Coronavirus.

Una ripresa del rito, del celebrare insieme e dell’incontrarsi attorno all’Eucaristia, che idealmente ha unito tutte le comunità parrocchiali della diocesi di Novara, dalla Bassa Novarese all’Ossola, con il gesto dell’imposizione delle ceneri, che era stato sospeso lo scorso mercoledì. Per il vescovo, se sempre la Quaresima è  il tempo che la liturgia vuole destinato al ritorno all’essenziale della fede e della “vita buona”, questa Quaresima 2020 lo è ancora di più proprio perché i giorni che l’hanno vista avviarsi sono stati segnati dalla restrizione del vivere sociale, «mostrandoci – ha detto il vescovo – come spesso quello che diamo per scontato non lo sia».

Ecco, allora, l’invito di mons. Brambilla, che ha al centro proprio l’attenzione alla relazione, al rapporto con gli altri: «misuriamo le nostre parole. Ancora di più in questo tempo dove attraverso le parole si alimentano le paure, dove sui mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione possono correre spinte depressive».

«Mi sembra quasi che oggi abbiamo pregato meglio insieme»,  è stato il commento a celebrazione conclusa, sottolineando proprio come il periodo “forzato” di sospensione dei riti possa aver aiutato in questo cammino personale nel ritrovare l’essenziale e l’importante. Con un ulteriore invito conclusivo: «continuiamo a pregare, per i malati e gli anziani. E per il personale medico che tanto sta facendo in questi giorni».

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Musica

Lucio Dalla ricorrono otto anni dalla scomparsa

Otto anni fa, era il pimo Marzo del 2012, veniva a mancare il grande cantautore Lucio Dalla. Fa notizia e tiene banco in questi giorni tutto ciò ch riguarda il Coronavirus… ma non dimentichiamooci dei grandi della musica italiana.

Lucio Dalla il 28 Febbraio 2012 aveva tenuto un concerto in Svizzera a Montreux, a stroncargli la vita fu un infarto, la notizie della sua scomparsa giunse la mattina del primo Marzo a pochi giorni del suo 69° compleanno. Lucio Dalla era nato a Bologna il 4 Marzo del 1943, celebre la sua canzone proprio intitolata “piazza grande”.

Negli anni, il cantautore ha regalato al pubblico hit del calibro: “Caruso”, “Attenti al lupo”, “L’anno che verrà”, “Anna e Marco”, e molte altre celebri canzoni.

Una discografia che hanno accompagnato e raccontato l’Italia a partire dagli anni ’70 fino ai primi anni del 2000. Famosa una sua canzona che accompagnava un famoso spot pubblicitario di un auto: Il motore del 2000. . .

La sua città natale, Bologna, continua a ricordarlo con un bellissimo murales riportato sulla facciata della casa dove ha sempre vissuto, riccorrenze per rendere omaggio al grande Lucio Dalla sono organizzate in tutta Italia. A.L.

Lucio Dalla

 

 

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CULTURA

I VESCOVI LOMBARDI CHIEDONO ALLA REGIONE LOMBARDIA DI POTER CELEBRARE L’EUCARISTIA NEI GIORNI FERIALI

I Vescovi Lombardi riunitisi ieri, CEL (conferenza episcopale lombarda) hanno scritto alla Regione Lombardia il permesso di poter celebrare la Santa Messa con la presenza dei fedeli, quantomeno nei giorni feriali.

“Fermo restando la volontà di continuare a collaborare con le istituzioni, chiede alla Regione Lombardia, così come già possibile per matrimoni e funerali, di considerare la partecipazione alle Messe feriali dei cittadini cattolici lombardi, che a differenza delle celebrazioni festive non costituiscono una forma di assembramento”.

Seguono così le firme dei Vescovi Lombardi:

Mario E. Delpini – Arcivescovo di Milano
Francesco Beschi – Vescovo di Bergamo
Marco Busca – Vescovo di Mantova
Oscar Cantoni – Vescovo di Como
Maurizio Gervasoni – Vescovo di Vigevano

Daniele Gianotti – Vescovo di Crema
Maurizio Malvestiti – Vescovo di Lodi
Antonio Napolioni – Vescovo di Cremona
Corrado Sanguineti – Vescovo di Pavia
Pierantonio Tremolada – Vescovo di Brescia

vescovi lombardiIntanto, domani, Domenica 1 Marzo all’inizio della Quaresima Ambrosiana, l’Arcivescovo di Milano Mons.Mario Delpini celebrerà la Santa Messa alle ore 11.00 nella Cripta dei Canonici del Duomo trasmessa in via del tutto eccezionale da RAI3 in collaborazione con TGRLOMBARDIA.

L’iniziativa, che non ha precedenti, è nata per ottemperare alle misure emanate dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, di concerto con il ministro della Salute Roberto Speranza, in merito all’emergenza epidemiologica da CODIV-19.

Seppure in questa forma del tutto particolare – dettata dall’esigenza di tutelare la salute pubblica recependo le indicazioni delle autorità competenti – al momento della comunione tutti i fedeli saranno invitati a recitare la formula della Comunione Spirituale e al termine si svolgerà il rito dell’Imposizione delle Ceneri. A.L.