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Buoni Postali Fruttiferi Serie AA e 18 mesi: un disastro provocato dallo Stato.

Un Decreto dell’allora Ministro Vincenzo Visco cancellò un giusto provvedimento di Mario Draghi

Firenze, 9 Marzo 2020.
E’ oramai un’ecatombe. Ogni giorno in Aduc riceviamo numerose richieste da parte di beneficiari di Buoni Fruttiferi Postali delle Serie a Termine AA oppure delle Serie a 18 mesi che si accorgono di essere in possesso di titoli il cui diritto all’incasso è prescritto. Distratti? Negligenti? Non diremmo: i motivi ci sono, e di tutt’altro tenore. Vediamo l’origine del disastro.

All’approssimarsi dell’entrata in vigore dell’euro il 1 gennaio 1999 (banconote e monete arrivarono ad inizio 2002), anche le Poste prepararono i nuovi modelli di Buoni Fruttiferi. Allo scopo, il Ministero delle Comunicazioni emanò il Decreto 8 ottobre 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 240 del successivo 14 ottobre.
Il Decreto, firmato anche dall’allora Direttore Generale del Tesoro Mario Draghi, disciplinava le “Caratteristiche tecniche dei buoni postali fruttiferi in Euro”, ed al comma 2 dell’articolo 3 prevedeva: “All’atto di emissione del buono l’Agenzia postale appone sul verso del titolo (negli allegati contraddistinto da uno spazio in bianco, indicante “spazio riservato al tagliando dei rendimenti”, compreso nel riquadro centrale del verso) un tagliando indicante la serie, i rendimenti ed il periodo di prescrizione”.
In base al Decreto, i Buoni Fruttiferi iniziarono ad essere stampati con indicata sul retro, assieme ai riferimenti normativi dell’emissione, la dicitura: “I rendimenti sono riportati sul bollo apposto sul presente buono”. (vedi allegato 1).

Le nuove Serie a Termine AA e a 18 mesi furono invece istituite il 19 dicembre 2000, allorché fu emanato il Decreto del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica (ai tempi retto da Vincenzo Visco) disciplinante le “Condizioni generali di emissione di buoni postali fruttiferi ed emissione di due nuove serie di buoni”.
Il Decreto venne pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 27 dicembre 2000 ed entrò in vigore il giorno successivo. Si tratta di un Decreto molto importante, che ha introdotto numerose modifiche alla disciplina normativa dei Buoni Fruttiferi ancora oggi in vigore.
Purtroppo, all’articolo 9 (Abrogazioni) fu sciaguratamente disposto che “A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto è abrogato
(…)
il Decreto 8 ottobre 1998 del segretario generale delle comunicazioni di concerto con il direttore generale del tesoro recante “Caratteristiche tecniche dei buoni postali fruttiferi in euro” limitatamente all’art. 3, comma 2, seconda parte, dalle parole “All’atto di emissione del buono ….” alle parole “… ed il periodo di prescrizione”.

In parole povere, fu abrogata l’indicazione sui Buoni Fruttiferi dei rendimenti e della scadenza dei Buoni Fruttiferi.

Da qui l’origine del disastro cui quotidianamente assistiamo. Un disastro che vede un numero enorme di persone scoprire che gli importi loro spettanti sono prescritti. Un aspetto inquietante è che tutto ciò è stato provocato da norme emanate dallo Stato, e per di più riguardanti ciò che rappresenta Debito Pubblico. L’articolo 5, comma 3, del Decreto Legge 30 settembre 2003, n. 269 convertito, con modificazioni, dalla Legge 24 novembre 2003, n. 326 ha infatti sancito la trasformazione in società per azioni della Cassa Depositi e Prestiti, che è l’emittente dei Buoni Fruttiferi. La trasformazione ha comportato il trasferimento di tutti Buoni Fruttiferi Postali emessi fino al 13 aprile 2001 al Ministero dell’Economia e delle Finanze e la contestuale loro equiparazione a tutti gli effetti ai titoli del Debito Pubblico. Insomma, lo Stato ha previsto la consegna ai sottoscrittori di titoli che rappresentano Debito Pubblico senza che su questi fossero riportate le condizioni
economiche e la scadenza, e prevedendo fosse sufficiente la consegna del foglio informativo. Peggio ancora, non si sono tenute nella giusta considerazione le particolari caratteristiche dei Buoni Fruttiferi cartacei: l’età media elevata dei sottoscrittori, l’enorme diffusione tra i risparmiatori, le modalità di vendita agli sportelli postali, la loro durata pluriennale, i beneficiari spesso non coincidenti con i sottoscrittori (tipico il caso del nonno che li intesta al figlio ed al nipote appena nato).
Siamo in grado di mostrare anche come era previsto fossero emessi i Buoni Fruttiferi in euro. In questo caso è stata applicata una norma abrogata poco prima, e si comprende come il Decreto del 1998 precedente fosse giusto e come sia stato assurdo abrogare le indicazioni. (vedi allegato 2)

Cosa fare? L’Arbitro Bancario Finanziario, tramite il proprio Collegio di Coordinamento, ha sancito dei requisiti molto stringenti per il rimborso: “La mancata consegna al sottoscrittore al momento dell’acquisto dei buoni del Foglio Informativo non impedisce all’intermediario di eccepire, allorché ne venga richiesto il pagamento, l’intervenuta prescrizione. Resta salva la possibilità, in presenza di idonea domanda e ricorrendone le necessarie condizioni, di stigmatizzare l’omissione dell’intermediario sotto il profilo della responsabilità precontrattuale e/o dell’inadempimento, valorizzando la mancanza di trasparenza e l’inottemperanza al dovere di informazione e ponendo ciò a confronto con l’indubbia negligenza dell’investitore”. Occorre di conseguenza impostare correttamente il reclamo ed il successivo ricorso, altrimenti è opportuno rivolgersi ad un Giudice e non all’Abf.

Un discorso a parte è dovuto per i Buoni stampati secondo le indicazioni del primo Decreto Ministeriale, poi abrogato. Nelle Agenzie postali si sono usati fino ad esaurimento delle scorte, e l’indicazione “I rendimenti sono riportati sul bollo apposto sul presente buono” rappresenta un notevole punto a favore. Secondo la sentenza di Cassazione a Sezioni Unite 15/06/2007, n. 13979, il collocamento dei buoni dà luogo alla conclusione di un accordo negoziale tra emittente e sottoscrittore e, nell’ambito di detto accordo, l’intermediario propone al cliente e quest’ultimo accetta di porre in essere un’operazione finanziaria caratterizzata dalle condizioni espressamente indicate sul retro dei buoni oggetto di collocamento, i quali vengono compilati, firmati, bollati e consegnati al sottoscrittore dall’ufficio emittente.
In poche parole, viene sancito il principio secondo cui vale ciò che è riportato dalle condizioni presenti sul Buoni Fruttifero, e niente altro.
Quell’indicazione “I rendimenti sono riportati sul bollo apposto sul presente buono” risulta fuorviante per il portatore il quale senza l’indicazione dei rendimenti non è messo un grado di conoscere la scadenza, e senza la scadenza non può essere consapevole del termine entro il quale incassare i Buoni per evitare la prescrizione del proprio diritto.
Per tali Buoni, quindi, vediamo maggiori possibilità di riuscita.

1 – Allegato: https://www.aduc.it/generale/files/file/newsletter/2020/bollotimbro.png
2 – Allegato: https://www.aduc.it/generale/files/file/newsletter/2020/bbb_1.png

Anna D’Antuono, legale, consulente Aduc

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British Airways e Easyjet tagliano i voli per il nord Italia

British Airways e Easyjet tagliano i voli per il nord Italia

 

British Airways e Easyjet hanno annunciato questa mattina la cancellazione dei loro voli da e per Milano Malpensa, Linate, Bergamo,Venezia e Verona sulla scia della raccomandazione negativa di viaggio in tutta la Lombardia e nella quattordici province isolate dal decreto del governo Conte formalizzato ieri dal Foreign Office britannico. Le compagnie di bandiera inglesi hanno inoltre confermato il taglio di una parte dei collegamenti col resto d’Italia per il calo delle prenotazioni. Per tale ragione, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” consiglia di controllare sui siti ufficiali degli aeroporti e di British Airways e Easyjet lo stato del vostro volo per restare indenni.

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Aduc, Governo. Sanità affossata?

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Alitalia: stop voli su Malpensa. Da Linate si potrà volare ma solo nei confini nazionali

Alitalia: stop voli su Malpensa. Da Linate si potrà volare ma solo nei confini nazionali. Le misure sono state prese per far fronte al calo dei passeggeri

Alitalia ha predisposto un piano di ridimensionamento dei voli da e per gli aeroporti di Milano Linate, Malpensa e Venezia, che si aggiunge alle misure dei giorni scorsi per il calo dei passeggeri dovuto alle misure restrittive. La compagnia aerea precisa che i provvedimenti sono stati adottati in seguito al Decreto del Presidente del Consiglio odierno con le nuove misure di contenimento della diffusione del Coronavirus (Covid-19). Nel periodo indicato dal Decreto delle autorità italiane, quindi fino al 3 aprile, la compagnia effettuerà le seguenti modifiche: da Milano Linate verranno operati, da domani, solo collegamenti nazionali, con una riduzione di frequenze sulle rotte servite, mentre le destinazioni internazionali saranno raggiungibili con i voli via Roma Fiumicino; da Milano Malpensa, con decorrenza 9 marzo, sarà sospesa l’attività dopo l’arrivo del volo da New York AZ605, con atterraggio previsto alle 10.40; infine, da Venezia la compagnia continuerà ad operare con un numero minore di frequenze i collegamenti da/per Roma. I passeggeri coinvolti nelle cancellazioni, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, potranno modificare gratuitamente le loro prenotazioni sui voli confermati o richiederne rimborso secondo le modalità indicate sul sito alitalia.com.

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Truffe online: l’allerta della Polizia per e-mail che sfruttano l’epidemia

Truffe online: l’allerta della Polizia per e-mail che sfruttano l’epidemia. In particolare i truffatori fingono di fare parte delle autorità sanitarie e offrono mascherine e prodotti igienici a prezzi bassi. I cittadini britannici sono già stati imbrogliati per 800’000 sterline

 

La Polizia britannica nella lotta senza quartiere contro il crimine online e le miriadi di frodi che possono accadere a chiunque possieda un dispositivo connesso ha emesso un’allerta: attenzione alle truffe via e-mail legate al coronavirus. Proprio nei giorni scorsi i truffatori sono già riusciti ad estorcere 800’000 sterline ai cittadini. I truffatori online sono stati agili ad abusare della situazione di emergenza dovuta all’epidemia di coronavirus. Ci sono infatti state diverse segnalazioni, nel Regno Unito, di e-mail false e truffe realizzate in modi diversi. In alcuni casi i truffatori si sono finti operatori dei “Centers for Disease Control”, le autorità sanitarie ufficiali, per far abboccare le persone. Per questo motivo, il National Fraud Intelligence Bureau (NFIB) ha emesso venerdì un avviso urgente per contrastare le truffe online, dopo aver identificato 21 casi diversi di frode legati al coronavirus nel mese di febbraio. Dieci di queste hanno coinvolto vendite false di mascherine, che in realtà non vengono mai consegnate. Altre frodi riguardano delle e-mail che sembrano provenire da organizzazioni affiliate all’Organizzazione Mondiale della Sanità. In queste e-mail, i truffatori affermano di essere in grado di fornire una lista di persone infette vicino alla zona dell’utente, che per accedervi, deve cliccare un link che porta ad un sito web pericoloso. Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, per evitare qualsiasi tipo di problema è necessario seguire i consigli delle autorità è di non cliccare su link o allegati sospetti e di non rispondere mai a messaggi e chiamate non richieste che richiedono dati personali. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare tempestivamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.

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Coronavirus: esplode il commercio digitale

Nel corso del mese di febbraio c’è stata un’impennata del commercio elettronico con le vendite che sono aumentate del 17,5% rispetto al febbraio 2017, in contemporanea c’è stato un lieve decremento per la grande distribuzione e un aumento dell’1,6%  per le imprese che operano su piccole dimensioni

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Maxi richiamo Toyota da 1.8 milioni di auto: problemi alla pompa del carburante

Maxi richiamo Toyota da 1.8 milioni di auto: problemi alla pompa del carburante. Un primo richiamo, effettuato a gennaio, ha coinvolto 700’000 auto. L’azienda ha ora aumentato il numero a 1’800’000 di veicoli tra Toyota e Lexus

 

Toyota ha rettificato il richiamo che aveva effettuato a gennaio, aumentando il totale di veicoli coinvolti da 700’000 a 1,8 milioni. Si tratta di vetture vendute sul mercato statunitense, la compagnia ha deciso di agire dopo aver ricevuto 66 segnalazioni di malfunzionamento e oltre 2’000 richieste di intervento. Le automobili coinvolte dal richiamo sono dotate di una pompa del carburante difettosa che potrebbe smettere di funzionare. Nel caso ciò dovesse accadere, oltre all’accensione di diverse spie, anche il motore potrebbe rimanere coinvolto e bloccarsi. Ciò sarebbe in grado di causare uno stallo del veicolo. Una tale situazione, durante una guida a velocità elevate, potrebbe aumentare il rischio di incidenti. I proprietari dei veicoli che non erano stati inclusi originalmente nel primo richiamo di gennaio saranno informati entro l’inizio di maggio. I concessionari Toyota e Lexus sostituiranno la pompa del carburante a tutte le vetture coinvolte, senza alcun costo per i clienti. La lista dei modelli coinvolti

Lexus LS 460 dei modelli realizzati tra il 2013 e il 2015;

Lexus GS 350 dei modelli realizzati tra il 2013 e il 2015;

Toyota FJ Cruiser, Lexus IS-F dei modelli del 2014;

Toyota 4Runner, Land Cruiser; Lexus GX 460, IS 350, LX 570 dei modelli realizzati tra il 2014 e il 2015;

Lexus NX 200t, RC 350 dei modelli del 2015;

Lexus IS 200t, RC 200t dei modelli del 2017;

Toyota Sienna; Lexus RX 350 dei modelli realizzati tra il 2017 e il 2019;

Lexus GS 300 dei modelli del 2018;

Toyota Avalon, Camry, Corolla, Highlander, Sequoia, Tacoma, Tundra; Lexus ES 350, GS 350, IS 300, IS 350, LC 500, LC 500h, LS 500, LS 500h, RC 300, RC 350, RX 350L dei modelli realizzati tra il 2018 e il 2019. Nell’attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo “Sportello dei Diritti” ancora una volta anticipa in Italia l’avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate viene tempestivamente informato. È necessario, quindi, spiega Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai concessionari nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione. Al singolo proprietario, infatti, non costa nulla tale tipo di verifica e nel caso in cui la propria autovettura sia oggetto del richiamo, l’intervento previsto è a totale carico della casa automobilistica che dovrebbe fornire anche un’autovettura sostitutiva per il periodo necessario alla manutenzione straordinaria.

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Schegge di vetro tra la salsa pronta, Ministero della Salute segnala il richiamo

Schegge di vetro tra la salsa pronta, Ministero della Salute segnala il richiamo. Si tratta delle bottiglie di salsa da 330 grammi con il numero di lotto D304/19 a marchio IPER.

Il Ministero della Salute ha emesso un richiamo per le bottilie di salsa di pomodoro datterino da 330 grammi, con il numero di lotto D304/19 a marchio IPER, con data di scadenza 31-10-22 e 31-12-22, a causa della possibile presenza di vetro. La salsa pronta è prodotta da Bottega Di Sicilia srl con sede dello stabilimento a Vittoria, in provincia di Ragusa, alla C.da Capraro.  Dato il rischio per la salute che si corre, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” raccomanda tutti i clienti che hanno acquistato l’articolo a non consumarlo. La vendita è già stata bloccata e il prezzo sarà interamente rimborsato.

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Effetto coronavirus, voli da e verso l’Italia ridotti da Ryanair per 3 settimane

Effetto coronavirus, voli da e verso l’Italia ridotti da Ryanair per 3 settimane. La compagnia ridurrà fino al 25% il piano di voli a corto raggio da e verso l’Italia. Il Ceo: «La priorità è minimizzare i rischi per personale e passeggeri».

Effetti del coronavirus anche per Ryanair. La compagnia low cost ridurrà il piano di voli a corto raggio, principalmente da e verso l’Italia, fino al 25% per un periodo di tre settimane, a partire dal 17 di marzo fino all’8 di aprile. La decisione, spiega Ryanair in una nota stampa, è stata presa dopo il calo significativo delle prenotazioni ricevute per il periodo compreso tra marzo e inizio aprile, dovuto all’epidemia di Covid-19 che vede nella Penisola uno dei principali epicentri a livello globale. Al momento però, precisa l’azienda, è troppo presto per ipotizzare quali potranno essere gli effetti complessivi del coronavirus sull’utile d’esercizio per l’anno fiscale 2021. Tornando al presente, la compagnia non si attende invece che le attuali riduzioni possano avere un impatto concreto sui profitti dell’anno corrente. «La priorità in questo momento è quello di minimizzare ogni rischio per il nostro personale e i nostri passeggeri. Se da un lato le prenotazioni delle prossime due settimane sono piuttosto fitte, in quelle successive abbiamo riscontrato un netto calo», ha spiegato il Ceo del gruppo Michael O’Leary. Pertanto il consiglio di Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è di controllare sul sito ufficiale lo stato del vostro volo per restare indenni.  

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Coronavirus, italiani improvvisamente bloccati a New York

Coronavirus, italiani improvvisamente bloccati a New York. Cancellato un volo della American Airlines per Milano quando i passeggeri stavano per essere imbarcati. A causa della riduzione della domanda, American Airlines sta sospendendo le operazioni da e per Milano, Italia, New York (JFK) e Miami (MIA). I voli per Milano dovrebbero riprendere il 25 aprile. Sabato, Washington ha raccomandato ai cittadini statunitensi di astenersi dal visitare l’Italia e la Corea del Sud colpite dal virus, nonché autorizzato nuove restrizioni di viaggio sull’Iran tra timori del coronavirus

L’innalzamento al livello massimo dell’allarme per i viaggi nelle zone più colpite dal coronavirus compiuto dal governo americano sortisce il primo risultato: American Airlines ha sospeso fino al 24 aprile tutti i voli da e per Milano. Nelle maglie di questa decisione è rimasto impigliato un gruppo di italiani che ieri sera all’aeroporto JFK di New York si stavano imbarcando su un volo per Milano. L’equipaggio si è rifiutato di salire a bordo per paura del contagio, e a nulla sono valse le rimostranze dei passeggeri che sono stati letteralmente bloccati in fase di imbarco. A raccontarlo all’ANSA è un italiano, che stava rientrando in Italia assieme a un gruppo di connazionali. Il loro volo AA198 era in programma alle 18.05 (ora locale) con destinazione Milano Malpensa. Ad imbarco aperto, il personale di bordo ha fatto sapere che considerava rischioso compiere quel viaggio, trovando immediato appiglio nelle decisioni prese una manciata di minuti prima dalle autorità americane. A chi chiedeva informazioni, il personale ha spiegato a voce dei timori dell’equipaggio, senza però fornire soluzioni. American Airlines, inizialmente, ha opposto qualche resistenza ad ammettere che l’aereo non avrebbe mai toccato il suolo di Malpensa, ma dopo un’ora ha ufficialmente cancellato il volo. E non molto più tardi ha pubblicato una nota che avvisava della sospensione di tutti i voli da e per Milano fino al 24 aprile. Dopo una notte in albergo, alle 20.45 di oggi (ora locale), il gruppo passerà di nuovo i controlli di sicurezza dello scalo americano. Stavolta con la certezza di riuscire ad arrivare a destinazione: ad attendere in pista ci sarà un aereo di Alitalia. Finora, l’Italia, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha registrato oltre 1.000 casi di coronavirus, che rappresenta il numero più alto di persone infette in Europa. Il bilancio delle vittime nel paese è stato di 29. Nel frattempo, su scala globale, ad oggi, la malattia di coronavirus ha infettato oltre 85.000 persone, di cui 2.900 sono morte e quasi 40.000 si sono riprese.