Categorie
EUROPA & MONDO

Esteri. Da Taiwan al virus di Wuhan, non c’è bisogno di chi tace e acconsente.

Quando un analista si cimenta nell’esame degli effetti del CV19 sulle relazioni internazionali, deve sempre partire da due certezze assolute.

La prima è che nella storia recente del nostro pianeta la minaccia per la salute globale, l’economia, il commercio e il turismo a causa della possibile diffusione di malattie infettive non sono mai da escludere o diminuiti nel tempo.

La seconda è che le pandemie possono diffondersi rapidamente in tutto il mondo a causa della facilità con cui oggi si possono organizzare sia dei trasporti internazionali, sia gli spostamenti di chiunque voglia viaggiare nel pianeta.

Tra gli esempi più famosi vi sono la febbre spagnola del 1918, l’epidemia di sindrome respiratoria acuta grave (SARS) del 2003 e l’influenza H1N1 del 2009. In maniera intermittente, anche gravi epidemie regionali, come la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) nel 2012, l’Ebola nell’Africa occidentale nel 2014 e il virus Zika nell’America centrale e meridionale nel 2016. Oggi, la nuova forma di polmonite, emersa per la prima volta a Wuhan, nella Cina comunista, alla fine del 2019 e che da allora è stata classificata come malattia da coronavirus 2019 (COVID-19), ha causato in tutto il mondo, a oggi, secondo l’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) circa quattro milioni di positività al virus e più di 260.000 deceduti.

Al momento tutti s’interrogano e cercano di capire quali siano le origini del virus, ma una cosa è certa: il virus è partito dalla città di Wuhan e, se non si vuole cambiare, anche la storia dovrà essere ricordato per sempre come il “Virus di Wuhan” perché’ storicamente si è sempre fatto cosi.

Esempio triste, il nome del gas Iprite che fu usato come aggressivo chimico per la prima volta dai tedeschi, durante la Prima guerra mondiale, nel settore di Ypres (Belgio, 1917), città da cui prende nome. Sempre di quegli anni si ricorda l’influenza Spagnola che fu chiamata così, non perché veniva dalla Spagna, ma perché i primi a parlarne furono i giornali spagnoli. Infatti, la stampa degli altri Paesi, che era sottoposta alla censura di guerra, negò a lungo che fosse in corso una pandemia sostenendo che il problema fosse confinato alla Penisola Iberica. Negli anni passati si è parlato del contagio da virus Ebola che prende il nome di una zona del Congo, in cui fu scoperto nel 1976.

Non siamo in guerra e siamo nel terzo millennio, la Cina comunista e i suoi sostenitori, spesso impauriti dalle possibili ritorsioni, accettino almeno il nome “Virus di Wuhan o Virus Cinese” e non facciano propaganda ostinata al nome tecnico CV 19.

Gli “impauriti” sono stati oggetto della campagna cinese di “soft power”, purtroppo efficace anche in Italia, che persegue principalmente obiettivi sia interni al paese sia esterni verso l’opinione pubblica del resto del mondo.

In Cina il partito comunista vuole fa passare al suo popolo “che Pechino ha salvato il mondo dal coronavirus e che la comunità internazionale riconosce gli sforzi di Pechino per affrontare l’epidemia”.

All’estero Pechino tenta di far passare, verso l’opinione pubblica, la “super balla” che la pandemia non ha avuto origine a Wuhan, e di trasformare l’immagine della Cina comunista da quella di “untore” a quella di “salvatore” del mondo utilizzando la cosiddetta “diplomazia delle mascherine regalate insieme a qualche altra strumentazione ormai in esubero negli ospedali cinesi o ormai non di più di necessaria produzione” (ci regalano gli esuberi di magazzino!).

La pandemia tragicamente in corso ha fatto da ulteriore propellente al latente stato di conflitto USA – Cina comunista.  Dai propri alleati NATO, Washington si aspetta lealtà e lo fa capire chiaramente. Per chi si sente sotto pressione per la stagnazione economica e attacco” batteriologico”, infatti, l’atteggiamento attendista e impaurito di un “Amico Storico” e spesso debitore morale di libertà democratica (Italia in testa, basta andare al cimitero militare di Anzio o rileggere il piano Marshall) equivale esso stesso alla sconfessione dell’Alleanza Atlantica e del sempre dichiarato “Transatlantic Link” (legame transatlantico).

In queste ore, comunque, non si discute solamente della proposta d’inchiesta sulle origini del virus. Si rivolge, finalmente, anche un’attenzione importante al futuro.

Il 18 maggio, in video conferenza, l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS), ha organizzato una conferenza su come contrastare il virus. Altro tema che promette di infuocare lo scontro tra Cina e Stati Uniti, come se non bastasse quello sull’origine dello stesso, sarà infatti la partecipazione ai lavori di Taiwan.

L’OMS infatti su forte influenza di Pechino non riconosce Taipei e non consente l’integrazione dell’isola.

Per quanto riguarda l’ipotesi dell’incidente nei laboratori di Wuhan, molto sostenuta dall’intelligence USA tra qualche scetticismo e forti possibilità si sviluppano discussioni e si sentono pareri disparati secondo gli sponsor politici ed economici di chi prende posizione. È però certo che se Pechino intende intestarsi parte dei destini del mondo, deve pur confermare che ha la capacità di gestire le potenzialità tecnologiche acquisite soprattutto nel settore della bio-sicurezza e saper controllare i laboratori iper-specializzati come quello di Wuhan.

Per la situazione di contrasto con Taiwan c’è uno “stato di fatto” per cui Pechino, che non riconosce la sovranità di Taipei, considera l’isola una provincia da riunificare non tenendo per nulla in conto del fatto che ultimamente gli Stati Uniti hanno riconfermato che il loro impegno di contrasto dell’espansionismo politico, militare e territoriale del grande paese comunista anche nel Mar Cinese.

Tale attività di contrasto prevede anche il rinnovato sostegno alle legittime richieste taiwanesi in ambito internazionale e al governo democratico della Presidente Tsai.

La Repubblica di Cina, nome ufficiale di Taiwan, è considerata in tutto il mondo il modello nel contenimento dell’epidemia. Infatti, nonostante la prossimità geografica e le strette relazioni commerciali e turistico/sociali con la Cina comunista (chiamata dai Taiwanesi “Mainland” –“Madre Patria”), attuando una strategia tempestiva ed efficace, Taipei è riuscita a limitare a soli sei decessi il bilancio del contagio e non ha dovuto neanche attuare le misure di “lockdown”.

Tale positivo risultato è conseguenza del fatto che quando le informazioni concernenti un nuovo focolaio di polmonite sono state confermate per la prima volta il 31 dicembre 2019, Taiwan ha iniziato a implementare con immediatezza la quarantena a bordo dei voli diretti da Wuhan. Il 2 gennaio 2020, Taiwan ha istituito un team di risposta per la malattia e attivato il Central Epidemic Command Center (CECC- Comando Centrale per l’Epidemia) che è stato in grado di integrare efficacemente le risorse di vari ministeri e di impegnarsi completamente nel contenimento dell’epidemia.

Nonostante la citata vicinanza alla Cina, Taiwan si è classificata al 123° posto su 183 paesi in termini di casi confermati per milione di persone. Quanto precede, è la prova che gli sforzi di Taiwan per controllare l’epidemia stanno funzionando.

Per fare un esempio, non con l’intenzione di creare un negativo confronto con l’Italia, il 12 marzo il governo di Taipei ha messo in atto un’applicazione, relativa alle mascherine, che consente alle persone di ordinare online e ritirare le stesse presso i minimarket.

Inoltre, se si concorda che la sicurezza sanitaria globale richiede gli sforzi di ognuno per garantire una risposta ottimale alle minacce e alle sfide della salute pubblica si deve convincere Pechino che Taiwan, sebbene non membro dell’OMS, non può stare da sola e deve essere inclusa nella lotta globale al virus.

La sintesi di quanto precede è che se la missione dell’OMS è davvero di garantire il più alto livello di salute raggiungibile per ogni essere umano, allora l’OMS ha bisogno di Taiwan proprio come Taiwan ha bisogno dell’OMS.

Per terminare, non va fatto passare sotto silenzio che la scorsa settimana durante la pausa delle dimostrazioni di strada seguite alle “restrizioni da virus” ci sono stati arresti di attivisti anti comunisti nel territorio, ancora parzialmente autonomo, di Hong Kong che evidenziano come il regime cinese stia cercando di trarre vantaggi dal lockdown per inasprire la repressione e minare lo stato di diritto.

Tale strategia potrebbe in futuro minacciare anche Taipei e la sua democrazia. Solo Washington e Londra hanno protestato. Europa, Italia compresa, ha utilizzato la strategia del tacere…che sa tanto di “assenso da impaurito”.

                                                                                                                                                                                                                                                           Generale Giuseppe Morabito

Categorie
Libri

Il libro “Ti Racconto La Politica” insignito di tre riconoscimenti letterari

Il libro “Ti racconto la politica”, edito dalla Casa Editrice Albatros, dell’autore Giannantonio Spotorno dopo sei mesi dalla sua pubblicazione, è stato insignito di tre prestigiosi premi letterari.

In ordine cronologico, gli è stato conferito il premio letterario nazionale “Città di Ladispoli”, giunto all’VIII edizione, corrisposto l’8 dicembre 2019, nell’Aula Consigliare “Fausto Ceraolo” della Città di Ladispoli.

Il Premio è stato ideato agli inizi degli anni 90’ dal Professore Benito Ussia, scomparso nel 2016, per favorire la creatività letteraria all’interno della nostra Società.

Il secondo riconoscimento, consistente in una statuetta Oscar con annessa Pergamena, è relativo al “Premio internazionale “Golden Books Awards 2020”, organizzato dall’Accademia degli artisti (Associazione artistica – culturale).

La consegna si terrà a Napoli, sabato 12 settembre 2020, presso la prestigiosa Sala Positano, che occupa l’intero settimo piano dell’hotel Terminus di Napoli. La cerimonia vedrà come ospite d’onore l’autore Fabrizio Caramagna e sarà presentata dal giornalista di Sky Sport Andrea Pressenda.

Saranno presenti alla consegna dei premi, l’attore Giovanni Caso, il poeta Roberto Colonnelli, il medico Alessandro Ginori, il Cavaliere Giuseppe Barra del centro culturale studi storici di Eboli.

Il terzo riconoscimento internazionale attribuito al libro, è il “Premio Letterario Internazionale Pegasus Literay Awards” della Città di Cattolica, giunto alla XII edizione e consistente in una targa di pregio.

La cerimonia ufficiale di consegna, prevista per sabato 18 aprile 2020, è stata posticipata a data da definirsi, a causa delle restrizioni volte a contenere la diffusione del covid 19.

Il libro “Ti racconto la politica” è suddiviso in 105 capitoli e traccia un percorso per permettere di approfondire la conoscenza delle realtà della politica.

Inizia con una descrizione del funzionamento della macchina di Partito e dei sistemi adottati per determinare i referenti territoriali periferici e nazionali.

Prosegue con l’esposizione, ricca di particolari, delle tattiche da eseguire durante i vari congressi, per “assicurarsi” il sostegno della maggioranza che attribuirà gli incarichi interni e definirà ogni posizione politica del Partito.

Continua con la descrizione delle forme di partecipazione e di scelta, “declinate all’italiana”, che nascondono non pochi vizi e inganni.

Si avvia a conclusione con un’analisi sul futuro e sul rapporto che esiste tra l’enfasi dell’apparenza e l’emotività di troppi cittadini.

Conclude con una lettera aperta allo Stato italiano.

La casa editrice Albatros ha utilizzato le seguenti parole per presentare il libro al grande pubblico:

“Questo libro è un atto di onestà. Si tratta di una sorta d’incursione nel mondo della politica, per svelarne trucchi e segreti. Racconta molti intrighi inediti che si consumano nei palazzi del potere politico e che vengono mascherati dietro le belle parole di una democrazia che, almeno qui da noi, si rivela ingannevole e squallida. Spiega e dimostra come la politica sia nel piatto in cui si mangia e nel letto in cui si dorme e, piaccia o no, modella ogni aspetto della nostra vita. Essa, purtroppo, fa di tutto perché non ci s’interessi a lei e, se riesce a creare dei cosiddetti “apolitici”, allora è contenta.

La politica s’infila ovunque, per esempio, stabilisce il prezzo dei carburanti, il prezzo di ciò che mangi e di ciò che indossi, sceglie i libri di testo che adottano le scuole in cui mandi i tuoi figli e non si fa scrupoli a rubare non solo l soldi dei cittadini, ma perfino il loro tempo libero. Angoscia in molti modi e, tra una preoccupazione e l’altra, riesce anche a procurare insonnia e a portare via la serenità. Istiga l’emotività per togliere spazio alla capacità di riflettere; una società emotiva non le crea preoccupazioni, dunque fa di tutto per renderla tale.

La politica che oggi ci accerchia è ben lontana dall’esse­re una democrazia.

Ormai, anche con una certa supponenza, tanti si disinteressano e si dichiarano apolitici perché delusi dall’impreparazione, dalla presunzione e dall’ingordigia di chi è ai vertici del potere; ma girare lo sguardo dall’altra parte non è una soluzione. L’autore cerca di aprire uno spiraglio nella nebbia da cui siamo avvolti e dobbiamo dirgli grazie se, leggendo il libro, non possiamo evitare di farci delle domande, nonché di fare appello alla nostra intelligenza per capire che siamo “liberi” di muoverci solo come il potere predispone.

La democrazia vuole la partecipazione del popolo e un popolo che non sa partecipare non merita la democrazia… l’apolitico è intelligente come chi, aggredito in mare dagli squali, si definisce “asqualico”.

Non si deve fare di tutte le erbe un fascio ma, fin qui, certa ingenuità popolare ha dato troppo credito a certa politica dello starnazzo. L’augurio è che la lettura di quanto descritto nelle pagine del libro possa aiutare il cittadino a capire come ritornare giustamente ad essere il protagonista principale della sua esistenza.”

Il libro contiene aneddoti e descrizioni realistiche dei meccanismi interni alla realtà dei partiti e della politica istituzionale in generale, che solo chi ha potuto viverli in prima persona come l’autore, può rivelare e mettere a disposizione degli altri.

Nell’intenzione dell’autore il testo si pone l’obiettivo di aiutare il cittadino a capire come ritornare ad essere il protagonista principale della sua esistenza, attraverso una partecipazione ragionata e non emotiva che, tra l’altro, dà genesi al fenomeno, purtroppo in crescita, dei sedicenti “apolitici”, con tutte le ripercussioni che questa scelta individuale ha sull’intera società.

Categorie
EUROPA & MONDO

Esteri, “La NATO: passato, presente e futuro” Intervista al Generale Morabito.

Riportiamo l’intervista della Dottoressa Emanuela Locci, Università di Torino, al Generale Giuseppe Morabito, membro del Direttorato della NATO Defense College Foundation.

Si sta riaprendo il dibattito e ancora una volta ci si interroga su cos’è la NATO, le sue origini e le sue finalità in materia di prevenzione e sicurezza militare. Il suo commento?

La NATO è l’Alleanza politico-militare istituita con il Trattato di Washington del 4 aprile 1949. Tengo a partire da questa definizione perché, oggi più che mai, nonostante “l’età”, 71 anni, dimostra di essere ancora uno straordinario produttore di sicurezza in molte aree di crisi. Le finalità dell’Alleanza sono oggi le stesse che hanno portato alla sua creazione: garantire la libertà e la sicurezza dei Paesi membri attraverso mezzi politici e militari.

Questo, al contrario di quello che pensano in molti, non fa della NATO uno strumento di guerra, tutt’altro, ciò che più la descrive è il concetto di difesa collettiva enunciato nell’art. 5 del Trattato.

Principio che è ancora alla base di tutte le missioni e le operazioni in atto. Nonostante le nuove adesioni, ultima la Nord Macedonia, e il dibattito su un nuovo concetto strategico, di cui da tempo di discute tra i Paesi membri, questo rimarrà sempre un punto centrale.

 Come descriverebbe il ruolo della NATO quale garante nell’attuale “tempo di pace”? 

Il ruolo principale della NATO è quello di garantire la libertà e la sicurezza dei Paesi membri. Questo come si può immaginare è un concetto che si presta a differenti declinazioni. Come sul concetto strategico, anche il ruolo della NATO è oggetto di dibattito e differenti visioni. Soprattutto è dibattuto come far percepire tale missione alle audience nazionali e a quelle “esterne”.

Le correnti principali sono due: la prima vorrebbe l’Alleanza come attore di hard security. Secondo alcuni esperti questa immagine produce risultati e mostrerebbe un’Organizzazione in grado di risolvere in maniera eccellente le crisi con l’uso della forza militare.

La seconda intende presentare l’Alleanza come un’Organizzazione che può fornire sicurezza nel mondo senza l’utilizzo della propria forza. Ciò è possibile attraverso una serie di partenariati da cui far scaturire un’immagine più amichevole.

Non dico che la NATO potrebbe trasformarsi in un consulente di sicurezza globale, ma è interessante capire che fornire una “consulenza” nelle operazioni è cosa ben diversa dall’esservi coinvolti. Finita la Guerra Fredda, tramontato il mondo bipolare e, successivamente quello unipolare a guida americana, il nuovo millennio ha portato con sé delle nuove minacce.

L’11 settembre, l’attacco di al-Qaeda alle Torri Gemelle, ha segnalato l’ingresso sulla scena mondiale dei cosiddetti non-state actors e delle minacce ibride. Per questi motivi è difficile definire “tempo di pace” il periodo in cui viviamo. Assistiamo a livello globale ad una serie di conflitti regionali, statali e inter-statali, per ora, a bassa intensità.

Il terrorismo continua a essere una fonte di inquietudine per la stabilità di alcune aree. Internet rappresenta un elemento chiave per il progresso di alcuni settori, ma allo stesso tempo può cadere vittima e essere utilizzato come strumento offensivo, da un vasto numero di attori.

Anche l’informazione è sotto attacco e con essa il cosiddetto “fronte interno” dell’Alleanza. Questo per chiarire che, a prescindere delle visioni sul ruolo della NATO oggi, la prerogativa principale dell’Organizzazione, qualunque sia il terreno di confronto, rimane sempre la stessa: garantire la libertà e la sicurezza e il benessere dei Paesi membri.

L’Alleanza è dotata di strumenti con cui è in grado di adattarsi costantemente alle nuove minacce, e continua a tenere sotto controllo l’evolversi degli scenari di sicurezza che oggi comprendono aspetti impensabili all’epoca della sua nascita.

Quale è il ruolo della NATO nelle catastrofi ed emergenze civili?

La NATO interpreta un ruolo centrale in numerose operazioni di gestione delle crisi, incluse le operazioni di emergenza civile. Lo fa attraverso l’applicazione dell’art. 5 del Trattato di Washington che è il principio operativo secondo cui si muove l’Alleanza, ma anche su mandato delle Nazioni Unite.

Per quanto riguarda le emergenze civili, il principale meccanismo di risposta è “l’ Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre (EADRCC)”. Esso si occupa di fornire una risposta ad un’ampia gamma di emergenze civili nell’area euro-atlantica, coordinando e fornendo assistenza anche in caso di disastri naturali. Pochi sanno che questa è stata una delle voci principali per l’adattamento al nuovo contesto di sicurezza. La cooperazione tra la NATO ed i paesi partner nella pianificazione civile di emergenza include una serie di attività che vanno dalla formazione teorica, con corsi di aggiornamento, fino a quella pratica, che comprende, esercitazioni e corsi di addestramento che coinvolgono differenti apparati della sicurezza nazionale e regionale.

In quest’ultimo periodo abbiamo ascoltato più volte il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, sottolineare l’importanza dell’Alleanza anche su questo tipo di attività.

Con un richiamo ad un migliore e più efficiente coordinamento delle risorse ha dichiarato: “La NATO è stata creata per affrontare le crisi, quella del Coronavirus è una sfida contro un nemico invisibile e noi possiamo portare il nostro contributo”. Per questo motivo, dal 26 marzo 2020, l’EADRCC ha ricevuto diverse richieste di assistenza internazionale da parte dei Paesi membri e partner della NATO per contrastare la pandemia. Al fine di migliorare il coordinamento dell’Alleanza, Stoltenberg ha incaricato il Generale Wolters, di velocizzare e incrementare l’assistenza. Un impegno notevole che ha avuto applicazioni in diversi ambiti, dall’accelerazione dei voli umanitari alla costruzione di ospedali da campo, fino al trasporto di medicinali e pazienti in condizioni critiche. È difficile dire se in futuro ci sarà un impegno ancora maggiore in questo settore, anche se lo ritengo poco credibile al momento. La sfida più importante rimane quella di aumentare le misure di coordinamento, in particolare con l’Unione Europea attesa anche la quasi nulla capacità della struttura di difesa continentale.

 Quale è il futuro della NATO rispetto agli interessi strategici politico-economici dei suoi membri?

Capiremo una buona parte del futuro della NATO in autunno, con le elezioni del prossimo Presidente americano, sempre che il Coronavirus o Virus di Wuhan come lo considerano gli USA, non induca alla modifica della data. Negli ultimi tempi il Presidente Trump è sembrato più predisposto ad interloquire con la NATO rispetto al primo periodo del suo mandato, tuttavia non sappiamo come si comporterà in caso di riconferma. Tanto meno possiamo immaginare cosa farebbe un presidente dell’opposizione dopo i disastri strategici dei predecessori di Trump.  

A parte ciò, una visione delle intenzioni future dell’Alleanza è stata fornita dalla dichiarazione finale del vertice di Londra, in cui sono stati celebrati i settanta anni dalla firma del Trattato di Washington. Il famoso tema del burden sharing non sembra essere più una priorità, la spesa per la difesa non statunitense è cresciuta progressivamente negli ultimi anni, il che ha portato ad un incremento degli investimenti di 130 miliardi.

Le minacce individuate sono le stesse e sono: le azioni aggressive della Russia, il terrorismo, l’immigrazione e le minacce ibride. Oltre a tutto ciò, sono due i punti che ritengo interessanti e a cui dovremo guardare con maggiore attenzione: la competizione con la Cina e la sua crescente influenza globale e lo Spazio.

La NATO ha dichiarato di volersi impegnare a garantire la sicurezza delle comunicazioni dei suoi Membri, compreso il 5G, riconoscendo la necessità di affidarsi a sistemi sicuri e resilienti. Questo non può far pensare che, in futuro, potremmo vedere un coinvolgimento dell’Alleanza nei confronti di una contesa che per ora riguarda gli USA e il governo di Pechino.

La Cina Comunista rappresenta un rebus di difficile risoluzione anche guardando alle azioni che sta compiendo sia nel Mar Cinese Meridionale sia, ad esempio, nei confronti del governo democratico di Taiwan. Sempre legato alla Cina, ma anche alla Russia, c’è il tema dello Spazio. Nella dichiarazione finale di Londra, esso è indicato come dominio operativo anche per la NATO.  

Lo Spazio non è più, solo una questione di satelliti, coinvolge sistemi operativi cinetici, che operano sulla Terra e in orbita, interessi commerciali e risorse naturali.

Ultimamente anche l’Iran cerca anche lui di entrare nello “spazio” con il lancio di un satellite il primo giorno del Ramadan. Credo che assisteremo a sviluppi interessanti in questo settore con possibili scenari che vanno dal ritorno delle negoziazioni multilaterali fino al riarmo, che ha il sapore della Guerra Fredda. Ripeto Cina Comunista, Iran e Russia sono i tre “problemi” del futuro prossimo.

In ogni caso, oggi è ancora molto difficile stabilire cosa accadrà al Summit del 2021. Molto dipenderà da come il pianeta reagirà alla crisi del Coronavirus. Le priorità potrebbero essere ben altre rispetto a quelle che ho appena elencato.  Non escludo anche un problema interno data la crescente deriva antidemocratica in Turchia, e gli inaccettabili, per molti paesi dell’ Alleanza,  accordi economico-politici del suo governo attuale.

Ci sarà tempo per osservare e decidere, ma credo che la NATO non si farà trovare impreparata qualunque sarà lo scenario futuro.

Categorie
EUROPA & MONDO

Esteri. LIBIA, ARMI E CINA COMUNISTA. CAMBIA QUALCOSA O FORSE NULLA.

Negli ultimi anni la Cina Popolare è stata sempre più desiderosa di incrementare il commercio di armi e questo, per le sue industrie belliche, significa vendere estensivamente droni oltre alle armi di piccolo e medio calibro. Da numerosissime fonti e da prove “sul campo” è ormai certo che le armi cinesi sono utilizzate e vendute in tutto il mondo, compresa la Libia.   In particolare i resti di un missile, di quasi certa fabbricazione cinese, indicano un’escalation della guerra dei droni in quell’area di guerra.  

Infatti, è stato ritrovato un missile LJ-7 che è l’armamento principale del drone Wing Loong di fabbricazione cinese. Il Wing Loong, che ha caratteristiche simili al drone Predator prodotto dagli Stati Uniti, è stato venduto ed è in linea di utilizzo da parte di alcune forze aeree del Medio Oriente, comprese quelle dell’Egitto, degli Emirati Arabi Uniti e dell’Arabia Saudita. Non un caso, che sia l’Egitto sia Emirati Arabi Uniti stanno dando supporto logistico in Libia, alla fazione dell’Esercito Nazionale libico guidata dal signore della guerra Khalifa Haftar che sta combattendo contro il governo di accordo nazionale sostenuto politicamente dalle Nazioni Unite e ultimamente, sul campo di battaglia, da milizie turcomanne inviate da Ankara.

Gli Emirati hanno finanziato la costruzione della base aerea di Al Khadim, un ex aeroporto nella provincia di Al Marj, nella Libia orientale, e dal 2016 dispiegano nella base aerei di attacco e Wing Loong al fine di fornire la copertura aerea per le forze di Haftar.

La Cina comunista, è noto, sta promuovendo lo sviluppo e l’impiego di droni e secondo fonti del Pentagono alcune stime indicano che Pechino prevede di produrre oltre 42.000 sistemi senza pilota terrestri e marittimi entro il 2023. In merito, la RAND Corporation, un think tank californiano con stretti legami con l’US Air Force, ha reso noto che la diffusione dei droni cinesi potrebbe avere implicazioni preoccupanti anche per gli Stati Uniti.

In queste ore i tre principali Paesi dell’Unione Europea, finalmente in accorso su un argomento di politica estera e supportati dal rappresentante della politica estera europeo, chiedono una tregua umanitaria in Libia. Italia, Francia e Germania hanno aggiunto la loro voce a quella dell’ONU per chiedere di fermare le armi durante il mese sacro del Ramadan. 

La logica, supportata dalla storia recente, nel 2019 durante il Ramadan la carneficina libica non ha avuto soluzione di continuità, indica che sia solo una dichiarazione di facciata per dire “noi abbiamo provato”!

Dove non è riuscito il “Virus di Wuhan”, non è ipotizzabile riesca il Mese Sacro dell’Islam soprattutto ora che i combattimenti volgono a favore delle forze governative sostenute dai “tagliagole” di Erdogan.

Come noto le unità fedeli a Serraj hanno circondato Tarhuna, un’importante città tenuta dalle milizie del Generale Haftar e hanno la vittoria a portata di mano.

Nessun analista onesto punterebbe un euro su una tregua in questo scenario, anche se le Nazioni Unite lanciano nuovamente l’allarme dichiarando, dopo aver ripetuto la richiesta di una tregua, che “La Libia sta diventando un campo di sperimentazione per nuovi sistemi d’arma”.

In pratica, come se fosse una cosa non nota da tempo, si evidenzia che, violando l’embargo delle Nazioni Unite, in queste ore continuano ad arrivare in Libia armi tra cui alcune che ancora non erano state sperimentate in quell’area di combattimenti.

È quindi logico che la Cina continui a cercare di trasferire quote d’influenza nell’area. Certamente è una “balla notevole” quella fatta circolare che la Cina comunista s’interessi ora di Libia superata la crisi creata dal suo virus.

È più onesto dire che Pechino continua la sua opera di penetrazione, mai interrotta.

Logicamente i cinesi cercano di occupare aree d’influenza geografico/economiche di cui i paesi europei (questo si) si sono “temporaneamente dimenticati”.

Dove si lascia spazio per incertezze o mancata convergenza d’intenti, i cinesi “occupano spazi”, come hanno già fatto in Libia sia Putin sia Erdogan approfittando dell’assenza di democrazia interna ai loro paesi e quindi della possibilità di agire in politica estera in modo scorretto, senza opposizione.

Un esempio di carenza di informazioni e democrazia è il constatare che poco si sa degli effetti del CV 19 in Turchia e credo non lo sappiano sfortunatamente neppure i cittadini turchi.

Putin, da parte sua, continua a supportare Haftar anche inviando a suo supporto mercenari siriani che hanno già combattuto contro i terroristi ex ISIS al soldo di Ankara e ora a difesa di Tripoli e Serraj.

Quello che, presumibilmente, interessa alla Cina in Libia si può sintetizzare in due elementi: petrolio e ricostruzione.

Anche se oggi, dati i bassi prezzi e la crisi di consumi in occidente, Pechino, approfittando della contingenza del mercato, ha “riempito” le sue aree di stoccaggio, la situazione, prima o poi, tornerà alla normalità e avere un piede ben messo nella regione consentirebbe alle compagnie cinesi di acquisire quote di mercato del tanto necessario “carburante” dell’economia cinese.

Questo a scapito soprattutto dell’Italia.

E siccome, prima o poi, bisognerà pur dare inizio alla ricostruzione post guerra in tutta la Libia, la Cina comunista non disdegnerebbe l’idea di partecipare all’appalto dell’opera e forse, poi, acquisire un porto nel sud Mediterraneo.

Non va dimenticato infine che nel caso in cui in Cina si verificasse un altro stop di produzione, come avvenuto con l’emergenza CV19, questo sarebbe un grave problema per i paesi che hanno esportato parte o tutta la produzione di qualche filiera commerciale in quel paese. Per non cadere quindi, nuovamente, in crisi di approvvigionamenti di parti di manufatti o prodotti finiti, qualche nazione si sta già adoperando per raggiungere l’obiettivo di non dipendere completamente o in gran parte da Pechino.

Anche gli Stati Uniti e l’Europa potrebbero rientrare in questo gruppo e si stanno dando da fare per raggiungere quest’obiettivo perché’ il “Virus di Wuhan” sembrerebbe aver fatto vedere anche all’Europa, forse anche a Roma, che affidarsi a un solo Paese, in questo caso la Cina, non conviene, e potrebbe avvicinarsi alle teorie protezionistiche del Presidente Trump.

Alcuni economisti ipotizzano che se lo stesso approccio fosse applicato alla maggior parte dei segmenti di produzione, comprese le armi, allora l’approccio dalla Cina come la “fabbrica del mondo” potrebbe rapidamente entrare in crisi.

La Cina deve far quindi presto a trovare alternative commerciali e di sviluppo anche a ridosso dell’Europa, la Libia con il suo petrolio e le sue estese coste nel Mare Nostrum potrebbe essere una di queste.

Giuseppe Morabito

Già vice Capo di Stato Maggiore per le operazioni SFOR

Membro del collegio dei Direttori della NATO Defense College Foundation (NDCF)

Categorie
Busto-Valle Olona

Busto Arsizio, Sanificate le Ambulanze di Azzurra Soccorso.

Nel week end sono state sanificate le ambulanze della Onlus Azzurra Soccorso di Cuggiono, associazione di volontari che presta servizio in ausilio al 118 di Milano, presso il centro Glassdrive di Busto Arsizio grazie all’operazione di sanificazione gratuita riservata agli operatori che stanno combattendo ogni giorno l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus.

Azzurra Soccorso è formata da circa 30 volontari che svolgono servizi di ausilio al 118 come il trasporto in ospedale dei malati, il rientro a casa delle persone dimesse con l’aggiunta di servizi di accompagnamento presso le strutture di cura per le persone con disabilità, per le visite mediche o le terapie di cui necessitano.

Come altre associazioni attive nella sfera sanitaria, con l’emergenza in corso il loro carico di lavoro è aumentato esponenzialmente, richiedendo sforzi e sacrifici fisici e psicologici ulteriori ai volontari, infatti l’associazione si è resa disponibile anche per la consegna in casa dei medicinali e delle mascherine.

Nell’ottica di garantire un servizio sempre puntuale e professionale l’associazione ha attivato una raccolta fondi denominata “Gofund me” con l’intento di raggiungere la cifra di € 20.000 di donazioni per poter acquistare le protezioni individuali per i volontari, al fine di garantire la loro sicurezza personale e quella dei pazienti trasportati sulle ambulanze.

Molti privati hanno già effettuato delle donazioni, consapevoli che le ambulanze e i personale svolgono un servizio 24/7 e la necessità dei volontari di disporre di Dpi e ambienti igienizzati costantemente è una realtà oggettiva.

È nell’interesse generale della cittadinanza che le donazioni arrivino costantemente a queste realtà associative, il cui contributo è palpabile e visibile quotidianamente, affinché i Volontari continuino il loro prezioso ed indispensabile impegno civico al servizio dei più bisognosi, con il materiale adeguato alla loro ed altrui sicurezza.

Per effettuare le donazioni vi invitiamo a visitare la pagina Facebook Azzurra Soccorso ODV, dove trovare le modalità e le istruzioni per inviare i contributi.

Categorie
ECONOMIA

Economia, Presentate le nuove caramelle Herbamelle-Fabbri 1905

In periodi difficili come l’attuale, le buone notizie sono fondamentali per far circolare la speranza, soprattutto se arrivano dal comparto industriale che sta soffrendo per il blocco, imposto per il contenimento del coronavirus.

Riportiamo con soddisfazione che due realtà del settore dolciario Italiano, Herbamelle di Milano che produce caramelle di altissima qualità, senza glutine e lattosio e addirittura integrali e Fabbri 1905, storica azienda produttrice di sciroppi, hanno dato vita alle nuove caramelle Herbamelle-Fabbri.

Attraverso un’operazione di co-branding verrà proposto al mercato un nuovo prodotto, in due varianti di gusto grazie agli sciroppi all’Amarena e alla Menta dell’iconico marchio Fabbri 1905, unito all’esperienza di Herbamelle nel mondo delle caramelle e nella ricerca di un packaging dal design raffinato.

La caramella all’Amarena Fabbri è una esplosione di gusto in cui il dolce si sposa con il leggero acidulo del frutto creando un’armonia di sapore davvero unica. Il ripieno di pura pasta di amarena aumenta il piacere e l’idea di assaporare il frutto come appena colto.

La caramella Menta Fabbri utilizza solo la migliore menta dolce del Piemonte per creare un prodotto fresco e piacevole con un morbido ripieno che favorisce la sensazione di degustare un bicchiere, di appagante e dissetante sciroppo alla menta Fabbri. 

La busta a forma di vaso di Herbamelle, completa il progetto dando un visual unico al prodotto. Infatti questo particolare packaging, che ricorda i vasi in ceramica, è stato studiato e brevettato per mantenere la posizione verticale, facilitando l’apertura attraverso una pratica zip apri-chiudi.

Il prodotto è stato testato su un panel importante di consumatori e ha riscosso un successo straordinario sia per propensione all’acquisto che per gradimento dei gusti delle caramelle stesse. A confermare la bontà di questi nuovi prodotti è stata l’assegnazione del prestigioso premio QUALITY AWARD 2020 . 

L’amministratore delegato di Herbamelle, Andrea Ambrosoli ha dichiarato: “Riteniamo davvero di aver creato, in collaborazione con Fabbri, due caramelle davvero iconiche che stanno già facendo il loro ingresso nella GDO più qualificata”. 

Categorie
POLITICA

Alto milanese. Squeri (FI) tempi lunghi per l’accesso al credito, Aziende rischiano il fallimento.

Questa notte è entrato in vigore il “Decreto Imprese”, contenente le misure sulle garanzie che lo stato darà per l’erogazione del credito alle imprese.

Su questo tema, fondamentale per l’intero sistema economico Nazionale, il Deputato di FI Luca Squeri fa notare che, in periodi normali, per le Pmi il tempo tra la domanda di finanziamento bancario (con garanzia all’80%) e l’effettiva erogazione della cifra, passano mediamente 70 giorni.

È Il tempo necessario affinché la banca effettui tutti i controlli previsti dal protocollo che si possono così riassumere: controllo del rating aziendale da parte della filiale, analisi di capacità del credito da parte del gestore e infine la decisione dell’organo deliberate della banca.

A questi passaggi si devono aggiungere i tempi per l’invio della documentazione al comitato deliberante del mediocredito che ,se darà parere favorevole, seguirà il finanziamento.

Il Deputato fa notare che questi passaggi, frutto di procedure consolidate, non sono adeguati alla situazione emergenziale odierna e a tal proposito ha dichiarato: “Oggi non siamo in tempi normali. Le domande di finanziamento cresceranno esponenzialmente mentre le banche stanno lavorando a regime ridotto.

Molte nostre imprese, purtroppo, sono con l’acqua alla gola per mancanza di liquidità e queste tempistiche sono, evidentemente, insostenibili. Non è così che si può immaginare di sostenere il Paese”.

Categorie
Cronaca

Glassdrive di Busto Arsizio, al via la sanificazione solidale e agevolata sulla Provincia di Varese

Gli Operatori Sanitari, della Protezione Civile, delle Forze dell’Ordine svolgono oggi un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza dei Cittadini e il contenimento dell’emergenza sanitaria, esponendosi in prima persona.

Per aiutarli, i centri di riparazione e sostituzione vetri Glassdrive di Busto Arsizio, Somma Lombardo e Gavirate, si sono attivati in gran parte della provincia di Varese per organizzare l’attività di sanificazione ed offrire un servizio di prevenzione pianificato, sicuro ed efficiente.

“Grazie alle relazioni che abbiamo consolidato sul Territorio siamo riusciti a contattare, in breve tempo, un gran numero di realtà tra cui Croce Rossa Italiana (comitato di Busto Arsizio e Gallarate),Croce Azzurra di Buscate, Polizia di Stato (Questura di Varese, Commissariato di Gallarate, reparto Volo e Aeroporto Malpensa), Comando Carabinieri di Busto Arsizio, Protezione Civile di Busto Arsizio con l’intento di tutelarne gli Operatori. Nel frattempo è già partita la sanificazione dei mezzi delle Associazioni di Mai Paura Onlus ha dichiarato il Titolare dei tre centri Glassdrive Alberto Canziani.

A breve partirà la sanificazione degli automezzi di Agesp Attività Strumentali per il Comune di Busto Arsizio e grazie al supporto del Consigliere Comunale Andrea Pisani, di diverse realtà per il Comune di Cassano Magnago.

Glassdrive ha offerto loro, gratuitamente il primo intervento di sanificazione degli automezzi.

Il processo di sanificazione degli automezzi viene svolto attraverso un generatore di ozono, che in pochi minuti garantisce l’eliminazione del 99% dei germi e dei batteri presenti nell’abitacolo e nell’impianto di climatizzazione.

La procedura con l’ozono elimina agenti patogeni come batteri, virus, muffe sia dall’aria che dall’acqua e rimuove i cattivi odori di natura organica e inorganica. Si basa sulle proprietà ossidanti dell’ozono, un gas naturale composto da tre molecole di ossigeno (O3) presente nella stratosfera, che disgrega la struttura molecolare degli allergeni, causandone la morte (batteri) o l’inattivazione (virus), e ne annulla così ogni possibile effetto (infezioni, proliferazione, patologie, cattivi odori).

I principali vantaggi consistono in:

  • Eliminazione di tutti i microrganismi e degli odori organici e inorganici
  • Preservazione dal rischio di infezioni e contagio
  • Miglioramento della qualità dell’aria nel veicolo
  • L’ozono è riconosciuto dal Ministero della Salute quale “presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati” e come “agente disinfettante e disinfestante nel trattamento dell’aria e dell’acqua”
  • Non danneggia le attrezzature e l’allestimento dei mezzi sanitari.

Tenendo conto dei tempi, presumibilmente ancora lunghi, per un vero ritorno alla normalità delle attività quotidiane, con un approccio di lungo periodo è stato elaborato un progetto rivolto ad Aziende e Privati, in collaborazione con Royal Time che mira a far comprendere l’importanza della sanificazione delle proprie auto, per favorire la rapida scomparsa del coronavirus dalle città

Luca Torno, Responsabile Relazioni del progetto, ha illustrato il programma d’azione dei prossimi giorni dichiarando: “Per ogni categoria di Utenti verranno definiti pacchetti di servizi personalizzati, con tariffe agevolate per l’emergenza offrendo un servizio completo, al giusto prezzo, per ripartire in sicurezza con le attività lavorative e individuali.

Per ogni cliente verrà proposto, in aggiunta al servizio di sanificazione, un Kit comprendete mascherine monouso, disinfettante e guanti monouso” e su richiesta il kit di segnalazione per i locali commerciali ed il supporto di consulenza per i clienti anche per attingere alle leve di defiscalizzazione e contribuzione covid 19 ”.

Per ogni informazione in merito o per le prenotazioni è possibile contattare il numero unico 0332 732186 per le sedi territoriali di Glassdrive Busto Arsizio, Somma Lombardo, Gavirate.o scrivere a Info@parabrezzasrl.it

 
Categorie
POLITICA

Alto milanese. l’Onorevole Squeri propone un piano preciso per riattivare l’economia dopo il Corona Virus.

Il Deputato di FI, Onorevole Luca Squeri membro della commissione Attività produttive, commercio e turismo, relativamente alla possibilità di una rapida riapertura di alcune attività ha dichiarato che il partito non ne farà una battaglia ideologica.

A tal riguardo ha dichiarato: “la tutela della salute dei cittadini è la priorità assoluta. Ma rimettere in moto il Paese sarà un procedimento complesso che certo non richiederà qualche ora, perciò bisogna iniziare a programmare il ritorno all’attività di alcuni settori.

L’onorevole invita il Governo a non farsi trovare impreparato, quando verrà il tempo della riapertura delle attività economiche in tutto il Paese.

Delinea così la sua proposta: “Serve un piano preciso, nei tempi adeguati, senza improvvisazioni. Un riavvio graduale e in piena sicurezza sarà a breve indispensabile per salvare la nostra economia”.

Categorie
Busto-Valle Olona

Corona Virus e Aziende, Intervista all’avvocato Riccardo Stucchi di Busto Arsizio

L’Italia, e più in generale il Mondo, si trovano davanti alla difficile battaglia di contenimento della diffusione del Coronavirus.

Inevitabilmente, tale situazione si riflette su ogni aspetto della vita quotidiana e si ripercuote sia in capo alle persone fisiche sia in capo ai soggetti dotati di personalità giuridica e quindi le aziende.

Per valutare gli effetti dei nuovi decreti sulle routine nei luoghi di lavoro, abbiamo chiesto un parere all’avvocato Riccardo Stucchi di Busto Arsizio, esperto di responsabilità penale e amministrativa degli enti.

Buongiorno Avvocato, le nuove direttive cambieranno le routine all’interno delle aziende?

È inevitabile, proprio con riferimento a queste ultime, sempre nell’ottica del contenimento della diffusione del virus, il Governo si è adoperato emanando delle direttive di carattere operativo molto precise e stringenti.

Tali direttive, che hanno come fine primario quello di impedire che il virus si diffonda a macchia d’olio nella popolazione, sono in particolare rivolte alle aziende, le quali avranno l’onere di attuare da subito delle procedure al fine di garantire la sicurezza e la tutela della salute dei dipendenti e dei collaboratori interni ed esterni.

Il testo normativo al quale si fa riferimento è il DPCM 11 marzo 2020, a norma del quale le aziende dovranno valutare il rischio di contagio in base all’attività dalle stesse svolta e, parallelamente, riorganizzare i propri cicli produttivi, gestionali e operativi, così da eliminare qualsiasi fattore di rischio.

Il predetto testo di legge all’articolo 7 riporta delle direttive di base volte ad incentivare il lavoro agile, ovvero il così detto smart working, in modo da evitare qualsiasi tipo di spostamento che non sia necessario e tanto altro.

Le aziende che non possono utilizzare lo smart working sono obbligate a chiudere o possono attuare delle contromisure, per mantenere in funzione gli impianti?

Diciamo che è interesse di tutti che la produzione continui, tuttavia vengono riportate una serie di direttive quali l’incentivo alle ferie e ai congedi retribuiti, la sospensione delle attività non essenziali, l’assunzione di protocolli anti contagio, la sanificazione dei luoghi di lavoro etc. che sono proprio volte a far si che la produzione continui ma in condizioni di sicurezza.

Alla luce di ciò appare chiaro che il compito delle aziende non risulta assolutamente di facile attuazione e, di contro, in virtù dei precetti impartiti dalla predetta norma balza subito all’occhio il collegamento all’art. 25 septies del D.lgs 231/2001 e, ovviamente, alla normativa in tema di salute e sicurezza sul lavoro ai sensi del T.U. 81/2008.

Quindi serviranno delle nuove procedure che regolamentino il lavoro interno alle singole realtà?

Certamente, è bene pertanto che tutte le aziende, di concerto con i propri consulenti e gli RSPP adottino quante più misure di cautela sia possibile attuare, con lo scopo anzitutto di prevenire la diffusione del virus e, in secondo luogo, nel caso vengano effettuati accertamenti da parte delle autorità (in questo momento saranno stringenti) possano dimostrare di aver attuato tutte le cautele necessarie. In caso contrario, le aziende incapperanno nella responsabilità 231 che, inutile dirlo, prevede delle ingenti sanzioni in capo alle stesse, sanzioni che hanno carattere pecuniario e interdittivo, applicabili anche in via cautelare.

Tanto per fare alcuni esempi che possano permettere a voi lettori di comprendere l’eventuale portata delle sanzioni, si sottolinea come le stesse vengano calcolate per quote rapportate alla gravità del fatto, e le stesse oscillino dal un minimo di € 25.822,84 ad un massimo di € 1.549.370,69, oltre ovviamente alle sanzioni di carattere interdittivo.

E’chiaro quindi che in un momento come quello che stiamo vivendo, l’irrogazione di simili sanzioni in capo ad un’azienda, provocherebbero certamente un dissesto economico difficile da sanare.

La ringraziamo per le informazioni ci ha lasciato nell’interesse dei cittadini e dei datori di lavoro. Vuole rivolgersi direttamente a loro con un ultimo suggerimento?

Consiglio pertanto a tutti gli imprenditori di ottemperare alle predette norme nella maniera più puntuale ed esaustiva possibile implementando, per le aziende che già sono dotate, il modello di gestione e controllo 231 in virtù delle modifiche di cui sopra e, per coloro che non fossero dotati, di correre subito ai ripari predisponendone uno.