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Consegna a domicilio dei farmaci. Siglato protocollo tra Federfarma e Federazione Motociclistica Italiana (FMI).

Consegna a domicilio dei farmaci. Siglato protocollo tra Federfarma e Federazione Motociclistica Italiana (FMI). Lo “Sportello dei Diritti”: lodevole iniziativa anche il numero verde 800 189 521

 

Lockdown significa anche difficoltà a qualsiasi spostamento, figuriamoci per tanti pazienti e anziani che hanno bisogno di medicinali e che per la loro situazione sono impossibilitati a recarsi in farmacia, non avendo, peraltro, nessuno che gli possa aiutare. Per sopperire a questa problematica da non sottovalutare sono numerosi i Comuni che, a livello locale, in collaborazione con la Protezione Civile hanno inteso assicurare il servizio di consegna a domicilio dei farmaci. La svolta, per una gestione per così dire globale ed organizzata su scala nazionale arriva dal recentissimo protocollo siglato tra Federfarma, l’associazione nazionale che rappresenta le oltre 16.000 farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale e la Federazione Motociclistica Italiana (FMI), per favorire la consegna dei medicinali. Si tratta di un progetto lodevole che unitamente alla scelta di dedicare un numero verde, 800 189 521, per coloro che ne hanno necessità, per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, meriterebbe di essere proseguito anche dopo questo drammatico periodo.

Di seguito il comunicato di Federfarma che divulga l’iniziativa e le modalità di attuazione utili per i cittadini.

“Federfarma comunica di aver siglato il 22 aprile 2020 un protocollo di collaborazione con la Federazione Motociclistica Italiana (FMI), una delle 42 Federazioni sportive riconosciute dal Coni nonché un’associazione di volontariato, per agevolare le farmacie nella consegna a domicilio dei farmaci attraverso il numero verde Federfarma 800 189 521. Com’è noto, Federfarma ha attivato dal 2015 un servizio gratuito di consegna a domicilio dei farmaci attraverso il numero verde 800 189 521, destinato a casi non urgenti e riservato esclusivamente a persone che sono impossibilitate a recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie, e non possono delegare altri soggetti.

Il servizio, attivo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 17.30, prevede che l’operatore telefonico metta in contatto il cittadino con la farmacia più vicina, disponibile a effettuare il servizio, che concorda con l’utente le modalità di consegna del farmaco.

Lo scopo del protocollo

Alla luce delle difficoltà che incontrano le farmacie, in questa fase di emergenza sanitaria, a garantire la consegna a domicilio dei farmaci, Federfarma, d’intesa con FMI, che è anche un’associazione di volontariato riconosciuta dalla Protezione civile inserita nell’elenco nazionale di tali associazioni, ne ha chiesto l’attivazione al Dipartimento della Protezione civile a supporto dell’attività di consegna a domicilio dei farmaci anche a favore dei soggetti in quarantena precauzionale, non affetti da Covid-19.

Modalità operative per le farmacie

Pertanto, le farmacie contattate dal call center che risponde alle chiamate al n. 800 189 521 potranno richiedere l’intervento dei volontari di FMI per effettuare la consegna a domicilio dei farmaci.

Per attivare l’intervento dei volontari la farmacia dovrà inviare una mail all’indirizzo dedicato emergenzacovid19@federmoto.it, specificando: Denominazione farmacia e indirizzo, nome, cognome e indirizzo del cittadino, costo dei farmaci richiesti (prezzo o eventuale ticket), data e ora dalle quali è possibile effettuare il ritiro dei farmaci stessi in farmacia. La farmacia, prima di inviare la mail di richiesta di intervento all’indirizzo suddetto, dovrà verificare se nell’elenco allegato alla presente circolare (all. n. 3) e pubblicato sul sito di Federfarma vi siano dei volontari nel Comune (o nelle località limitrofe) interessato dalla consegna.

Il volontario attivato dalla centrale operativa di FMI, dotato di pettorina di riconoscimento ovvero della tessera associativa FMI e di dispositivi di protezione individuali, si recherà presso la farmacia per ritirare i farmaci pronti per la consegna e anticiperà l’importo dovuto dal cittadino relativamente al costo dei farmaci e di eventuali ticket. Il cittadino rimborserà tale importo al volontario al momento della consegna dei farmaci al proprio domicilio.

Nel caso la consegna non dovesse andare a buon fine (per irreperibilità del cittadino, perché nel frattempo il cittadino ha provveduto in altro modo o per altri motivi), la farmacia attiverà la procedura di reso con rimborso integrale del costo anticipato dal volontario, da attuare secondo le procedure delineate dall’Agenzia delle Entrate.

La consegna di medicinali con ricetta potrà essere effettuata solo dopo che il cittadino avrà inviato alla farmacia, tramite mezzi elettronici, numero della ricetta elettronica (NRE) e codice fiscale o promemoria elettronico.

Nel sottolineare l’importanza e la valenza sociale dell’iniziativa, finalizzata sia a supportare le farmacie, fortemente sotto pressione in questa fase, sia ad andare incontro alle esigenze dei cittadini, si invitano i Colleghi a usufruire di questa opportunità, accettando le richieste di consegna a domicilio dei farmaci avanzate attraverso il numero verde Federfarma e facendo, quindi, ricorso, per la consegna, ai volontari di FMI”.

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Salute e benessere

Coronavirus e farmaci. Roche accelera la produzione di Actemra per la sperimentazione.

Coronavirus e farmaci. Roche accelera la produzione di Actemra per la sperimentazione. Il farmaco è stato già sperimentato, in Cina, su alcuni colpiti, da Corona virus, dando riscontri positivi. Nella lotta al coronavirus si assiste anche un continuo dibattito nella comunità scientifica circa gli effetti di farmaci su particolari categorie di pazienti. A tal proposito, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, segnala che Roche accelera la produzione e fornitura del farmaco Actemra, nome commerciale del tocilizumab. In una nota odierna, il colosso farmaceutico ha annunciato il potenziamento con l’obiettivo di massimizzare la disponibilità del farmaco in ottica di una sua ulteriore sperimentazione nell’ambito delle cure per la malattia Covid-19. La stessa azienda farmaceutica lo scorso 19 marzo ha confermato di aver dato il via a uno studio randomizzato in “doppio cieco” controllato verso placebo a livello globale in collaborazione con Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA). L’obiettivo dei test – si legge nella nota – è di valutare gli effetti delle cure nei pazienti ricoverati con gravi forme di polmonite interstiziale da Covid-19. In Italia otto ospedali veneti, come ha segnalato la Regione Veneto, hanno aderito alla sperimentazione del farmaco Tocilizumab – Actemra, per curare affetti da polmonite da Corona virus. Lo studio, sul trattamento con Tocilizumab, coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli, è stato approvato, il 18 marzo 2020, dall’Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA.

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Salute e benessere

Coronavirus e farmaci. La raccomandazione del CTS del Ministero della Salute: “Nessun motivo per cambiare la terapia anti-ipertensiva in tempi di Covid-19”.

Coronavirus e farmaci. La raccomandazione del CTS del Ministero della Salute: “Nessun motivo per cambiare la terapia anti-ipertensiva in tempi di Covid-19”. FEDERFARMA la rilancia con una circolare Nella lotta al coronavirus si assiste anche un continuo dibattito nella comunità scientifica circa gli effetti di farmaci su particolari categorie di pazienti. A tal proposito, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, senza voler commentare, si limita a riportare integralmente quanto comunicato dal Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute e ripreso nelle scorse ore da una circolare di FEDERMARMA, circa alcune terapie antipertensive, in particolare medicinali appartenenti alla categoria degli ace-inibitori ed ai sartani, e dei loro possibili effetti in merito alla trasmissione o all’evoluzione della SARS-CoV-2 (Covid-19) che restituiamo integralmente: «Questa Federazione ha cura di trasmettere il comunicato stampa del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute riguardante il tema di alcune terapie antipertensive, in particolare medicinali appartenenti alla categoria degli ace-inibitori ed ai sartani, e dei loro possibili effetti in merito alla trasmissione o all’evoluzione della SARS-CoV-2 (Covid-19). A tale riguardo il Comitato Scientifico fornisce pieno supporto all’AIFA ribadendo, nel proprio comunicato, che su tale questione non esistono evidenze scientifiche derivate da studi clinici o epidemiologici, ma solo ipotesi molecolari verificate con studi in vitro. Pertanto, prosegue il comunicato, in base alle conoscenze attuali, il CTS raccomanda “di non modificare la terapia in atto con anti-ipertensivi (qualunque sia la classe terapeutica) nei pazienti ipertesi, in quanto esporre pazienti fragili a potenziali nuovi effetti collaterali o a un aumento di rischio di eventi avversi cardiovascolari non appare giustificato”. Inoltre, il comunicato fornisce indicazioni rispetto all’ipotesi di utilizzare farmaci ACE-inibitori e sartani anche in persone sane a fini profilattici, ricordando che questi farmaci vanno utilizzati esclusivamente per il trattamento delle patologie per le quali esiste un’autorizzazione all’immissione in commercio. Il CTS, infine, sottolinea che “non vi sono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego d’ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. Studi epidemiologici nel merito potranno fornire utili informazioni a meglio definire l’eventuale effetto, semmai esistente, sia d’ibuprofene, sia di altri farmaci anti-infiammatori non-steroidei. Il CTS, infine, sottolinea che non vi sono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego d’ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19.”.» Di seguito anche il Comunicato Stampa integrale del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute dall’eloquente titolo: CTS: “Nessun motivo per cambiare la terapia anti-ipertensiva in tempi di Covid-19”: «”Pieno supporto alla posizione assunta dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), in merito al presunto effetto di terapie a base di medicinali anti-ipertensivi appartenenti alla classe degli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE inibitori), o degli antagonisti del recettore per l’angiotensina II (sartani), sulla trasmissione e sull’evoluzione in termini di gravità della malattia da SARS-CoV-2 (Covid-19)”. Lo scrive in una nota il Comitato tecnico scientifico. “Nello specifico – prosegue la nota – si ribadisce che, ad oggi, non esistono in merito evidenze scientifiche derivate da studi clinici o epidemiologici, ma solo ipotesi molecolari verificate con studi in vitro. Pertanto, in base alle conoscenze attuali, il CTS raccomanda di non modificare la terapia in atto con anti-ipertensivi (qualunque sia la classe terapeutica) nei pazienti ipertesi, in quanto esporre pazienti fragili a potenziali nuovi effetti collaterali o a un aumento di rischio di eventi avversi cardiovascolari non appare giustificato”. “Per le stesse motivazioni, rispetto all’ipotesi di utilizzare farmaci ACE-inibitori e sartani anche in persone sane a fini profilattici, il CTS ritiene opportuno ricordare che questi farmaci vanno utilizzati esclusivamente per il trattamento delle patologie per le quali esiste un’autorizzazione all’immissione in commercio. Il CTS, infine, sottolinea che non vi sono prove scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego d’ibuprofene e il peggioramento del decorso della malattia da COVID-19. Studi epidemiologici nel merito potranno fornire utili informazioni a meglio definire l’eventuale effetto, semmai esistente, sia d’ibuprofene, sia di altri farmaci anti-infiammatori non-steroidei, sulla severità dei quadri di COVID-19”, conclude la nota stampa.»

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Consumatori

Covid-19: crescono i tentativi di raggirare i cittadini. La UE interviene su falsi prodotti venduti online.

Covid-19: crescono i tentativi di raggirare i cittadini. La UE interviene su falsi prodotti venduti online.

Quanto successo in Italia in merito alle speculazioni relative alla vendita online di comuni prodotti di igiene venduti come disinfettanti ma senza alcuna certificazione, mascherine, e financo farmaci spacciati per curativi o aventi natura preventiva rispetto al covid-19, si sta propagando anche nel resto d’Europa. Per tale ragione l’attività dell’Antitrust italiano è stata citata dalla Commissione UE che, in accordo con le Autorità degli Stati membri competenti in materia di protezione dei consumatori, ha deciso, sulla scorta delle iniziative italiane del 27 febbraio 2020 dell’avvio di un’indagine relativa alla vendita online di prodotti igienizzanti e mascherine, di coordinare le rispettive attività di enforcement in materia di repressione delle pratiche commerciali sleali. Per affrontare tali attività illecite, particolarmente odiose in un periodo di emergenza sanitaria come quello attuale, la Commissione UE e le Autorità nazionali competenti suddette hanno lanciato un’Azione comune. Secondo tale Azione, le varie Autorità cominceranno a scambiarsi rapidamente le informazioni sulle pratiche commerciali sleali registrate a livello nazionale, in modo da utilizzare un approccio comune che permetta di agire prontamente ed evitare così che i consumatori siano ingannati da siti illegali. Il coordinamento di tali azioni prevede anche di rendere edotti i consumatori dell’esistenza e della diffusione di tali pratiche illecite, attraverso specifiche campagne di sensibilizzazione. Secondo quanto affermato da Didier Reynders, Commissario Ue responsabile di giustizia e protezione dei consumatori: “Noi non accetteremo che commercianti senza scrupoli giochino sulla paura causata ai consumatori dall’emergenza covid-19. Alcune piattaforme, quali Amazon e Facebook, hanno già volontariamente preso iniziative contro queste forme di pubblicità illegale. Le Associazioni dei consumatori stanno intensificando il loro lavoro. Questa è la via da percorrere. Chiedo urgentemente a tutti gli stakeholders, inclusi i marketplace e le piattaforme che ospitano i media di aiutarci a combattere questi comportamenti di natura predatoria. Da parte mia assicuro che la Commissione europea e le Autorità nazionali competenti useranno tutto il potere a loro disposizione per reprimere tali illeciti.” La prima azione comune sarà quella di elaborare delle linee guida per la rapida identificazione delle pratiche commerciali “problematiche”. Tali linee guida aiuteranno anche il coordinamento tra Autorità nazionali, siti legali e piattaforme in modo da fornire le occorrenti indicazioni ai Governi per eliminare velocemente le pubblicità ingannevoli che appaiono in rete. Data l’urgenza della situazione, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli Stati membri sono incoraggiati a prendere ogni specifica misura esecutiva attraverso decisioni aventi carattere di priorità. Allo stesso tempo, conclude il comunicato della Commissione, tutte le piattaforme online devono intensificare i loro sforzi al fine di scoprire e cancellare rapidamente tutti i messaggi pubblicitari ingannevoli.

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Cronaca

Coronavirus, Assogenerici: «Nessuno blocchi le aziende della filiera sanitaria»

«La tutela dei lavoratori di tutte le imprese è un interesse cruciale per le aziende e per il Paese e un impegno prioritario del Governo, che si prepara a dettare le linee guida che dovranno essere adottate e rispettate in ogni fabbrica. Il nostro auspicio è che dalla videoconferenza convocata oggi tra Governo, imprenditori e sindacati consenta di trovare una giusta soluzione capace di stemperare le tensioni esplose negli stabilimenti produttivi del nord Italia tutelando allo stesso tempo la necessità assoluta di non bloccare le attività produttive di chi assicura servizi essenziali per la vita del Paese».

Ad affermalo è il presidente Assogenerici, Enrique Häusermann, sottolineando ricordando la linea già adottata dal Governo e ribadita più volte dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia “Se i governatori vogliono fermare gli autobus e chiudere altre fabbriche, purché non abbiano riferimenti con le filiere sanitaria e agroalimentare, il governo non dirà di no, ma dovranno assumersi le loro responsabilità”.

«È cruciale, in questo momento difficile per il Paese – prosegue Häusermann – impedire che via un qualsiasi tipo di stop delle attività della filiera del farmaco e di tutte le attività connesse che devo essere considerate essenziali. Qualsiasi rallentamento avrebbe effetti devastanti. Non solo in Italia ma per l’intera Europa visto che in particolare per alcune aree terapeutiche, come ad esempio gli anti infettivi, siamo rimasti tra i pochi produttori».

«Proprio oggi – prosegue il presidente Assogenerici – questi argomenti sono al centro di un incontro tra l’associazione europea dei produttori di equivalenti e la Commissione UE. Il nostro settore – con 300 siti produttivi in tutta Europa che lavorano a piena capacità per la produzione di prodotti finiti e alcuni ingredienti farmaceutici attivi – garantisce il 67% dei medicinali soggetti a prescrizione in Eurpa ed è il maggior fornitore di medicinali essenziali per la gestione dell’attuale crisi. Abbiamo 300 siti produttivi in ​​tutta Europa che lavorano a piena capacità per la produzione di prodotti finiti e alcuni ingredienti farmaceutici attivi. È necessario evitare il protezionismo nazionale e garantire la massima collaborazione e coordinamento paneuropei per avere successo».

«Per questo le aziende del settore presenteranno alcune richieste fondamentali alla Commissione Ue: servono misure per mantenere sempre aperta e operativa tutta la produzione farmaceutica disponibile in Europa, qualunque cosa accada; abbiamo anche bisogno di accedere ad attrezzature essenziali come indumenti protettivi, filtri, ecc. ; è necessario evitare le restrizioni all’esportazione ai produttori di medicinali o principi attivi e creare corsie verdi di trasporto per i prodotti medicinali e sanitari in genere. Viceversa molti carichi sono bloccati sui confini italiano, austriaco e svizzero. E sarebbe necessaria anche ila creazione di voli ad hoc per garantire l’import-export tra Europa e Stati Uniti».

« Sappiamo che l’ECDC e l’EMA stanno sviluppando scenari su quante persone potrebbero ammalarsi in Europa a causa del virus – conclude Häuserman. – L’auspicio è che la Commissione UE adotti misuri temporanee valide per tutti i Paesi che consentano di affrontare la crisi: dobbiamo continuare a fornire i medicinali ai cronici e allo stesso tempo pianificare la produzione o l’importazione di ulteriori medicinali di emergenza. È una guerra che possiamo vincere, ma solo se ciascuno sarà messo in condizione di svolgere il proprio ruolo».