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Coronavirus, Dr.Macchini: “fare social responsabilmente”

 

In una delle costanti mail che ricevo dalla mia direzione sanitaria a cadenza più che quotidiana ormai in questi giorni, c’era anche un paragrafo intitolato “fare social responsabilmente”, con alcune raccomandazioni che possono solo essere sostenute.

Dopo aver pensato a lungo se e cosa scrivere di ciò che ci sta accadendo, ho ritenuto che il silenzio non fosse affatto da responsabili. Cercherò quindi di trasmettere alle persone “non addette ai lavori” e più lontane alla nostra realtà, cosa stiamo vivendo a Bergamo in questi giorni di pandemia da Covid-19.
Capisco la necessità di non creare panico, ma quando il messaggio della pericolosità di ciò che sta accadendo non arriva alle persone e sento ancora chi se ne frega delle raccomandazioni e gente che si raggruppa lamentandosi di non poter andare in palestra o poter fare tornei di calcetto rabbrividisco.

Capisco anche il danno economico e sono anch’io preoccupato di quello. Dopo l’epidemia il dramma sarà ripartire. Però, a parte il fatto che stiamo letteralmente devastando anche dal punto di vista economico il nostro SSN, mi permetto di mettere più in alto l’importanza del danno sanitario che si rischia in tutto il paese e trovo a dir poco “agghiacciante” ad esempio che non si sia ancora istituita una zona rossa già richiesta dalla regione, per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro (tengo a precisare che trattasi di pura opinione personale).

 

Io stesso guardavo con un po’ di stupore le riorganizzazioni dell’intero ospedale nella settimana precedente, quando il nostro nemico attuale era ancora nell’ombra: i reparti piano piano letteralmente “svuotati”, le attività elettive interrotte, le terapie intensive liberate per creare quanti più posti letto possibili. I container in arrivo davanti al pronto soccorso per creare percorsi diversificati ed evitare eventuali contagi. Tutta questa rapida trasformazione portava nei corridoi dell’ospedale un’atmosfera di silenzio e vuoto surreale che ancora non comprendevamo, in attesa di una guerra che doveva ancora iniziare e che molti (tra cui me) non erano così certi sarebbe mai arrivata con tale ferocia.
(apro una parentesi: tutto ciò in silenzio e senza pubblicizzazioni, mentre diverse testate giornalistiche avevano il coraggio di dire che la sanità privata non stava facendo niente).

Ricordo ancora la mia guardia di notte di una settimana fa passata inutilmente senza chiudere occhio, in attesa di una chiamata dalla microbiologia del Sacco. Aspettavo l’esito di un tampone sul primo paziente sospetto del nostro ospedale, pensando a quali conseguenze ci sarebbero state per noi e per la clinica. Se ci ripenso mi sembra quasi ridicola e ingiustificata la mia agitazione per un solo possibile caso, ora che ho visto quello che sta accadendo.
Bene, la situazione ora è a dir poco drammatica. Non mi vengono altre parole in mente.
La guerra è letteralmente esplosa e le battaglie sono ininterrotte giorno e notte.

Uno dopo l’altro i poveri malcapitati si presentano in pronto soccorso. Hanno tutt’altro che le complicazioni di un’influenza. Piantiamola di dire che è una brutta influenza. In questi 2 anni ho imparato che i bergamaschi non vengono in pronto soccorso per niente. Si sono comportati bene anche stavolta. Hanno seguito tutte le indicazioni date: una settimana o dieci giorni a casa con la febbre senza uscire e rischiare di contagiare, ma ora non ce la fanno più. Non respirano abbastanza, hanno bisogno di ossigeno.
Le terapie farmacologiche per questo virus sono poche. Il decorso dipende prevalentemente dal nostro organismo. Noi possiamo solo supportarlo quando non ce la fa più. Si spera prevalentemente che il nostro organismo debelli il virus da solo, diciamola tutta. Le terapie antivirali sono sperimentali su questo virus e impariamo giorno dopo giorno il suo comportamento. Stare al domicilio sino a che peggiorano i sintomi non cambia la prognosi della malattia.
Ora però è arrivato quel bisogno di posti letto in tutta la sua drammaticità. Uno dopo l’altro i reparti che erano stati svuotati, si riempiono a un ritmo impressionante. I tabelloni con i nomi dei malati, di colori diversi a seconda dell’unità operativa di appartenenza, ora sono tutti rossi e al posto dell’intervento chirurgico c’è la diagnosi, che è sempre la stessa maledetta: polmonite interstiziale bilaterale.

Ora, spiegatemi quale virus influenzale causa un dramma così rapido. Perché quella è la differenza (ora scendo un po’ nel tecnico): nell’influenza classica, a parte contagiare molta meno popolazione nell’arco di più mesi, i casi si possono complicare meno frequentemente, solo quando il VIRUS distruggendo le barriere protettive delle nostre vie respiratorie permette ai BATTERI normalmente residenti nelle alte vie di invadere bronchi e polmoni provocando casi più gravi. Il Covid 19 causa una banale influenza in molte persone giovani, ma in tanti anziani (e non solo) una vera e propria SARS perché arriva direttamente negli alveoli dei polmoni e li infetta rendendoli incapaci di svolgere la loro funzione. L’insufficienza respiratoria che ne deriva è spesso grave e dopo pochi giorni di ricovero il semplice ossigeno che si può somministrare in un reparto può non bastare.
Scusate, ma a me come medico non tranquillizza affatto che i più gravi siano prevalentemente anziani con altre patologie. La popolazione anziana è la più rappresentata nel nostro paese e si fa fatica a trovare qualcuno che, sopra i 65 anni, non prenda almeno la pastiglia per la pressione o per il diabete. Vi assicuro poi che quando vedete gente giovane che finisce in terapia intensiva intubata, pronata o peggio in ECMO (una macchina per i casi peggiori, che estrae il sangue, lo ri-ossigena e lo restituisce al corpo, in attesa che l’organismo, si spera, guarisca i propri polmoni), tutta questa tranquillità per la vostra giovane età vi passa.
E mentre ci sono sui social ancora persone che si vantano di non aver paura ignorando le indicazioni, protestando perché le loro normali abitudini di vita sono messe “temporaneamente” in crisi, il disastro epidemiologico si va compiendo.
E non esistono più chirurghi, urologi, ortopedici, siamo unicamente medici che diventano improvvisamente parte di un unico team per fronteggiare questo tsunami che ci ha travolto. I casi si moltiplicano, arriviamo a ritmi di 15-20 ricoveri al giorno tutti per lo stesso motivo. I risultati dei tamponi ora arrivano uno dopo l’altro: positivo, positivo, positivo. Improvvisamente il pronto soccorso è al collasso. Le disposizioni di emergenza vengono emanate: serve aiuto in pronto soccorso. Una rapida riunione per imparare come funziona il software di gestione del pronto soccorso e pochi minuti dopo sono già di sotto, accanto ai guerrieri che stanno al fronte della guerra. La schermata del pc con i motivi degli accessi è sempre la stessa: febbre e difficoltà respiratoria, febbre e tosse, insufficienza respiratoria ecc… Gli esami, la radiologia sempre con la stessa sentenza: polmonite interstiziale bilaterale, polmonite interstiziale bilaterale, polmonite interstiziale bilaterale. Tutti da ricoverare. Qualcuno già da intubare e va in terapia intensiva. Per altri invece è tardi…
La terapia intensiva diventa satura, e dove finisce la terapia intensiva se ne creano altre. Ogni ventilatore diventa come oro: quelli delle sale operatorie che hanno ormai sospeso la loro attività non urgente diventano posti da terapia intensiva che prima non esistevano.
Ho trovato incredibile, o almeno posso parlare per l’HUMANITAS Gavazzeni (dove lavoro) come si sia riusciti a mettere in atto in così poco tempo un dispiego e una riorganizzazione di risorse così finemente architettata per prepararsi a un disastro di tale entità. E ogni riorganizzazione di letti, reparti, personale, turni di lavoro e mansioni viene costantemente rivista giorno dopo giorno per cercare di dare tutto e anche di più.
Quei reparti che prima sembravano fantasmi ora sono saturi, pronti a cercare di dare il meglio per i malati, ma esausti. Il personale è sfinito. Ho visto la stanchezza su volti che non sapevano cosa fosse nonostante i carichi di lavoro già massacranti che avevano. Ho visto le persone fermarsi ancora oltre gli orari a cui erano soliti fermarsi già, per straordinari che erano ormai abituali. Ho visto una solidarietà di tutti noi, che non abbiamo mai mancato di andare dai colleghi internisti per chiedere “cosa posso fare adesso per te?” oppure “lascia stare quel ricovero che ci penso io”. Medici che spostano letti e trasferiscono pazienti, che somministrano terapie al posto degli infermieri. Infermieri con le lacrime agli occhi perché non riusciamo a salvare tutti e i parametri vitali di più malati contemporaneamente rilevano un destino già segnato.
Non esistono più turni, orari. La vita sociale per noi è sospesa.
Io sono separato da alcuni mesi, e vi assicuro che ho sempre fatto il possibile per vedere costantemente mio figlio anche nelle giornate di smonto notte, senza dormire e rimandando il sonno a quando sono senza di lui, ma è da quasi 2 settimane che volontariamente non vedo né mio figlio né miei familiari per la paura di contagiarli e di contagiare a sua volta una nonna anziana o parenti con altri problemi di salute. Mi accontento di qualche foto di mio figlio che riguardo tra le lacrime e qualche videochiamata.
Perciò abbiate pazienza anche voi che non potete andare a teatro, nei musei o in palestra. Cercate di aver pietà per quella miriade di persone anziane che potreste sterminare. Non è colpa vostra, lo so, ma di chi vi mette in testa che si sta esagerando e anche questa testimonianza può sembrare proprio un’esagerazione per chi è lontano dall’epidemia, ma per favore, ascoltateci, cercate di uscire di casa solo per le cose indispensabili. Non andate in massa a fare scorte nei supermercati: è la cosa peggiore perché così vi concentrate ed è più alto il rischio di contatti con contagiati che non sanno di esserlo. Ci potete andare come fate di solito. Magari se avete una normale mascherina (anche quelle che si usano per fare certi lavori manuali) mettetevela. Non cercate le ffp2 o le ffp3. Quelle dovrebbero servire a noi e iniziamo a far fatica a reperirle. Ormai abbiamo dovuto ottimizzare il loro utilizzo anche noi solo in certe circostanze, come ha recentemente suggerito l’OMS in considerazione del loro depauperamento pressoché ubiquitario.
Eh sì, grazie allo scarseggiare di certi dispositivi io e tanti altri colleghi siamo sicuramente esposti nonostante tutti i mezzi di protezione che abbiamo. Alcuni di noi si sono già contagiati nonostante i protocolli. Alcuni colleghi contagiati hanno a loro volta familiari contagiati e alcuni dei loro familiari lottano già tra la vita e la morte.
Siamo dove le vostre paure vi potrebbero far stare lontani. Cercate di fare in modo di stare lontani. Dite ai vostri familiari anziani o con altre malattie di stare in casa. Portategliela voi la spesa per favore.
Noi non abbiamo alternativa. E’ il nostro lavoro. Anzi quello che faccio in questi giorni non è proprio il lavoro a cui sono abituato, ma lo faccio lo stesso e mi piacerà ugualmente finché risponderà agli stessi principi: cercare di far stare meglio e guarire alcuni malati, o anche solo alleviare le sofferenze e il dolore a chi non purtroppo non può guarire.
Non spendo invece molte parole riguardo alle persone che ci definiscono eroi in questi giorni e che fino a ieri erano pronti a insultarci e denunciarci. Tanto ritorneranno a insultare e a denunciare appena tutto sarà finito. La gente dimentica tutto in fretta.
E non siamo nemmeno eroi in questi giorni. E’ il nostro mestiere. Rischiavamo già prima tutti i giorni qualcosa di brutto: quando infiliamo le mani in una pancia piena di sangue di qualcuno che nemmeno sappiamo se ha l’HIV o l’epatite C; quando lo facciamo anche se lo sappiamo che ha l’HIV o l’epatite C; quando ci pungiamo con quello con l’HIV e ci prendiamo per un mese i farmaci che ci fanno vomitare dalla mattina alla sera. Quando apriamo con la solita angoscia gli esiti degli esami ai vari controlli dopo una puntura accidentale sperando di non esserci contagiati. Ci guadagniamo semplicemente da vivere con qualcosa che ci regala emozioni. Non importa se belle o brutte, basta portarle a casa.
Alla fine cerchiamo solo di renderci utili per tutti. Ora cercate di farlo anche voi però: noi con le nostre azioni influenziamo la vita e la morte di qualche decina di persone. Voi con le vostre, molte di più.

Per favore condividete e fate condividere il messaggio. Si deve spargere la voce per evitare che in tutta Italia succeda ciò che sta accadendo qua

 

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Contagio da SARS-Cov-2, serve chiarezza e semplicità normativa

Contagio da SARS-Cov-2

SERVE SEMPLICITÀ E CHIAREZZA NELLA EMANAZIONE DELLE NORME

ANALISI e SOLUZIONI

L’emergenza epidemiologica e gli ultimi interventi del Governo hanno costretto tutti i cittadini italiani a stravolgere comportamenti, abitudini e stili di vita.

Un cambiamento di questa portata dev’essere anzitutto reso noto ai milioni di cittadini con modalità semplici, chiare ed esaustive, facilmente comprensibili dai cittadini della scuola dell’obbligo perché sono norme cui ognuno di noi deve attenersi e, a maggior ragione, se la loro violazione comporta delle denunce penali.

Purtroppo, semplicità e chiarezza non hanno fino a oggi contraddistinto le norme per la gestione di questa emergenza.

Sia chiaro: non si tratta di una critica sterile e fine a sé stessa bensì, in un momento così delicato per il Paese, di uno stimolo per migliorare l’azione governativa evidenziando le difficoltà per i cittadini. In detto spirito a seguire le analisi e l’esempio concreto di come stilare un decreto per renderlo subito comprensibile ai cittadini della scuola dell’obbligo.

Questo documento è trasmesso al Governo e ai parlamentari, confidando nel positivo cambiamento.

La difficile lettura e comprensione dei testi normativi.

In primo luogo, manca la semplicità di consultazione e la chiarezza degli atti normativi. Infatti, anziché prevedere un unico articolato che il cittadino può consultare facilmente, il governo è andato avanti a colpi di decreti (Decreti Legge e Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) che hanno disorientato e disorientano il cittadino perché ogni provvedimento rimanda alla lettura di precedenti norme. Ecco un esempio di come perdersi anche leggendo pochi righi:

Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 ha previsto una serie di disposizioni attuative del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6 fra le quali misure urgenti di contenimento del contagio nella regione Lombardia e in 14 province (articolo 1), misure per il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del virus (articolo 2) e misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale (articolo 3). L’articolo 5, poi, prevede che le disposizioni del decreto si applichino alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione. Poi, con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020 si è esteso le misure di cui all’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 all’intero territorio nazionale. Inoltre, si è previsto sul territorio nazionale il divieto di ogni forma di assembramento e si è sostituita la lettera d) dell’articolo 1 del decreto dell’8 marzo 2020. Infine, all’articolo 2 del nuovo decreto, si è previsto la cessazione degli effetti delle misure di cui agli articoli 2 e 3 del precedente decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 ove incompatibili con la disposizione dell’articolo 1 del nuovo decreto. Restano quindi efficaci le misure dell’art. 5 (l’applicazione del dPCm 8 marzo alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione). Con ulteriore decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020 sono state dettate ulteriori misure in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica sull’intero territorio nazionale. All’articolo 2 di tale decreto si prevede che cessino di produrre effetti, ove incompatibili con le disposizioni del nuovo decreto, le misure di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020. All’articolo 3, inoltre, è specificato che le disposizioni del nuovo decreto si applichino alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

Orbene, c’è la solita difficoltà a orientarsi per comprendere le disposizioni emanate da chi amministra il bene pubblico. In particolare, il rinvio fra decreti non agevola la lettura, specie se un decreto modifica l’altro, costringendo il cittadino a leggere contemporaneamente due o tre testi, dovendo eliminare le disposizioni superate e integrare quelle nuove: Un lavoro da giuristi e non da cittadini della scuola media dell’obbligo.

La difficoltà maggiore sta nella delicata operazione ermeneutica consistente nel valutare la compatibilità o l’incompatibilità tra gli articoli 2 e 3 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 e l’articolo 1 del decreto Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020 nonché la compatibilità / incompatibilità tra le misure previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 marzo 2020 da un lato e le misure di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 e 9 marzo 2020.

Un ulteriore problema nel problema è dato dall’applicazione delle misure previste nei decreti alle Regioni a statuto speciale e Province autonome di Trento e di Bolzano e dalla loro compatibilità/incompatibilità con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.

Ne risulta un complesso coacervo di atti amministrativi. Un sistema farraginoso, contraddistinto da un’azione amministrativa urgente frammentata nel quale il cittadino “si perde” restando in balia delle fonti non ufficiali che possono fornire informazioni inesatte, parziali o incomplete.

È più semplice e di più agevole lettura e comprensione per il cittadino il predisporre, di volta in volta, un unico testo comprendente le misure di attuazione del decreto legge n. 6/2020 che non contenesse né rinvii né valutazioni di compatibilità con altre disposizioni. In altri termini un nuovo decreto integralmente sostitutivo dei precedenti.

Ecco una soluzione: un’esempio concreto di un DPCM che unifica i testi dei precedenti

con i vari allegati modificati

Precisiamo che si tratta della rielaborazione eseguita da alcuni nostri consulenti giuridici che unisce gli ultimi 3 decreti e vari allegati, tra cui il modello di autodichiarazione del Ministero dell’Interno. Inoltre, sono state apportate piccole modifiche e aggiunte. Ovviamente un testo (schema) migliorabile alla luce di suggerimenti utili a rendere più omogenei gli accorpamenti delle varie disposizioni.

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 11 marzo 2020

Disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

  • Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400;
  • Visto il decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante «Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19» e, in particolare, l’articolo 3;
  • Considerato che l’Organizzazione mondiale della sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da COVID-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale e il successivo 11 marzo 2020 ha dichiarato il COVID-19 una pandemia;
  • Vista la delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, con la quale è stato dichiarato, per sei mesi, lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili;
  • Considerati l’evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e l’incremento dei casi sul territorio nazionale;
  • Considerato, inoltre, che le dimensioni sovranazionali del fenomeno epidemico e l’interessamento di più ambiti sul territorio nazionale rendono necessarie misure volte a garantire uniformità nell’attuazione dei programmi di profilassi elaborati in sede internazionale ed europea;
  • Tenuto conto delle indicazioni formulate dal Comitato tecnico scientifico di cui all’art. 2 dell’ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile in data 3 febbraio 2020, n. 630, nelle sedute del 7 marzo 2020;

Su proposta del Ministro della salute, sentiti i Ministri dell’interno, della difesa, dell’economia e delle finanze, nonché i Ministri dell’istruzione, della giustizia, delle infrastrutture e dei trasporti, dell’università e della ricerca, delle politiche agricole alimentari e forestali, dei beni e delle attività culturali e del turismo, del lavoro e delle politiche sociali, per la pubblica amministrazione, per gli affari regionali e le autonomie, nonché sentito il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle regioni;

Decreta:

 

Art. 1

Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale.

  1. Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sull’intero territorio nazionale sono adottate le seguenti misure:

1) evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita e all’interno del territorio nazionale, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero spostamenti per motivi di salute. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. L’onere di dimostrare la sussistenza delle situazioni che consentono la possibilità di spostamento incombe sull’interessato e potrà essere assolto producendo un’autodichiarazione ai sensi degli artt. 46 e 4 7 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, che potrà essere resa anche seduta stante attraverso la compilazione dei moduli appositamente predisposti in dotazione agli operatori delle Forze di polizia e della Forza pubblica di cui allegato 1;

2b) è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. 2.  ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5° C) è fortemente raccomandato di rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante; 

  1. divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena ovvero risultati positivi al virus;

4.  sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Gli impianti sportivi sono utilizzabili, a porte chiuse, soltanto per le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato  olimpico  nazionale italiano (CONI) e dalle rispettive federazioni, in vista  della  loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali; resta consentito esclusivamente lo svolgimento degli eventi e delle competizioni sportive organizzati da organismi sportivi internazionali, all’interno di impianti sportivi  utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di  pubblico; in tutti tali casi, le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico, sono tenute ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano; lo sport e le attività motorie svolti all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro; 

  1. si raccomanda ai datori di lavoro pubblici e privati di promuovere, durante il periodo di efficacia del presente decreto, la fruizione da parte dei lavoratori dipendenti dei periodi di congedo ordinario e di ferie;
  1. fermo restando quanto disposto dal numero precedente e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni, assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza;

7.  in ordine alle attività produttive e alle attività professionali si raccomanda che:1) sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;2) siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;3) siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione;4) assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale;5) siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali; 8.  per le sole attività produttive si raccomanda altresì che siano limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni; 9.  in relazione a quanto disposto nell’ambito dei numeri 7) e 8) si favoriscono, limitatamente alle attività produttive, intese tra organizzazioni datoriali e sindacali.10. Per tutte le attività non sospese si invita al massimo utilizzo delle modalità di lavoro agile. 

  1. sono chiusi gli impianti nei comprensori sciistici;
  1. sono sospese tutte le manifestazioni organizzate, nonché gli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di  carattere culturale, ludico, sportivo, religioso e fieristico, anche se  svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati; nei predetti luoghi è sospesa ogni attività;
  1. sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, nonché i corsi professionali e le attività formative svolte da altri enti pubblici, anche territoriali e locali e da soggetti privati, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza ad esclusione dei corsi per i  medici in formazione specialistica e dei corsi di formazione specifica in medicina generale, nonché delle attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie. Al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa. Sono sospese le riunioni degli organi collegiali in presenza. Gli enti gestori provvedono ad assicurare la pulizia degli ambienti e gli adempimenti amministrativi e contabili concernenti i servizi educativi per l’infanzia richiamati, non facenti parte di circoli didattici o istituti comprensivi;
  1. i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità;
  1. nelle Università e nelle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, per tutta la durata della sospensione, le attività didattiche o curriculari possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni, successivamente al ripristino dell’ordinaria funzionalità, assicurano, laddove ritenuto necessario ed in ogni caso individuandone le relative  modalità, il recupero delle attività formative nonché di quelle curriculari ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico;
  1. a beneficio degli studenti ai quali non è consentita, per le esigenze connesse all’emergenza sanitaria di cui al presente decreto, la partecipazione alle attività didattiche o curriculari delle Università e delle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, tali attività possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni assicurano, laddove ritenuto necessario e in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative, nonché di quelle curriculari, ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico; le assenze maturate dagli studenti di cui al presente numero non sono computate ai fini della eventuale ammissione ad esami finali nonché ai fini delle relative valutazioni;
  1. l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro di cui all’allegato 2 lettera d). Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri;
  1. sono chiusi i musei e gli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’art. 101 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42;
  1. sono sospese le procedure concorsuali pubbliche e private ad esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati è effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica; sono inoltre esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale sanitario, ivi compresi gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo, e quelli per il personale della protezione civile, i quali devono svolgersi preferibilmente con modalità a distanza o, in caso contrario, garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato 2 lettera d);
  1. sono sospesi i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale;
  1. sono adottate, in tutti i casi possibili, nello svolgimento di riunioni, modalità di collegamento da remoto con particolare riferimento a strutture sanitarie e sociosanitarie, servizi di pubblica utilità e coordinamenti attivati nell’ambito dell’emergenza COVID-19, comunque garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro di cui all’allegato 2 lettera d), ed evitando assembramenti;
  1. sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi;
  1. sono sospesi gli esami di idoneità di cui all’articolo 121 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, da espletarsi presso gli uffici periferici della motorizzazione civile aventi sede nei territori di cui al presente articolo; con apposito provvedimento dirigenziale è disposta, in favore dei candidati che non hanno potuto sostenere le prove d’esame in ragione della sospensione, la proroga dei termini previsti dagli articoli 121 e 122 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
  1. Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 3, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie. Deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.

25. Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto. Restano, altresì, aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.26. Sono sospese le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti) diverse da quelle individuate nell’allegato 4.27. Restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi.28. Il Presidente della Regione con ordinanza di cui all’art. 3, comma 2, del decreto-legge 23 febbraio 2020 n. 6, può disporre la programmazione del servizio erogato dalle Aziende del Trasporto pubblico locale, anche non di linea, finalizzata alla riduzione e alla soppressione dei servizi in relazione agli interventi sanitari necessari per contenere l’emergenza coronavirus sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro della salute, può disporre, al fine di contenere l’emergenza sanitaria da coronavirus, la programmazione con riduzione e soppressione dei servizi automobilistici interregionali e di trasporto ferroviario, aereo e marittimo, sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali.29. La modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla deliberazione del Consiglio dei ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti; gli obblighi di informativa di cui all’art. 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via  telematica anche ricorrendo alla documentazione resa disponibile sul sito dell’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro;30. è fatto divieto agli accompagnatori dei pazienti di permanere nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (DEA/PS), salve specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto;31. l’accesso di parenti e visitatori a strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite (RSA), hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, è limitata ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione; 32. tenuto conto delle indicazioni fornite dal Ministero della salute, d’intesa con il coordinatore degli interventi per il superamento dell’emergenza coronavirus, le articolazioni territoriali del Servizio sanitario nazionale assicurano al Ministero della giustizia idoneo supporto per il contenimento della diffusione del contagio del COVID-19, anche mediante adeguati presidi idonei a garantire, secondo i protocolli sanitari elaborati dalla Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute, i nuovi ingressi negli istituti penitenziari e negli istituti penali per minorenni. I casi sintomatici dei nuovi ingressi sono posti in condizione di isolamento dagli altri detenuti, raccomandando di valutare la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare. I colloqui visivi si svolgono in modalità telefonica o video, anche in deroga alla durata attualmente prevista dalle disposizioni vigenti. In casi eccezionali può essere autorizzato il colloquio personale, a condizione che si garantisca in modo assoluto una distanza pari a due metri. Si raccomanda di limitare i permessi e la libertà vigilata o di modificare i relativi regimi in modo da evitare l’uscita e il rientro dalle carceri, valutando la possibilità di misure alternative di detenzione domiciliare;

Art. 2

Misure di informazione e prevenzione sull’intero territorio nazionale

1.  Sull’intero territorio nazionale si applicano altresì le seguenti misure:

  1. il personale sanitario si attiene alle appropriate misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria previste dall’Organizzazione mondiale della sanità e applica le indicazioni per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti previste dal Ministero della salute;
  2. nei servizi educativi per l’infanzia di cui al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle università, negli uffici delle restanti pubbliche amministrazioni, sono esposte presso gli ambienti aperti al pubblico, ovvero di maggiore affollamento e transito, le informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie di cui all’allegato 2;
  3. i sindaci e le associazioni di categoria promuovono la diffusione delle informazioni sulle misure di prevenzione igienico sanitarie di cui all’allegato 1 anche presso gli esercizi commerciali;
  4. nelle pubbliche amministrazioni e, in particolare, nelle aree di accesso alle strutture del servizio sanitario, nonché in tutti i locali aperti al pubblico, in conformità alle disposizioni di cui alla direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione 25 febbraio 2020, n. 1, sono messe a disposizione degli addetti, nonché degli utenti e visitatori, soluzioni disinfettanti per l’igiene delle mani;
  5. le aziende di trasporto pubblico anche a lunga percorrenza adottano interventi straordinari di sanificazione dei mezzi;
  6. chiunque, a partire dal quattordicesimo giorno antecedente la data di pubblicazione del presente decreto, abbia fatto ingresso in Italia dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico, come identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità, deve comunicare tale circostanza al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio nonché al proprio medico di medicina generale ovvero al pediatra di libera scelta. Le modalità di trasmissione dei dati ai servizi di sanità pubblica sono definite dalle regioni con apposito provvedimento, che indica i riferimenti dei nominativi e dei contatti dei medici di sanità pubblica; ove contattati tramite il numero unico dell’emergenza 112 o il numero verde appositamente istituito dalla regione, gli operatori delle centrali comunicano generalità e recapiti per la trasmissione ai servizi di sanità pubblica territorialmente competenti.

2. L’operatore di sanità pubblica e i servizi di sanità pubblica territorialmente competenti provvedono, sulla base delle comunicazioni di cui al comma 1, lettera f), alla prescrizione della permanenza domiciliare, secondo le modalità di seguito indicate:

  1. contattano telefonicamente e assumono informazioni, il più possibile dettagliate e documentate, sulle zone di soggiorno e sul percorso del viaggio effettuato nei quattordici giorni precedenti, ai fini di una adeguata valutazione del rischio di esposizione;
  2. accertata la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, informano dettagliatamente l’interessato sulle misure da adottare, illustrandone le modalità e le finalità al fine di assicurare la massima adesione;
  3. accertata la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario, l’operatore di sanità pubblica informa inoltre il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta da cui il soggetto è assistito anche ai fini dell’eventuale certificazione ai fini INPS (circolare INPS HERMES 25 febbraio 2020 0000716 del 25 febbraio 2020);
  4. in caso di necessità di certificazione ai fini INPS per l’assenza dal lavoro, si procede a rilasciare una dichiarazione indirizzata all’INPS, al datore di lavoro e al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta in cui si dichiara che per motivi di sanità pubblica è stato posto in quarantena, specificandone la data di inizio e fine.

3. L’operatore di sanità pubblica deve inoltre:

  1. accertare l’assenza di febbre o altra sintomatologia del soggetto da porre in isolamento, nonché degli altri eventuali conviventi;
  2. informare la persona circa i sintomi, le caratteristiche di contagiosità, le modalità di trasmissione della malattia, le misure da attuare per proteggere gli eventuali conviventi in caso di comparsa di sintomi;
  3. informare la persona circa la necessità di misurare la temperatura corporea due volte al giorno (la mattina e la sera).

4. Allo scopo di massimizzare l’efficacia della procedura sanitaria è indispensabile informare sul significato, le modalità e le finalità dell’isolamento domiciliare al fine di assicurare la massima adesione e l’applicazione delle seguenti misure:

  1. mantenimento dello stato di isolamento per quattordici giorni dall’ultima esposizione;
  2. divieto di contatti sociali;
  3. divieto di spostamenti e viaggi;
  4. obbligo di rimanere raggiungibile per le attività di sorveglianza.

5. In caso di comparsa di sintomi la persona in sorveglianza deve:

  1. avvertire immediatamente il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta e l’operatore di Sanità Pubblica;
  2. indossare la mascherina chirurgica fornita all’avvio della procedura sanitaria e allontanarsi dagli altri conviventi;
  3. rimanere nella propria stanza con la porta chiusa garantendo un’adeguata ventilazione naturale, in attesa del trasferimento in ospedale, ove necessario.

6. L’operatore di sanità pubblica provvede a contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza. In caso di comparsa di sintomatologia, dopo aver consultato il medico di medicina generale o il pediatra di libera scelta, il medico di sanità pubblica procede secondo quanto previsto dalla circolare n. 5443 del Ministero della salute del 22 febbraio 2020, e successive modificazioni e integrazioni.

7. Su tutto il territorio nazionale è raccomandata l’applicazione delle misure di prevenzione igienico sanitaria di cui all’allegato 1.

Art. 3

Monitoraggio delle misure

1. Il prefetto territorialmente competente, informando preventivamente il Ministro dell’interno, assicura l’esecuzione delle misure di cui all’articolo 1, nonché monitora l’attuazione delle restanti misure da parte delle amministrazioni competenti. Il prefetto, ove occorra, si avvale delle forze di polizia, con il possibile concorso del corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché delle forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali, dandone comunicazione al Presidente della regione e della provincia autonoma interessata.

2. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il mancato rispetto degli obblighi di cui al presente decreto è punito ai sensi dell’articolo 650 del codice penale, come previsto dall’art. 3, comma 4, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6.

Art. 4

Disposizioni finali

1. Le disposizioni del presente decreto producono effetto dalla data del 11 marzo 2020 e sono efficaci fino al 3 aprile 2020, salvo quelle di cui all’art. 1 n. 6, 7, 8, 9, 10, 24, 25, 26, 27 e 28 che restano efficaci fino al 25 marzo 2020.

2. Dalla data di efficacia delle disposizioni del presente decreto cessano i precedenti decreti del Presidente del Consiglio dei ministri attuativi decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6.

3. Resta salvo il potere di ordinanza delle Regioni, di cui all’art. 3, comma 2, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6.

Roma, 11 marzo 2020

Il Presidente del Consiglio dei ministri

Il Ministro della salute – Speranza

Allegato 1

Il sottoscritto ……………………………………………………… nato il ……………………………………………………… residente in ……………………………………………………… via ……………………………………………………… identificato a mezzo ……………………………………………………… nr. ……………………………………………………… utenza telefonica ………………………………………………………, consapevole delle conseguenze penali previste in caso di dichiarazioni mendaci a pubblico ufficiale (art 495 c.p.)

DICHIARA SOTTO LA PROPRIA RESPONSABILITÀ

➢ Di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio di cui all’art. 1, comma 1, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 11 marzo 2020 concernenti lo spostamento delle persone fisiche all’interno di tutto il territorio nazionale, nonché delle sanzioni previste dall’art. 3 del medesimo Decreto in caso di inottemperanza (art. 650 C.P. salvo che il fatto non costituisca più grave reato);

➢ Che lo spostamento è determinato da:

o    comprovate esigenze lavorative

o    situazioni di necessità;

o    motivi di salute;

o    rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

A questo riguardo, dichiara che:

(LAVORO PRESSO…, STO RIENTRANDO AL MIO DOMICILIO SITO IN  ….., D

EVO EFFETTUARE UNA VISITA MEDICA… ALTRI MOTIVI PARTICOLARI. .ETC…)

Data, ora e luogo del controllo

Firme         del dichiarante             dell’Operatore di Polizia

Allegato 2

Misure igienico-sanitarie:

  1. lavarsi spesso le mani. Si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione, soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;
  2. evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
  3. evitare abbracci e strette di mano;
  4. mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
  5. igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie);
  6. evitare l’uso promiscuo di bottiglie e bicchieri, in particolare durante l’attività sportiva;
  7. non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;
  8. coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;
  9. non prendere farmaci antivirali e antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;
  10. pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;
  11. usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o se si presta assistenza a persone malate.
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Cuba: coronavirus, ricoverati tre turisti italiani all’Avana

Cuba: coronavirus, ricoverati tre turisti italiani all’Avana. Asintomatici e in condizioni d’isolamento i i nostri connazionali confermati con il Covid- 19 L’isola di Cuba, che fino a pochi giorni fa risultava indenne dalla pandemia di coronavirus, registra i primi casi da Covid-19. Tre turisti italiani, di cui non è stata resa nota l’identità, sono stati ricoverati ieri in un ospedale dell’Avana dopo essere stati trovati positivi al coronavirus mentre soggiornavano con un quarto italiano in un ostello della città di Trinidad. Ieri la tv cubana ha indicato che, in base a informazioni fornite dal ministero della Sanità, gli italiani sono arrivati a Cuba il 9 marzo scorso. Ora sono ricoverati nell’Istituto di medicina tropicale ‘Pedro Kouri’ in condizioni che, per fortuna, al momento non destano preoccupazioni.Nello specifico tutti sono sotto vigilanza clinica e epidemiologica per constatare se appaiono sintomi. Nel caso in cui nei prossimi giorni si presentasse qualche sintomo clinico, si realizzerà il controllo naso-faringeo e se confermato, si trasferiranno all’Ospedale Militare di Villa Clara, com’è previsto nel Piano per la prevenzione e il controllo del Covid-19. Coloro che sono stati in contatto con i tre turisti italiani che si trovavano in Trinidad e che nelle ultime ore sono stati confermati come i primi casi di Covid-19 in Cuba, sono sottoposti alle azioni epidemiologiche corrispondenti. Il dottor Manuel Rivero Abella, direttore provinciale di Salute a Sancti Spíritus, ha informato che le sette persone che hanno avuto una relazione diretta con gli italiani, tra queste l’autista dell’auto, la tour-operatrice e le cinque persone del Hostal di Trinidad dov’erano ospitati sino ad ora, sono asintomatici, ma sono comunque stati trasportati all’Ospedale Provinciale di Riabilitazione Dottor Faustino Pérez, centro designato nella provincia per l’isolamento dei casi sospetti. «Tutti sono sotto vigilanza clinica e epidemiologica per constatare se appaiono sintomi. Nel caso in cui nei prossimi giorni apparisse qualche sintomatologia clinica, si realizzerà i controllo naso-faringeo e se confermato si trasferiranno all’Ospedale Militare di Villa Clara, com’è previsto nel Piano per la Prevenzione e il Controllo del Covid-19», ha sostenuto Rivero Abella. Secondo il medico se i contatti si mantengono senza sintomi clinici ritorneranno alle loro case dove si manterranno sotto vigilanza estrema da parte degli epidemiologi e del gruppo di base dell’area di salute. Dei quattro turisti italiani arrivati a Cuba lo scorso 9 marzo e che sono giunti a Trinidad il 10, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, tre sono stati confermati con Covid-19 e sino al momento , ha riferito il Ministero di Salute Pubblica, non corono pericolo per la vita. Nella provincia è disegnata la strategia per il trattamento di casi sospetti e questo comprende l’abilitazione delle consultazioni specializzate in tutte le istituzioni di salute e la disponibilità di 42 letti per l’isolamento.

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ADUC.Governo. Coronavirus e una carrellata di pericolose stupidità

Governo. Coronavirus e una carrellata di pericolose stupidità

Roma,12.03.2020. Un carrello per la spesa: per i dolci o per i formaggi? No, quello di cui vogliamo scrivere oggi riguarda un carrello pieno di pericolose stupidità, che sono propalate dai vari capi politici, tutti di “primo piano”.

L’argomento è il Coronavirus.

Vediamo.

Beppe Grillo, garante del M5S. Oggi dichiara: “La sfida attuale è quella di trovare un vaccino per il Coronavirus. Una volta scoperto, la prossima sfida sarà sicuramente la produzione e la distribuzione in tutto il mondo”.
10 anni fa dichiarava: “Di vaccino si può morire: sono convinto che le persone debbano essere messe al corrente dei pericoli che comportano certe pratiche vaccinali”.

Nicola Zingaretti, segretario del PD. Il 3 febbraio scorso irrideva alla preoccupazione per il Coronavirus.
Allarmismo infondato, diceva. Ha girato per l’Italia e si è infettato del virus. Ora è in quarantena.

Matteo Salvini, segretario della Lega. 20 giorni fa dichiarava:
“Riaprire tutto quello che si può aprire: fabbriche, negozi, musei, gallerie, palestre, discoteche, bar, ristoranti e centri commerciali. Poi, 2 giorni fa, ha detto: chiudere tutto adesso, senza eccezioni, senza dubbi, senza interpretazioni.

Giorgia Meloni, presidente di FdI. 10 giorni fa dichiarava, in tono entusiastico, rivolta ai turisti stranieri: “Le immagini e le notizie che vi arrivano dalla nostra Nazione non raccontano il vero; ci sono turisti ovunque; ristoranti, bar e negozi sono tutti aperti, il tempo è fantastico.
Poi, 2 giorni fa, ha detto: chiudere tutto per 15 giorni.

Discettano sulla salute che è il bene più prezioso che abbiamo, senza sapere di che parlano e cosa propongono. Eppure, i dati scientifici erano lì a dimostrare la pericolosità della diffusione virale.
Offrono un carrello pieno di pericolose stupidità che paghiamo noi.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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Coronavirus, Foroni: montaggio tende triage in ospedali e penitenziari

Coronavirus, assessore Foroni: Protezione civile ha quasi completato montaggio tende triage in ospedali e penitenziari

L’assessore: servono per differenziare pazienti Covid da altri

(LNews – Milano, 10 mar)”La protezione civile sta completando i lavori di montaggio delle tende Triage fuori dagli ospedali e dai penitenziari lombardi”. Lo ha sottolineato in conferenza stampa l’assessore della Regione Lombardia al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni. “Le tende Triage – ha spiegato – permettono di diversificare i percorsi tra paziente Covid e altri con patologie differenti. Già operative quelle montate presso gli Ospedali Bergamo, Crema, Cremona, Casalmaggiore, Brescia, Chiari, Iseo, Monza e Mantova. Da domani anche ad Alzano Lombardo/BG. Per quello che riguarda le carceri, sono state montate in quelli di Pavia, Vigevano, Bollate, Voghera, Monza, a Milano al Beccaria e a San Vittore, a Mantova, Brescia, Lecco, Lodi”.

Pronta circolare per uniformare aiuti alla popolazione

“La Protezione civile – ha ricordato Foroni – è impegnata da tempo a fornire alla popolazione servizi di assistenza di vario genere. Sono principalmente di tre tipi: aiuto alle necessità di anziani, a quelle delle persone in isolamento e a quelle dei positivi asintomatici. Sabato scorso, nella riunione con i rappresentanti dei territori, di ANCI Lombardia e delle Province, è stato deciso di declinare tali interventi in maniera uniforme su tutta la regione. La circolare è in fase di valutazione da parte del Dipartimento centrale di Protezione civile e sarà emanata a breve”.

Strutture aggiuntive per chi non può fare quarantena a casa

Per quello che riguarda le strutture esterne a quelle ospedaliere che potrebbero essere realizzate per ospitare pazienti affetti da Coronavirus, l’assessore Foroni ha chiarito: “Stiamo valutando quelle presenti sul territorio da impiegare per le persone che non possono trascorrere il periodo di quarantena a casa. Si tratta dell’ospedale di Baggio che dispone di 50 posti, molti dei quali ancora liberi, della struttura di Linate, già operativa, al momento non utilizzata, dotata di altri 50 posti e di altri 49 posti in quella di San Damiano, in provincia di Piacenza. Stiamo valutando offerte da strutture pubbliche e alberghiere e puntiamo a una mappatura delle disponibilità prima di arrivare alla considerazione della requisizione prefettizia”.

Impegno costante con 2500 volontari, onore al Lodigiano

“Fino a oggi – ha detto Foroni – sono 2500 i volontari di protezione civile impiegati, soprattutto nella provincia di Lodi, Bergamo e Cremona. In merito all’operazione svolta nel Basso Lodigiano, con riferimento al rispetto della ‘zona rossa’, ci tengo a sottolineare la grande responsabilità tenuta da quella popolazione. Dai dati emersi – ha concluso l’assessore – ha sgarrato ai divieti solo lo 0,006 percento della popolazione, cioè nulla. Ed erano regole ferree, applicate per la prima volta. Regole che hanno dimostrato di funzionare grazie anche al senso di responsabilità mostrato dai lodigiani”

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Contagio da SARS-Cov-2 numeri telefonici emergenza occupati

Questo quanto leggiamo aprendo https://www.regione.toscana.it/-/coronavirus A chi rivolgersi

In presenza di caso sospetto si consiglia di contattare il proprio medico o pediatra di base.

Per informazioni contatta il numero telefonico di pubblica utilità istituito da Ministero della Sanità 1500 attivo 24 ore su 24.

Per favorire una corretta informazione sul Covid-19, la Regione ha messo a disposizione dei cittadini un numero verde, presso il Centro di Ascolto Regionale, al quale rispondono operatori adeguatamente formati. Il servizio fornisce orientamento e indicazioni sui percorsi e le iniziative individuate dalla Regione sul tema del Coronavirus. Il numero verde a cui il cittadino può rivolgersi è 800.556060, opzione 1, attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 18.

ma ecco in calce la realtà, l’esperienza diretta degli avvocati Assunta Brunetti e Marcello Viganò

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Nello spirito di collaborazione per ottimizzare i contatti utili ai cittadini che possono essere venuti a contatto con soggetti infettati, alla luce della esperienza che segue, si chiede che:

  1. i numeri segnalati come contatti siano operativi H24,
  2. nel caso il numero risulti occupati scatti una registrazione al fine di far lasciare il numero che l’operatore richiamerà appena terminata una conversazione;
  3. attivare una o più PEC e mail in modo da diminuire il traffico sulle linee telefoniche.

Poiché il contagio è in fase espansiva e non è dato sapere per quanti mesi saremo in emergenza, una rapida e corretta informazione è la base per garantire la salute ai cittadini, ottimizzare le risorse e per contenere la diffusione del virus.

A leggervi, cordiali saluti

Pier Luigi Ciolli

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Cina : compensazione di prevenzione coronavirus 1.000 yuan al giorno quarantena domestica e cure

( Filippo Polito ) La Gazette dell’Esecutivo Yuan ha emesso il decreto del Ministero della salute e del benessere il 10, affermando che coloro che sono isolati da casa e in quarantena a causa della polmonite a Wuhan e si prendono cura delle loro famiglie possono richiedere un risarcimento per la prevenzione dell’epidemia.Le misure di compensazione della prevenzione dell’epidemia sono state annunciate oggi e il pubblico può ricevere 14.000 yuan  (  1.772,22 euro )  per un massimo di 14 giorni a causa di isolamento, quarantena e congedo familiare per la polmonite di Wuhan. Tuttavia, non ci sono buste paga per coloro che sono pagati e il caregiver è limitato a una persona al giorno.

“Gravi misure speciali di isolamento della polmonite infettiva e misure di prevenzione della quarantena durante la quarantena” sono state annunciate oggi sul sito web della Gazzetta dell’Esecutivo Yuan. Questa misura è stata formulata in conformità con i regolamenti speciali sulla prevenzione e la riabilitazione della polmonite infettiva speciale grave e sarà attuata retroattivamente dal 15 gennaio di quest’anno.

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Il coronavirus può sopravvivere nell’aria per 30 minuti, secondo uno studio cinese

( Filippo Polito ) Il coronavirus può sopravvivere nell’aria per almeno 30 minuti e diffondersi fino a 4,5 metri, cioè più lontano dalla “distanza di sicurezza” raccomandata dalle autorità sanitarie di tutto il mondo, secondo uno studio pubblicato da scienziati cinesi. Lo studio, condotto da epidemiologi del governo cinese e diffuso dalla stampa locale, assicura che il virus possa “durare per giorni” su superfici in cui cadono le gocce respiratorie infette, aumentando il rischio di infezione se una persona lo tocca e quindi strofinare il viso.

 
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Cuba senza Covid-19

Cuba senza Covid-19. Sino al momento Cuba si mantiene senza casi di Covid-19, una malattia già presente in 73 nazioni con più di 90 850 persone contagiate nel mondo intero, delle quali più di 3100 sono decedute.

Sino al momento Cuba si mantiene senza casi di Covid-19, una malattia già presente in 73 nazioni con più di 90 850 persone contagiate nel mondo intero, delle quali più di 3100 sono decedute. 166 persone sono morte al di fuori della Cina, la nazione dove è sorto il focolaio del virus. Il sistema nazionale di salute dell’Isola delle Antille, anche se non sono stati riportati casi di persone con questa malattia ha preso le sue precauzioni. Queste, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, si basano nella pratica di una medicina preventiva di un modello sociale a livello primario che è capace d’agire nell’ordine educativo e profilattico per evitare malattie più gravi. Si sostenta nel principio che in questo paese nessuno resta abbandonato. Conta anche di ospedali specializzati e metodi diagnostici per affrontare questa situazione oltre all’esperienza e alla professionalità dei suoi medici che hanno agito in condizioni d’emergenza in differenti latitudini.

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SISTEMA SANITARIO REGGE, ALTRI 223 POSTI IN TERAPIA INTENSIVA

SISTEMA SANITARIO REGGE, ALTRI 223 POSTI IN TERAPIA INTENSIVA
STUBATO IL ‘PAZIENTE 1’, ORA RESPIRA AUTONOMAMENTE
 “Un invito accorato a non uscire di
casa e a rispettare comportamenti virtuosi e responsabili”. Lo
ha lanciato in diretta Facebook l’assessore al Welfare della
Regione Lombardia, Giulio Gallera, spiegando che nella ex ‘zona
rossa’ questo ha portato dei “risultati concreti”.

“Dove non sono state osservate pedissequamente queste
indicazioni – ha spiegato Gallera – i casi sono aumentati del,
dove invece sono state rispettate abbiamo registrato una
diminuzione del fenomeno”.

L’assessore ha infatti sottolineato come “Il coronavirus non si
sconfigga con un farmaco perche’ l’unica medicina e’ quella di
ridurre drasticamente la nostra vita sociale evitando di
contagiare e di essere contagiati”.

“Abbiamo bisogno di avere sistema sanitario in grado di curare
tutti coloro che si ammalano di coronavirus – ha aggiunto
Gallera – e anche coloro che si ammalano di altre patologie. E
allora abbiamo bisogno di contenere il virus, perche’ se
continuasse a crescere con questa velocita’ non saremmo piu’ in
grado di rispondere come stiamo facendo”.

STUBATO IL ‘PAZIENTE UNO’ – Gallera ha anche annunciato che “Il
paziente ‘uno’ e’ stato trasferito dalla terapia intensiva a
quella sub intensiva. E’ stato cioe’ ‘stubato’ in quanto ha
iniziato a respirare autonomamente”.

I DATI – L’assessore ha quindi aggiornato i dati dei contagi:   

– i casi positivi sono 5.469, ieri 4.189 l’altro ieri 3.420 e il
giorno prima 2.612 
– i deceduti 333, ieri 267, l’altro ieri 154 tutte persone
anziane con un quadro clinico gia’ compromesso. L’87% ha piu’ di
75 anni, l’11% ne ha fra 65 e 74 e il 2% fra 50 e 64 anni
– i dimessi e trasferiti al domicilio 646, ieri 550 e l’altro
ieri 524
– in isolamento domiciliare 1248, ieri 756 e l’altro ieri 722
– in terapia intensiva 440, ieri 399 e l’altro ieri 359
– i ricoverati non in terapia intensiva 2.802, ieri 2.217 e
l’altro ieri erano 1.661
– i tamponi effettuati 20.135, ieri 18.534, l’altro ieri 15.778

I casi per provincia con l’aggiornamento rispetto agli ultimi
4 giorni

BG      1.245/997/761/623/537
BS      739/501/413/182/155
CO      40/27/23/11/11
CR      916/665/562/452/406
LC   66/53/35/11/8
LO      928/853/811/739/658
MB      64/59/61/20/19
MI      596/406/361 (di cui 208 a Milano citta’)
MN      102/56/46/32/26
PV      296/243/221/180/151
SO      7/6/6/4/4
VA      44/32/27/23/17

e 516 in corso di verifica.