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LORENZANI GIULIA ricorda il padre con affetto

MI OFFRIVA L’OPPURTUNITA’ DI PUBBLICARE UN RICORDO DI MIO PADRE PRESSO IL SUO GIORNALE.

IN QUESTO MESSAGGIO NON ENTRERO’ NEL MERITO DELLA SUA CARRIERA LAVORATIVA PERCHE’ QUESTE INFORMAZIONI SONO REPERIBILI TRANQUILLAMENTE IN RETE. VORREI PARLARE DI LUI COME UOMO, UN GRANDE UOMO.

 

LORENZANI

MIO PADRE PURTROPPO E’ DECEDUTO LUNEDI’ 4 MAGGIO ALL’ETA’ DI 56 ANNI, SI TROVAVA NELLA SUA ABITAZIONE DI CARRARA, ERA STATO DIMESSO IL SABATO PRECEDENTE A SEGUITO DI UN RICOVERO AVVENUTO IL 27 MARZO PRESSO L’OSPEDALE DEL CUORE (OPA) DI MASSA PER IL SOPRAGGIUNGERE DI UN INFARTO. PRIMA DI ALLORA NON AVEVA MAI AVUTO NESSUN TIPO DI DISTURBO ED HA SEMPRE AVUTO UNO STILE DI VITA SANO.

ERO STATA A TROVARE IL BABBO POCHE ORE DOPO LA DIMISSIONE E L’AVEVO VISTO PROVATO DALLO STRESS DEI GIORNI PASSATI MA SERENO, HA GIOCATO CON MIO FIGLIO FLAVIO CHE ERA IL SUO GRANDE AMORE.

IL LUTTO DI UN GENITORE E’ PER TUTTI I FIGLI UN EVENTO TRAGICO MA QUANDO AVVIENE ALL’IMPROVVISO SU SOGGETTI SANI E GIOVANI LO SHOCK E’ ANCORA MAGGIORE, INOLTRE PER ME OLTRE AD ESSERE UN PADRE ERA UN CONFIDENTE E PER UN CERTO LASSO DI TEMPO HA SOSTITUITO IL RUOLO DI MIA MADRE.

ALL’ETA’ DI QUATTRO ANNI NEL 1989 SI LASCIO’ DA MIA MADRE E IO INSISTETTI TALMENTE TANTO PER RIMANERE CON LUI CHE DOVETTE AFFRONTARE UNA CAUSA CIVILE PRESSO IL TRIBUNALE DEI MINORI DI GENOVA PER OTTENERE IL MIO AFFIDAMENTO.

SUSCITAVA CURIOSITA’ VEDERE UN GIOVANE RAGAZZO DI 27 ANNI TRUCCARE LA SUA PICCOLA BAMBINA DURANTE IL PRIMO SAGGIO DI DANZA CLASSICA E PER ME ERA UN ORGOGLIO.

DEVO A QUEST’UOMO UMILE, MITE E PURO DI MANTENERE VIVA LA SUA MEMORIA, CONDIVIDENDO QUANTO PIU’ POSSIBILE LE SUE OPERE D’ARTE, PER LUI RAGIONE DI SACRIFICIO MA FONTE DI ESTREMA SODDISFAZIONE.

ERA IL GRANDE MAESTRO DI SCULTURA, CHE INSEGNAVA DA DECENNI ALLA SCUOLA DEL MARMO DI CARRARA, UN MESTIERE AI SUOI ALUNNI PROVENIENTI DA OGNI ANGOLO DEL MONDO.

ERA UN ARTISTA STIMATO IN TUTTO IL MONDO, CHE SENZA SCENDERE A COMPROMESSI SI ERA FATTO DA SOLO MANTENENDO INALTERATI I SUOI VALORI.

ERA UN NONNO ECCEZIONALE DI QUELLI CHE SI SIEDONO IN TERRA CON IL PROPRIO NIPOTE A LEGGERE UN LIBRO O A GIOCARE CON IL DIDO’.

ERA UN FIGLIO FONTE DI ORGOGLIO PER I PROPRI GENITORI.

UN COLLEGA DISPONIBILE, UN CITTADINO MODELLO.

MA ERA SOPRATUTTO IL PADRE CHE TUTTI I FIGLI DOVREBBERO AVERE.

DA BUDDISTA QUALE SONO, L’HO SALUTATO SUSSURANDOGLI CHE CI SAREMO RINCONTRATI E GLI HO PROMESSO CHE L’AVREI RICONOSCIUTO, LA MIA DEDICA PER LUI E’ QUESTA:

“DOMANI CONTINUERAI AD ESSERE. MA DOVRO’ ESSERE MOLTO ATTENTA PER VEDERTI. SARAI UN FIORE O UNA FOGLIA. SARAI IN QUELLE FORME E MI MANDERAI UN SALUTO. SE SARO’ ABBASTANZA CONSAPEVOLE TI RICONOSCERO’ E POTRO’ SORRIDERTI”.

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I macelli hanno lavorato favorendo la diffusione del virus

Per combattere il virus bisogna salvare gli animali, non ucciderli!
 

“Caotici e folli”. Così il Guardian, riprendendo un commento di Ben Lilliston dell’Institute for agriculture and trade policy britannico, definisce i grandi macelli che in molti paesi stanno diventando focolai di Covid-19, preoccupando le autorità sanitarie. Questi luoghi, insieme agli allevamenti intensivi e ai wet market, rappresentano diversi aspetti di un rapporto malato con la natura, di cui l’umanità paga ora il conto.

I macelli sono luoghi infernali anzitutto per gli animali, dove a causa del ritmo di produzione il livello di sofferenza è spaventoso. Non di meno per le persone che vi lavorano che devono sostenere condizioni fisiche, sanitarie e psicologiche terribili.

Sono luoghi dove vige un contesto lavorativo spesso accostato alla schiavitù. Eppure i macelli, i mattatoi hanno sempre continuato a lavorare durante la pandemia (almeno fino allo scoppio dei focolai), favorendo la diffusione del coronavirus, all’interno e all’esterno. 

I CASI

Il caso più eclatante è quello degli Stati Uniti, con oltre 180 impianti colpiti, ma situazioni analoghe si segnalano in Irlanda, Spagna, Germania, Regno Unito, Canada, Brasile e Australia. Lungo è l’elenco di focolai covid-19 in macelli e allevamenti intensivi. Quindi non solo i wet market sono indagati, da cui scoppiò il primo caso di coronavirus in Cina.

Si pensi che negli Stati Uniti, solo a fine aprile, si erano già registrati 5000 casi di contagi e 20 decessi.
In Europa preoccupa la situazione della Germania, dove 300 lavoratori, molti dei quali immigrati, si sono ammalati nell’impianto della Müller Fleisch di Birkenfeld. In Spagna ci sono stati oltre 200 casi in un impianto vicino ad Aragona (di Litera Meat), mentre in Irlanda i contagi accertati sono oltre 560, in 10 stabilimenti, uno dei quali è in un impianto per la macellazione dei suini in cui ci sono stati oltre 120 casi.

L’effetto drammatico è stato l’abbattimento obbligato di migliaia di animali che gli allevatori non si possono più permettere di mantenere a causa dell’inceppamento della filiera della carne.

A questi casi si aggiunge la notizia, registratasi in queste ultime 2 settimane, di trasmissione del coronavirus da animale a uomo in 4 allevamenti di visoni in Olanda. Gli esperti hanno stabilito che è plausibile che un visone abbia infettato i dipendenti di una azienda.

COME ACCADE IL CONTAGIO NEGLI ALLEVAMENTI E NEI MACELLI?

Per le particolari situazioni lavorative che si creano in queste strutture, spesso non è stato possibile indossare le opportune protezioni o introdurre le misure di distanziamento e disinfezione, spiega il Guardian. In più in molti paesi la forza lavoro è costituita da immigrati, anche irregolari, che sfuggono ai controlli e vivono in abitazioni affollate, dove il contagio si diffonde velocemente.

COSA CHIEDIAMO

Da anni noi Animalisti Italiani chiediamo il divieto di allevamenti e il commercio di animali per la produzione di pellicce e di carni. Da anni ci battiamo per proporre un rapporto diverso fra uomo e animale, paritario, basato sugli stessi diritti alla vita.  Vogliamo che il progresso arrivi anche nelle politiche alimentari. Dopo questa terribile pandemia i Governi riflettano sul cambiamento da adottare per salvare il Pianeta, si ragioni a livello globale sulla necessità di riorientare la produzione su un’alimentazione più sana, economica e giusta a base vegetale.

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Lipu.La nidificazione dei rondoni in diretta streaming. Accade a Jerago con Orago

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Lipu: una webcam per i rondoni di Jerago con Orago.  La nidificazione dei rondoni in diretta streaming. Accade a Jerago con Orago, grazie a un progetto che vede la collaborazione tra la Lipu e l’amministrazione comunale.

La Lipu, grazie alla collaborazione con il Comune di Jerago con Orago, posiziona una webcam all’interno di una delle celle nido della torre rondonaia di Villa Cova, sede del municipio. La webcam è all’interno della cella nido numero 100, uno dei nidi in cui è stata accertata la nidificazione di una coppia di rondoni sin dall’inizio del progetto di studio che, partito nel 2017, ha l’obiettivo di tutelare e monitorare quello che costituisce uno dei siti di nidificazione più importanti del varesotto. Le immagini riprese sono trasmesse in diretta sul sito web Lipu Varese e sul sito del Comune di Jerago con Orago, consentendo a tutti di poter osservare in tempo reale quello che avviene all’interno del nido.

Un progetto di monitoraggio che nel corso degli ultimi due anni ha permesso di avere dei primi dati relativi al numero di coppie nidificanti e al loro successo riproduttivo: è stata accertata la presenza di 31 coppie nidificanti nel 2018 e 32 coppie nel 2019. Risultati che sono stati esposti con un poster al convegno italiano di ornitologia di Napoli a settembre 2019.

L’obiettivo di questa iniziativa, coordinata dalla Lipu con le due delegazioni di Varese e Gallarate, e con l’indispensabile collaborazione del Comune di Jerago con Orago, è quello di tenere alta l’attenzione su rondoni, sensibilizzando amministrazioni comunali e cittadini sull’importanza di conoscere e tutelare questa specie che, in declino numerico, da secoli vive e nidifica nei manufatti urbani delle nostre città. Il progetto nasce in continuità con l’adesione del Comune di Jerago con Orago alla “Delibera Salvarondini” della Lipu, il provvedimento amministrativo che vieta la distruzione dei nidi di rondine, rondone e balestruccio durante il periodo riproduttivo.

Spiega Stefania Villa, delegato Lipu Varese: “Questo progetto è un modo per poter osservare da casa la specie: durante il monitoraggio, che è coordinato sin dall’inizio dal naturalista Milo Manica, forniremo aggiornamenti e informazioni utili in modo da consentire alle persone di conoscere da vicino il rondone comune. Il ringraziamento va ancora una volta all’amministrazione comunale di Jerago con Orago, che si è mostrata attenta a tutelare i rondoni e a consentirne il monitoraggio da parte della Lipu.”

Emilio Aliverti, sindaco di Jerago con Orago, commenta: “Apprezziamo davvero molto quanto LIPU Varese e il dott. Milo Manica stanno facendo per il nostro territorio. Il valore, le peculiarità e l’interesse per la torre rondonaia del nostro municipio ha da tempo superato i confini della provincia. Ora con la webcam, tale patrimonio diventa davvero fruibile a tutti. Anche il sito internet del comune, da poco rinnovato, offrirà uno sguardo 24/7 sulla cella nido numero 100 e sua vitalità.”

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Giochi di carte: quali sono i più amati dai lombardi?

I giochi di carte ci accompagnano lungo i nostri momenti di svago sin dalla notte dei tempi. Le origini di questi giochi sono molto lontane. In alcune regioni, come ad esempio la Lombardia, il legame con i giochi di carte è talmente saldo da resistere ai tanti cambiamenti dovuti dall’evoluzione tecnologica.

Tra i giochi più amati dai lombardi c’è il burraco. Il burraco si dice provenga dall’Uruguay dove si è sviluppato ed ha conosciuto il periodo di maggior successo intorno agli anni ’40 e sembra sia una derivazione del gioco della canasta, molto simile per molti aspetti al burraco. Il suo nome invece deriva dalla lingua portoghese, dove “buraco” significa “setaccio“, quasi a significare che le carte vengono pescate e raccolte, filtrandole, setacciandole appunto, e tenendo solo quelle utili a sviluppare il gioco e a creare combinazioni.

Intorno agli anni ’80 il burraco arriva anche in Italia dove si sviluppa inizialmente in Puglia, Campania per poi diventare il famosissimo gioco di carte come lo conosciamo oggi. Inizialmente le regole del gioco venivano tramandate con il “passaparola” e quindi passando di città in città, di regione in regione spesso venivano modificate e non è raro andare in regioni diverse e vederlo giocare in modo differente rispetto ad altre regioni. Con l’arrivo della Federazione Italiana del gioco del Burraco, FIBUR, le regole del gioco sono state ufficializzate ed ora sono quelle che fanno fede ai fini del regolamento e condotta di gioco.

Come si gioca? Questo famoso gioco trae le sue origini dalla famiglia dei giochi della Pinnacola; Per giocare a Burraco servono due mazzi di carte francesi, le stesse che si utilizzano nel gioco del poker, con la differenza che nel burraco i jolly sono mantenuti nel mazzo di gioco raggiungendo così il totale di 108 carte (54 per mazzo). A burraco si può giocare sia in coppia (due contro due) che nel testa a testa (uno contro uno). Le dinamiche di gioco non subiscono variazioni.

Il giocatore seduto alla destra del mazziere smezza il mazzo, e il mazziere lo ricompone, riponendo la porzione di mazzo che si trovava inizialmente sotto, sopra all’altra. Da questo nuovo mazzo vengono ricavati due gruppi da 11 carte, detti anche “pozzetti”, prendendo una carta per volta dal fondo del mazzo e creando così ciascuno dei due pozzetti. Questi due piccoli mazzi vengono riposti uno sull’altro in modo incrociato, facendo attenzione a far sì che il mazzetto in cui è stata inserita la prima carta stia sopra all’altro.

Dal mazzo restante saranno estratte 11 carte che saranno distribuite a ciascun giocatore in senso orario. Le restanti carte saranno invece riposte coperte a formare il mazzo da cui si pesca durante il gioco. Un’ultima carta verrà presa dal mazzo di pesca, e sarà riposta scoperta accanto al mazzo di pesca. Questa carta darà inizio al “monte scarti”, o “monte di pesca”. Al proprio turno, ciascun giocatore seduto al tavolo potrà: pescare una carta dal mazzo principale; prendere tutte le carte dal monte degli scarti. A seguito della propria scelta, il giocatore potrà scegliere di calare combinazioni a terra, realizzate con le carte in proprio possesso o di legare una o più carte singole alle combinazioni già a terra.

Al termine della fase di creazione delle combinazioni, il giocatore sarà obbligato a scartare una carta, cosa che può essere bypassata solo qualora il giocatore abbia terminato le carte e a terra sia disponibile ancora il pozzetto da prendere della propria squadra. In tal caso potrà “andare a pozzetto al volo”, senza scartare nessuna carta. Andando a pozzetto al volo il giocatore dovrà proseguire a giocare le nuove carte acquisite, e comunque al termine della mano dovrà comunque scartare una carta.

Molto amato in Italia ed in Lombardia è il poker, uno dei giochi di carte più famosi al mondo. Qui si può trovare una guida su come si gioca a poker. Tra gli Stati europei che si contendono la “paternità” ci sono Italia, Francia e Germania. Alcuni sostengono che gli antenati del Texas Hold ‘em si debbano ricercare in Persia. Qualcuno ravvisa appunto elementi in comune tra il poker e il gioco dello zarro, molto in auge nell’Italia rinascimentale: la proibizione di questo passatempo da parte di Francesco Sforza a Milano attraverso un editto (1531) non ne impedì la diffusione.

Il mazzo era composto da venti carte, ogni giocatore ne aveva a disposizione cinque e gli unici punti previsti erano la coppia, il tris e il colore. Anche nel celebre quadro “I bari” Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610) raffigura due giovani che giocano allo zarro: uno di loro cerca di vincere barando con l’aiuto di un complice più anziano che assiste alla partita.

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I molisani ai lombardi: venite da noi, lo chiede la storia longobarda

 

Ai lombardi intenzionati ad andare in vacanza per la bella stagione, davvero si offre come itinerario ideale il Molise, regione con analoghi rischi in ambito di Covid-19? Ciò che sembrerebbe una boutade, su cui sono intervenuti con ironia tanti commentatori (dal direttore dell’Espresso, Marco Damilano, nel corso del programma “Propaganda Live” fino a Selvaggia Lucarelli), per qualcuno rappresenterebbe invece un’opportunità.

E’ il caso del circolo “Forche Caudine”, storica associazione dell’emigrazione molisana nel mondo, nata nel 1989, con sede centrale a Roma.

Dal sodalizio ricordano, innanzitutto, che le due regioni presentano vincoli determinati dalla forte emigrazione dal Mezzogiorno verso Nord. Sono infatti oltre 15mila i molisani che vivono in Lombardia, quindi più dei 10mila che sono a Roma. E molti di loro non rientrano più da tempo nella regione d’origine. “Un ritorno sarebbe benefico per rinsaldare o ricostruire proficui collegamenti – si legge nella nota di “Forche Caudine” pubblicata sul proprio sito (https://www.forchecaudine.com/covid-19-lombardia-molise-ritornino-pure-i-longobardi-nel-sannio).

Ma, al di là dell’aspetto demografico, il sito ricostruisce l’importante legame storico: il periodo longobardo (568-774) ha lasciato segni profondi non solo in Lombardia (dal nome della regione ai tanti complessi monastici fino agli itinerari longobardi che richiamano numerosi turisti), ma anche in Molise, che qualcuno definisce “regione più longobarda d’Italia”.

L’associazione ricorda lo stretto rapporto tra la Lombardia ed il popolo nordeuropeo, evidente sin dal nome della regione e dal fatto che Re Autari (584-590) scelse Milano e Pavia come principali sedi del potere regio, il successore Agilulfo conquistò Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova e la regina Teodolinda, moglie di entrambi i Re, scelse Monza come residenza (dove morì). Non a caso la Lombardia presenta molti itinerari longobardi che richiamano numerosi turisti. Perché la cultura, benché qualcuno pensi il contrario, è sacrosanta anche per le economie locali.

Tra le ‘chicche’ longobarde in Lombardia – si legge nell’articolo dell’associazione – non si possono tralasciare il complesso monastico di San Salvatore–Santa Giulia a Brescia, oggi sede del ‘Museo della città’, e il castrum di Castelseprio-Torba, in provincia di Varese, che conserva significativi esempi di architettura militare”.

E in Molise? Qui la presenza longobarda – ricordano dall’associazione – è durata più che altrove ed ha lasciato rilevanti tracce: i toponimi di alcuni borghi (compresa Campobasso), castelli e ruderi (Bagnoli del Trigno, Cerro al Volturno, Civita di Bojano, Tufara), edifici religiosi (Santa Maria di Casalpiano a Morrone del Sannio), necropoli (località Morrione e Vicenne nella piana di Bojano), ecc. Presenza che potrebbe essere valorizzata, come offerta turistica unica, con tutto il Sannio, a cominciare dalla chiesa di Santa Sofia a Benevento, inserita dall’Unesco nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità.

Insomma, l’inedito legame Lombardia-Molise in una dimensione storico-culturale, più che far sorridere, rappresenta un’opportunità di scoperta. “Ormai come biglietto da visita ci si affida spesso alla gastronomia – concludono dall’associazione. “Il Molise in genere punta sul caciocavallo, ma la Dop del prodotto molisano è calabrese (‘silano’), la moda del ‘caciocavallo impiccato’ è di origine lucana, e spesso i caciocavalli molisani sono fatti con latte proveniente dall’Est Europa, come ha certificato Report. Meglio allora puntare sulla cultura autentica e tangibile, direttamente in loco, lo strumento più idoneo per far conoscere e apprezzare un territorio e alimentare incontri, scoperte, gemellaggi e contaminazioni culturali”. 

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Mare del Salento sempre più sorprendente. All’amo di alcuni diportisti un grosso esemplare di squalo grigio.

Mare del Salento sempre più sorprendente. All’amo di alcuni diportisti un grosso esemplare di squalo grigio. Il video della cattura e della liberazione Non passa giorno che il Mare intorno alla penisola salentina, che sia Jonio o Adriatico non ci riveli sorprese. Come quella accaduta ad alcuni diportisti che ieri si sono ritrovati all’amo un grosso esemplare di squalo. Non un “pescecane” qualunque, ma un adulto di squalo grigio che risaliva in superficie attaccato alla lenza. Ciò che è stato ripreso dall’equipaggio al largo di Frigole, Marina leccese, a non più di un paio di miglia dalla costa per la profondità segnata sull’eco-scandaglio pari a 56,8 metri, è un altro evento raro che si manifesta nei nostri mari, dato il particolare stato di conservazione della specie, ritenuta a dir poco vulnerabile. Immagini che di solito si vedono ai tropici o negli hotspot internazionali di pesca d’altura. Fortuna ha voluto che il peso e la forza del pesce abbia determinato la rottura della lenza e la sua spontanea liberazione senza alcun danno per l’animale e per i membri dell’imbarcazione, cosicché abbia potuto riprendere a nuotare libero e apparentemente placido. Insomma, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, un altro nuovo segnale che c’invita al massimo rispetto per le meraviglie dell’ambiente che ci circonda. Ecco il video: https://youtu.be/ruaxn3r5mIg

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Il trucco armonioso

 Il trucco armonioso

Uno degli  obiettivi di Beatrice Gazzola, Modella Curvy,  e’ essere un esempio di stile alternativo, carattere e bellezza, in antitesi alle stereotipate modelle anoressiche, le Skinny.

 

 

 

 

 

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Dott.ssa Chiara De Giorgio “L’importanza del prendersi cura nei rapporti affettivi”

Prendersi cura, è uno degli ingredienti principali nelle relazioni affettive.

La famiglia è basata su questo, fin da quando il bambino nasce riceve le cure dai genitori.

L’arrivo di una nuova persona all’interno del nucleo famigliare porta con sé un insieme di emozioni spesso contrastanti quali: felicità , incredulità , paura , preoccupazione , curiosità e via dicendo.

È normale preoccuparsi dei bisogno del nuovo nascituro cercando di appagare tutti i suoi bisogni.

Quando il bambino cresce, nelle fasi successive i genitori sono sempre presenti  prendendosi cura di tutti gli aspetti della sua vita come: l’inserimento  nella scuola materna, la socializzazione con i coetanei,  l’insegnamento di una pratica sportiva e successivamente fornirgli un adeguata istruzione finché il bambino ormai adolescente si trova a prendere decisioni importanti per il suo futuro.

Anche in quel caso non è insolito vedere come i genitori, spinti dall’idea di volere il meglio per i propri figli , tendano a indicare le varie strade possibili. La cura che i le madri e padri hanno per i proprio figli non cessa mai , muta ma non svanisce.

Quando il figlio diventa adulto avviene lo stesso procedimento ma al contrario.

É lui che si prende cura dei genitori anziani che possono trovare difficoltà nello stare dietro a un mondo sempre più veloce e in mutamento.

Come quindi si può intuire, i rapporti basato sull’amore e sull’affetto non smettono mai di avere come elemento principale “la cura”. Cambia modalità , cambiano i ruoli ma lei è sempre presente.

Prendersi cura significa anche dare le attenzioni, è grazie a quest’ultime che le persone si sentono amate e volute.

É un aspetto fondamentale dei rapporti, i rapporti, quelli veri non sono unilaterali non c’è una persona che riceve ma al contrario l’amore è bilaterale. Insieme ci si ama, ci si da attenzione e crea questo gioco di ruoli che evolve e muta in nuove consapevolezze e con nuovi equilibri in cui “la cura” fa da sfondo.

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Whatsapp difficoltà sicurezza con l’ultimo aggiornamento di Telegram

Whatsapp rischia di ricevere un vero e proprio “colpo basso”: l’ultimo aggiornamento del concorrente Telegram si potrebbe rivelare una condanna.

Whatsapp e Telegram: i due concorrenti nell’ambito della messaggistica si sferrano colpi a suon di aggiornamenti. L’ultimo aggiornamento riportato dall’app dell’aeroplanino, come la chiama Tecno Android, sferra un vero e proprio “colpo basso” a Whatsapp. Vediamo di cosa si tratta.

 

Come leggiamo dalla fonte, Telegram ha riportato un aggiornamento su un tema molto delicato per Whatsapp: la sicurezza. L’app di Pavel Durov ha incentivato la sicurezza delle chat con un aggiornamento che rende felici i milioni di utenti in tema privacy.

Come riporta Tecno Android, l’ultimo aggiornamento riportato da Telegram, per dispositivi Android e iOS, introduce un nuovo sistema di crittografia attivo anche per le video-chiamate. Un’aggiornamento a dir poco importante, dal momento che, con questo nuovo update, la riservatezza delle chat può essere mantenuta anche in ambito delle video-conferenze.

Nello specifico, come riporta la fonte, il server non memorizzerà alcun dato: né da un punto di vista dell’audio né del video e questo potrà garantire agli utenti la massima riservatezza sulla video-chiamata. Questo potrebbe rivelarsi come un vero colpo basso per Whatsapp che proprio in tema “sicurezza” ha avuto qualche problema.

A livello di utenza, quest’ultimo aggiornamento 6.1 ha sicuramente portato gran parte delle persone a optare per Telegram, almeno dal punto di vista dell’utilizzo di video-chiamate.

Come riporta Tecno Android, nell’ultimo periodo si sta facendo avanti anche un terzo servizio, che pian piano sta scalando le vette dei download: si tratta di Signal. Quest’ultima app, a quanto pare, promette un livello di riservatezza ancor più efficace dal punto di vista della messaggistica e dal punto di vista delle video-chiamate.

Fabio Sanfilippo

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Per la ristorazione si indica specificatamente di indossare delle FFP2 senza filtro.

Conferenza Stato Regioni Linee Guida COVID

Vi chiedo di considerare come altamente rischioso questo passaggio delle linee guida a pag. 4 RISTORAZIONE: 

“Il personale di servizio a contatto con i clienti deve utilizzare la mascherina e deve procedere ad una frequente igiene delle mani con soluzioni idroalcoliche (prima di ogni servizio al tavolo).”

Il fatto di non aver considerato che il personale addetto al servizio al tavolo non conosca esattamente la distinzione tra mascherine chirurgiche DM di classe I, mascherine non DM, DPI (FFP2/3, KN 95, N95) con filtro e senza filtro, espone il cliente ad un altissimo rischio.

Una mia personale supposizione, mi porta a pensare che potrebbe essere alquanto improbabile che il suddetto personale sia stato opportunamente formato in proposito dall’RSPP o dalla figura di un Formatore D.lgs 81/08.

Bisogna sempre considerare inoltre che, in totale assenza di test idonei piuttosto che tamponi e della fallacia del rilevamento della temperatura con termo scanner, vi possono essere persone positive asintomatiche anche tra i lavoratori.

Se uno di questi indossasse un DPI con filtro (in quanto considerato genericamente come mascherina), pur cercando di mantenere il distanziamento previsto, esporrebbe ad un rischio elevatissimo di contagio COVID tutta la clientela presente nel ristorante/bar.

NB Per le estetiste si indica specificatamente di indossare delle FFP2 senza filtro.

Se il mio pensiero/scrupolo, da una vostra analisi risultasse eccessivo o, peggio, non corretto, sarebbe gradito un riscontro.

Grazie. Saluti

Coordinamento Camperisti