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Sindacato

Covid-19. Premio 1000 euro agli operatori sanitari. Fsi-Usae Sicilia ringrazia Musumeci, Razza, deputati

Covid-19. Premio 1000 euro agli operatori sanitari. Fsi-Usae Sicilia ringrazia Musumeci, Razza, deputati  e commissione regionale. “Nessuno potrà ostacolare accordo regionale con i sindacati sui fondi nazionali”

I componenti della segreteria regionale della Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, Renzo Spada, Maurizio Cirignotta, Pier Paolo Di Marco, Salvatore Ballacchino, Salvatore Di Natale, Salvatore Bracchitta e Calogero Coniglio vogliono ringraziare pubblicamente il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, l’Assessore regionale della Salute Ruggero Razza, il Presidente e i componenti della VI commissione regionale Servizi Sociali e Sanitari, e i deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana per aver attenzionato le molteplici istanze inviate formalmente dall’ Organizzazione Sindacale affinché gli operatori sanitari, infermieri, medici e autisti soccorritori potessero avere un riconoscimento economico per il lavoro straordinario: 1.000 euro per quello che stanno facendo ogni giorno in prima linea per fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid-19 e assistere e curare i pazienti.

A tale scopo, verrà presentato e definito un accordo dall’Assessorato regionale alle Organizzazioni Sindacali firmatarie del Ccnl comparto sanità in contrattazione regionale nei prossimi giorni: un documento per destinare oltre 20 milioni di euro con fondi nazionali previsti dal decreto legge 17/3/2020 n. 18 all’articolo 1 al personale sanitario. “Questi incentivi farebbero seguito alle tante belle parole che, però, da sole non bastano. Le somme da erogare dovranno corrispondere all’impegno, alla qualità e alla quantità del lavoro prestato”, dichiarano i sindacalisti.

“La Fsi-Usae Sicilia su quel tavolo lotterà affinché le somme vengano assegnate proporzionalmente anche al restante personale del pubblico e del privato, Infermieri, medici, tecnici, oss, ecc. impiegato nei reparti e nei servizi non adibiti a Covid-19 della regione ma che hanno rischiato e continuano a rischiare ogni giorno e notte, senza sapere se i pazienti hanno contratto il virus Covid-19. Nessuno, amici e avversari, di qualsiasi estrazione, potrà ostacolare tale accordo regionale. Ricorreremo, se necessario, a tutte, le azioni previste dalla legge. La vita dei sanitari e soprattutto delle nostre famiglie è al di sopra di tutto e di tutti, nessuno escluso”, conclude il sindacato.

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In evidenza

Agenzia Formativa Varese. Didattica a distanza. Segnalazione criticità e richiesta provvedimenti a tutela della Privacy.

riceviamo  e pubblichiamo

Al Direttore dell’Azienda Speciale Agenzia Formativa della

Provincia di Varese

agenziaformativavarese@pec.it

Al Presidente della Provincia di Varese

istituzionale@pec.provincia.va.it

Al Segretario Generale

della Provincia di Varese

istituzionale@pec.provincia.va.it

e, p.c. Al Garante  per la protezione dei dati personali

protocollo@pec.gpdp.it

OGGETTO: Didattica a distanza. Segnalazione criticità e richiesta provvedimenti a tutela della Privacy.

La scrivente O.S. ritiene doveroso intervenire per mettere a fuoco alcune criticità in cui si trovano ad operare i lavoratori dell’Agenzia Formativa, con particolare riferimento alle dinamiche che concernono la gestione del lavoro svolto dalle proprie abitazioni.

Questa  nuova  e  inusuale  modalità  lavorativa  sta  generando  notevoli  disagi  e  stress  ai lavoratori, in modo particolare ai docenti per quanto attiene il metodo della didattica a distanza, deciso  dai  vertici  dell’Agenzia  senza  fornire  al  personale  alcuna  direttiva  e  alcun  supporto organizzativo e morale.

Ora, proprio alla luce della decisione governativa di prorogare la sospensione delle attività didattiche in presenza, non è più possibile accettare che permanga tale stato di cose.

Preliminarmente  si  reputa  utile  evidenziare  che  NON  esiste  una  normativa  specifica  che disciplina la didattica a distanza né, tanto meno, un obbligo in capo ai docenti di svolgere il proprio lavoro  in  tale  modalità  operativa.  Nel  decreto  dell’8  aprile  si  parla  di  didattica  a  distanza  in  un articolo  che  riguarda  le  “Misure  urgenti  per  l’ordinato  avvio  dell’anno  scolastico  2020/2021”, quindi è evidente che l’obbligo della didattica a distanza riguarda solo l’anno scolastico 2020/2021 e solo se a quella data sarà ancora in vigore la legislazione emergenziale. In sostanza, allo stato attuale, la didattica a distanza non può essere imposta e si deve quindi riconoscere che tutto quello che si sta facendo avviene per libera adesione del personale.

Inoltre in nessuna norma è previsto che il personale docente debba possedere un cellulare o
un computer o che debba avere la reperibilità telefonica. In realtà, se non fossero stati i docenti a
mettere a disposizione cellulari e computer, il sistema sarebbe già andato in corto circuito.  Il fatto
che  non  tutti  abbiano  a  disposizione  strumenti  adeguati  o  dimestichezza  con  gli  strumenti
informatici  può  creare  un  oggettivo  disagio,  ma  ciò  non  può  essere  confuso  con  negligenza  o
disinteresse.

Questo impegno e disponibilità dimostrati dal personale è un elemento che dovrebbe far riflettere sulla decisione dell’Agenzia Formativa della Provincia di Varese di ostinarsi ad applicare, per pura  convenienza  economica,  un  Contratto  di  Lavoro  –  quello  delle  autonomie  locali  –  che  non contiene alcuna disciplina in ordine alla figura professionale del docente.

Un aspetto che assume primaria importanza nella concreta gestione della didattica a distanza
è quello della tutela della privacy in riferimento alla GDPR UE 679/2016 che, in Agenzia Formativa,

 

è stato invece del tutto trascurato. La Direzione si è limitata a sollecitare i docenti ad attivare la DaD senza nemmeno porsi il problema della loro tutela da questo punto di vista.

La didattica a distanza entra in modo invasivo nelle case. L’uso del cellulare o del proprio computer  può  comportare  la  violazione  delle  norme  sulla  privacy,  nella  perfetta  buona  fede dell’insegnante, che sta semplicemente cercando di mettersi in relazione con gli allievi.

In Agenzia ogni docente è stato invitato dalla Direzione a individuare piattaforme dedicate, senza  fornire  alcuna  garanzia  in  merito  alla  tutela  dei  dati  che  circolano  e  della  privacy  delle persone, non solo dei docenti, ma anche degli allievi, che sono minorenni e in alcuni casi affetti da patologie.  Eppure  le  responsabilità  di  chi  utilizza  impropriamente  questi  dati  sono  notevoli  e potrebbero avere anche risvolti penali.

Anche il Garante per la protezione dei dati personali, con provvedimento n. 64 del 26 marzo 2020, ha fornito importanti indicazioni; ne citiamo solo alcune:

spetta  in  primo  luogo  alle  scuole  quali  titolari  del  trattamento  la  scelta  e  la regolamentazione degli strumenti più utili per la realizzazione della didattica a distanza.  Le scelte dovranno conformarsi ai principi di privacy by design e by default, tenendo conto in particolare del contesto e delle finalità del trattamento, nonché dei rischi per i diritti e le libertà degli interessati. Tra i criteri che devono orientare la scelta degli strumenti da utilizzare è opportuno includere, oltre all’adeguatezza rispetto alle competenze e capacità cognitive di alunni e studenti, anche le garanzie offerte sul piano della protezione dei dati personali”.

Tutto questo è stato fatto da chi ricopre in Agenzia un ruolo direttivo ? Non ci risulta.

Ogni  responsabilità  è  stata  fatta  cadere  sui  singoli  docenti.  Possibile  che  tale  grave  ed ennesima carenza professionale e organizzativa debba essere ancora una volta ignorata da chi ha funzioni di vigilanza ?

Si rende necessario inoltre chiarire che sulla base della normativa vigente, durante il periodo
di sospensione delle attività didattiche, NON esiste alcun obbligo di osservare un orario di servizio,
né di svolgere attività funzionali e collegiali così come non deve essere firmata (in particolare con i
cosiddetti  registri  elettronici)  e/o  dimostrata  alcuna  presenza  virtuale  in  servizio  (dalle  proprie
abitazioni) così come non devono essere indicate le assenze/presenze degli allievi dalle eventuali
lezioni virtuali.

La didattica a distanza richiede anche alle famiglie un impegno aggiuntivo e uno stress non indifferente. Molti genitori hanno dovuto affrontare l’impegnativo compito di gestire anche il tempo della scuola ma non è facile seguire i figli nelle attività scolastiche per tante ore al giorno tutti i giorni, in particolare per chi ha più figli. Lo stress è anche maggiore per i genitori soli, e per quelli che sono impegnati con il tele-lavoro contestualmente ai figli.

Insomma, anche dal punto di vista degli allievi e delle famiglie,  mancano i requisiti minimi perché la cosiddetta didattica a distanza possa essere assimilata in qualsiasi modo alla didattica.

Ciò premesso, riteniamo che in questa situazione di emergenza il personale docente stia già facendo più del dovuto, e che non debba essere continuamente richiamato ai propri doveri, anzi dovrebbe essere facilitato e apprezzato.

Chiediamo  che venga  con urgenza posto rimedio  alla  situazione di caos  in cui  i docenti
dell’Agenzia sono attualmente costretti ad operare e che si pongano in essere, finalmente, tutte le
misure necessarie a garantire la tutela dei lavoratori per quanto concerne la gestione della DaD
sgravandoli dalla responsabilità di eventuali abusi in materia di utilizzo dei dati personali.

Si chiede inoltre a chi ha incarichi di responsabilità di astenersi dal dare disposizioni prive di un fondamento normativo.

Varese, 27 aprile 2020                                                                CUB Pubblico Impiego Varese

F.to Giuseppe Jurisch

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In evidenza

Conte denunciato da 1500 cittadini supportati dall’avv.Polacco

Vi aiutiamo a difendere i Vostri Diritti

Capacità individuali, alto livello di specializzazione, formazione internazionale, consentono ai professionisti impegnati nello Studio Legale di fornire un’adeguata assistenza e di risolvere le controversie più impegnative. Efficienza, dinamicità e creatività ne completano il profilo assicurando un approccio flessibile ed efficace per la risoluzione delle problematiche sottoposte dal Cliente.

studio legale polacco

Lo slogan che introduce il suo sito, mostra l’impronta tecnica ma anche di tipo sociale che lo studio associato capitanato da Edoardo Polacco ed altri collaboratori giovani, su un tema che sta montando sulla vita politica-economica del Paese.

Ne abbiamo parlato anche noi in precedenza, prendendo spunto da tanti costituzionalisti che hanno fatto presente la deriva incostituzionale presa dal nostro Premier.

Un decreto può interrompere il culto religioso, l’attività economica del paese, le libertà e garanzie costituzionali dei cittadini?

La querela presentata e già depositata in tutte le procure d’Italia per ora da 1500 persone, è disponibile clicca qui, e segue la nostra intervista all’avvocato Polacco

 

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Cronaca

Chiesta la vaccinazione obbligatoria in dispregio della libertà personale

Il Presidente della Provincia del Vco Arturo Lincio ha inviato, in data odierna, una nota all’Unità di Crisi della Regione Piemonte chiedendo l’obbligatorietà della Vaccinazione Antiinfluenzale e Antipneumococcica per gli operatori del settore sanitario e per le persone sopra i 65 anni di età.

Ormai tutti hanno potuto constatare che la libertà personale è stata ridotta al lumicino ma ora si vuole anche impedire la possibilità di scegliere se farsi vaccinare o no.

Sembra di essere in un regime di polizia, un regime che disprezza la libertà personale ma è solo capace di imporre le sue regole.

Anche molti medici si oppongono all’obbligo vaccinale definendolo incostituzionale e i sindacati di categoria ribadiscono che deve essere una scelta e non un obbligo.

La vaccinazione deve essere una scelta individuale, imporla è un grave errore.

Qual’ora la richiesta di Arturo Lincio venisse accolta sarebbe un provvedimento coercitivo al quale molti si ribellerebbero.

Mi spiace dover constatare che chi dovrebbe tutelare un valore così grande come la libertà preferisca ricorrere ad obblighi che hanno tanto il sapore del sopruso.

Franco Simonetti

 

 

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Samarate

Samarate: “pacchetto famiglia” Regione Lombardia

Samarate 30 Aprile 2020

SAMARATE INFORMA – “PACCHETTO FAMIGLIA” REGIONE LOMBARDIA

CONTRIBUTI STRAORDINARI PER IL SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE NELL’AMBITO DELL’EMERGENZA COVID-19

Sul BURL (Bollettino ufficiale di Regione Lombardia) n. 17 del 21 aprile 2020 è stato pubblicato il bando per la concessione di contributi alle famiglie che si trovano in difficoltà economiche a seguito dell’emergenza Covid-19.

Si tratta di un contributo a fondo perduto che prevede la concessione di due tipologie di aiuto, non cumulabili tra di loro:

CONTRIBUTO MUTUI PRIMA CASA: si tratta di un contributo fisso una tantum pari ad euro 500,00 a nucleo familiare riconosciuto per il pagamento della rata (o delle rate) del mutuo prima casa indipendentemente dall’importo della rata pagata purché riferita all’anno solare 2020;

CONTRIBUTO E-LEARNING (APPRENDIMENTO A DISTANZA): si tratta di un contributo una tantum pari all’80% delle spese sostenute fino ad un massimo di euro 500,00 a nucleo familiare per l’acquisto di pc fisso o portatile o tablet con fotocamera e microfono. Non è previsto un minimo di spesa.

E’ inoltre prevista l’erogazione di una quota aggiuntiva di contributo, Fattore Famiglia Lombardo, sulla base di parametri che tengano in considerazione eventuali maggiori complessità e fragilità presenti all’interno del nucleo familiare:
-numero dei figli;
-residenza in regione Lombardia per un periodo maggiore o uguale a 5 anni;
-presenza nel nucleo familiare di persone anziane di età maggiore o uguale a 65 anni o di donne in accertato stato di gravidanza;
-presenza nel nucleo familiare di persone con disabilità o persone non autosufficienti.

SPESE AMMISSIBILI E SOGLIE MINIME E MASIME DI AMMISSIBILITA’

L’agevolazione prevede la trasmissione, unitamente alla domanda di contributo, della seguente documentazione:

per il contributo mutui prima casa, quietanza di pagamento della rata del mutuo relativa ad uno dei mesi dell’anno 2020 o altra certificazione della banca attestante l’ammortamento di un mutuo in corso;

per il contributo e-learning, fattura o ricevuta fiscale da cui si evinca la tipologia di bene acquistato, avvenuto in data successiva all’ordinanza del 24febbraio 2020 del Ministro della Salute d’Intesa col Presidente della Regione Lombardia che dispone in Lombardia la chiusura dei nidi, dei servizi educativi all’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado.

SOGGETTI BENEFICIARI

Beneficiari dell’agevolazione sono i nuclei familiari in cui il richiedente sia residente in Regione Lombardia e per cui si sia verificata una delle seguenti situazioni a seguito dell’emergenza COVID-19:

lavoratori dipendenti con rapporto di lavoro subordinato, lavoro parasubordinato, di rappresentanza commerciale o di agenzia: riduzione pari ad almeno il 20% delle competenze lorde, incluse eventuali voci non fisse e continuative, relative all’ultima retribuzione percepita al momento di presentazione della domanda rispetto alle competenze lorde percepite nel mese di gennaio 2020;

liberi professionisti e lavoratori autonomi: riduzione media giornaliera del proprio fatturato rispetto al periodo di riferimento, registrato in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 ovvero nel minor lasso di tempo intercorrente tra la data della domanda e la predetta data, superiore al 33% del fatturato medio giornaliero dell’ultimo trimestre 2019, in conseguenza della chiusura o della restrizione della propria attività operata in attuazione delle disposizioni adottate per l’emergenza Coronavirus;

morte di un componente del nucleo per Covid-19.

REQUISITI

Il nucleo familiare deve inoltre presentare i seguenti requisiti:

almeno un figlio a carico di età inferiore o uguale a 16 anni di età all’atto di presentazione della domanda per il contributo mutui prima casa; almeno un figlio a carico di età compresa tra i 6 e i 16 anni di età all’atto di presentazione della domanda per il contributo e-learning. È possibile richiedere il contributo anche in presenza di minori in affidamento, se facenti parte del nucleo familiare, con gli stessi requisiti di età;

ISEE ordinario o corrente in corso di validità (ISEE 2020) con valore minore o uguale ad € 30.000,00. Al fine di tenere in considerazione le potenziali difficoltà, viste le limitazioni agli spostamenti determinate dalla situazione di emergenza contingente, a raggiungere le sedi dei Centri Assistenza Fiscali (CAF), per i nuclei familiari privi dell’attestazione ISEE 2020 viene considerata valida anche l’attestazione ISEE 2019 con valore inferiore o uguale ad euro 30.000.

È comunque possibile presentare domanda anche nel caso in cui il richiedente non fosse in possesso di nessuna delle due attestazioni; in tal caso la conclusione dell’istruttoria è sospesa fino alla presentazione dell’ISEE 2020 da parte del richiedente da trasmettere al massimo entro 90 giorni dalla protocollazione della domanda, pena inammissibilità della stessa

PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE

Le domande si potranno presentare esclusivamente on line a partire dalle ore 12.00 del 4 maggio 2020 fino alle ore 12.00 dell’11 maggio 2020 e verranno accolte in ordine cronologico di presentazione.

Le domande possono essere presentate previa registrazione/autenticazione in Bandi online (www.bandi.servizirl.it) attraverso:

SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale: è un codice personale che consente di accedere da qualsiasi dispositivo e di essere riconosciuto da tutti i portali della Pubblica Amministrazione. Per richiedere ed ottenere il codice SPID: https://www.spid.gov.it/richiedi-spid;

CNS – Carta Nazionale dei Servizi/CRS – Carta Regionale dei Servizi e PIN;
nome utente e password. In questo caso, per poter operare, occorre attendere la verifica delle informazioni di registrazione e profilazione, che potrà richiedere fino a 16 ore lavorative.

NOTE INFORMATIVE
Per la registrazione/profilazione non è necessario attendere la data di avvio per la presentazione delle domande.

Informazioni e dettagli e testo del bando sono consultabili sul sito di Regione Lombardia https://www.regione.lombardia.it/…/p…/pacchetto-famiglia.ffl

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Curiosità

Accade in casa D’Amico-Buffon – Le mascherine sono d’obbligo

Una vita dentro quattro mura, tra allenamenti relax e un po’ di tempo in più da passare in famiglia. Anche in casa D’Amico-Buffon le mascherine sono d’obbligo.

Il portiere della Juventus e la splendida presentatrice quaranteseienne mostrano su Instagram uno scatto che li ritrae con le mascherine prodotte dalla Stamperia Olonia di Gorla Minore.

Il goal della Stamperia

Gigi Buffon indossa le mascherine della stamperia Olonia di Gorla Minore.

Gli articoli dell’azienda portati alla luce dal popolare portiere della Juventus e dalla sua compagna.

Fantasia e creatività italiana premiata da uno dei migliori ed eccelsi portieri che l’Italia possa mai vantare.

Buffon : “ La fantasia e la creatività degli italiani non sono in lockdown 

I cittadini di Gorla Minore non hanno però di che essere gelosi: fra i primi gesti fatti dalla Stamperia Olonia, in questo periodo difficile per l’emergenza Coronavirus, c’era stata la donazione alla comunità di 10mila mascherine, che erano state distribuite a tutte le famiglie del paese.

 

Fabio Sanfilippo

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Salute e benessere

Covid-19, forse la svolta?. In Cina un possibile vaccino viene già prodotto su larga scala

Covid-19, forse la svolta?. In Cina un possibile vaccino viene già prodotto su larga scala

 

In un laboratorio nel nord di Pechino, un uomo in camice bianco esibisce uno dei primissimi vaccini sperimentali contro il nuovo coronavirus. Sinovac Biotech, uno dei quattro laboratori cinesi autorizzati ad avviare studi clinici, sta pensando in grande. Anche se il suo vaccino non si è ancora dimostrato efficace, il gruppo privato afferma che è pronto a produrre 100 milioni di dosi all’anno per combattere il virus, che è apparso in Cina alla fine del 2019 prima di diffondersi in tutto il mondo. I ricercatori  a Changping, un grande sobborgo della capitale, controllano la qualità del vaccino sperimentale, basato su agenti patogeni inerti, già prodotto in migliaia di copie. Nella sua scatola bianca e arancione, ha persino un nome: “Coronavac”.Anche se il trattamento è ancora lontano dall’omologazione, il produttore deve dimostrare di essere in grado di produrlo su larga scala e sottoporre i lotti alle autorità per il controllo. Da qui il lancio della produzione anche prima della fine degli studi clinici. Se oltre un centinaio di laboratori globali competono per essere i primi a sviluppare un vaccino, meno di una dozzina ha finora avviato studi sugli esseri umani, secondo la School of Hygiene and Medicine Londra tropicale. Questo è il caso di Sinovac, che afferma di aver ottenuto risultati incoraggianti nelle scimmie, prima di somministrare per la prima volta il suo siero a 144 volontari a metà aprile a Jiangsu (est). Ma il laboratorio fondato nel 2001 non commenterà la data in cui potrebbe essere commercializzata la sua iniezione di mezzo millilitro. Secondo l’OMS, possono essere necessari dai 12 ai 18 mesi per produrre un vaccino.Sinovac, che impiega un migliaio di dipendenti, spera di ottenere i primi risultati in termini di sicurezza del suo prodotto alla fine di giugno, nell’ambito delle prove di fase 1 e 2, spiega alla stampa Meng Weining, direttore degli affari internazionali. Questi test consistono semplicemente nel verificare che il vaccino non sia pericoloso per l’uomo. Per assicurarsi che sia efficace, è necessario intraprendere uno studio di fase 3 con portatori del virus. Problema: ora “ogni giorno vengono segnalati solo pochi casi in Cina”, ha affermato Meng. A meno che non vi sia una seconda ondata epidemica sul suolo cinese, il gruppo dovrà quindi testare persone positive all’estero. “Attualmente siamo in contatto con diversi paesi in Europa e in Asia”, ha detto. “Un processo di fase 3 normalmente coinvolge diverse migliaia di persone. Non è facile ottenere queste cifre in qualsiasi paese”, ha detto.Il gruppo si è comunque impegnato nel sud di Pechino per costruire un sito produttivo con una capacità di 100 milioni di dosi, che dovrebbe essere in grado di operare entro la fine dell’anno. “Lavoriamo giorno e notte, lavoriamo tutti e tre, il che significa che non perdiamo un minuto”, afferma Meng. Riferito alla popolazione mondiale, un possibile vaccino Sinovac non sarebbe sufficiente per proteggere il pianeta. Ma il signor Meng assicura che il suo gruppo, quotato al Nasdaq, è pronto per “collaborazioni” con i suoi partner stranieri, ai quali vende i suoi vaccini esistenti contro l’influenza o l’epatite. Essere i primi a offrire un vaccino contro Covid-19 sarebbe una vendetta per la Cina, desiderosa di far dimenticare alla gente che la pandemia è iniziata a casa. “Stiamo ricevendo molto supporto dal governo cinese”, ha dichiarato Meng. Oltre a Sinovac, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti“, Pechino ha approvato la sperimentazione clinica di altri tre vaccini sperimentali: uno lanciato dalla Scuola Militare di Scienze Mediche e dal gruppo biotecnologico CanSino; l’altro dall’Istituto di prodotti biologici e dall’Istituto di virologia di Wuhan, la città in cui è apparso il coronavirus; e uno finale del gruppo China Biotics, che ha iniziato le prove martedì con 32 volontari.

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Ambiente

Coronavirus, alligatore vaga indisturbato per le strade in Florida. Con il lockdown gli animali si riprendono le città.

Coronavirus, alligatore vaga indisturbato per le strade in Florida. Con il lockdown gli animali si riprendono le città.

Un alligatore è stato visto e ripreso mentre attraversa un incrocio in Florida. L’animale non ha trovato nessun umano sulla sua strada, quella di Francia in Florida, e quindi nessun ostacolo per la passeggiata “umana” nei giorni del lockdown da Coronavirus. Il video, girato da E. Scott-Marr, è stato condiviso migliaia di volte sui social. La polizia locale, dopo le numerose segnalazioni, ha scritto sulla sua pagina Facebook: «Questa mattina è stato avvistato un alligatore sulla strada. Abbiamo riferito alle persone che non c’è nulla che si possa fare, lasciamo che la natura faccia il suo percorso. Il motivo della presenza dell’animale è dettato dall’assenza delle persone in strada». I rettili, presenti da tempo anche nei centri abitati della Florida, sono sempre più affamati a causa della minore presenza di rifiuti per le vie. Secondo i media locali, gli alligatori stanno lottando per sopravvivere in città mentre le persone rimangono a casa durante la pandemia. Gli effetti del lockdown sugli animali selvatici però si stanno verificando in ogni parte del globo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” : «La natura si sta riprendendo una parte della nostra città». Da più parti giungono immagini di diverse specie che si sono avventurati sempre più nelle strade che sono state abbandonate a causa del virus. Nel Regno Unito, i cervi hanno conquistato le vie deserte di East London. Negli Stati Uniti, più utenti di Twitter hanno notato coyote che vagano per le strade di San Francisco durante il blocco di tre settimane. A Benidorm, una colonia di gabbiani si è lanciata su un anziano che portava in mano la busta della spesa. La gente del posto ha affermato che gli uccelli sono divenuti aggressivi ed hanno iniziato ad attaccare le persone nei brevi tragitti che gli separano dal supermercato alle loro dimore. E sostengono che la loro normale fonte di cibo sia svanita dopo la chiusura di bar e ristoranti. Ecco il video: https://youtu.be/vZGuMgm6IxE

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Gallarate

Gallarate: porte aperte in città

“Il prossimo sabato mattina, in virtù dell’ordinanza regionale riaprirà il mercato” annuncia in un videomessaggio il Sindaco di Gallarate, ma non solo: apriranno anche cimiteri e parchi cittadini.

 

Sabato 2 maggio il mercato a gallarate aprirà con 21 banchi limitati ai soli generi alimentari, ci sarà, inoltre, una limitazione degli ingressi son la Polizia Locale e i City Angels a presidiare gli ingressi e ad evitare gli assembramenti all’interno dell’area di vendita.

Da lunedì 4 maggio apriranno anche i cimiteri, nonostante la circolare del Ministero degli Interni che ne impone la chiusura per evitare gli assembramenti “abbiamo pensato di aprirli in seguito alle numerose richieste” ha dichiarato il Sindaco di Gallarate e la decisione è stata presa con l’accordo del Monsignore che si è impegnato ad aiutare fornendo volontari per contingentare gli ingressi ed evitare gli assembramenti sia interni che esterni.

Lunedì mattina apriranno i cimiteri di Arnate e Caiello dalle 9:00 alle 12:00 poi martedì con gli stessi orari sarà aperto il cimitero monumentale, giovedì mattina saranno aperti i cimiteri di Cedrate e quello di Crenna mentre sabato prossimo saranno aperti tutti e cinque i cimiteri cittadini dalle 9 alle 16.

Le aperture saranno effettuate con le dovute cautele in tema di sicurezza sanitaria e saranno continuative quindi non ci sarà nessun bisogno di precipitarsi perchè ci sarà il tempo per tutti. 

Anche tutte le zone verdi cittadine saranno aperte, ma sarà vietato usare i giochi per i bambini e ci saranno delle persone a presidiare i parchi più grandi e i relativi ingressi.

Per la frequentazione delle aree che verranno riaperte sarà necessario l’uso della mascherina mentre per i soli cimiteri si dovranno utilizzare anche i guanti.

RIEPILOGO APERTURE

? MERCATO dal 2 maggio;

? PARCHI dal 4 maggio;

? CIMITERI dal 4 maggio con la seguente regolamentazione:

lunedì dalle 9 alle 12 i cimiteri di Arnate e Cajello;

martedì dalle 9 alle 12 il cimitero monumentale;

giovedì dalle 9 alle 12 i cimiteri di Cedrate e Crenna.

sabato tutto i cimiteri aperti dalle 9 alle 16.

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103 anni e ora pure il coronavirus?

Ringrazio TUTTI, anche a nome di mia madre per aver fatto divenire questo video VIRALE con oltre mezzo milione di visualizzazioni ❤ sul solo profilo privato. Se si calcolano anche gli altri miei profili, pagine e gruppi indipendenti, siamo intorno al milione. SOLO GRAZIE A VOI che avete apprezzato questa “fanciulla” di 103 anni

Comincia così il riconoscimento a coloro che hanno visto e condiviso il video della signora di 103 anni che racconta la sua gioventù e la sua storia.

 

Nata durante la prima guerra mondiale, il colera, mi mancava questo. Abbiamo perso tutto durante la secoonda guerra mondiale, ma anche durante la guerra uscivamo e facevamo festa…ora le mascherine. Semplici considerazioni,” ma chi dice le verità?”