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Coronavirus, 5 Millennial su 10 preoccupati per il post epidemia

Sfruttare la quarantena per riflettere sul proprio stato d’animo, informarsi in maniera responsabile, dimostrare gratitudine e dedicarsi alla meditazione. Sono questi alcuni dei consigli degli esperti per affrontare l’emergenza sanitaria nel migliore dei modi e prepararsi a quello che accadrà dopo.

L’emergenza Coronavirus ha costretto milioni di persone in tutto il mondo alla quarantena forzata, trasformando in maniera radicale abitudini e stili di vita, e causando numerosi problemi psicologici. Ad essere più colpiti, secondo una ricerca americana pubblicata dall’ American Psychiatric Association (APA) su CNBC, sono i millennial: oltre il 47% ha affermato di avere paura delle possibili conseguenze del post epidemia e dimostra difficoltà nell’adattarsi a un graduale ritorno alla normalità. Timore di perdere il lavoro e di non poter tornare a viaggiare come un tempo sono tra i sentimenti più comuni. Uno scenario negativo che si ripercuote anche sulle ricerche online legate al virus, le prime a causare stress e ansia: basti pensare che secondo un’indagine pubblicata sul New York Times sono aumentate del 250% nelle ultime due settimane e l’hashtag #Coronavirus su Instagram conta oltre 16 milioni di post. Ma quali sono, dunque, i consigli degli esperti per non lasciarsi governare dalla paura e affrontare con positività questi momenti difficili? Sfruttare la quarantena per riflettere sul proprio stato d’animo, informarsi in maniera responsabile evitando di cadere nel baratro delle fake news, ritrovare quel senso di umanità e calore dimenticati e dedicarsi a forme di meditazione e interiorizzazione.

“La pandemia di cui siamo protagonisti diretti è un qualcosa di mai visto prima, ma come ogni momento di crisi può rappresentare una porta socchiusa su qualcosa di individuale e sociale che, nell’ordinarietà, è più difficile da cogliere – ha spiegato Andrea Di Terlizzi, studioso, maestro di Scienze Interiori e autore del testo Futuro Proximo assieme a Antonella Spotti – Cosa possiamo fare per trarre il massimo vantaggio da un evento che, guardato nel suo aspetto materiale, non ha nulla di positivo? Possiamo innanzitutto sfruttare il momento per ritrovare un’umanità, un calore, un senso di fratellanza e sorellanza troppo spesso accantonati. Fermiamoci a riflettere su come vogliamo vivere e cambiare questo mondo in un luogo migliore, non facendoci sopraffare dalla paura perché tale sentimento non può coesistere con l’amore. Dovremmo provare a sederci a terra respirando e rimanendo in silenzio, sgombrando la nostra mente da pensieri negativi. Soltanto in questo modo possiamo essere pronti ad affrontare con positività il post epidemia perché quando la crisi cesserà, e avverrà quel momento, sarà il caso di avere gli occhi ben aperti e decidere se vogliamo continuare a farci trasportare dai poteri che decidono per noi quale vita vivere”.

I benefici della connessione sociale, anche se a distanza forzata, sono evidenziati da una ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista americana Lancet, che sottolinea come la solitudine possa essere più nociva per il nostro sistema immunitario di 15 sigarette al giorno. Una condizione negativa che può colpire i giovani, i più avvezzi alla socializzazione e ai viaggi internazionali, e che dunque potrebbero soffrire maggiormente da questa forma di isolamento: basti pensare che secondo un’indagine pubblicata su Fox News il 70% dei ragazzi compresi tra 18 e 35 anni ha visitato paesi stranieri nel 2019. E ancora, un valido aiuto per combattere la solitudine arriva dalla meditazione: secondo una ricerca della National Health Association e pubblicata su Psychology Today, le tecniche di meditazione e interiorizzazione alleviano i livelli di cortisolo presenti nel sangue, aumenta la produzione di dopamina, il neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore, e favorisce il rafforzamento delle sinapsi in diversi punti del sistema nervoso.

Ecco infine il vademecum per affrontare la quarantena forzata e prepararsi al post epidemia con positività:

  1. Prendersi del tempo per riflettere sul proprio stato d’animo: il distanziamento sociale risulta un’esperienza stressante, soprattutto per i giovani, ma permette di fermarsi a concentrarsi su se stessi.
  2. Non lasciarsi sopraffare dalla paura: assumere un atteggiamento costruttivo è fondamentale per non perdere la capacità di governare la paura e rimanere in balia di chiunque generi in noi questo sentimento nefasto.
  3. Essere uniti anche nella distanza: sfruttare questo momento di crisi per aiutare chi è in difficoltà, sorridere al prossimo, utilizzare i social in maniera genuina, ritrovando così quel senso di umanità e calore molto spesso dimenticati.
  4. Leggere e informarsi, senza assorbire le notizie in modo passivo: non dimenticare la dignità che contraddistingue il nostro essere umani. Accertarsi di fonti certe e riflettere sul contenuto è importante per non cadere nel baratro delle fake news.
  5. Dedicarsi alla meditazione o a qualsiasi altra forma di interiorizzazione: usare la respirazione per ritrovare una condizione di equilibrio e calma, focalizzare la mente per generare un’onda stabile, calma e lucida in voi e attorno a voi.
  6. Non sottovalutare la forza della gratitudine e dell’amore: è fondamentale non dimenticarsi di essere grati per quello che si possiede e ringraziare chi combatte ogni giorno questa difficile battaglia, mettendo a serio rischio la propria incolumità.
  7. Dare un esempio dal punto di vista umano e non solo organizzativo: sfruttare questo momento per cercare di portare alla luce la parte migliore di ciascuno, riducendo la provinciale abitudine di trasmettere soltanto negatività.
  8. Riscoprire le proprie risorse e non smettere di imparare: la quarantena rappresenta il momento ideale per leggere, imparare una nuova lingua, investire sulla propria formazione professionale ed essere pronti al ritorno operativo post crisi.
  9. Riorganizzare le proprie abitudini quotidiane: essere chiusi in casa non equivale a lasciarsi andare. Bisognerebbe programmare le proprie giornate scaglionando i momenti di lavoro e quelli dedicati alla propria cura personale, sul lato fisico e mentale.
  10. Imparare a saper gestire i movimenti: il nostro organismo disperde molta energia attraverso le tensioni muscolari, a loro volta connesse alle tensioni emotive. Bisognerebbe controllare il corpo e rilassare le parti contratte, sia in movimento, sia da seduti.
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Covid-19 e mondo Veterinario, formazione gratuita online

Il Centro Traumatologico Ortopedico Veterinario insieme al gruppo Aurora Biofarma lanciano un ciclo di Webinar a tema ortopedico, aperto a tutti gli specialisti del settore, per rimanere aggiornati anche restando a casa

  

Milano, 24/04/2020 – In questi giorni di Covid-19 sono numerose le realtà che si stanno dando da fare in iniziative a supporto dei tanti Professionisti costretti a rimanere a casa.
È così che il Centro Traumatologico Ortopedico Veterinario di Arenzano (CTO VET) con il supporto di un partner come  Aurora Biofarma – azienda farmaceutica specializzata nella ricerca e nello sviluppo di prodotti nel campo della veterinaria con una linea food e una divisione medica nutra – ha organizzato e lanciato un ciclo di Webinar gratuiti a tema ortopedico.

 

Si tratterà di sessioni informative a distanza, accessibili con una connessione internet, in cui si affronteranno lezioni pratiche mediante la discussione di casi clinici frequenti. Il target dei Professionisti a cui queste sessioni informative sono rivolte non sarà solo un pubblico specialistico, i Webinar sono infatti pensati anche per il Veterinario generico dal momento che verteranno su argomenti di  pratica clinica quotidiana.
Coordinatore scientifico e Relatore del percorso formativo è Enrico Panichi, Dottore di ricerca in clinica chirurgica ortopedica nonché Chirurgo ortopedico, socio fondatore e Direttore sanitario del CTO VET.

 

Partenza prevista per lunedì 27 aprile con il primo degli appuntamenti in calendario “L’ABC del paziente traumatizzato e felino” in cui verrà dato conto dei traumi ortopedici che si riscontrano con maggiore frequenza negli ambulatori (traumi del bacino, fratture esposte, lussazioni articolari).
Andrà in scena il giorno 30 aprile il secondo evento “Dottore, il mio cucciolo avrà la displasia?” durante il quale si tratterà il tema di come comunicare l’evoluzione della malattia, le tempistiche di presentazione e di diagnosi.
Infine il prossimo 7 maggio sarà la volta dell’ultimo appuntamento “Il ruolo del laboratorio analisi nei problemi ortopedici?” dove saranno analizzate le patologie ortopediche non chirurgiche di più frequente riscontro nella pratica clinica quotidiana.

«Soprattutto in questi giorni di lockdown vogliamo essere vicini ai tanti specialisti nel settore Veterinario e abbiamo deciso di farlo con questi momenti di formazione che rappresentano un’opportunità di aggiornamento scientifico di assoluto livello offerta in forma totalmente gratuita –  dichiara il Direttore Marketing di Aurora Biofarma Mariateresa Moscarella – In qualità di sponsor unico abbiamo esteso l’invito a partecipare non solo ai numerosi Veterinari con cui collaboriamo ma anche a tutti i nuovi Professionisti che volessero contattarci».

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Coronavirus,Foad Aodi( AMSI); l’esercito bianco sta vincendo la guerra senza il vaccino

Coronavirus,Foad Aodi( AMSI); l’esercito bianco sta vincendo la guerra senza il vaccino e no alle guerre dentro la guerra dal punto di vista politico ,economico e Leadership

AMSI;UMEM;UXU;Chiediamo al direttore del laboratorio di Wuhan di spiegare  dal punto di vista medico e scientifico perché il virus non e’ partito dal loro laboratorio ,inoltre richiediamo all’OMS e alla Cina di raccontare la verità

Cosi l’associazione medici di origine straniera in Italia(AMSI) e l’Unione Medica Euro Mediterranea (UMEM) , e il Movimento Internazionale Uniti per Unire (UXU) stanno continuando con la loro ricerca nei 72 paesi grazie ai nostri rappresentanti locali ed i confronti televisivi su Tv ,Radio e Giornali tutti i giorni da 3 mesi nei paesi Euro Mediterranei ,Africa ,Asia ,America e paesi del Golfo .Altri aspetti e richieste emergono da questa ricerca internazionale da parte dei nostri esperti ,specialisti in virologia malattie infettive ,cardiologi ,neurologi ,ortopedici ,ginecologi ,medici di famiglia ,pediatri ,geriatri , epdemiologi ;

 

1)La diffusione del virus nei paesi arabi e africani registra una percentuale del 2% delle statistiche mondiali ,per i motivi citati prima tra i quali anche l’utilizzo del vaccino antimalaria ,anti aids ,anti ebola  e per il fatto che  il recettore ACE 2 nelle celulle della  popolazione araba e africana e’ 1 su 1000 rispetto alla popolazione europea americana e asiatica ;

 

2)la maggior parte dei pazienti affetti da Aids non hanno contratto  il  Coronavirus per l’immunità già acquisita ;

 

3)il Coronavirus si combatte specialmente nei primi 5 giorni della malattia con ;cortisone ,farmaci anti malaria ,anti ebola ,anti aids ,anti reumatismo ,antibiotici ,plasma terapia ,eparina ,ossigeno ozonoterapia  e con dieta adeguata e bere tanta acqua;

 

4)la maggior parte dei pazienti morti nel mondo arabo e in africa non e’ riuscito ad essere curato nei primi 5 giorni per mancanza di farmaci efficaci 

 

5) dalle autopsie effettuate sui pazienti morti con coronavirus la maggioranza dei pazienti e’ deceduta da  trombi causati dal coronavirus con infiammazione e vasculiti con fattori di rischio obesità .diabete ,malattie cardiovascolari ,maschi superiore a 55 anni.

 

6) si confermano numerosi sintomi che coinvolgono il sistema nervoso specialmente in pazienti affetti da Parkinson e anche il coinvolgimento dell’apparato gastrointestinale, il fegato e la cute  e si sono registrati pazienti che sono diventati di colore marrone dopo il trattamento per il Coronavirus. 

 

“Sono risultati molto importanti dal punto di vista medico e scientifico e ci manca solo la verità sull’origine del coronavirus per questo richiediamo al direttore del laboratorio di WUHAN di spiegare  dal punto di vista medico e scientifico perché il virus non e’ partito dal loro laboratorio ,inoltre richiediamo all’OMS e alla Cina di raccontato la verità che non e’ chiara ancora e iniziano ad aumentare i dubbi sulle dichiarazioni a giorni alterni e non concordano con la vera realtà di oggi in Cina e nel Mondo cosi Dichiara Foad Aodi Fondatore Amsi e Umeme e Membro  Gruppo di Lavoro Salute Globale fnomceo e docente presso la Sapienza

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Covid-19 “forse trovata la cura”?

Covid-19 “forse trovata la cura”? Il laboratorio di Zurigo della Molecular Partners ha rivelato di aver identificato diverse proteine che possono neutralizzare SarsCov-2, la causa della polmonite virale

Il laboratorio Molecular Partners, un’azienda biofarmaceutica in fase clinica con sede a Zurigo, ha lanciato un programma terapeutico contro Covid-19 in collaborazione con l’Ufficio federale della protezione della popolazione svizzero (UFPP). La società con sede a Schlieren, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,  riferisce di aver identificato diverse proteine specifiche in grado di neutralizzare SarsCov-2, causa della polmonite virale. Queste proteine sono state combinate per agire su tre fronti contro il virus, in particolare impedendogli di penetrare nelle cellule umane, afferma un comunicato stampa diramato ieri sera. Le prime ricerche condotte con i virologi del laboratorio Spiez, sotto la supervisione dell’UFCP, hanno permesso d’identificare «centinaia di proteine» che possono avere qualità neutralizzanti. Molecular Partners sta già pianificando le condizioni di produzione a partire dal terzo trimestre.

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Bergamo: Coronavirus, va in coma a Bergamo e guarisce a Palermo

Bergamo 19 aprile 2020

Una storia bellissima di un signore contagiato da COVID-19, che lascia davvero grande stupore ed emozione. Va in coma a Bergamo e si ritrova guarito nell’Ospedale di Palermo. Quando si è risvegliato dal come, era convito che si trovasse roicoverato nell’Ospedale di Bergamo invece era ricoverato in Ospedale a Palermo, il motivo: nell’ospedale di bergamo non avevano posti letto nella Terapia Intensiva.

Proponiamo la visione del video davvero emozionante.

Alessio Luisetto

 

 

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Biomodulina T, uno dei 22 medicinali contro il Covid-19, a Cuba

Biomodulina T, uno dei 22 medicinali contro il Covid-19, a Cuba. È un farmaco sicuro per il trattamento dei pazienti  contagiati e per la protezione preventiva dei gruppi a rischio.

La biotecnologia cubana ha una cattedra nel panorama internazionale da vari decenni. Nonostante l’embargo commerciale che il governo degli USA sostiene contro l’Isola dal primo gennaio del 1959, la guida del lider maximo  in Capo, Fidel Castro Ruz, ha permesso che il campo della scienza e la tecnica in Cuba si trasformasse in uno dei pilastri del paese, guadagnando un forte prestigio mondiale che pone l’Isola in condizioni favorevoli per affrontare la pandemia globale del COVID – 19. Nel  contesto della lotta contro questa contagiosa malattia, una delle istituzioni di riferimento dell’industria biotecnologica cubana, il Centro Nazionale dei Biopreparati (Biocen), si ratifica all’avanguardia tra i produttori di farmaci che l’Isola necessita per combattere il nuovo coronavirus, garantendo la produzione integra del  Interferone Alfa 2b Umano Ricombinante, e include, come prodotto endogeno del centro, la fabricazione a grande scala della  Biomodulina T. Tamara Lobaina Rodríguez, direttrice generale del Biocen,  ha riferito che si stratta di un  immuno-modulatore fabbricato con prodotti naturali, che offre un’efficacia sicura nel trattamento di problemi respiratori  in pazienti anziani, per cui e stato  considerato tra i 22 medicinali di prima linea per combattere il COVID-19 in Cuba. La dirigente ha spiegato che questo farmaco è destinato soprattutto ad elevare il sistema immunologico di pazienti malati e in forma profilattica tra il personale che lavora direttamente con contagiati e casi sospetti. Le autorità  sanitarie cubane hanno chiarito che non si tratta di un medicinale che evita  il contagio con il nuovo coronavirus, ma assicurano che aiuta a stimolare  il sistema immunitario delle persone che appartengono a questi gruppi vulnerabili, per far sì, in caso d’infezione, che la risposta al virus sia migliore e presentino meno complicazioni.  José de Armas Rodríguez, direttore aggiunto del Biocen, ha informato che l’Istituzione dispone di cinque impianti di produzione tra i quali c’è quello degli ingredienti attivi, dove si produce il composto necessario per l’elaborazione della  Biomodulina T, un medicinale che si ottiene con buoni risultati da più di 12 anni in questo centro. «In tutte le sue produzioni, ha detto lo specialista, l’istituzione è soggetta alle buone pratiche di produzione  farmacologica,  avallata da un forte sistema di controllo della Qualità. De Armas Rodríguez ha segnalato che l’entità sta gestendo con il gruppo delle Imprese  BioCubaFarma, i prodotti necessari per la produzione della Biomodulina T per il mercato nazionale in maniera che si garantisca a tempo la produzione del farmaco e non si formino spazi vuoti nei processi di fabbricazione. Ciò consentirà di essere in condizione d’elevare i volumi di produzione nel caso in cui esistesse una domanda maggiore. «Abbiamo identificato alcuni dei problemi del centro nel settore della fabbricazione e, contando con la disposizione del personale della nostra istituzione stiamo vedendo la possibilità d’incrementare gli orari di lavoro.  Questo ci darebbe la possibilità d’aumentare la capacità di produzione del Biocen e coprire la domanda nazionale e i contratti che potremmo avere rispetto all’esportazione», ha precisato. Gli studi realizzati nel Biocen dalla dottoressa Mary Carmen Reyes Zamora, capo del gruppo delle Prove Cliniche del centro, rivelano che la Biomodulina T è un immuno-modulatore biologico, di provenienza totalmente naturale, composto da frazioni specifiche del timo bovino. La sua azione principale consiste nella stimolazione della produzione dei Linfociti T rinforzando la differenza delle cellule linfoblastoidi del timo, una delle principali ghiandole del sistema immunologico. «La ghiandola del timo gioca un ruolo vitale nel sistema immunitario, producendo e secernendo un congiunto di polipeptidi e ormoni che agiscono sulla differenziazione delle cellule T, assicurando lo sviluppo normale dei meccanismi d’immunità cellulare e umorale dipendenti dal timo, e in particolare la maturazione e la differenziazione dei linfociti T. La specialista ha aggiunto che questo medicinale di tipo iniettabile, è registrato per gli stati di disfunzione immunologica di tipo cellulare, come le infezioni  respiratorie negli anziani. L’efficacia e la sicurezza del suo uso per combattere queste malattie in questi gruppi di popolazione, è avallata dalle sue indicazioni mediche e, commerciato da vari anni, presenta minime reazioni avverse. «L’effetto farmacologico e la sicurezza della Biomodulina T sono stati dimostrati in modelli animali e in prove cliniche negli umani. Il prodotto ha indicazioni cliniche per il trattamento delle infezioni respiratorie ricorrenti nei pazienti geriatrici. con associazione al suo effetto immuno-restauratore», ha conlcuso. In accordo con il rapporto investigativo del prodotto, la Biomodulina T ha dimostrato d’essere utile, perchè ritarda il processo d’immuno-senilità, o deterioramento graduale del sistema immunologico  provocato dall’avanzare naturale dell’età. «È importante segnalare che anche quando la funzione del timo diminuisce con l’età, la funzione di maturazione delle cellule T non si limita solo alla ghiandola del timo e può  incontrarsi  anche in altri tessuti linfoidi, mentre gli ormoni del timo possono esercitare un effetto sistemico. Senza dubbio vari studi clinici pilota suggeriscono la loro efficacia potenziale in varie immunopatologie, in particolare le deficienze  immunitarie cellulari nell’ infanzia, nel VIH / SIDA, le malattie autoimmuni, l’allergia e come trattamento complementare per i pazienti sottoposti a radioterapia e chemioterapia contro il cancro ». La dottoressa Reyes Zamora  ha riferito che di fronte a questa pandemia globale, il Biocen ha pianificato d’includere la Biomodulina T nel trattamento delle persone con COVID-19 da due prospettive: prima di tutto rispettando i protocolli etici per l’esecuzione di prove cliniche, usare il farmaco in pazienti positivi  al virus SARS CoV-2 in tappe precoci , dato che è stato provato scientificamente che la malattia riduce i linfociti T; inoltre il medicinale è stato proposto per il suo uso preventivo in gruppi a rischio, ossia anziani e persone con malattie croniche associate come il diabete mellito e malattie cardio vascolari. La capo del gruppo delle Prove Cliniche del  Biocen, ha assicurato che la Biomodulina T fa parte del quadro di base dei medicinali di Cuba, con risultati molto positivi nella prevenzione delle infezioni ricorrenti negli anziani. L’esperienza clinica e la conoscenza dei meccanismi d’azione suggeriscono la sua applicazone favorevole in altre immunopatologie. «Questo progetto, ha detto, si propone di sviluppare saggi clinici in pazienti cubani e all’estero nelle seguenti immunopatologie: ipoplasia timica nei  bambini, trattamento complementare alla terapia antiretrovirale nel VIH/ SIDA, sepsi severa, terapia immuno restauratrice in pazienti oncologici sottoposti e chemio o radio terapia. Alexis Labrada Osado, direttore delle Investigazioni e Sviluppo del Biocen, ha aggiunto che negli ultimi tre anni il centro ha triplicato i volumi di Biomodulina T, in buona misura per sostanziali cambi tecnologici, che sono stati incorporati nella produzione del farmaco. «Biocen è responsabile di tutte le tappe di fabbricazione del prodotto. La Biomodulina T si trova nella lista dei  medicinali di base del paese di cui sono stati realizzati i piani di produzioni da alcuni anni; sono state valutate le potenzialità dell’Isola per elevare la sua fabbricazione sino a quattro – cinque volte di più, considerando la disponibilità delle materie prime». Poi ha chiarito su questo punto che l’efficienza del processo biotecnologico per isolare i componenti del timo bovino necessari nella fabbricazione del farmaco, non mette in pericolo la produzione del medicinale di fronte alla disponibilità dei timi dei bovini su cui conta il centro. Lo specialista, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha informato che attualmente si trattano circa 20.000 pazienti con la capacità produttiva che presenta il Biocen, per cui si stima che con un aumento pianificato dei livelli di produzione, si beneficeranno con la Biomodulina T, circa 100.000 persone in Cuba, e questo darà una risposta alla vulnerabilità dei gruppi a rischio del paese, di fronte al COVID-19.

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Ex specializzandi, Rizzotti (FI):cicatrizzare le conseguenze degli errori

 «La sentenza del Tribunale di Genova deve portare ad un’accelerazione per una soluzione legislativa rapida ed efficace – aggiunge la senatrice Rizzotti -. Uno Stato che costringe i medici al contenzioso, negando lo stesso standard garantito ai colleghi europei, ha moltissimo da farsi perdonare. È arrivato il momento di cicatrizzare le conseguenze degli errori fatti e iniziare finalmente una fase nuova».

Si parla sempre più spesso dei medici come eroi, ma i soldi dove sono?

Consulcesi: «Rimborsi fino a 100mila euro e la prescrizione non è mai iniziata»

 «È fondamentale che i medici tengano vivo il proprio diritto aderendo alle nostre azioni o portando avanti con coraggio e fiducia quelle in corso – commenta il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella –. Ma ora è opportuno che il Parlamento italiano si riappropri del suo ruolo e trovi quella soluzione legislativa che da anni auspichiamo».

Il ricorso conclusosi con la sentenza del Tribunale di Genova è stato curato dall’avvocato Marco Tortorella:

“La sentenza è poi importante perché affronta la questione dell’ammontare dell’indennizzo, confermando che questo deve essere parametrato alla legge 370 del ’99, e quindi parliamo di circa 7mila euro per ogni anno di specializzazione. Però, a differenza di quanto avveniva prima, viene affermato che oltre a questi 7mila euro devono essere riconosciuti anche la rivalutazione monetaria per il tempo trascorso e gli interessi compensativi. Ciò determina che, in pratica, in molti casi le somme vengano triplicate. Ci sono allora medici che, per un corso di 4 o 5 anni, possono reclamare e ottenere anche più di 100mila euro.”

fonte: Sanità Informazione

 

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Roma: visita all’ Ospedale Sandro Pertini uniti per unire

Roma 15 Aprile 2020

Comunicato Stampa

Coronavirus,Foad Aodi ;continuano le attività dei GiovanixBene,Amsi,Co-mai ,Uniti per Unire e UMEM che offrono il pranzo e la cena ai professionisti della sanità italiani e di origine straniera presso gli ospedali italiani.

Oggi 14/04 siamo andati al pronto soccorso dell’Ospedale Sandro Pertini ore 13.00 con la partecipazione di Foad Aodi e il Direttore  del Dipartimento di Emergenza dr.Francesco Pugliese e infermieri e medici esprimendo la nostra solidarietà e sostegno a tutti. È  un segnale di riconoscenza e di apprezzamento verso l’operato importante prezioso e molto rischioso dell’esercito bianco italiano e di origine straniera e verso l’Ospedale Sandro Pertini e tutti i professionisti  della sanità in Italia .L’Ospedale Sandro Pertini che ci ha ospitato numerose volte per svolgere convegni e iniziative a favore del dialogo interreligioso e dell’aggiornamento professionale per tutti i professionisti compreso gli Ambulatori Amsi per Stranieri,cosi Dichiara Foad Aodi Presidente Amsi e Umem e Consigliere Omceo Roma e Membro GDL Salute Globale Fnomceo che ringrazia tutti i giovani arabi musulmani e le pizzerie e negozi di frutta che si stanno mettendo a disposizione
dell’EsercitoBianco tramite  Amsi(Associazione medici  di origine straniera in Italia)  Co-mai(Comunità del mondo arabo in Italia) ,Il Movimento internazionale Transculturale interprofessionale Uniti per Unire(UXU)  e UMEM(Unione Medica  Euro Mediterranea) promuovendo una #AlleanzaSanitariaMondiale per  rispondere al nostro Appello #SosteniamolaNostraItalia
.Inoltre oggi siamo arrivati a numerosi ospedali a Roma e Milano e proseguono le nostre attività mediatiche con tutte le TV straniere illustrando proposte ,cura ,ricerca e diffusione del Coronavirus nel Mondo.

Ecco video Visita Ospedale Pertini https://www.facebook.com/106202520991015/videos/300861654214887/

Messaggio di Foad Aodi
https://www.facebook.com/106202520991015/videos/746255702573562/

Ufficio Stampa Uniti per Unire

Alessio Luisetto

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Tra la fine del 2012 e l’inizio 2013 lo “Sportello dei Diritti” aveva già denunciato il pericolo di pandemie

Coronavirus/SARS e pandemie. Tra la fine del 2012 e l’inizio 2013 lo “Sportello dei Diritti” aveva già denunciato il pericolo di pandemie dovute alla possibile diffusione di coronavirus. Adesso non possiamo non interrogarci: si poteva prevedere ed arginare prima a livello globale? Rileggendo ciò che scrivevamo il 28 settembre 2012 e il 13 febbraio 2013 sulla possibile esplosione di pandemie di sindrome respiratoria acuta grave, meglio nota come SARS, dovute a contagi di coronavirus, ci si accappona la pelle. Già all’epoca, infatti, avevamo segnalato tra i primi in Europa il diffondersi di sindromi di questo tipo dapprima in Arabia Saudita ed in Medio Oriente, poi soprannominata Mers (sindrome respiratoria da coronavirus in Medio Oriente) e che aveva fatto capolino in Gran Bretagna, dove però si erano evidenziate solo poche decine di casi. Ma il precedente più noto era la SARS del 2002/2003 che aveva “ucciso” almeno 775 persone accertate in tutto il globo. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità nel corso degli anni ha più volte invitato a non sottovalutare questi virus, sì proprio i coronavirus. Oggi da profani dell’epidemiologia, ma da attenti osservatori e tutori dei diritti di pazienti e personale sanitario, noi dello “Sportello dei Diritti” siamo obbligati a chiederci se tutto quello che sta accadendo non fosse già prevedibile in qualche modo e se non potesse arginarsi sul nascere l’epidemia e poi la pandemia. Appare davvero assurdo, infatti, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che nel corso di circa 17/18 anni dalla prima nota epidemia per una forma di coronavirus già estremamente virulenta, o delle minacce a volte fantascientifiche di pandemie dovute a forme di contagio nei modi che stiamo tragicamente conoscendo in questi terribili giorni, i governi e le organizzazioni internazionali a qualsiasi livello abbiano fatto così poco – prima di ogni cura – per studiare piani di contenimento e di lotta alla diffusione di virus.

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Coronavirus, vaccino Italia-GB: 550 volontari per il test

Coronavirus, vaccino Italia-GB: 550 volontari per il test. Primi test sull’uomo a fine mese in Inghilterra. Il vaccino potrebbe essere pronto già da settembre per immunizzare personale sanitario e forze dell’ordine. Buone notizie giungono dall’Advent-Irbm di Pomezia che assieme allo Jenner Institute della Oxford University ha sviluppato un vaccino che verrà sperimentato a breve. Potrebbe essere italiano, infatti, il vaccino contro il coronavirus. E potrebbe arrivare prima di quanto si immagini. In tempi record inizieranno a fine aprile in Inghilterra i test sperimentali sull’uomo su 550 volontari sani. Lo annuncia Piero Di Lorenzo, l’ad di Irbm, società attiva nel settore della biotecnologia molecolare, della scienza biomedicale e della chimica organica. Il traguardo è ambizioso: si prevede, infatti, “rendere utilizzabile il vaccino già a settembre per vaccinare personale sanitario e Forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole”, ovvero senza che sia terminata la fase di sperimentazione. Dal laboratorio il siero verrà testato direttamente sull’uomo, senza passare per fasi intermedie. “Si è deciso, spiega Di Lorenzo, di passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica sull’uomo, in Inghilterra, ritenendo, da parte della Irbm e della Oxford University, sufficientemente testata la non tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio, che sono stati particolarmente efficaci”. Spiega anche che è ” «In virtù dei dati acquisiti nelle ultime settimane, continua Di Lorenzo, il primo lotto del vaccino partirà da Pomezia per l’Inghilterra, dove inizieranno i test accelerati su 550 volontari sani». E aggiunge: «È ormai in fase finale la trattativa per un finanziamento di rilevante entità con un pool di investitori internazionali e vari Governi interessati a velocizzare ulteriormente lo sviluppo e la produzione industriale del vaccino». La possibilità di giungere all’immunità di gregge attraverso il vaccino, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è considerata condizione fondamentale per il ritorno alla normalità.