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POLITICA

Fase 2: Lega, governo ha abbandonato transfrontalieri

Fase 2: Lega, governo ha abbandonato transfrontalieri

riceviamo e pubblichiamo

 “Pieno sostegno ai sindaci dei Comuni di frontiera, che anche oggi hanno lanciato una serie di proposte per tutelare le migliaia di lavoratori transfrontalieri italiani abbandonati dal governo. Tra le altre cose, servono tempi certi per l’apertura dei valichi ancora chiusi, reddito minimo garantito ai frontalieri rimasti senza tutele, forme previdenziali per i frontalieri colpiti da Covid-19 ma senza assicurazione. Il tutto senza dimenticare le altre misure economiche per i Comuni di frontiera”. Lo dichiarano i parlamentari leghisti Stefano Candiani e Nicola Molteni.

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EUROPA & MONDO

Lancini (Lega) all’UE, azioni forti per l’agricoltura

Lancini (Lega) all’UE: “Dopo l’epidemia, ripensare

il sistema agricolo e degli scambi commerciali!”

 

(Bruxelles, 21 Apr) – In occasione dello scambio di vedute odierno con il Commissario Phil Hogan, nell’ambito dei lavori della Commissione “Commercio Internazionale” (INTA) del Parlamento Europeo, l’eurodeputato leghista Danilo Oscar Lancini ha rivolto un appello alle istituzioni europee.

«La pandemia ha mostrato al mondo quanto in realtà siano fragili le conquiste della globalizzazione, ottenute al prezzo di delocalizzazioni e di una dipendenza elevatissima da un solo paese, la Cina, come fornitore per molti settori. In tutta l’Unione il comparto agroalimentare, nonostante la sua importanza strategica, ha vissuto forti squilibri ed è stato molto spesso sacrificato negli accordi internazionali di libero scambio. In questo specifico contesto i prodotti agroalimentari italiani (oltre ai costanti danni dell’Italian sounding) durante l’inizio del periodo di emergenza Covid-19 hanno dovuto subire anche inaccettabili speculazioni: alcuni Paesi hanno infatti richiesto senza alcun fondamento certificazioni sanitarie anche su merci come la frutta e la verdura provenienti dall’Italia. Con il diffondersi della pandemia si sono moltiplicati provvedimenti di stampo protezionistico con ricadute anche sull’approvvigionamento dell’Europa. Ad oggi vi sono diversi paesi che potrebbero chiudere le proprie frontiere e bloccare le esportazioni alimentari anche in assenza di reali carenze (come ad esempio il grano dell’Ucraina).

È il momento di prendere atto della situazione ed intraprendere azioni forti per riscrivere il sistema che ha gestito fino ad oggi l’agricoltura europea, sempre più indebolita da accordi di libero scambio poco lungimiranti. L’UE deve riprendere a garantire innanzitutto la sicurezza e l’indipendenza della filiera alimentare, evitando di innescare pratiche insensate che rischiano di far perdere quote importanti alle produzioni nazionali per colpa di strumentalizzazioni, concorrenza sleale e distorsioni del mercato».

 

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Lega

Frontalieri, Emanuele Monti (Lega) lancia petizione su change.org. “Riaprire subito i valichi per i nostri lavoratori”

 

Milano, 21 aprile – Una petizione su change.org per chiedere la riapertura immediata dei valichi con la Confederazione Elvetica. È l’iniziativa del Consigliere regionale della Lega, Emanuele Monti, che si schiera con gli amministratori locali del Varesotto che chiedono a gran voce la riapertura dei valichi con la Svizzera che sono stati chiusi nelle scorse settimane.

 

“Il traffico verso il confine con la Svizzera è aumentato in maniera notevole – spiega Monti – proprio perché le attività economiche, che necessitano del lavoro dei frontalieri, sono in parte ripartite. Tuttavia i valichi che erano stati chiusi lo sono tuttora, con il risultato di creare eccessivi disagi ai nostri lavoratori che devono raggiungere il posto di lavoro. Questo non ha senso ed è irrispettoso nei confronti dei lavoratori lombardi”.

“Chiediamo quindi apertamente alle autorità svizzere di riaprire anche i valichi cosiddetti minori, a partire da Fornasette, Porto Ceresio e Clivio, come già richiesto da numerosi amministratori locali, come il Vicesindaco di Luino Alessandro Casali” conclude Monti.

Di seguito il link della petizione: https://www.change.org/riaprire_valichi_subito

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In evidenza

La fronda dei sindaci contro Fontana, sono 62

Sindaci sempre più agitati, e ne ho già parlato, poche ore fa, https://varesepress.info/in-evidenza/matteo-pandini-inviato-da-salvini-ad-aiutare-fontana-sanita-in-discussione.html

I sindaci sono coloro più vicini ai cittadini e rispondono prima a loro che ai partiti, la lettera e’ dell’11 marzo, ma Fontana e Antonelli non hanno risposto ed ora? 

Noi facciamo la nostra parte come testata e stiamo coi cittadini che si attendono risposte chiare ed esaustive.

 

Sindaci della provincia di Varese scrivono a Fontana: ”Vorremmo essere informati prima su quanti contagiati vi sono nei nostri Comuni”

 

VARESE, 28 marzo 2020-Si invia questa lettera inviata qualche giorno fa al Presidente della Regione Lombardia Attilio

 

Fontana, sottoscritta da 62 sindaci, politicamente trasversali, della provincia di Varese, in riferimento all’emergenza sanitaria Covid-19:

 

Egregio Presidente,

 

scriviamo per porre nuovamente alla sua attenzione il tema dell’assistenza territoriale e dell’attività di vigilanza in questa fase di contenimento della diffusione del COVID-19.

 

Con la presente intendiamo, in particolare, comunicare la nostra grande preoccupazione per le difficoltà che stiamo rilevando sul territorio nella gestione dell’emergenza sanitaria per quanto riguarda la trasmissione dei dati relativi ai contagi.

 

Il protocollo concordato con ATS nelle scorse settimane prevedeva una stretta collaborazione tra la stessa ATS, il Comune e i Medici di Medicina Generale in riferimento alle disposizioni di isolamento e all’attivazione di tutte le misure a sostegno della fragilità.

 

Tuttavia, con grande rammarico, dobbiamo segnalare che i Sindaci non sono tempestivamente informati sui reali contagi presenti nei propri Comuni.

 

Tale gestione rischia, pertanto, di non consentire ai cittadini un’adeguata tutela.

 

Molti di noi hanno creato una stretta collaborazione con i Medici di Medicina Generale, ma, considerata la gravità della situazione, questa relazione non può essere considerata sufficiente.

Già nei giorni scorsi Le abbiamo scritto richiedendo un potenziamento delle misure attivate dell’ATS Insubria. Purtroppo, ad oggi, il nostro appello non ha avuto nessun riscontro.

Come Sindaci, sentiamo nei confronti dei nostri cittadini la necessità di garantire tutte le misure necessarie a contenere il contagio e vogliamo, quindi, essere messi nelle condizioni per esercitare il nostro ruolo.

Chiediamo, pertanto, di essere aggiornati con puntualità sulla situazione dei casi positivi nei nostri Comuni e che vengano messe in atto procedure di comunicazione valide, in grado di poter consentire tempestività nella gestione.

Cogliamo poi l’occasione per ribadire la necessità del supporto da parte di ATS alle persone in quarantena nonché dell’individuazione di strutture per i degenti che devono terminare la convalescenza. In questa situazione di emergenza, tra l’altro, non possiamo dimenticare tutte le persone affette da altre patologie, auspicando che la regolare attività sanitaria, giustamente sospesa in queste settimane, possa riprendere al più presto. È chiaro che, presupposto essenziale per ogni azione, rimane l’erogazione al personale sanitario di tutti i dispositivi di protezione utili a garantire la loro sicurezza e per cui insistiamo che si faccia di più.

Anticipando fin da ora la collaborazione dei nostri uffici e del nostro personale affinché le azioni sopra citate possano essere svolte con regolarità e tempestività, attendiamo a breve un riscontro da parte Sua.

Distinti saluti

Seguono le firme di 62 sindaci della Provincia di Varese

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Busto Arsizio

Covid, Albani e Speroni interessati alla sperimentazione di Cocquio

Le discussioni e i pareri sono diversi anche all’interno degli stessi partiti e/o delle stesse aree politiche, con una serie di interrogativi non da poco di cui abbiamo parlato ieri, https://varesepress.info/in-evidenza/testi-sierologici-giungla-di-interessi-e-in-provincia-antonelli-scrive-ai-sindaci.html.

Oggi il dibattito è diventato ancora più interessante come si vede quanto segue:

Il segretario della Sezione della Lega di Busto Arsizio Francesco Speroni, insieme al consigliere comunale Alessandro Albani, si sono confrontati, per mezzo di una chiacchierata telefonica, con il sindaco di Cocquio Trevisago che recentemente ha intrapreso uno screening sierologico nel suo territorio con un test quantitativo IGA, IGG, IGM con modalità “Elisa” al fine di comprendere e approfondire le conoscenze sul tipo di test utilizzato e sulla modalità organizzazione dell’esecuzione dello stesso.

Il segretario della Sezione della Lega di Busto Arsizio Francesco Speroni, insieme al consigliere comunale Alessandro Albani, si sono confrontati, per mezzo di una chiacchierata telefonica, con il sindaco di Cocquio Trevisago che recentemente ha intrapreso uno screening sierologico nel suo territorio con un test quantitativo IGA, IGG, IGM con modalità “Elisa” al fine di comprendere e approfondire le conoscenze sul tipo di test utilizzato e sulla modalità organizzazione dell’esecuzione dello stesso.

Si evince che il test in questione si effettua tramite prelievo ematochimico, eseguito con l’aiuto di Croce Rossa, Protezione Civile, Infermieri e medici volontari e, a sostegno del costo, con il supporto di donazioni di aziende e di benefattori locali.Il dott. Centrella riferisce l’importanza del rigore scientifico nell’utilizzo dei test, ma anche che la necessità impellente di sottoporlo alla cittadinanza per un monitoraggio del contagio fa si che questi non abbiano ancora una sensibilità del 100%, ma comunque superiore del 95%.

Un maggiore rigore scientifico si prospetta comunque a breve grazie ai trials clinici che verranno effettuati nel caso di cocquio grazie al supporto di Cnr e università di Genova.I risultati dei test in questione ci indicano qual è la siero prevalenza, ossia quanta gente è stata a contatto con il virus ed è stata infettata dallo stesso, mentre per l’immunità dala dalle igg c’è ancora moltissimo da capire: se c’è, se funziona e quanto dura.L’aspetto fondamentale riguarda la specificità e la sensibilità del test.

Per fare un esempio, un semplice raffreddore stagionale (raro in questa stagione) , che è un ceppo dei coronavirus, potrebbe sviluppare in un individuo anticorpi simili a quelli dello specifico Covid, che quindi potrebbero essere rilevati dal test e dunque falsarne il risultato; nonostante questo, come già detto, va ricordato che la sensibilità è del 95% sul risultato.Ovviamente il test non è da intendersi ad uso individuale, infatti nel momento in cui si rileva una reazione immunitaria con anticorpi stabilizzati non deve indurre a comportamenti irresponsabili per se stessi e la comunità.Il sindaco Centrella incalza sostenendo che con questo test, chiaramente, non si vuole avere l’ambizione di fornire un “patentino di immunità”, non potendolo infatti garantire, ma quella di intraprendere uno studio epidemiologico attraverso uno screening su un’ampia fascia di popolazione, con l’obiettivo poi di individuare soggetti a rischio per ulteriori necessari approfondimenti clinici.

Albani e Speroni hanno trovato certamente interessante il progetto e, per quanto consapevoli delle criticità dell’esame sopra citate, ritengono possa essere un ottimo strumento proprio per intercettare i soggetti a rischio, ossia quelli che risultano positivi alla risposta immunitaria, condividendo al contempo la posizione del sindaco sulla necessità, in questo caso, di ulteriori approfondimenti attraverso tamponi orofaringei o di direttive da un ente superiore sulla gestione dei singoli casi.L’ATS Insubria si è resa disponibile a valutare i dati che verranno rilevati dalla somministrazione del test su volontari appartenenti a questa fascia di popolazione del varesotto, per poi avviare uno studio in termini epidemiologici e per formulare valutazioni accurate sulla gestione dell’emergenza su più ampia scala.Il Comitato tecnico scientifico e il ministero della Salute, secondo quanto apprende l’ANSA, hanno definito ed indicato le piattaforme che dovranno essere utilizzate per l’esecuzione ed il processamento dei test sierologici.

Si tratta dei sistemi Clia e/o Elisa per “la rilevazione di IgG specifiche, anticorpi neutralizzanti per il SarsCov2″. E’ previsto che tali piattaforme debbano essere presenti almeno in un laboratorio per Regione.Gli esami Elisa eseguito a Cocquio rispondono alle indicazioni nazionali richieste.Gli esponenti della Lega Albani e Speroni partono dal modello di Cocquio per porsi un’importante riflessione circa l’utilità che questa sperimentazione potrebbe avere anche sul nostro territorio, ovviamente designando le scelte più appropriate in merito ai modi e alla scelta del test agli esperti del settore, ricordando sempre e comunque l’importanza di non rinunciare al rispetto di comportamenti igienico sanitari adeguati, all’uso dei DPI e al distanziamento o eventuale isolamento sociale, come le Istituzioni e i DM richiedono.

Secondo i leghisti, dunque, in questo momento di grave emergenza sanitaria, contestualmente a quella economica (il dramma nel dramma), in previsione di una “Fase 2” qualunque tipo di strumento utile, come può essere quello dei test sierologici appropriatamente usati e con il massimo del rigore scientifico (indicato dagli specialisti), deve essere tenuto in considerazione, ma soprattutto sottolineano l’importanza di un’unità politica nella mission di combattere il Covid19, che lascia da parte ogni sterile polemica e veicola il massimo sforzo alla tutela della salute dell’intera comunità.Solo attraverso un efficace e sincero lavoro di rete che vede come protagonisti la politica, le Istituzioni e tutti i cittadini, possiamo avere la speranza di superare questo drammatico momento.

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Malnate

Malnate, FDI – LEGA: Le forze di opposizione, hanno presentato ben 8 emendamenti

 Alla luce delle dichiarazioni rese con comunicato congiunto dei gruppi di maggioranza, le forze di opposizione (FDI e Lega) ritengono necessario ed opportuno, senza alcuna vena polemica, precisare alcune informazioni passate in maniera errata.

In primis ribadiamo che le forze di opposizione hanno sempre lavorato, e non solo in questo particolare periodo di crisi sanitaria ed economica, nell’interesse primario della cittadinanza e del territorio Malnatese, anche se spiace evidenziare che purtroppo questo impegno non sempre è stato accolto in maniera adeguata dall’Amministrazione.

Ciò detto, al fine di ricondurre il discorso nella corretta contrapposizione dialettica tra le parti, è doveroso evidenziare come l’opposizione non ha assolutamente approvato la linea programmatica di questa Amministrazione, in sostanza il disegno politico, nei confronti della quale ha espresso un chiaro voto negativo. Nella lunga serata in videoconferenza del consiglio comunale del 14 aprile ultimo scorso è emerso, in maniera palese, il diverso pensiero in merito al bilancio comunale.

Le forze di opposizione, è opportuno ricordare, hanno presentato ben 8 emendamenti al bilancio il cui scopo era quello di garantire, soprattutto in questo particolare periodo di restrizioni e limitazioni alla libertà individuale, maggiore sicurezza ai cittadini e tutela del territorio, in sostanza emendamenti a favore della cittadinanza. Orbene la maggioranza ha ritenuto, proprio in virtù della diversa visione del bilancio, di respingere la quasi totalità degli emendamenti presentati, riconoscendone, solo per uno (quello relativo allo spostamento di risorse dal capitolo originariamente destinato ad eventi pubblici verso il capitolo di bilancio destinato ad interventi di sostegno per le fasce più deboli e bisognose) la corretta imputazione e dando pertanto il proprio voto favorevole. In maniera più signorile e con grande senso di responsabilità l’opposizione ha espresso il proprio voto favorevole in ordine alla ratifica dell’emendamento al capitolo che prevedeva l’assegnazione di buoni spesa ai cittadini bisognosi, relativamente all’importo di euro 108.000,00 assegnati dal governo al Comune di Malnate. Questo, e solo ciò, spiega il voto espresso dalle forze di opposizione al punto 4 (bilancio di previsione) all’ordine del giorno del Consiglio Comunale. In sostanza è stato espresso voto favorevole non già al bilancio in sé e per sé ma al contenuto degli emendamenti proposti a favore e nell’interesse dei cittadini affinché, da un lato emergesse la coerenza umana dell’opposizione in ordine alla drammatica situazione che si sta vivendo e non un voto prettamente politico, dall’altra evitare che un voto contrario potesse innescare, da parte di qualcuno, un utilizzo distorto dell’espressione di voto. Da ultimo la volontà collaborativa per il bene e nell’interesse dei cittadini da parte delle forze di opposizione è dimostrata dal pieno recepimento da parte dell’Amministrazione di quanto proposto in ordine alla richiesta di donazione del “5 x mille” nella dichiarazione dei redditi, a favore del Comune di Malnate per destinare tali somme a sostegno delle, purtroppo prevedibili, situazioni di crisi economica, con l’immediata propaganda posta sul sito comunale, così come sollecitamente ed anticipatamente richiesto dalle forze di opposizione. Peraltro i Consiglieri di Lega FDI e sul punto hanno in corso una propria campagna informativa ed esortativa verso la cittadinanza e verso tutti coloro che vorranno, con la propria donazione, contribuire allo scopo prefissato.

 FDI – LEGA

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Video

Alessandro Panza, video-intervista a cura di Giuseppe Criseo

Alessandro Panza (Domodossola15 maggio 1982) è un politico italiano, europarlamentare della Lega.

I temi più scottanti sull’Europa commentati dall’europarlamentare Alessandro Panza.

 

 

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POLITICA

l’europarlamentare della Lega, Alessandro Panza, aggiorna sulla situazione dei valichi con la Svizzera

*VALICHI SVIZZERA, PANZA (LEGA): UN ALTRO PASSO AVANTI VERSO L’OBBIETTIVO, VALICHI MINORI APERTI QUANTO PRIMA ANCHE SENZA L’AIUTO DEL MINISTRO DI MAIO*

“Ci sono volute alcune lettere e diverse telefonate, ma alla fine quel che conta e’ il risultato. E il risultato e’ che e’ stata condivisa con le autorita’ cantonali ticinesi la necessita’ di riaprire quanto prima i valichi”. E’ con queste parole che l’europarlamentare della Lega, Alessandro Panza, aggiorna sulla situazione dei valichi con la Svizzera, sul quale, come si ricordera’, si e’ impegnato sin dai tempi dell’inizio della crisi del coronavirus e che ha comportato i ben noti problemi. “Era il 17 Marzo quando ho iniziato, carta e penna, ad interessarmi a questo problema. Ma ora qualcosa si muove: dopo una cordiale telefonata con le autorità cantonali ticinesi, si è convenuto oggi che per far fronte alla volontà della Svizzera di avviarsi verso una situazione di normalità, e’ necessario, e quindi imprescindibile, riaprire i varchi. Tutti!  

Per questo si è deciso di continuare a fare pressione congiunta su Berna al fine di ottenere questo risultato in tempi brevi.E del resto, la riapertura stessa di Bizzarrone e Zenna sono un segnale inequivocabile di come le attenzioni di questo periodo siano nella direzione giusta. 

Diro di piu’: ho già fissato per domani stesso una telefonata con l’ambasciatrice Bucher per sottolineare il problema. Non intendo mollare, men che meno ora, che l’obbiettivo finale e’ cosi’ vicino. E questo nonostante la pachidermica lentezza del Ministro agli Affari Esteri italiano, Luigi di Maio: la sua risposta e’ giunta dopo qualcosa come 30 giorni, un mese. L’unico commento e’ che non ci sono commenti”- conclude l’esponente della Lega.

 
 
 
 

 

 

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Cronaca

Coronavirus, Presidente Commissione Sanità di Regione Lombardia lancia allarme su test sierologici non certificati

“Regione Lombardia dal 21 Aprile parte con un test affidabile e certificato. I Comuni non si affidino a test non autorizzati” è il monito che lancia Emanuele Monti (Lega), Presidente della Commissione Sanità e politiche sociali del Pirellone.

Il prof. Alessandro Venturi, Presidente del Policlinico San Matteo di Pavia, ha chiarito la questione dei test sierologici che in questi giorni alcuni sindaci lombardi stanno erogando con laboratori privati sul territorio.

Che spiega: “Il prof. Venturi ha spiegato che l’efficacia di questi test non è dimostrata: non sono difatti autorizzati da Regione Lombardia né dalle Ats territoriali né certifcati da Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco. Adottare dunque per la popolazione test non certificati è altamente sconsigliato e il grado di rischio di falsi esiti è molto alto con la conseguenza di dare ad alcuni cittadini sbagliate o parziali informazioni sul proprio stato di salute .

E’ chiara la necessità di sottoporre a screening la popolazione e i tamponi naso-faringei limitati dal quantitativo risibile di reagenti non è la soluzione che ci permette di aumentare la quantità giornaliera di test effettuati. Il Governatore Fontana ha recentemente annunciato una grande innovazione lombarda con un test certificato da AIFA e FDA, l’Agenzia americana, che garantisce un’altissima affidabilità nei risultati e dal 21 Aprile partirà appunto con progressione lo screening sulla popolazione”.

“Colgo pertanto l’occasione per invitare gli amministratori locali a porre la massima attenzione alla questione; oltre ad esporre ad un pericolo sanitario i propri cittadini, con esiti non affidabili dei test a cui sottoporsi, acquistare per gli screening locali test di dubbia efficacia con fondi pubblici potrebbe anche configurare un possibile danno erariale. E in ogni caso, la salute dei lombardi merita il massimo rispetto e la massima attenzione. Regione Lombardia è in prima fila nella lotta al coronavirus e per questo è necessaria la collaborazione di tutti i Sindaci lombardi di ogni colore politico”, conclude Monti.

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Lega

Lega Giovani della Provincia di Varese: non possiamo più tacere

Egregio direttore, 
 
come Lega Giovani della Provincia di Varese non possiamo più tacere di fronte a quello che ormai ha assunto i contorni di un vero e proprio attacco a 360 gradi nei confronti della Lombardia, che da sola, con un governo totalmente assente, si trova a dover gestire un’emergenza senza precedenti nella storia recente. Tutti ci aspettavamo collaborazione, in primis i cittadini, ma così non è stato; al contrario invece qualcuno ha preso la palla al balzo per fare polemica. Le continue provocazioni da parte di membri del Governo e dei rappresentanti locali e nazionali di PD e M5S non sono soltanto un attacco a chi amministra politicamente la nostra regione, ma causano prima di tutto un danno enorme alla Lombardia e ai suoi cittadini, che più di tutti gli altri stanno soffrendo a causa dell’emergenza. E peggio ancora rendono evidente un malcelato rancore di qualcuno nei confronti del nostro territorio. 
 
Fin dai primi giorni dallo scoppio dell’epidemia, la nostra Provincia ha dimostrato di essere uno dei territori tra i più impegnati nella “solidarietà sanitaria”. Le strutture gestite dalle nostre ATSS sono state tra le prime in Lombardia ed in Italia a ricevere pazienti affetti da sindrome respiratoria acuta grave provenienti dagli ospedali di Lodi e di Cremona. Milioni di mascherine e migliaia di ventilatori polmonari sono transitati e transiteranno sulla pista del nostro aeroporto di Malpensa diretti nelle altre province lombarde e nel resto del Paese. Ciononostante, abbiamo messo in conto che, nella penuria di materiale sanitario, alcuni membri delle nostre famiglie sarebbero rimasti momentaneamente senza dispositivi di protezione individuale e continuiamo a seguire scrupolosamente le prescrizioni regionali e statali. Oggi la nostra provincia – la quarta della Lombardia per popolazione – registra il secondo minor numero di contagiati della Regione. Le misure di distanziamento sociale e la chiusura di tutti gli esercizi commerciali non essenziali – oltre al senso di responsabilità dei nostri cittadini – sembrano essersi quindi rivelate indispensabili per limitarvi il proliferare dell’epidemia. Tali misure, che ora si tenta di far apparire come una sorta di patrimonio condiviso, hanno però una matrice nella nostra Regione. Da subito, Regione Lombardia è intervenuta in maniera decisa nell’affrontare la diffusione del virus, emanando ordinanze per colmare l’inerzia del Governo sulla questione. Da subito, Regione Lombardia ha mobilitato la propria centrale acquisti per reperire il materiale sanitario necessario alle strutture ospedaliere, costrette a sopperire all’inoperatività di Consip. Regione Lombardia ha portato avanti nelle sedi istituzionali la linea c.d. della fermezza, il «Chiudere tutto». Ci sembra quindi che la nostra regione, la stessa Regione che viene accusata di aver: «svenduto la propria sanità», abbia messo nero su bianco la sua priorità per la salute dei cittadini. L’ente ha però dovuto fare i conti con inefficienze e lungaggini burocratiche che si sommavano ai plurimi errori di questo Governo nella gestione dell’emergenza. Non ci dimenticheremo quella sera di sabato 21 marzo, in cui l’Agenzia Dogane e Monopoli annunciò di aver requisito 900.000 mascherine presso l’aeroporto di Malpensa, requisizione avvenuta con la: «fondamentale collaborazione del Ministero degli Affari Esteri». Mascherine regolarmente acquistate da Regione Lombardia e solo successivamente restituite al legittimo proprietario. Non dimenticheremo circolari eufemisticamente “fuorvianti”, come quella a firma del Ministro dell’Interno e diretta ai prefetti che, nella settimana del picco di contagi e deceduti, consentiva le passeggiate genitore e figlio. Non dimenticheremo le tempistiche di risposta dell’Istituto Superiore di Sanità (settimane) alla domanda di conformità alla normativa sanitaria nazionale delle mascherine prodotte nella Regione. Non dimenticheremo i 5 modelli diversi di autocertificazione predisposti a qualche giorno di distanza l’uno dall’altro. Non dimenticheremo la sperequazione nella distribuzione dei fondi per l’emergenza alimentare, le conferenze stampa con mascherina sull’orecchio ed annessa risata, non dimenticheremo che: «Almeno il 50 per cento dei ventilatori acquistati verrà consegnato alla fine dell’emergenza che non sarà breve. Spero che almeno l’altro 50 per cento riusciremo a portarvelo» e «se trovate, comprate qualcosa anche per me». 
Ricorderemo – speriamo – che la nostra provincia non è stata particolarmente flagellata dall’epidemia. Noi del varesotto abbiamo questo grande privilegio. Ma abbiamo avuto i nostri morti. Un nonno, una zia, un padre. Non dimenticheremo che ci avevano detto di non creare allarmismo, che era solo un’influenza, che il vero nemico era il razzismo e che non era necessario sottoporre a quarantena le persone che avevano transitato o soggiornato in Cina. 
Ricorderemo che non era stata Regione Lombardia.
 
Riccardo Guzzetti
Coordinatore provinciale Lega Giovani Varese