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Salvini/Roma: il 25 aprile consente il non rispetto delle regole?

Matteo Salvini, 19 ore fa ha commentato  un video con la manifestazione del 25 aprile non una valutazione sul merito della manifestazione, ma sulla violazione della legge.

“sempre a Roma, tutti a spasso. Ma questi non li controlla nessuno ? #25aprile

https://twitter.com/i/status/1254082044335964160

Stiamo tutti o quasi a casa, malvolentieri ma ossequiosi della legge, sperando che serva a diminuire e nel futuro ad azzerare il contagio che sta distruggendo gli italiani sul piano sanitario, economico e anche del morale.

Non si capisce come ripartiremo, in quali condizioni e se ripartiremo in piedi oppure piegati, e c’è qualcuno che si prende la libertà di festeggiare senza mascherine, senza rispettare il distanziamento sociale, senza multe o sanzioni di nessun genere.

Chi ha organizzato la manifestazione non è responsabile? C’è stata una autoconvocazione e, in questo caso, ognuno risponde per sé.

O rispondono solo coloro che escono di casa senza il metro?

 

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Corrado Callegari, Grande Nord, intervistato da Giuseppe Criseo

 

Corrado Callegari, 
Nasce a Venezia il 6 settembre 1960, diploma di istituto tecnico per ragionieri; Amministratore unico Veneto agricoltura

Curriculum di tutto rispetto:

  • Nasce a Venezia (Veneto) il 6 settembre 1960
    Diploma di istituto tecnico per ragionieri; Amministratore unico Veneto agricoltura

    Gruppi parlamentari

      • XVI Legislatura della Repubblica italiana
      • Non è tutto oro quello che luccica, esordisce così Callegari, non tutto ha funzionato bene, aggiunge. I veneti sono abbastanza liti nei comportamenti, la prima differenza con altre situazioni regionali, ma le case di riposo hanno avuto parecchi morti anche nel Veneto.
      • Gli operatori non tutti hanno potuto lavorare in piena sicurezza, questione tristemente nota anche in Lombardia, nonostante gli sforzi del governatore Fontana.

      Nel Veneto si sono persi 9000 posti letto, dice Callegari, aggiungendo che “risparmiare sui medici non è stata una scelta oculata”. Il turismo “avrà una debacle non da poco” altra considerazione dopo la mia domanda. Nel futuro occorrerà capire quali sono le resposnabilità ” enormità mostruosa, chi ha sbagliato dovrà pagare”.
      La novità politica, il Grande Nord, la formazione di cui fa parte Callegari ha aderito al Partito dei Veneti

    partito dei veneti

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Varese-Laghi

Sanficazione, intervista a Paolo Valmori di 9ren

La sanificazione dopo il coronavirus, non sarà più la stessa, come si capisce bene dalle parole di un professionista del settore Polo Valmori di 9ren. Le normative mettono in difficoltà gli operatori che non vengono ascoltati, si trovano molti nuovi oneri sulle spalle e le banche non aiutano più di tanto. Il rischio è che ci siano nel settore tanti che si buttino nel business senza avere attrezzature e mezzi adatti alla circostanza delicata sotto tutti i punti di vista, e ci possano essere problematiche per i committenti Il Paese è im ginocchio e la ripartita se ci sarà, non sarà breve nè indolore. Intervista e video a cura di Giuseppe Criseo

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Sindacato

La disciplina del licenziamento al tempo del coronavirus.

La disciplina del licenziamento al tempo del coronavirus.

Esaminiamo qui di seguito come cambua la disciplina dei licenziamenti durante il periodo di emergenza. Altro caso di estremo interesse riguarda la disciplina e la regolamentazione delle  assenze durante il periodo di emergenza, alla quale dedicheremo apposito spazio con un altro alrticolo.

Il decreto legge 18/2020 – c.d. “Cura Italia” ha introdotto una serie di ipotesi in cui al datore di lavoro è impedito di esercitare liberamente il proprio potere di recedere dal rapporto di lavoro. Va notato che la limitazione di tale facoltà viene esercitata proprio nei casi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, ovvero nelel fattispecie in cui il Legislatore e la Giurisprudenza attribuiscono al datore di lavoro maggior spazio e discrezionalità (pur con dei limiti) nella determinazione di recedere da un rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Il primo caso è quello previsto dall’art. 46 del Decreto Legge, che stabilisce un inderogabile divieto di procedere al licenziamento per giustificato motivo oggettivo, sia esso collettivo o individuale, addirittura indipendentemente dal numero dei dipendenti (deroga quindi anche alla tutela obbligatoria), per tutto il periodo che va dal 17 marzo al 16 maggio 2020 compreso.

Si deve duinque dedurre che, nel caso di licenziamento, quest’ultimo sarebbe da dichiararsi nullo senza alcuna specifica indagine istruttoria, con obbligo quindi di ricostituzione del rapporto lavorativo, a prescindere dalle motivazioni addotte dalla parte datoriale.

Ai sensi dell’art. 3 della legge 604/1966 – si definisce licenziamento per giustificato motivo oggettivo il recesso dettato da “ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa”, in altre parole il c.d. licenziamento per motivi economici.

Con riguardo ai licenziamenti collettivi, il Decreto Legge ha previsto il blocco totale e senza eccezioni di tutti i procedimenti previsti dall’articolo 4, 5 e 24 della legge 233/1991 (e quelle avviate dopo il 23 febbraio debbono intendersi sospese). Il riferimento è a quelle ipotesi in cui l’imprenditore intenda procedere al licenziamento di almeno 5 dipendenti nell’arco temporale di 120 giorni all’interno della medesima provincia, perché ad esempio al termine di un periodo di integrazione salariare non è in grado di garantire la ripresa dell’attività lavorativa. né di ricorrere a misure alternative; in questi casi è indispensabile darne preventiva informativa alle rappresentanze sindacali aziendali e successivamente avviare una specifica procedura da espletarsi innanzi all’Ufficio Provinciale del lavoro.

Tali procedure, fino al 16 maggio 2020 compreso, non potranno essere avviate per nessun motivo.

L’altra ipotesi specifica è contenuta nel secondo comma dell’art. 47, che recita “[..] fino alla data del 30 aprile 2020, l’assenza dal posto di lavoro da parte di uno dei genitori conviventi di una persona con disabilità non può costituire giusta causa di recesso dal contratto di lavoro ai sensi dell’articolo 2119 del codice civile, a condizione che sia preventivamente comunicata e motivata l’impossibilità di accudire la persona con disabilità a seguito della sospensione delle attività dei Centri di cui al comma 1”.

Ed ancora al comma 6 dell’art. 23 è fatto divieto di licenziamento per i genitori lavoratori dipendenti del settore privato con figli minori, di età compresa tra i 12 e i 16 anni che si astengano dal lavoro nel periodo di sospensione dei servizi educativi per l’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado.

Restano invece escluse espressamente, quindi si potrà procedere con il recesso, le seguenti ipotesi:

a) i licenziamenti disciplinari: per giusta causa (con l’eccezione dei cui al comma 6 dell’art. 23 e all’art. 47 comma 2) o per giustificato motivo soggettivo;

b) i licenziamenti dovuti al superamento del periodo di comporto (eccetto il caso in cui la malattia sia dovuta ad infezione da virus Covid-19 che, ai sensi dell’art. 26 del d.l. in esame non può essere computata ai fini del superamento del periodo di comporto);

d) i licenziamenti per inidoneità alla mansione (seppur rientri per definizione nei casi di licenziamento per g.m.o a parere della scrivente non dovrebbe rientrare nella tutela di cui all’art. 46 de d.l. 18/2020 in quanto non dipendente da ragioni economiche).

Si rimane a Vostra disposizione per qualsiasi titpo di ulteriore informazione e assistenza.

Avv. ALESSANDRO ANDREUCCI
conulente Sindacato Europeo dei Lavoratori,
    VIA SERVILIANO LATTUADA 16 – 20135 MILANO

      Tel.  02/83535628 – Cell. 347 5876740

 
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Toscana, 8,5 milioni di mascherine senza marcatura CE,denuncia C.Camperisti

Lo scandalo delle mascherine acquistate durante l’emergenza (, che in Italia non finisce mai, dai terremoti, ai ponti, ce n’e’ sempre una a causa di una classe politica instabile, incerta e che non riesce a programmare nulla) viene denunciato in Procura.

Sul tema ha preso posizione il movimento politico CASADEGLITALIANI:”E’ deplorevole da ogni punto di vista, etico, politico ma anche economico, l’acquisto di materiale fuori Italia, quando invece, tante aziende italiane si sono riconvertite per la produzione delle mascherine, ed in tempi di crisi spaventosa, e’ più che opportuno comprare prodotti sicuri e italiani, dichiara Giuseppe Criseo, Presidente del movimento politico “CASADEGLITALIANI“.

Non si parla di spiccioli ma di milioni di euro per acquisto di mascherine monouso che non intercettano il virus (vedi mio esposto querela alla Procura della Repubblica aprendo http://www.coordinamentocamperisti.it/PDF/pandemia_tab_dx/2%20mascherine%20esposto%20denuncia.pdf e vedi elenco tipologie delle mascherine aprendo http://www.coordinamentocamperisti.it/PDF/pandemia_tab_dx/2%20mascherine%20tipologie.pdf ), ci avvisa il Coordinamento Camperisti.

I particolari della denuncia seguono:

Sulla pagina web della testata OK!firenze.com https://www.okfirenze.com/news/ attualita/930384/firenze-371-mila-mascherine-porta-a-porta-a-firenze (doc. 7) venivano pubblicate alcune fotografie raffiguranti le operazioni di confezionamento delle mascherine presso la Protezione civile di Firenze (docc. 8-13) ove si notano: – un uomo che imbusta senza indossare alcuna protezione al naso e alla bocca; – l’assessore Alessia BETTINI che imbusta senza indossare i guanti; – mascherine non sigillate singolarmente; – persone che confezionano senza indossare appositi indumenti e senza cuffie per capelli; – buste e mascherine poggiate su tavoli di legno esterni non sanificabili; – un complessivo stato di sporcizia in cui sono eseguite le operazioni di confezionamento delle mascherine. 2 Le mascherine sono consegnate senza alcuna istruzione sul corretto smaltimento che, se effettuato in maniera impropria, è causa d’infezione. Il Ministero della Salute ha pubblicato un documento sul proprio sito alla pagina web http://www.salute.gov.it/ imgs/C_17_pagineAree_5373_1_file.pdf ove si legge: “3. Le maschere chirurgiche monouso possono essere sterilizzate e riutilizzate? No. Le maschere facciali chirurgiche monouso sono esclusivamente monouso. Dopo l’uso devono essere rimosse utilizzando tecniche appropriate (cioè non toccare la parte anteriore, rimuoverle tirando da dietro le fascette elastiche o i lacci) e gettarle immediatamente in un contenitore per rifiuti a rischio biologico con un coperchio, seguito dall’igiene delle mani” (doc. 14). In considerazione di quanto sopra, con p.e.c. del 9 aprile 2020 l’esponente denunciava al Comune di Firenze la possibile diffusione del contagio dovuta alla mancanza di misure igieniche e di sicurezza nelle operazioni di confezionamento e distribuzione delle mascherine e chiedeva chiarimenti anche sulla modalità di smaltimento (doc. 15). In data 11 aprile 2020 ricevevo un’email di risposta del Vice Sindaco e assessore alla Protezione civile di Firenze Cristina GIACHI dal seguente contenuto: “Buongiorno, Come ho più volte dichiarato, le mascherine non sono materiale sterile. Non arrivano in confezionamento sterile e non è prescritto che debbano essere trattate in ambiente sterile. Vengono maneggiate con la massima igiene e cura da persone dotate di dispositivi di protezione, con i guanti, in ambiente areato che è quello a maggiore garanzia dal punto di vista della presenza di più persone. Sono consegnare in buste alimentari, igieniche, chiuse. Se ci sono state disfunzioni sono state dovute ad errori prontamente rimediati dalla protezione civile. Cristina Giachi” (doc. 16). Il 13 aprile 2020 anche all’esponente veniva consegnata una busta di carta non sigillata in quanto chiusa da un piccolo adesivo, contenente due mascherine sfuse, non sigillate singolarmente, senza marcatura CE, prive di qualsiasi scritta relativa alla tipologia, al produttore o alle norme di omologazione e senza istruzioni per un corretto utilizzo e soprattutto per un corretto smaltimento (doc. 17). Come attestato dalla documentazione sopra esposta, centinaia di migliaia di mascherine non sterili, giunte in contenitori non sterili e trattate in ambienti non sterili e senza misure igieniche e di sicurezza adeguate sono state deliberatamente consegnate ai cittadini fiorentini senza alcuna garanzia sulla sicurezza delle mascherine e delle confezioni, inducendo gli stessi cittadini a uno smaltimento non corretto di milioni di mascherine usate. Tanto premesso il sottoscritto propone formale denuncia – querela sottoponendo i fatti narrati all’attenzione della S.V. Ill.ma, affinché valuti se, nel caso di specie, ricorrano gli estremi di un reato procedibile d’ufficio o per cui la querela sia condizione di procedibilità. Il sottoscritto dichiara di voler essere informato ai sensi dell’art. 406, co. 2 c.p.p., nonché di eventuali richieste di archiviazione. Dichiara altresì di opporsi alla definizione del presente procedimento con decreto penale di condanna. * 3 Si produce in allegato: 1) ordinanza Regione Toscana n. 26 del 6.4.2020; 2) comunicato Agenzia di informazione della Giunta regionale Toscana del 6.4.2020; 3) post facebook sig. Luciano Checchi del 6.4.2020; 4) comunicato ADUC del 8.4.2020; 5) comunicato ADUC del 9.4.2020; 6) email e fotografie della sig.ra Cinzia Ciolli del 9.4.2020; 7) articolo OKfirenze.com del 8.4.2020; 8-13) fotografie confezionamento mascherine; 14) documento Ministero della Salute; 15) istanza al Comune di Firenze inviata il 9.4.2020; 16) email Vice Sindaco Cristina Giachi del 11.4.2020; 17) fotografie busta e mascherine ricevute il 13.4.2020. Con osservanza. Firenze, 15 aprile 2020 Pier Luigi Ciolli

 

 

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Italiano di origine somala a Bergamo per aiutare contro il coronavirus

Un volontario di origine somala, ha fatto richiesta di andare a Bergamo per aiutare gli ammalati, fa parte del  Consiglio Direttivo e Commissioni infermieri di Amsi e Umem

 

L’infermiere è partito da Firenze per Roma per essere arruolato tra i volontari.

L’ospedale è stato trasformato in struttura COVID.

Lui assieme ad altri di altre regioni hanno raccolto l’invito della Lombardia per rendersi utili, in totale 5 infermieri tra toscani e romani.

I pazienti vengono seguiti tutti, senza distinzione d’età, importante precisazione, come l’altra: gli sono stati dati tutti i dispositivi di protezione, l’organizzazione è buona e si sta superando la situazione critica.

Un paziente si è messo  a piangere pensando ai suoi figli più che a se stesso.

I contatti con l’esterno sono assicurati con i tablet in maniera che non ci siano barriere tra pazienti e famigliari, visto che i parenti non  possono entrare.

Da sabato scorso per 21 giorni, gli infermieri possono rimanere nella struttura e anche oltre se autorizzati.

Il giovane infermiere afferma: ho giurato fedeltà all’Italia, voglio dare una mano al mio popolo, mi sento italiano anche di origine somala.

Sulla Somalia, dove ci sono problemi di igiene ( non è un paese ricco), hanno assicurato una mano all’Italia.

Ci sono anche altri somali che vorrebbero e potrebbero venire in Italia, sia infermieri che medici, già preparati e pronti, come ha dichiarato il presidente della Somalia, a dimostrazione che nella difficoltà ci deve unire per superare il male.

Una bella persona segnalataci dall’amico Foad Aodi che come presidente dell’Associazione AMSI, medici stranieri in Italia, assieme ad UMEM nonchè diverse altre sigle, sta facendo un lavoro encomiabile di “cerniera” tra Italia e paesi arabi, africa ed Asia per riuscire a superare la difficoltà del coronavirus.

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Mascherine-mutanda, intervista esplosiva di Criseo a G.Arca di Cittadinanza Attiva

E’ tempo di crisi e tutte le soluzioni, o quasi possono servire, talvolta è meglio prima di prendere iniziative, fare dei campioni e chiedere ai sanitari, è la sostanza del ragionamento di Giorgio Arca, resp.Sanità per Varese e provincia, che nel video ci spiega difetti e limiti delle mascherine che “cascano” ,prodotte da un’importante azienda che produce pannolini.

 

 


La buona volontà, in certi casi non basta anche se obiettivamente servono tante mascherine e parecchie aziende stanno riconvertendo la loro vecchia produzione per renderci autonomi e sopperire alle carenze italiane.

L’Italia ha per una serie di motivi,costo del lavoro, tasse, burocrazia, costi più alti rispetto ai produttori cinesi e nelle situazioni di emergenze ci sono tanti imprenditori che vista la situazione molto pesante, hanno ben pensato di rispondere alle richieste attrezzandosi in breve tempo col materiale a loro disposizione.

Non sempre le attese e le risposte accontentano tutti e nel caso dei sanitari che rischiano la pelle per tutti noi, assieme alle forze dell’Ordine e cassiere ed altre figure professionali particolarmente esposte, hanno diritto ad avere il meglio, non soluzioni di ripiego e temporanee.

Cittadinanza Attiva col suo responsabile provinciale, lancia l’allarme sulla fornitura insoddisfacente, e non rispondente alle esigenze dei sanitari che si meritano ben altro.

Ricordiamo che Cittadinanza Attiva è una delle storiche associazioni dei consumatori, sempre presente e particolarmente attiva nel settore sanità ma non solo:

  • I nostri obiettivi sono:

    • rafforzare il potere di intervento dei cittadini nelle politiche pubbliche, attraverso la valorizzazione delle loro competenze e del loro punto di vista;
    • intervenire a difesa del cittadino, prevenendo ingiustizie e sofferenze inutili;
    • attivare le coscienze e modificare i comportamenti dannosi per l’interesse generale;
    • attuare i diritti riconosciuti dalle leggi e favorire il riconoscimento di nuovi diritti;
    • proteggere e prendersi cura dei beni comuni;
    • fornire ai cittadini strumenti per attivarsi e dialogare a un livello più consapevole con le istituzioni;
    • costruire alleanze e collaborazioni indispensabili per risolvere i conflitti e promuovere i diritti.


Cittadinanzattiva si occupa di:

 

p.s. coloro che fossero interessati a replicare possono scriverci: redazione.varesepress@gmail.com

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Talbi Valentina, interrogazione parlamentare On. ANDREA DELMASTRO ( FDI)

https://www.varesepress.info/in-evidenza/talbi-valentina-bloccata-in-tunisia.html, il caso è già seguito da diversi parlamentari, ecco di chi si tratta:

DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea – FDI

NATO A

GATTINARA (VERCELLI), il 22 ottobre 1976 

 

Avvocato

ELETTO NELLA CIRCOSCRIZIONE 

PIEMONTE 2

 

COLLEGIO DI ELEZIONE

 collegio uninominale PIEMONTE 2 03 – BIELLA

 

PRESENTATO DALLE LISTE COLLEGATE IN COALIZIONE 

LEGA-FI-FR.D’ITALIA-NCI UDC

 

PROCLAMATO 

il 9 marzo 2018

 

ELEZIONE CONVALIDATA 

il 17 luglio 2019

ISCRITTO AL GRUPPO PARLAMENTARE

HA PRESENTATO UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE  SULLA VICENDA DI CUI STIAMO DOCUMENTANDO I FATTI E PER I QUALI ABBIAMO AVUTO LA DISPONIBILITA’ DELL’AVVOCATO GHILOTTI DI VARESE CHE SI STA OCCUPANDO GRATUITAMENTE ( BONTA’ SUA) DEL CASO, DOPO LA MIA SEGNALAZIONE ALLA SUA ATTENZIONE

Entriamo nel merito:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA presentata dall’On. ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE il 07/04/2020 19:35 Al Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale – Per sapere – premesso che: L’interrogante è venuto a conoscenza di un caso di due cittadini italiani minorenni attualmente trattenuti in Tunisia dai parenti del padre tunisino, deceduto, contro la volontà dalla madre italiana; i due bambini, il primo nato nel 2011 e la seconda nata nel 2013, si trovano e dimorano con la famiglia paterna a Kairouan sud – Khadra; la madre è stata vittima di violenze fisiche e psicologiche da parte del padre e si è recata più volte presso un centro antiviolenza e ha sporto anche successive denunce all’autorità giudiziaria; gli episodi di violenza e percosse sono avvenuti anche successivamente alla fine del loro matrimonio, in quanto la donna ha mantenuto contatti con l’ex marito per vedere i propri figli e cercare di riportarli in Italia; la donna si è recata più volte in Tunisia con il marito e i propri figli per visitare i nonni paterni.

Anche in queste occasioni è stata oggetto di ripetute violenze, psicologiche e fisiche, perpetrate anche davanti ai bambini e ai parenti dell’uomo. La donna ha raccontato in successive denunce di essere stata legata con fil di ferro e rinchiusa in camera in Tunisia per non farla uscire con i bambini; al fine di evitare l’espatrio e manifestando la propria volontà non far tornare più i bambini in Italia, l’uomo ha strappato il passaporto della donna che, fortunatamente, è riuscita comunque a rientrare in Italia attraverso una carta d’identità valida per l’espatrio; l’uomo, nel 2016, ha anche denunciato presso un giudice tunisino che qualora i bambini fossero ritornati in Italia sarebbero stati sottratti alla famiglia ed affidati ad altre persone.

Tale circostanza è stata smentita da un’informativa dei Servizi Sociali del Comune di Viareggio indirizzata al Tribunale familiare del Kairouan, con la quale si smentisce l’esistenza di un provvedimento di allontanamento dei minori in oggetto e la conferma che la donna ha la piena potestà genitoriale, ritenendo altresì opportuno il ritorno in Italia dei due minori, dove sono nati e risultano ben inseriti; giova ricordare che i due bambini sono cittadini italiani in quanto figli di cittadina italiana e che l’ordinamento italiano prevede l’istituto della responsabilità genitoriale, ossia l’attribuzione ai genitori del potere di proteggere, educare e istruire il minore e di curarne gli interessi; i titolari della responsabilità genitoriale agiscono come rappresentanti legali del minore, che è privo della capacità di agire sino alla maggiore età.

La responsabilità genitoriale è esercitata di regola congiuntamente da entrambi i genitori, tranne ipotesi eccezionali, in cui è esercitata in maniera esclusiva da uno solo, circostanza esclusa nel caso in oggetto da parte dei Servizi Sociali del Numero di parole: 545 su 600 Pagina 1 di 2 INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA Comune di Viareggio; vale la pena ricordare, inoltre, che in caso di contrasto tra i genitori o di conflitto di interessi tra di essi, ciascuno di loro può chiedere l’intervento del giudice, che può anche nominare un curatore speciale dei figli; la responsabilità genitoriale comporta una serie di doveri nei confronti dei figli, come custodirli destinando il proprio domicilio al minore, allevarli fornendo il necessario per vivere e crescere, educarli, istruirli; quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla possibilità di intraprendere le opportune iniziative diplomatiche con la Repubblica Tunisina al fine di favorire il rimpatrio dei due cittadini italiani minorenni attualmente trattenuti in loco dai parenti del padre, deceduto, contro la volontà della madre;

On. ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE

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Cronaca

Talbi Valentina non può rientrare in Italia dalla Tunisia

di GIUSEPPE CRISEO

BLOCCATA IN TUNISIA COI SUOI BIMBI, ne avevamo parlato ieri ,https://varesepress.info/in-evidenza/talbi-valentina-bloccata-in-tunisia.html

 

La storia del caso

Talbi Valentina è madre e moglie di Tali Di Ali cittadino tunisino  che nel 2007 lascia l’Italia sottraendo “sua sponte”  il figlio Karim di anni 9 e la figlia Sabrina di anni 7 tanto da venir condannato dal Tribunale di Lucca alla pena di anni 12 proprio per sottrazione di minori.
Talbi Di Ali lo scorso anno muore in un incidente stradale e la signora Talbi Valentina da Viareggio, ove risulta residente, parte immediatamente per la Tunisia forte delle sentenza del Tribunale di Lucca per riabbracciare i propri figli e riportarli in Italia.

Cosa sta succedendo

La signora Valentina in Tunisia si trova ad intentare cause per vedersi riconoscere la potestà genitoriale sui propri figli.  Di fatto i figli vengono “affidati” ai nonni paterni e alla madre viene riconosciuto unicamente solo un diritto di visita.

La signora nel frattempo ha accusato gravi problemi di salute per lo stress alle stelle e questo può portare conseguenze anche i figli minori.

Dopo l’articolo su Varese Press, qualcosa si muove

Il grido di disperazione della  signora Parrilla Maria, madre di Valentina e nonna di Karim e Sabrina, arriva sino a Varese e viene raccolto dall’Avv. Stefano Ghilotti cui la Parrilla si è rivolta per ottenere giustizia.
“Ci troviamo difronte alla violazione di tutte le norme di diritto internazionale. Viene di fatto inibito il reingresso in Italia di due minori cittadini italiani e con residenza italiana unitamente alla madre cui spetta l’esercizio della potestà genitoriale. Il tutto in una vergognosa assenza della Farnesina che non è in grado nemmeno di farsi rispettare e fare rispettare le regole di diritto internazionale ed organizzare un volo di rientro. Ci muoveremo a tutto tondo sperando che rientrino tre cittadini italiani e non una bara. Si perché le condizioni di salute della signora Valentina sono pessime e tali da comprometterne la stessa esistenza” così ci riferisce l’Avv. Ghilotti da cui traspira rabbia, sgomento ma soprattutto preoccupazione.
Terremo monitorata la situazione e vi terremo aggiornati.”

Noi ci stiamo molibitando per avere risposte a livello nazionale e facciamo appello agli onorevoli, ministri oltre alle autorità della Tunisia per l’accoglimento , l’ascolto e l’aiuto a una mamma in difficoltà e chissà quanto soffrono i bambini in questa situazione.

Il coronavirus sta mietendo vittime, crisi economica e difficoltà di ogni genere, ma in certi casi se ci sono accordi tra gli stati, basta un volo di stato per far rientare una nostra connazionale, come già successo in Cina, nulla di stratosferico, un gesto umanitario

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Somma Lombardo

Somma, Jimmy Pasin propone la mascherina sospesa

I napoletani e non solo loro, apprezzeranno, perchè la loro fantasia non ha limiti e se la sanno cavare in ogni situazione, hanno inventato il “caffè sospeso” per coloro che non possono permetterselo e il caffè per coloro come per noi tutti, è fondamentale.

Poi tra le tante cose hanno inventato di recente il “carrello della spesa sospeso” di cui abbiamo riferito pure noi.

La mascherina sospesa è invece un’invenzione nordica per la precisione di Jimmy Pasin di Somma, che solitamente ci dà lezioni di urbanistica e del territorio, oggi pure di altro: ha lanciato e  non è poco in tempi di coronavirus, la “mascherina sospesa” che spiega così nel suo profilo facebook:

“LA MASCHERINA SOSPESA
come un caffè, meglio di un caffè

Questa mattina ho acquistato alcune mascherine lavabili da Lorenza Cossia e alcune usa e getta in farmacia.
Ho pensato che ci sono persone che ne hanno bisogno, molto più di noi, e quindi, per ogni mascherina comprata, ho lasciato la stessa cifra affinché il negoziante possa rifornire gratuitamente chi ne ha più bisogno di me.

Invece del “caffè sospeso” (usanza napoletana), oggi credo sia giusto lasciare la “mascherina sospesa”.

Spero condividiate tutti questa iniziativa.”

Come dargli torto?