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Roma, Carabinieri: sequestrati 6 milioni al capo dei Narcos del Trullo

ROMA – CARABINIERI SEQUESTRANO BENI PER 6 MILIONI DI EURO AL CAPO DEI “NARCOS” DEL TRULLO, ARRESTATO INSIEME A 15 COMPLICI A GENNAIO SCORSO NELL’OPERAZIONE “NEW LINE”. I PROVENTI DEL TRAFFICO DI STUPEFACENTI VENIVANO REINVESTITI IN IMPRESE OPERANTI NEI SETTORI TRASPORTI E ORTOFRUTTICOLO, OLTRE AD IMMOBILI E INVESTIMENTI FINANZIARI. ROMA – Le quote e l’intero patrimonio aziendale di una società di trasporti – la cui sede operativa è ubicata in zona Santa Palomba – e di un’azienda ortofrutticola di via del Trullo, un appartamento ubicato in via del Fosso di Santo Spirito, un immobile di via Monte delle Capre, 17 rapporti finanziari (tra conti correnti, libretti di deposito, contratti di acquisto di titoli di Stato, azioni, obbligazioni e assicurazioni) e un veicolo, per un valore di 6 milioni di euro. Questo è il tesoro sequestrato, questa mattina, dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma che hanno eseguito un blitz, dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni, disposto dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Destinatario della misura D.F. 42 anni, ritenuto il capo dei “narcos” del Trullo, a cui i beni sono risultati riconducibili direttamente o indirettamente, arrestato il 14 gennaio scorso, nell’ambito dell’operazione antidroga, denominata “New Line”, ad opera degli stessi Carabinieri del Nucleo Investigativo di Via In Selci. L’indagine che a gennaio aveva portato all’arresto di D.F., insieme ad altri 15 sodali, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, aveva consentito di identificare l’esistenza di una banda, i cui componenti sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dall’uso di armi. Promosso e diretto dal D.F., il sodalizio criminale era dedito al narcotraffico, interessato al rifornimento di ingenti quantità di cocaina, hashish e marijuana nei quartieri romani del Trullo, Monteverde e Montespaccato, con un’espansione dell’interesse criminale anche nell’area del comune di Pomezia, con un giro d’affari stimato intorno ai 400/500mila euro al mese. Durante le indagini sono stati arrestati, in flagranza di reato, numerosi spacciatori appartenenti all’organizzazione criminale, sequestrati ingenti quantitativi di droga e segnalato alla Prefettura di Roma numerosi assuntori di sostanze stupefacenti. I successivi accertamenti patrimoniali svolti dai Carabinieri hanno evidenziato la sperequazione tra i redditi dichiarati dal D.F. e le spese sostenute, dati che hanno rivelato come il 42enne avesse reinvestito i proventi della sua attività illecita, facendoli confluire – perlopiù – in società, attività finanziarie ed immobili, intestandoli fittiziamente a terze persone (familiari e/o prestanome). __________________________________________

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Esclusiva: il prof. Giulio Tarro intervistato da Giuseppe Criseo

Giulio Tarro, professore di cui si sta parlando in questo periodo, ci ha concesso un’intervista in cui si fa il punto della situazione con le nuove terapie e i percorsi possibili.

 

Giulio Tarro, primario emerito dell’Ospedale Cotugno di Napoli, ha un curriculum nutrito e competenze anche a livello internazionale:

Giulio (Filippo Giacomo) Tarro, nato a Messina il 9-7-38 si è laureato con lode in Medicina e Chirurgia all’Università di Napoli nel 1962, dove ha studiato con il Prof. F. Magrassi problemi di chemioterapia antivirale. Capitano di Corvetta della Marina Militare Italiana e successivamente di Fregata. Già professore di Virologia Oncologica dell’Università di Napoli, primario emerito dell’Ospedale “D. Cotugno”, è stato “figlio scientifico” di Albert B. Sabin.

Sabin ricordiamo, nato Abram Saperstein (Białystok26 agosto 1906 – Washington3 marzo 1993), è stato un medico e virologo polacco naturalizzato statunitense, famoso per aver sviluppato il più diffuso vaccino contro la poliomielite.

Sabin e Tarro hanno studiato l’associazione dei virus con alcuni tumori dell’uomo presso l’Università di Cincinnati, Ohio, dove Giulio Tarro è stato collaboratore di ricerca presso la divisione di virologia e ricerche per il cancro del Children Hospital (1965-68) e quindi assistant professor di ricerche pediatriche del College of Medicine (1968-69). Ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e del National Cancer Institute (USA) a Frederick, Maryland, è stato antesignano della diagnosi e della terapia immunologica dei tumori e coordinatore dell’ipertermia extracorporea in pazienti con epatite C per il First Circle Medicine di Minneapolis. Ha scoperto la causa del cosiddetto “male oscuro di Napoli”, isolando il virus respiratorio sinciziale nei bambini affetti da bronchiolite

 

 

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Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Criseo intervista Fabio Scottà

 

Il Pio Albergo Trivulzio, una realtà importante nel milanese, ricordiamo che  nasce dalle disposizioni testamentarie del 26 agosto 1766 del principe Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio (1692-1767), nobile milanese e filantropo, attraverso le quali ne ordina la fondazione all’interno del suo stesso palazzo di abitazione, a Milano, in Contrada della Signora.

Tristemente noto per i fatti di cronaca nel 1992 per essere legato alle prime indagini legate a Tangentopoli. Difatti, l’incipit delle inchieste giudiziarie di Mani pulite ebbe luogo il 17 febbraio 1992, quando Il pubblico ministero Antonio Di Pietro chiese e ottenne dal GIP Italo Ghitti un ordine di cattura per l’ingegner Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio.

Ne riparliamo in seguito alle decine di morti di questo periodo, martoriato dal coronavirus, con le sue conseguenze letali su ospiti che si attendevano cure amorevoli e invece non ne sono usciti se non in  una bara.

Ospiti coinvolti ma anche il personale interno ha avuto i suoi problemi: è stato ricoverato il medico che sollevò il caso del Pio Albergo Trivulzio che è stato sospeso per la richiesta di mascherine a tutti ed infine reintegrato.

E’ stato sottovalutata anche in quella sede come a livello nazionale, la pericolosità del virus pandemico Covid-19? Lo stabiliranno i magistrati.

Nel frattempo registriamo e vi facciamo sentire la testimonianza di chi ha vissuto sulla sua pelle, la tragicità di quei momenti, Fabio Scottà del “Comitato  giustizia e verità per le vittime del trivulzio” che si propone su Facebook in questi termini:

Buongiorno, siamo un gruppo di parenti degli ospiti del Pio Albergo Trivulzio di Milano.
Ci siamo ritrovati in queste ore di angoscia per cercare di tutelare la salute e i diritti degli ospiti del PAT attualmente ricoverati. Nonché tutelare i diritti, la dignità e la memoria dei parenti che purtroppo hanno perso un loro caro all’interno del PAT durante il contagio di COVID-19.

Chiediamo:
– trasparenza rispetto a ciò che è accaduto e sta succedendo all’interno della struttura ora.
– che vengano immediatamente effettuati i tamponi e venga accertata l’eventuale positività al virus degli ospiti e del personale medico e infermieristico
– che vengano somministrate tutte le cure necessarie al loro benessere a seconda dei diversi livelli di gravità
– che i locali del PAT vengano sanificati e resi idonei alla permanenza di ospiti e operatori.
– che siano garantiti tutti i servizi essenziali(assistenziali, psicologici, medici etc) di cui gli ospiti che vivono una fragilità hanno assoluto bisogno
– la tutela dei parenti dei defunti, garantirne dignità e verità
– la tutela dei lavoratori e lavoratrici del PAT e della loro salute
– che vengano accertate tutte le responsabilità di chi ha e ha avuto il compito di gestire la salute degli ospiti e dei lavoratori del PAT durante l’epidemia

Fabio Scottà attende giustizia ed espone i suoi dubbi sulla gestione del periodo, ricordiamo che  al Trivulzio 300 morti in quattro mesi: “la media degli altri anni era 186 decessi”
dice il virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco“,

Ci sarà e vorrà tempo per gli approfondimenti in sede giudiziaria, non semplici ma opportuni per fare luce su eventuali inefficienze e carenze che saranno stabilite nelle sedi opportune.

Una tragedia immane per tutti e che non ha eguali in Italia.

 
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Varese, mascherine mancano in oltre 300 punti. Emanuele Monti (Lega): “Gireremo le richieste al Comune per distribuire i Dpi forniti da Regione Lombardia”

Mascherine, Emanuele Monti (Lega): “Oltre 300 segnalazioni a Varese su dove mancano. Gireremo le richieste al Comune per continuare la distribuzione dei Dpi forniti da Regione Lombardia”.

“Un filo diretto con i cittadini di Varese per sapere dove mancano le mascherine e provvedere per farle arrivare. La campagna che ho lanciato settimana scorsa, mettendo a disposizione dei varesini un numero di telefono dedicato e il mio indirizzo e-mail ha avuto un ottimo riscontro, con oltre 300 segnalazioni raccolte”, così Emanuele Monti, Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia e Consigliere regionale della Lega, che fa il primo bilancio dell’iniziativa del filo diretto con i cittadini di Varese per la distribuzione di mascherine.

“Ottima iniziativa per verificare dove manchino ancora le mascherine che Regione attraverso il lavoro della Protezione Civile sta distribuendo sul territorio attraverso i Comuni – spiega Alberto Barcaro, Consigliere provinciale delegato alla Protezione Civile – fino ad oggi ne abbiamo distribuite oltre un milione sul territorio della provincia di Varese, e alle 70 mila già consegnate al Comune di Varese, oggi ne sono state consegnate ancora 26.700, dando al Comune la possibilità di farle avere a tutti i cittadini.

“Avevamo bisogno di sapere dove non fossero arrivate e oggi, grazie alle segnalazioni dei cittadini, abbiamo una mappatura delle aree di Varese dove non sono state consegnate. Attraverso il Consigliere comunale Marco Pinti porteremo le segnalazioni in Comune, affinché si provveda” aggiunge Monti.

“La campagna sta avendo l’effetto positivo inoltre di avere mosso il sindaco Galimberti, che si è attivato nello scorso weekend per la distribuzione delle mascherine di Regione Lombardia – conclude Monti – noi andremo avanti a tenere monitorata la situazione con il filo diretto con i cittadini”.

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Coronavirus, Trenord si attrezza coi sedili distanziati

“FASE 2”, LINEE SUBURBANE AL 100% NELLE ORE  DI PUNTA.

A BORDO POSTI A SEDERE DISTANZIATI E SOLO CON MASCHERINE E GUANTI

 

Campagna informativa sui treni e nelle stazioni. Un vademecum online per viaggiare

in modo responsabile secondo le norme delle Autorità sanitarie

 

Da lunedì 4 maggio volontari della Protezione Civile distribuiranno mascherine

che Regione Lombardia mette a disposizione dei viaggiatori

 

 

Milano, 2 maggio 2020 – Tutte le grandi direttrici suburbane del servizio ferroviario regionale, che servono il Passante di Milano, da lunedì 4 maggio torneranno a offrire la massima offerta, con corse ogni 30’ nelle ore di punta, dalle 6 alle 9.30 e dalle 16 alle 19. Si tratta delle linee S1 Saronno-Milano-Lodi, S2 Mariano/Seveso/Camnago-Milano, S5 Varese-Milano-Treviglio, S6 Novara-Milano-Treviglio, S7 Lecco-Milano, S11 Chiasso-Milano Porta Garibaldi e S13 Pavia-Milano Bovisa. Queste linee suburbane trasportano ogni giorno il 50% dell’utenza dell’intero servizio di Trenord. Nelle ore di punta, anche la Milano-Mortara-Alessandria offrirà il 100% del servizio.

Per garantire il distanziamento tra le persone, su tutte le linee a maggiore frequentazione, le composizioni saranno rinforzate dove non sono già al massimo della capacità.

Con la ripresa delle attività economiche e sociali, secondo le disposizioni nazionali e regionali, il servizio regionale sull’intera giornata incrementerà l’offerta dal 40% al 60%. Pur prevedendo frequentazioni fortemente ridotte rispetto al periodo Pre-Covid19, Trenord ha disposto un capillare servizio di presenziamenti sul territorio per valutare il livello reale dei flussi: questo renderà possibile ulteriori adeguamenti dell’offerta al variare della domanda.

Oltre 120 operatori di security, vendita, assistenza e controlleria saranno presenti nelle 35 principali stazioni per fornire informazioni. Nelle stazioni dei capoluoghi di provincia, dal 4 al 9 maggio, volontari della Protezione Civile distribuiranno mascherine messe a disposizione da Regione Lombardia.

Per il prolungarsi della riduzione del traffico aeroportuale, il collegamento Malpensa Express sarà svolto con 35 corse giornaliere che partiranno e arriveranno a Milano Centrale, passando per Porta Garibaldi e Bovisa-Politecnico.

Tutte le informazioni su treni e orari sono disponibili sul sito alla pagina dedicata www.trenord.it/viaggiasicuro.

Proseguiranno le attività quotidiane di sanificazione straordinaria dei convogli svolte di giorno nei tempi di sosta dei mezzi presso le principali stazioni di Milano e di notte nei depositi ferroviari.

La campagna informativa e il vademecum per il viaggio “responsabile”

Trenord ha attivato, sui propri treni e sui canali informativi, una campagna di comunicazione per sensibilizzare i viaggiatori al rispetto delle disposizioni per la salvaguardia della salute pubblica. In particolare, è in corso di allestimento nelle carrozze  la campagna con avvisi sull’obbligo di guanti e mascherine, oltre alla segnaletica per il distanziamento. I posti saranno disponibili a scacchiera e i sedili off-limits sono indicati da un apposito cartello. Per evitare assembramenti, i clienti a bordo vengono invitati a mantenere comportamenti corretti anche sulle banchine di attesa, nei pressi della porte d’accesso e nelle biglietterie, dove saranno affissi inviti ad acquistare i titoli di viaggio attraverso i canali on line. Un vademecum online pubblicato sul sito, sull’App e sui canali social dell’azienda sarà inviato a oltre 200mila clienti profilati.

Trenord ricorda che in quest’epoca di emergenza sanitaria globale, anche la mobilità delle persone richiede comportamenti responsabili: oltre all’uso dei dispositivi di protezione individuale, occorre che i viaggiatori rispettino le distanze, non insistano nel salire su carrozze già occupate, utilizzino solo i posti indicati, prestino attenzione agli annunci di stazione, attendano eventualmente i treni successivi e, per l’acquisto dei titoli di viaggio, siano privilegiati i canali on line (app e sito).

Per viaggiare a bordo dei treni e dei bus occorre munirsi del documento di autocertificazione, compilato come previsto dalla normativa.

Le informazioni sul servizio nella “Fase 2” sono disponibili su Trenord.it e sull’App Trenord.

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Agenzia Formativa Varese. Didattica a distanza. Segnalazione criticità e richiesta provvedimenti a tutela della Privacy.

riceviamo  e pubblichiamo

Al Direttore dell’Azienda Speciale Agenzia Formativa della

Provincia di Varese

agenziaformativavarese@pec.it

Al Presidente della Provincia di Varese

istituzionale@pec.provincia.va.it

Al Segretario Generale

della Provincia di Varese

istituzionale@pec.provincia.va.it

e, p.c. Al Garante  per la protezione dei dati personali

protocollo@pec.gpdp.it

OGGETTO: Didattica a distanza. Segnalazione criticità e richiesta provvedimenti a tutela della Privacy.

La scrivente O.S. ritiene doveroso intervenire per mettere a fuoco alcune criticità in cui si trovano ad operare i lavoratori dell’Agenzia Formativa, con particolare riferimento alle dinamiche che concernono la gestione del lavoro svolto dalle proprie abitazioni.

Questa  nuova  e  inusuale  modalità  lavorativa  sta  generando  notevoli  disagi  e  stress  ai lavoratori, in modo particolare ai docenti per quanto attiene il metodo della didattica a distanza, deciso  dai  vertici  dell’Agenzia  senza  fornire  al  personale  alcuna  direttiva  e  alcun  supporto organizzativo e morale.

Ora, proprio alla luce della decisione governativa di prorogare la sospensione delle attività didattiche in presenza, non è più possibile accettare che permanga tale stato di cose.

Preliminarmente  si  reputa  utile  evidenziare  che  NON  esiste  una  normativa  specifica  che disciplina la didattica a distanza né, tanto meno, un obbligo in capo ai docenti di svolgere il proprio lavoro  in  tale  modalità  operativa.  Nel  decreto  dell’8  aprile  si  parla  di  didattica  a  distanza  in  un articolo  che  riguarda  le  “Misure  urgenti  per  l’ordinato  avvio  dell’anno  scolastico  2020/2021”, quindi è evidente che l’obbligo della didattica a distanza riguarda solo l’anno scolastico 2020/2021 e solo se a quella data sarà ancora in vigore la legislazione emergenziale. In sostanza, allo stato attuale, la didattica a distanza non può essere imposta e si deve quindi riconoscere che tutto quello che si sta facendo avviene per libera adesione del personale.

Inoltre in nessuna norma è previsto che il personale docente debba possedere un cellulare o
un computer o che debba avere la reperibilità telefonica. In realtà, se non fossero stati i docenti a
mettere a disposizione cellulari e computer, il sistema sarebbe già andato in corto circuito.  Il fatto
che  non  tutti  abbiano  a  disposizione  strumenti  adeguati  o  dimestichezza  con  gli  strumenti
informatici  può  creare  un  oggettivo  disagio,  ma  ciò  non  può  essere  confuso  con  negligenza  o
disinteresse.

Questo impegno e disponibilità dimostrati dal personale è un elemento che dovrebbe far riflettere sulla decisione dell’Agenzia Formativa della Provincia di Varese di ostinarsi ad applicare, per pura  convenienza  economica,  un  Contratto  di  Lavoro  –  quello  delle  autonomie  locali  –  che  non contiene alcuna disciplina in ordine alla figura professionale del docente.

Un aspetto che assume primaria importanza nella concreta gestione della didattica a distanza
è quello della tutela della privacy in riferimento alla GDPR UE 679/2016 che, in Agenzia Formativa,

 

è stato invece del tutto trascurato. La Direzione si è limitata a sollecitare i docenti ad attivare la DaD senza nemmeno porsi il problema della loro tutela da questo punto di vista.

La didattica a distanza entra in modo invasivo nelle case. L’uso del cellulare o del proprio computer  può  comportare  la  violazione  delle  norme  sulla  privacy,  nella  perfetta  buona  fede dell’insegnante, che sta semplicemente cercando di mettersi in relazione con gli allievi.

In Agenzia ogni docente è stato invitato dalla Direzione a individuare piattaforme dedicate, senza  fornire  alcuna  garanzia  in  merito  alla  tutela  dei  dati  che  circolano  e  della  privacy  delle persone, non solo dei docenti, ma anche degli allievi, che sono minorenni e in alcuni casi affetti da patologie.  Eppure  le  responsabilità  di  chi  utilizza  impropriamente  questi  dati  sono  notevoli  e potrebbero avere anche risvolti penali.

Anche il Garante per la protezione dei dati personali, con provvedimento n. 64 del 26 marzo 2020, ha fornito importanti indicazioni; ne citiamo solo alcune:

spetta  in  primo  luogo  alle  scuole  quali  titolari  del  trattamento  la  scelta  e  la regolamentazione degli strumenti più utili per la realizzazione della didattica a distanza.  Le scelte dovranno conformarsi ai principi di privacy by design e by default, tenendo conto in particolare del contesto e delle finalità del trattamento, nonché dei rischi per i diritti e le libertà degli interessati. Tra i criteri che devono orientare la scelta degli strumenti da utilizzare è opportuno includere, oltre all’adeguatezza rispetto alle competenze e capacità cognitive di alunni e studenti, anche le garanzie offerte sul piano della protezione dei dati personali”.

Tutto questo è stato fatto da chi ricopre in Agenzia un ruolo direttivo ? Non ci risulta.

Ogni  responsabilità  è  stata  fatta  cadere  sui  singoli  docenti.  Possibile  che  tale  grave  ed ennesima carenza professionale e organizzativa debba essere ancora una volta ignorata da chi ha funzioni di vigilanza ?

Si rende necessario inoltre chiarire che sulla base della normativa vigente, durante il periodo
di sospensione delle attività didattiche, NON esiste alcun obbligo di osservare un orario di servizio,
né di svolgere attività funzionali e collegiali così come non deve essere firmata (in particolare con i
cosiddetti  registri  elettronici)  e/o  dimostrata  alcuna  presenza  virtuale  in  servizio  (dalle  proprie
abitazioni) così come non devono essere indicate le assenze/presenze degli allievi dalle eventuali
lezioni virtuali.

La didattica a distanza richiede anche alle famiglie un impegno aggiuntivo e uno stress non indifferente. Molti genitori hanno dovuto affrontare l’impegnativo compito di gestire anche il tempo della scuola ma non è facile seguire i figli nelle attività scolastiche per tante ore al giorno tutti i giorni, in particolare per chi ha più figli. Lo stress è anche maggiore per i genitori soli, e per quelli che sono impegnati con il tele-lavoro contestualmente ai figli.

Insomma, anche dal punto di vista degli allievi e delle famiglie,  mancano i requisiti minimi perché la cosiddetta didattica a distanza possa essere assimilata in qualsiasi modo alla didattica.

Ciò premesso, riteniamo che in questa situazione di emergenza il personale docente stia già facendo più del dovuto, e che non debba essere continuamente richiamato ai propri doveri, anzi dovrebbe essere facilitato e apprezzato.

Chiediamo  che venga  con urgenza posto rimedio  alla  situazione di caos  in cui  i docenti
dell’Agenzia sono attualmente costretti ad operare e che si pongano in essere, finalmente, tutte le
misure necessarie a garantire la tutela dei lavoratori per quanto concerne la gestione della DaD
sgravandoli dalla responsabilità di eventuali abusi in materia di utilizzo dei dati personali.

Si chiede inoltre a chi ha incarichi di responsabilità di astenersi dal dare disposizioni prive di un fondamento normativo.

Varese, 27 aprile 2020                                                                CUB Pubblico Impiego Varese

F.to Giuseppe Jurisch

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Varese-Laghi

Camera Commercio e GDF assieme contro la criminalità, piattaforma REX

Contro le infiltrazioni della criminalità, una piattaforma che elabora i dati del Registro Imprese

CON REX PER FAR VINCERE LA LEGALITÀ

L’accordo per una ancor più stretta collaborazione tra Camera di Commercio e Guardia di Finanza 

 

Si chiama REX (Regional EXplorer) ed è una piattaforma che elabora i dati del Registro Imprese tenuto dalle Camere di Commercio: sulla base del materiale che fornisce, la Guardia di Finanza avrà a disposizione tutte le informazioni relative al milione e 500mila imprese attive in Lombardia, comprese quelle aziende del nostro territorio che hanno sedi all’estero.

«Un altro passo in avanti sulla via della tutela delle imprese. Grazie a questo strumento informatico, sviluppato da Infocamere, società consortile delle Camere di Commercio, le forze dell’ordine possono infatti analizzare al meglio bilanci, indicatori di movimenti, crediti e così via, ma anche informazioni sulle relazioni tra le imprese e le persone che compongono l’arco societario. E ancora, gli eventi particolari che possono aver segnato la vita di un’impresa, come un fallimento. Il tutto per far vincere la legalità e quindi le imprese che operano nel rispetto delle norme» spiega il presidente della Camera di Commercio varesina, Fabio Lunghi, subito dopo aver definito con il comandante provinciale di Varese, generale Marco Lainati, una forma di collaborazione per cui la Guardia di Finanza potrà usufruire di questa piattaforma: «Il vantaggio sarà che – dice lo stesso comandante –, per individuare situazioni d’illegalità, potremo partire anche dall’analisi di fenomeni anomali e non solo da un soggetto, da una persona o un’impresa. Potendo contare su questa piattaforma messaci a disposizione dal sistema camerale, anche nella prospettiva della ripresa, saremo in grado di svolgere ancor meglio il nostro compito di proteggere l’economia legale anche da possibili infiltrazioni occulte della criminalità organizzata».

Entrando nel dettaglio della piattaforma REX, il modello elaborato da Infocamere permette di approfondire quattro categorie d’analisi: anagrafe delle imprese, governance e assetti societari, dati economico-finanziari delle aziende ed eventi pregiudizievoli. In totale, sono trenta gli indicatori che possono essere presi in considerazione, anche in forma incrociata, e visualizzati su un pannello di controllo.

Camera di Commercio metterà quindi la piattaforma a disposizione della Guardia di Finanza, che così potrà accedere direttamente alla banca dati ed effettuare tutte le analisi per presidiare la correttezza del mercato, individuando eventuali anomalie. 

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Corrado Callegari, Grande Nord, intervistato da Giuseppe Criseo

 

Corrado Callegari, 
Nasce a Venezia il 6 settembre 1960, diploma di istituto tecnico per ragionieri; Amministratore unico Veneto agricoltura

Curriculum di tutto rispetto:

  • Nasce a Venezia (Veneto) il 6 settembre 1960
    Diploma di istituto tecnico per ragionieri; Amministratore unico Veneto agricoltura

    Gruppi parlamentari

      • XVI Legislatura della Repubblica italiana
      • Non è tutto oro quello che luccica, esordisce così Callegari, non tutto ha funzionato bene, aggiunge. I veneti sono abbastanza liti nei comportamenti, la prima differenza con altre situazioni regionali, ma le case di riposo hanno avuto parecchi morti anche nel Veneto.
      • Gli operatori non tutti hanno potuto lavorare in piena sicurezza, questione tristemente nota anche in Lombardia, nonostante gli sforzi del governatore Fontana.

      Nel Veneto si sono persi 9000 posti letto, dice Callegari, aggiungendo che “risparmiare sui medici non è stata una scelta oculata”. Il turismo “avrà una debacle non da poco” altra considerazione dopo la mia domanda. Nel futuro occorrerà capire quali sono le resposnabilità ” enormità mostruosa, chi ha sbagliato dovrà pagare”.
      La novità politica, il Grande Nord, la formazione di cui fa parte Callegari ha aderito al Partito dei Veneti

    partito dei veneti

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GdF Varese sequestra 120 mila euro a ex dirigente medico

EX DIRIGENTE MEDICO HA PERCEPITO INDEBITAMENTE 120 MILA EURO. SEQUESTRO DELLA GUARDIA DI FINANZA DI VARESE.

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Varese della Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per oltre 120 mila euro nei confronti di un ex dirigente medico ritenuto responsabile del reato di truffa aggravata in danno di ente pubblico.

Il provvedimento è stato emesso al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Varese che ha tratto origine dalle risultanze del procedimento amministrativo attivato dall’A.S.S.T. Sette Laghi conclusosi con il licenziamento di un ex dirigente che aveva avviato rapporti di lavoro non autorizzati.

Dalle investigazioni è emerso che il dirigente medico, nonostante avesse sottoscritto un contratto di lavoro in esclusiva con la citata ASST e con quella della Valle Olona, aveva prestato servizio anche a favore di un Centro di Ricerca pubblico con sede in Provincia di Varese omettendo di effettuare tale comunicazione che avrebbe comportato la variazione del rapporto lavorativo e la contestuale interruzione dell’elargizione di somme di denaro riconosciutegli proprio in ragione del rapporto di esclusività sottoscritto.

Inoltre lo stesso indagato ha attestato il falso nella dichiarazione sostitutiva che tutti i dipendenti pubblici sono tenuti a rilasciare annualmente, per aver dichiarato l’insussistenza di situazioni di incompatibilità.

Al termine delle indagini il GIP del Tribunale di Varese, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il provvedimento cautelare reale che è stato eseguito dal Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Varese.

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Cronaca

Recovery Bond, veramente una Vittoria?

Recovery fund cos’è? Una Vittoria? 

 
Il Recovery fund che significa letteralmente fondo di recupero, è una proposta fatta dalla Francia che prevede l’istituzione di un fondo ad hoc con lo scopo di emettere obbligazioni, i cd. recovery bond con la garanzia del bilancio UE.

Si tratterebbe di un nuovo fondo da istituire a livello comunitario, gestito dalla Commissione europea o, in alternativa, dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). 
 
Il fondo raccoglierebbe sul mercato 1.000 o 1.500 miliardi di euro attraverso l’emissione di obbligazioni, i cosiddetti Recovery bond (o Ursula bond, dal nome della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen). 
 
Questi bond sarebbero garantiti dal bilancio europeo del settenato 2021-2027 incrementato con nuove contribuzioni dirette da parte degli Stati membri. 
 
Le somme così raccolte sarebbero poi girate ai singoli Stati tenendo conto del livello di gravità di ciascuna situazione: in altre parole, i paesi più in difficoltà (come Italia e Spagna) riceverebbero più risorse di altri. 
 
Il Recovery fund è una sorta di compromesso tra la posizione di chi è favorevole a una mutualizzazione dei debiti a livello europeo (Italia e Spagna in primis, ma anche Francia) e chi è rigidamente contrario a una condivisione dei rischi (Germania, Olanda e i paesi baltici).
 
In questo modo però la condivisione del rischio sarebbe comune solo per il futuro, senza una vera mutualizzazione sui debiti del passato cosicché da accontentare i paesi del fronte del Nord come Olanda, Austria, Svezia, Finlandia e Germania, da sempre contrari ad una classica condivisione degli oneri legati ai debiti, soprattutto la Germania. 
 
Sii della Germania e vediamo perché, il via libera al pacchetto di misure, con le garanzie del Mes, Bei, Sure, rimettendo alla Commissione il mandato di “analizzare” il fabbisogno del Recovery europeo per sostenere la ripresa dopo la crisi pandemica, è stato dato proprio con questa condizionalita’. 
 
I tre strumenti approvati dall’Eurogruppo, sono il MES (con un abito nuovo?), la Bei e il Sure. 
 
Come già detto in passato vediamo che cos’è oppure che cosa è era il Mes:
 
Il Mes, meccanismo economico Salva-Stati è uno strumento istituito dall’Ue e nato con la precedente crisi finanziaria al fine di concedere prestiti agli Stati Membri che non riuscivano, o lo facevano ad altissimi costi, a finanziarsi sui mercati. 
 
Il MES o “vecchio Mes” in passato è stato attivato da 3 paesi:
 
– Cipro  per 6,3 miliardi di euro;
– Grecia per 61,9 miliardi di euro;
– Spagna 41,3 miliardi euro,
 
con diverse rigide condizioni che impongono a chi riceve i prestiti di approvare un memorandum d’intesa (MoU) che definisce con rigorosa precisione quali misure si impegna a prendere (soprattutto in termini di tagli al deficit/debito e di riforme strutturali).
 
Rispetto a questo Mes, il nuovo Mes è frutto di un compromesso che prevede che i Paesi Membri possono richiedere prestiti al MES a copertura dei:
 
Solo danni economici legati all’epidemia Coronavirus, per mezzo dei Recovery Bond. 
 
Il tutto sii a tassi molto più bassi di quelli di mercato e con scadenze assai più lunghe, per un importo non superiore al 2% del PIL, ma sempre di prestito debito ponte trattasi; però l’Italia potrà richiedere circa 36-27 miliardi.  
 
E’ veramente una vittoria oppure è lo stesso prodotto che grazie ad un artefizio letterale e poco strutturale ha cambiato abito? 
 
L’abito non fa mai “Monaco”.
 
EP 
Redazione VaresePress@ Roma 
Rubrica Sicurezza Nazionale@